La Mediazione PedagogicaLiber Liber

Donatello Santarone, Contrappunto, Roma, Aracne Editore, 2002.
di  Carlotta Padroni

Il contrappunto è nel linguaggio musicale l’arte di comporre sovrapponendo più linee melodiche simultanee in un solo e armonico discorso; Contrappunto è anche il titolo del bel volume di Donatello Santarone (Aracne Editore) che si rifà a questo strumento teorico musicale per introdurre il concetto di intercultura in un ambito pedagogico ed educativo.

Mai come negli ultimi due decenni si era presentato agli insegnanti, ai dirigenti scolastici e a chi studia e opera nel settore educativo l’esigenza – urgente – di affrontare il tema dell’integrazione fra culture. La pedagogia interculturale – da disciplina di frontiera quale appare – si occupa intanto dell’inserimento dei bambini stranieri nella scuola, quindi, in un ambito teorico, di una rilettura dei saperi in chiave interculturale.

Può un sistema educativo fortemente connotato dall’etnocentrismo e dalla monocultura accettare la prospettiva di un radicale relativismo culturale e trovare la forza per realizzarlo?

La proposta per una scuola che davvero si ponga al servizio di una società interculturale è quella di una “pedagogia dei confini” che, spingendosi avanti – appunto in prossimità dei confini –, possa godere di un privilegiato punto di osservazione per prospettive nuove e in permanente dinamica. Ai confini si apprende, per esempio, che nel settore linguistico molti termini che siamo abituati a percepire come neutrali hanno una forte valenza etnocentrica, oppure che in termini desueti ma radicati nella cultura quotidiana si può recuperare un’eco di suoni lontani. Così lo stesso linguaggio non risulta più un dato immutabile ma una costruzione sociale e relazionale sempre in divenire e frutto di continue negoziazioni, esperienze e conflitti.

Cosicché una scuola capace di veicolare un ribaltamento di prospettive nella direzione dell’intercultura è in grado non solo di accogliere con meno pregiudizi culturali e rigidità pedagogiche gli studenti stranieri ma risulta educativa soprattutto per gli studenti “non stranieri” nel sollecitare nuove prospettive culturali lavorando anche sui codici ermeneutica di bambini e giovani già probabilmente più aperti e ricettivi di quelli degli adulti.

Proprio nella direzione dell’intercultura si muove, con capace regia, l’autore del volume che propone “materiali in forma di spunti metodologici e prime campionature per una didattica interculturale della letteratura”. In questa prospettiva sono presentati alcuni dei nostri più grandi autori come Dante, Tasso e nel nostro ieri Fortini in una luce assolutamente aggiornata e funzionale: il rapporto con la categoria dell’alterità, sia essa geografica, politica, religiosa diventa infatti la lente per rileggere l’opera.

Così il capolavoro dantesco si apre a una interpretazione che tiene conto delle sollecitazioni – numerosissime – in ambito letterario, filosofico e religioso che la tradizione arabo-mussulmana offriva al Fiorentino; senza togliere alcunché alla gigantesca figura del Poeta massimo e alla altezza della sua creatività il libro fornisce uno strumento interpretativo affinato, pur con qualche azzardo, a una ulteriore indagine dei testi.

Santarone rivolge gli stessi strumenti analitici a due autori, ovviamente radicalmente lontani, Tasso e Fortini al fine di approdare a una analoga tesi interculturale nel campo della comunicazione letteraria.

Il conflitto con l’altro è il filo rosso che guida l’interpretazione del saggista nella rappresentazione tassiana indagata, sia nella dimensione della creatività narrativa, che in quella del linguaggio. Per considerare lo studio della letteratura in un’ottica mondiale è necessario accogliere le letterature di altri paesi: così Donatello Santarone presenta infine due contributi dello scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwe considerato l’emblema di quella “cultura di un mondo delle interdipendenze” e in Appendice una serie di interessanti schede relative ad autori significativi, attivi nel Sud del mondo, con l’intento di dare voce a una letteratura meno nota ma sempre più prossima a essere inclusa in un curricolo interculturale.

 

wpeD.jpg (2693 bytes)