"LA CAPACITA’ DI CARICO DEI GIOVANI ATLETI DI ALTO LIVELLO"
Gudrun Frohner, Istituto per la scienza applicata all’allenamento, Lipsia

Articolo tratto dalla rivista “Scuola dello Sport”, pubblicata dal CONI, numero 51, Gennaio/Marzo 2001

Domande e risposte su alcuni aspetti della capacità di carico in età giovanile.

 

OSSERVAZIONI PRELIMINARI

 

Lo sviluppo della prestazione sportiva nell’allenamentogiovanile, che rappresenta una tappa importante nella costruzione a lungo termine della prestazione stessa, si basa su principi di metodologia dell’allena­mento che determinano le linee direttive sulle quali si basano i piani quadro gene­rali di allenamento, attualmente applicati. Quali siano i processi efficaci di apprendi­mento delle tecniche sportive nelle varie categorie d’età ed i mezzi di allenamento che permettono di migliorare i presupposti per l’incremento della capacità di presta­zione sportiva sono stati documentati più volte, sia dal punto di vista pratico, sia da quello scientifico. Per cui sono abbastanza comuni e noti importanti orientamenti, di natura sia qualitativa sia quantitativa, su come sviluppare la prestazione. Però, mal­grado l’ampia messe di conoscenze, persi­no per quanto riguarda queste importanti caratteristiche degli orientamenti sull’alle­namento non vi sono, ne vi saranno mai, leggi che abbiano una validità generale. Essenzialmente ciò è dovuto all’eterogeneità delle condizioni biologiche e sociali dell’organismo, che comportano diversità nell’importanza dei diversi sistemi di rego­lazione e nelle loro possibilità di equilibrio di tipo compensatorio.

In generale, nell’allenamento giovanile, lo sviluppo della capacitò di carico dell’orga­nismo e la sua conservazione vengono accettate ed anche trattate, come catego­rie essenziali dell’allenamento stesso. Però, rispetto ai metodi diretti allo sviluppo della prestazione, per quanto riguarda gli orien­tamenti concreti su questo aspetto dell’al­lenamento, ci sono ancora molti punti non chiariti ed un numero molto minore di principi vincolanti e di generalizzazioni.

Ciò è dovuto a questi dati di fatto:

 

  la prestazione può essere osservata con­tinuamente, è misurabile ed il suo svi­luppo viene perseguita e ricompensata direttamente.

  La capacità di carico non viene ricom­pensata direttamente.

  La capacità di carico presenta aspetti molteplici che, quindi — sia per ragioni economiche, sia anche per motivi metodologici, spesso anche etici — sono misurabili solo in alcune loro caratteri­stiche.

  La capacità di carico diventa un proble­ma ed un segnale d’allarme, e ne viene apprezzato il valore, solo quando si manifestano disturbi di vario tipo, soprattutto quando alcuni talenti spor­tivi debbono interrompere il loro proces­so di allenamento a causa di alterazioni della salute o di una stasi generale nel loro sviluppo. E, spesso, le misure che si

rendono necessarie vengono applicate solo quando è già troppo tardi.

Nella maggior parte dei casi, le alterazio­ni della capacità di carico non riguarda­no i sistemi che determinano prioritariamente [a prestazione. Per questa ragio­ne, nella valutazione funzionale riman­gono nascosti soprattutto determinati stati iniziali di queste alterazioni.

Tutti gli allenatori vogliono portare quanto più vicino possibile all’obiettivo voluto il gruppo che allenano, soprattutto i talenti motori. Ovviamente, l’obiettivo assoluto è il miglioramento della prestazione specifi­ca. Però la base od il presupposto essen­ziale per ottenerlo sono la capacità di cari­co e, quindi, la stabilità della salute. Quando si tratta la problematica della capacità di carico sportivo fondamental­mente ci si deve chiedere:

  se nello sport giovanile di alto livello si tenga realmente conto della capacità di carico;

  se una buona prestazione motoria sia automaticamente associata ad una suf­ficiente capacità di carico:

  se la capacità di carico dell’organismo non si sviluppi automaticamente, soprattutto durante il processo di allenamento dei presupposti fisici generali;

  se possano essere descritte concreta­mente quali sono le condizioni della capacità di carico;

  quali valutazioni e quali controlli della capacità di carico possano realizzare allenatori, medici sportivi e fisioterapisti;

  quali sono le leggi ed i principi generali di metodologia dell’allenamento che vanno rispettati dal punto di vista medi­co-sportivo.

Nel settore giovanile, proprio da quest’ulti­mo punto di vista, si deve dare la priorità a garantire la capacità di carico. Perciò, in ogni sport nel quale la prestazione viene sviluppata in questa fase evolutiva vanno presi provvedimenti in questa direzione. Ogni talento sportivo ha bisogno di misure dirette a garantire la capacità di carico. Se ci si chiede quali debbano essere, cioè quale deve essere la qualità e la quantità di queste misure, la risposta deve tener conto dei carichi che vengono richiesti.

 

Alcuni chiarimenti concettuali sulla capacità di caRICo nello sport

 

Nello sport la capacità di carico è una caratteristica essenziale in quanto presup­posto della prestazione. La capacità gene­rale di carico sportivo è una funzione dell’organismo o dei suoi diversi tessuti, regioni è sistemi, che interagisce con il carico sportivo e caratterizza in quale modo i tessuti ed i sistemi biologici tolle­rano le richieste di prestazione ed i carichi motori

Definizione: capacità generale

di carico sportivo

La capacità generale di carico sportivo è

 

-  una funzione dell’organismo o dei diversi tessuti e sistemi

-  in interazione con il carico sportivo

-  caratterizzata dalla tolleranza dei tessuti e dei sistemi biologici verso i carichi e le richieste di prestazione sportiva

-  la base per ulteriori adattamenti di carattere globale.

 

 

Definizione: capacità

di carico sportivo certa

 

 

Nello sport capacità di carico

certa significa:

 

-  stabilità dello salute, durante l’azione dei carichi sportivi (non si presentano peggioramenti notevoli della salute determinati dal carico)

-  recupero e capacità di recupero di tutti i tessuti e sistemi che sono stati sollecitati nel processo di allenamento

-  che esistono, nella multilateralità necessaria, le basi per lo sviluppo di stati e di adattamenti determinati dall’allenamento.

 

Queste sono le caratteristiche nelle quali si manifestano alterazioni della capacità di carico: problemi di salute; deviazione notevole dalla norma dei parametri di stato dell’organismo e conseguente rischio di superamento dei limiti di tolleranza della capacità di carico; insufficiente capa­cità di recupero.

I sintomi di una alterazione della capacità di carico sono rappresentati da alterazioni della salute determinate dal carico, stasi nello sviluppo generale dello stato di alle­namento e dell’adattamento, alterazioni del comportamento motoria, stati di supe­rallenamento.

Tutti questi sintomi molto spesso aumen­tano il rischio di ulteriori disturbi della salute, impedendo uno sviluppo continuo della prestazione.

 

 

Risultati e prese di posizione sulle domande che abbiamo formulato

 

Soprattutto nell’allenamento giovanile di alto livello occorre tenere conto dello capacità di carico!

 

In alcune nostre ricerche abbiamo rilevato quale sia la frequenza dei disturbi nelle regioni dell’apparato locomotorio e di sostegno in atleti ed atlete delle singole categorie d’età. Per la nostra esposizione sono state scelte soprattutto due importanti regioni che potremmo definire problematiche, cioè quelle in cui si evidenziano più frequentemente alterazio­ni della capacità di carico e che esigono attenzione anche nell’allenamento: le regioni della colonna vertebrale e del ginocchio. Dai risultati si può vedere che, rispetto alla popolazione globale della stessa categoria d’età, già precocemente, la percentuale degli atleti che presentano disturbi è relativamente elevata. Nelle atle­te questo incremento si manifesta già

nelle categorie inferiori d’età, negli atleti la frequenza aumenta solo dopo il 130 anno di vita.

Spesso il grado delle alterazioni non è grave e, nella maggior parte dei casi, i pro­blemi possono essere eliminati attraverso adeguate misure finalizzate.

Se si confronta la frequenza dei disturbi in queste regioni tra atleti ed alunni delle scuole normali dell’età di 11 anni (classe 5^), in questi ultimi si evidenzia una per­centuale notevolmente minore (tra il 6 e l’11). Ciò vuole dire che si può individuare l’esistenza di conseguenze provocate da una maggiore sollecitazione dovuta all’allenamento sportivo, cioè dai carichi utiliz­zati nella costruzione a lungo termine della prestazione (Fròhner 1998). Circa il 30/50% di tutti ‘‘traumi da sport” nei bambini possono essere classificati come conseguenze prodotte da eccessi di carico (Watkin, Peabody 1996). Secondo Dalton (1992) il 49,5% dei 394 ‘traumi da sport’ da lui rilevati, dimostravano di essere con­seguenze prodotte da eccessi di carico. La frequenza era quasi la stessa tra i due sessi; invece, è diversa la relazione tra traumi e conseguenze dell’eccesso di cari­co tra i vari sport. Casi uno studio biennale svolto su 453 giovani atleti di alto livello, nei praticanti nuoto ha dato come risulta­to circa il 60% di conseguenze prodotte da eccessi di carico, nei praticanti calcio solo il 15% (Baxter-iones, Maffuli, Helms, 1993).

Il rischio di conseguenze da eccesso di carico dell’apparato locomotorio e di sostegno, in età infantile e giovanile, si spiega soprattutto con il cambiamento delle strutture e delle dimensioni del corpo durante il processo di accrescimento e dì maturazione. La crescita sì svolge soprat­tutto nelle cellule dell’apparato locomoto­rio e scheletrico (Heitz 1993) e dunque significa che esse diventano più vulnerabi­li, cioè ne aumenta la predisposizione a traumi. Così pure, durante la crescita puberale, i rapidi cambiamenti nelle lun­ghezze relative delle ossa lunghe e delle inserzioni osteo-tendinee, portano ad una maggiore predisposizione a lesioni (Di Fiori 1999).

Tra i fattori intrinseci che possono portare a conseguenze da eccesso di carico, De Fiori (1999) cita la crescita, con la maggio­re sensibilità delle cartilagini di accresci­mento verso stress ripetuti e i frequenti squilibri muscolari. Inoltre vengono citati anche: traumi precedenti, carenza di con­dizione fisica, posizioni anatomiche viziate, fattori psicologici. Però vanno considerati anche fattori estrinseci, tra i quali vanno citati un incremento troppo rapido dell’al­lenamento, pause di recupero inadeguate, calzature inadatte, errori tecnici, la pres­sione dei genitori o dei parenti. L’interven­to del medico sportivo è richiesto soprat­tutto per l’individuazione dei fattori ad azione intrinseca.

 

Riepilogo:

Proprio nello sport giovanile di alto livello occorre che venga dedicata attenzione alla capacità di carico dell’organismo. Ciò viene mostrato dalla maggiore frequenza con la quale si presentano disturbi negli atleti in confronto agli allievi delle scuole normali. Normalmente, i problemi possono essere eliminati facilmente attraverso adeguate misure finalizzate se vengono riconosciuti i fattori che li hanno causati.

 

I talenti sportivi non posseggono automaticamente uno sufficiente capacità di carico!

 

Questa affermazione può essere provata da molti esempi ed alcuni di essi la posso­no spiegare. Anche atleti dotati dì molto talento presentano, non dirado, deviazioni anatomo-funzionali dalla norma. E, a seconda dell’alterazione concreta e del

carico sulla regione interessata, si possono determinare sollecitazioni superiori alla media. Vi sono esempi che ciononostante sono possibili adattamenti a carichi ade­guati. Però, in generale, nel caso di deter­minate deviazioni dalla norma, esiste il rischio di un aumento delle conseguenze di carichi errati. Per questa ragione, ricor­rendo ad un esame medico-sportivo, deb­bono essere ottenute informazioni suffi­cienti sullo stato anatomo-funzionale prima che si inizi la costruzione a lungo termine della prestazione, od al massimo durante la fase iniziale ditale costruzione. Ciò si ricava chiaramente dai dati di ricer­che condotte su atleti di un ginnasio ad indirizzo sportivo. In questo esame non dovrebbe essere trascurato l’aspetto della frequenza con la quale si sono prodotti infortuni (Fròhner 2000).

Ad esempio, un’atleta di talento praticante corsa, doveva affrontare note­voli e continui problemi alle ginocchia. Un esame di tipo clinico-ortopedico mise in rilievo uno stato visibile di inclinazione del bacino. Ciò provocava una discrepanza statica e funzionale rispetto allo sport pra­ticato che non rendeva possibile una con­tinuità dell’allenamento a causa dei molte­plici problemi nella regione lombo—sacrale e nella regione bacino-arti inferiori.

Se si rilevano scostamenti dell’asse degli arti inferiori da una posizione corretta, come minimo occorre che se ne tenga conto nelle richieste di carico e nelle misu­re che accompagnano l’allenamento.

Nei talenti sportivi spesso si presenta non soltanto il problema delle deviazioni anatomo-funzionali dalla norma che riguarda la sollecitazione dell’apparato locomotorio e di sostegno. Sono noti anche altri para­metri di stato dell’organismo che, dal punto di vista medico—sportivo, consiglia­no cautela in determinati incrementi del carico: se, spesso, vengono fornite buone prestazioni a livelli inferiori di richieste di prestazione, però con l’incremento dei carichi vi è un aumento del pericolo di alterazioni della salute. Spesso questo può essere rilevato attraverso i normali esami e controlli del medico sportivo.

Un altro problema viene rappresentato dalla selezione sportiva, nella quale si attribuisce un grande valore a soggetti con stature molto elevate. In soggetti di statu­ra molto elevata, si possono produrre discrepanze dal punto di vista statico e funzionale rispetto ai carichi richiesti ed alla loro rielaborazione. Spesso, la valuta­zione della struttura delle condizioni anatomo-funzionali offre la possibilità di rea­lizzare quelle azioni concrete di lungo periodo, che sono necessarie a garantire la capacità di carico.

Deve essere citato anche il caso speciale dello sviluppo di talenti che iniziano la loro attività sportiva in ritardo, che vengono integrati successivamente nel processo di allenamento, grazie alle loro eccellenti prestazioni motorie. In essi, abbiamo osservato che, a causa di un insufficiente carico preliminare sistematico, si possono produrre carenze di adattamento, soprat­tutto dell’apparato locomotorio e di soste­gno, che aumentano il rischio di conse­guenze prodotte da eccessi di carico quan­do vengono inseriti in modo rapido e cre­scente nel processo di allenamento.

 

Riepilogo:

se se ne vuole assicurare e garantire lo stato di salute, la valutazione della capa­cità di carico dell’organismo in età infanti­le e giovanile è molto importante, proprio per i soggetti dotati di talento. Inoltre, sulla base dei risultati di questa valutazio­ne, sono possibili e, in caso di bisogno sono necessarie, enunciazioni che riguar­dano l’attitudine verso un dato sport, le necessità di misure che debbono accom­pagnare l’allenamento, la metodica e la velocità con la quale deve essere costruita la prestazione.

 

La capacità di carico dell’organismo non si sviluppa automaticamente grazie all’allenamento

 

Questa affermazione, per quanto riguarda l’impostazione dèlla costruzione dell’alle­namento nello sport giovanile di alto livel­lo, si basa su numerose osservazioni e risultati di ricerche, che dimostrano che, nei piani quadro generali di allenamento, oltre ad obiettivi di prestazione e ad indici dì carico ben ponderati, spesso sono necessarie riflessioni che, soprattutto attraverso parametri di stato individuali delle condizioni della capacità di carico, rendono indispensabile che i carichi ven­gano precisati individualmente (in parte anche solo a breve ed a medio termine] e che vengano applicate misure preventive, anche esse individuali. Alla maggior parte degli allenatori e di coloro che prestano assistenza nello sport sono noti esempi di giovani atleti con prestazioni elevate, la cui capacità di allenamento, malgrado un carico pianificato, viene meno per ragioni di salute o per i quali, per gli stessi motivi, un allenamento a lungo termine alternativo non rappresenta più una strada efficace per ottenere prestazioni mondiali di alto livello.

Proprio nell’età infantile e nell’adolescenza esiste una notevole diversità nelle condi­zioni biologiche della capacità di carico, non sempre calcolabile in modo adeguato. Infatti, occorre tenere conto non solo della costituzione di tipo biologico, ma anche della variabilità, dovuta alla crescita ed alla maturazione. Negli adulti, invece la diver­sità delle condizioni biologiche è soprat­tutto legata alla costituzione e caratteriz­zata da processi di adattamento, perciò può essere valutata relativamente bene. Per queste ragioni, se le esigenze di capa­cità di carico vengono generalizzate, cioè non individualizzate, soprattutto nei bam­bini e negli adolescenti, esiste il pericolo di eccessi o di carenze di sollecitazione. Lo spiega chiaramente l’esistenza della varia­bilità delle condizioni della capacità di carico. Ciò non vuole dire, assolutamente, che debbono essere cancellati i principi generali di metodologia dell’allenamento diretti allo sviluppo delle prestazioni attualmente esistenti. Ma, se necessario, le strutture temporali e le modalità delle richieste di allenamento, ad esempio anche per quanto riguarda le misure di prevenzione che accompagnano il proces­so di allenamento, debbono essere indivi­dualizzate.

Oltre a questo argomento della variabilità dei parametri biologici di stato che si rile­vano negli atleti con prestazioni elevate in uno sport, che spiega, anzitutto, perché un allenamento di carattere generalizzato (cioè non individualizzato, N.d.T) non porta, automaticamente, allo sviluppo della capacità di carico, occorre citarne un altro.

In fondo, obiettivo dell’allenamento e la misura del suo successo è la prestazione motoria. L’allenamento diretto al suo svi­luppo si indirizza, spesso in limiti di tempo prefissati, al miglioramento di varie prestazioni motorie, per il quale vengono uti­lizzati stimoli adeguati di carico, per pro­durre adattamenti. Perciò si adattano, soprattutto, le strutture che sviluppano la prestazione. L’insufficienza ditali adatta­menti si esprime in una prestazione insuf­ficiente od in una sua scarsa stabilità. Generalmente, nelle strutture e nei sistemi che reagiscono contemporaneamente, ma sempre in misura diversa, un grado insuf­ficiente di adattamento si manifesta, anzi­tutto, quando si producono infortuni od alterazioni dello stato di salute. Quindi, è sempre difficile ottenere un adattamento globale coerente, in quanto non sono pos­sibili controlli complessivi dell’insieme “capacità di carico”, che invece sono possi­bili per lo sviluppo della prestazione. Ma, attualmente, ci sono sufficienti possibilità di rilevare parametri di stato della capacità di carico attraverso visite preventive medi­co—sportive, che permettono di consigliare le relative misure di prevenzione nel pro­cesso dì allenamento, in quanto, se non vengono applicate, esistono maggiori peri­coli di alterazioni della capacità di carico.

Per completare l’affermazione principale che la capacità di carico non si sviluppa automaticamente con il processo di alle­namento, va aggiunta una ulteriore rifles­sione. Spesso, per garantire la capacità di carico e la capacità di prestazione, viene proclamata ed applicata l’esigenza di garantire un largo spazio all’allenamento fisico generale. Dal punto di vista medico, nello sport giovanile di alto livello questo èun aspetto molto importante, ma ovvio, e per questo non andrebbe più discusso. Lo dimostrano i risultati sullo sviluppo preco­ce di squilibri dell’apparato locomotore e di sostegno, dovuti a disturbi della decon­trazione, ad alterazioni della capacità di stabilizzazione delle articolazioni o all’a­dattamento asimmetrico del corpo, provo­cati soprattutto da un carico specifico uni­laterale (Fròhner et al. 1999). Ma, è certo che anche questa richiesta di un carico fisico di carattere generale che serva ad assicurare la capacità di carico non è suffi­ciente. Per spiegare perchè, si deve ritor­nare a quell’aspetto, che abbiamo già ricordato, che riguarda la necessità di pre­stare attenzione alla capacità di carico nell’allenamento giovanile, in particolare al fatto che, anche nei talenti motori non è detto che siano garantiti i presupposti necessari di questa capacità, ad esempio nel caso di deviazioni dalla norma di carattere anatomo-funzionale.

Per motivi di completezza, si deve anche citare un altro aspetto, che riguarda l’azio­ne esercitata dalle diverse tecniche sporti­ve. Se nel processo di allenamento ignoria­mo quelle condizioni dell’organismo che sono rilevabili attraverso esami di carattere medico—sportivo, il rischio di alterazioni della capacità di carico aumenta. La capa­cità di carico non si sviluppa automatica­mente durante il processo di allenamento, anche se le prestazioni specifiche sono di buon livello e vengono accompagnate da carichi di carattere generali che le svilup­pano.

Un preparazione fisica generale adeguata rispetto ai limiti della capacità di carico in certe fasi dello sviluppo ed alla costituzio­ne degli atleti, già rappresenta una meto­dica favorevole. Però, se essa viene utiliz­zata per migliorare presupposti che deter­minano la prestazione, si rafforza il perico­lo di alterazioni della capacità di carico. Se, nel tipo di costruzione della prestazione e nelle misure che accompagnano l’allena­mento, non si tiene conto dell’esistenza di deviazioni anatomo—funzionali individuali, certamente è possibile sviluppare la pre­stazione, ma spesso è solo un prodotto del caso.

 

Riepilogo:

nello sport giovanile di alto livello, per l’a­tleta e per l’allenatore è particolarmente importante un allenamento che tenga conto della necessità di garantire la capa­cità di carico, basandosi sulla conoscenza delle condizioni biologiche e delle misure da assumere, che si basano su di esse. Però, nei vari sport, la sua valenza è diver­sa. Comunque, malgrado i diversi parame­tri di stato, dovuti a fattori costituzionali e legati all’adattamento esiste una validità generale di questo tipo di allenamento, che riguarda anche l’allenamento degli atleti adulti.

 

Alcune condizioni essenziali della capacità di carico dell’organismo possono essere rilevate!

 

In questo punto non verranno trattati pro­blemi che riguardano la valutazione della capacità di carico di quei sistemi che determinano la prestazione che sono importanti soprattutto per il suo sviluppo. Nè parleremo dell’importanza di provare l’inesistenza di patologie di carattere generale, di deviazioni dalla norma (che, ad esempio, possono essere provate attra­verso l’ECO), di alterazioni momentanee dello stato di salute (ad esempio, malattie infettive), di deviazioni croniche dalla norma che alterano la capacità di carico, in quanto già vi sono molte nozioni su questo tema.

Invece, parleremo di sistemi che reagisco­no anche essi alle richieste di carico, ma i cui parametri di stato non possono essere misurati direttamente e che dimostrano di essere quelli che più frequentemente com­promettono l’allenamento provocando

problemi di salute. In base ai risultati fino­ra disponibili ed a esami medici di natura preventiva, realizzati regolarmente, occor­re che determinati parametri di stato del­l’organismo vengano accettati come segnali di una diminuzione della capacità di carico dell’apparato locomotorie e di sostegno.

Determinate fasi dello sviluppo (dall’inizio della pubertà fino ed oltre alla sua conclu­sione), nel caso di determinati carichi del­l’apparato locomotorio cdi sostegno, sono caratterizzate dall’aumento della predispo­sizione a infortuni delle cartilagini di accrescimento anche nella zona delle inserzioni tendinee (apofisi). Spesso, il rischio è ancora maggiore quando si è di fronte ad un ritardo dello sviluppo. Se, durante il periodo dell’adolescenza si applicano gli stessi carichi, o gli stessi incrementi di carico, su un atleta che ha terminato la fase puberale e su un atleta della stessa età che, a causa di un ritardo nello sviluppo si trova ancora in questa fase, in parte i rischi a carico dell’apparato locomotorio e di sostegno per chi manife­sta un ritardo nello sviluppo aumentano notevolmente.

Per questa ragione, l’andamento della pubertà o la sua conclusione sono infor­mazioni essenziali per l’applicazione del carico da parte dell’allenatore. Mentre negli sport che richiedono condizione fisi­ca ed in quegli sport nei quali dominano stature elevate, raramente sono presenti soggetti che presentano ritardi nello svi­luppo, invece essi sono frequenti in quegli sport che richiedono coordinazione. Per questo, in questi sport, è necessario che venga regolarmente valutato l’andamento dello sviluppo. Invece, negli altri sport, c’è bisogno di una valutazione, adeguatamen­te orientata, solo in età infantile e prepu­berale e, in caso di necessità, al di là di essa. Ad esempio, su 140 giocatori di pal­lavolo di età da 10 a 16 anni il 60% mostrava un livello di maturità che rien­trava nello sviluppo normale, mentre il 35% erano soggetti dallo sviluppo accele­rato.

Il somatotipo e lo stato alimentare, se vengono orientati sulle esigenze dello sport praticato, offrono la possibilità di altre indicazioni sulla capacità di carico. In quegli sport nei quali si ricerca una scarsa massa corporea, esistono rischi di anores­sia con le limitazioni a lungo termine della capacità di carico che essa comporta. Però per la valutazione dello stato alimentare, del rapporto massa corporea-statura è decisiva la tipologia costituzionale. Un somatotipo ectomorfo normalmente ha un rapporto massa corporea-statura chiara­mente minore rispetto ad uno mesomorfo o endomorfo.

Spesso, quelle caratteristiche dell’apparato locomotorio e di sostegno che sono gene­ticamente determinate, sono accessibili ad una diagnosi clinica. Come esempio citia­mo la caratteristica della rigidità del tessu­to connettivo. Un tessuto connettivo molto asso comporta un rischio per le articolazioni, poiché spesso soprattutto la necessaria chiusura delle articolazioni, cbe dipende dai tessuti, non è sufficiente, e la stabilità statica e la costanza funzionale dell’apparato locomotorio e di sostegno sono limitate. Ciò può produrre effetti par­ticolari in alcuni sport. Perciò, nel caso di tessuto connettivo molto asso, come misura che accompagna l’allenamento, dovrebbe svolgere un’azione predominante un impegno diretto all’attivazione ed al rafforzamento della muscolatura, mentre non sono adatti metodi di stretching. Lo stesso deve essere detto per quelle fasi, documentabili, di aumento dell’ipermobi­lità nei bambini dovute allo sviluppo. In questo periodo dello svi­luppo le misure che accompagnano l’alle­namento hanno il loro punto focale nel­l’attivazione muscolare, soprattutto ed anche per l’irrobustimento della muscola­tura della regione superiore del dorso, come anche dei muscoli che fissano le scapole e per ottenere un portamento armonioso.

Invece, come presupposto per la distribu­zione del carico sulle articolazioni, un tes­suto connettivo molto rigido esige che vengano applicati diversi tipi di richieste alla mobilità articolare (cioè, esercizi di allungamento diretti al suo sviluppo, N.d.T). Da questo punto di vista oltre a che a fenomeni di natura genetica, che vanno considerati a lungo termine, occorre pre­stare attenzione alle varie fasi dello svilup­po, in parte già dall’inizio della pubertà ed in particolare nell’adolescenza. Le misure di prevenzione vengono determinate dagli adattamenti specifici, propri di uno sport, e dalle carenze individuali nella capacità di allungamento.

La valutazione delle deviazioni individuali dalla norma richiede che si abbiano nozio­ni sulla fisiologia dello sviluppo (ad esem­pio, per la valutazione dell’asse degli arti inferiori) e su come il carico influenza i parametri di stato in uno sport. Però, quando si prendono in considerazio­ne questi parametri di stato, che spesso sono geneticamente determinati, resta ancora aperto un numero relativamente elevato di problemi. Lo dimostra la diver­sità, ancora esistente, nella valutazione della diagnosi di una spondilolisi in età infantile ed all’inizio dell’età puberale, soprattutto in quegli sport che sollecitano notevolmente il tratto lombo-sacrale della colonna vertebrale. In questo stadio dello sviluppo sono note la progressività ed il rischio per la capacità di carico di questa diagnosi, ma le diverse posizioni che anco­ra esistono, probabilmente possono essere spiegate con la diversità di idee sulle richieste di carico. Inoltre, esistono vari problemi da chiarire per quanto riguarda diversi sport. Tra l’altro, deve essere chiari­ta quale sia la capacità di carico nel caso di scoliosi e di cifosi di tipo e di grado diversi.

Malgrado che, come abbiamo ricordato, le valutazioni della capacità di carico nei vari sport siano, in parte, ancora controverse e cbe esse offrano la possibilità di fare affer­mazioni sul talento, i parametri di stato che abbiamo ricordato rappresentano sempre una ragione per applicare pro­grammi individuali di prevenzione.

Per completezza, debbono essere citati i problemi dovuti agli squilibri dell’apparato locomotorio e di sostegno acquisiti e determinati dall’adattamento, come anche le azioni esercitate dalla prestazione che viene realizzata sulla mobilità di questo apparato, con i rischi per la capacità di carico che ne derivano, specialmente quando si presentano precocemente. Così, il nuoto provoca lassità, la corsa limitazioni della mobilità articolare, il tennis allena e sviluppa un lato del corpo, lo stesso fa la scherma: se si conoscono i fenomeni che ci si possono produrre e si ottengono reperti di natura individuale durante l’allenamento, se ne possono derivare i necessari interventi preventivi. Va citata anche l’azione diretta di tecniche spesso unilaterali molto solle­citanti - ad esempio, i colpi d’attacco, e le tecniche di stacco e di ricaduta nell’allena­mento giovanile della pallavolo - in quan­to, anche da esse, si ricavano misure pre­ventive.

 

Riepilogo:

Le condizioni della capacità di carico pos­sono essere valutate attraverso diversi parametri di stato che si ricavano dagli esami preventivi medico-sportivi. Da esse si possono ricavare indicazioni per quanto riguarda l’attitudine verso uno sport (dal punto di vista della capacità di carico) e per quanto riguarda le misure preventive che debbono accompagnare l’allenamento, compresi i controlli sullo stato della capa­cità di carico.

 

Le diagnosi del/a capacità di carico e /e misure che la garantiscono esigono un lavoro di gruppo tra allenatore-medico­fisiateropista.

 

Se trattiamo le tre categorie essenziali della capacità di carico - quella generale dell’organismo, quella meccanica e quella dei sistemi che sono determinati per la prestazione (Fròhner 1996) — e si vuole garantire la capacità di carico nell’allenamento giovanile di alto livello, è inevitabile l’esigenza di un lavoro di gruppo tra alle­natore, medico, fisioterapista, che coinvol­ga anche i genitori.

Mentre le possibilità ed i metodi per la valutazione della capacità di carico dei sistemi che determinano la prestazione­vengono applicati soprattutto dall’allena­tore, per valutare quale sia la capacità di carico generale dell’organismo e quella meccanica si deve ricorrere ai metodi usati nella diagnosi medico—sportiva e fisioterapeutica. Inoltre, i risultati di questi esami debbono essere valutati in modo specifico rispetto allo sport praticato e — in accordo con l’allenatore — debbono essere discusse le modalità secondo le quali le raccoman­dazioni che se ne ricavano debbono essere integrate e tenute nella dovuta considera­zione nell’allenamento. Naturalmente, anche per quanto riguarda queste due categorie della capacità di carico, l’allena­tore ha buone possibilità di osservarle continuamente e, nel caso di problemi di sensazioni di dolore dell’atleta, di diminu­zione della sensibilità, nel caso di affatica­mento rapido, di malattie e traumi fre­quenti ed altri fenomeni deve cercare di ottenere feedback dal medico che sta seguendo l’atleta. Lo stesso deve essere fatto quando le raccomandazioni discusse e messe a punto insieme al medico non si dimostrano efficaci quanto necessario.

 

Riepilogo:

garantire la capacità di carico dei giovani atleti di alto livello richiede un lavoro di gruppo tra allenatore, medico, fisioterapi­sta. Tale lavoro non solo comprende la dia­gnosi specialistica della capacità di carico, ma anche la raccomandazione di misure da inserire nell’allenamento, feedback reci­proci sulle osservazioni che vengono fatte, e sull’efficacia della misure di prevenzione che accompagnano l’allenamento che sì ricavano dalle diagnosi.

 

ConclusIoni riassuntIve

 

Nella costruzione a lungo termine della prestazione si deve tenere conto, in modo coerente, delle condizioni che determinano la capacità di carico dell’organismo ed il loro sviluppo, perchè:

 

  non tutti i talenti sportivi sono idonei per i carichi previsti;

  le condizioni della capacità di carico possono cambiare durante lo sviluppo:

  occorre dedicare attenzione, attraverso interventi di tipo specialistico, ai sintomi attuali di alterazione della capacità di carico o a deviazioni dalla norma ancora accettabili:

  durante il processo di allenamento non si sviluppa automaticamente una suffi­ciente capacità globale di carico.

 

L’allenatore deve conoscere quali sono le valutazioni sulla capacità di carico e ne deve tenere conto, sapendo quale è il cari­co previsto. Per quelle valutazioni che non è in grado di realizzare, a seconda delle necessità, deve ricorrere al medico od al fisioterapista che seguono l’atleta.

Per quanto riguarda le misure dirette a garantire la capacità di carico che debbono accompagnare l’allenamento, soprattutto nell’allenamento giovanile di alto livello, sono necessarie indicazioni sui loro conte­nuti ed i loro volumi (rapporti tra contenu­ti e tempo) rispetto ai compiti di allena­mento diretti a sviluppare la prestazione. Nell’età infantile, per ragioni che sono legate alla fisiologia dello sviluppo, hanno la priorità tutte quelle misure che sono dirette a stabilizzare l’apparato locomotorio e di sostegno. In generale, con il proce­dere dello sviluppo, nell’allenamento deb­bono essere introdotti sempre più metodi di “decontrazione”. Dal punto di visto della metodologia dell’allenamento ha un’im­portanza essenziale conoscere l’andamen­to della pubertà, soprattutto verso la fine del periodo puberale.

 

Per quanto riguarda la specificità di sport con un tipo di sollecitazione unilaterale, che vengono praticati in età precoce e che comportano stimoli formativi dal punto di vista funzionale e morfologico, soprattutto in età infantile e giovanile occorre che l’al­lenamento venga accompagnato da misu­re di compensazione e che si tenga conto del carico meccanico. Si deve prestare attenzione anche ai limiti delle sollecitazioni unilaterali. Ad esempio, nella pallavolo, le tecniche di attacco che agiscono sul tratto superiore della colonna vertebrale, la regione della spalla e dell’addome: i movimenti di stacco e di ricaduta che agiscono su una muscolatura degli arti inferiori che non è sufficientemente ben sviluppata in modo multilaterale, come sarebbe necessario per la notevole variabi­lità delle forme distacco cdi ricaduta.

Garantire la capacità di carico dei bambini e degli adolescenti nella costruzione a lungo termine della prestazione è un obiettivo particolare della metodica dell’al­lenamento che, conoscendo ed accettando la variabilità dell’organismo anche di atleti della stessa disciplina che presentano una capacità di prestazione motoria dello stes­so livello, richiede un intervento adeguato, diretto ad influenzarla.

 

Traduzione di M. Gulinelli da Leistungssport, 4, 2001. Titolo originale: Relastborkeit von Nochvvuchs-Leistungssport/CPfl ous sportmedizi­nischerSicht