BOLLETTINO N° 6- OTTOBRE 2000
LETTERA APERTA |
Ill.mo Sig.
Segretario di "Medicina Democratica" Dott. Fulvio
Aurora Caro
Segretario ho visto sia tra i comunicati stampa che via
internet, sito "Medicina Democratica" di cui sei il segretario,
alcune considerazioni e conclusioni sul convegno "Operaio da Morire"
che destano in me non poche perplessità sul tono di alcune affermazioni come,
riporto dall'Ansa del 15 u.s., "L'Inail
ha tutto l'interesse , essendo l'ente erogatore, a limitare il numero dei casi
riconosciuti" o le conclusioni
"Gravissime sono le
responsabilità dell’INAIL per il mancato riconoscimento ed il mancato
indennizzo di migliaia, centinaia di migliaia di lavoratori. La fatica che
questi fanno per essere riconosciti per piccoli e grandi infortuni e molto più
per le malattie professionali sono grandissime. L'INAIL , nato negli anni 30
con il nome di INFAIL risponde più per evitare gli indennizzi definiti dai
tribunali che per salvaguardare i lavoratori. Oggi non sembra che si sia
modificata nella sostanza, anzi l'ultima recente legge che assume fra la
materia da indennizzare anche il rischio biologico, va nella stessa direzione.
Non siamo per abolire l'INAIL, ma siamo per riformarlo, per togliere ad esso la
ragione e la forma assicurativa, cioè per distinguere le funzioni risarcitorie
che resterebbero di competenza dell'INAIL da quelle di riconoscimento che
passerebbero ai servizi di prevenzione delle A-USL con evidente adeguamento del
personale e dei mezzi". E' ovvio che ognuno è libero di portare avanti la
propria battaglia nella maniera che ritiene più utile, non credo però con delle
affermazioni che ledono, mi creda, la dignità e la serietà dei medici
pubblici dell'Inail, specialisti la
stragrande maggioranza in Medicina del Lavoro o in Medicina legale, diversi in entrambe. Sono il Segretario Nazionale dell'Associazione
Nazionale Medici Inail che vede tra i propri iscritti oltre il 90% dei medici
(di tutte le posizioni politiche) e, peraltro, responsabile di un settore
specifico della Sovrintendenza Medica
Generale dell'Inail e quindi mi sento obbligato a segnalare alcune inesattezze
oltre che ad effettuare qualche considerazione. Come si fa ad affermare tranquillamente che :"L'Inail ha tutto l'interesse, essendo l'ente
erogatore, a limitare il numero dei casi riconosciuti"? L'Inail non è una assicurazione privata che
"lucra" e non ha bisogno assolutamente di non "erogare" per
fare quadrare il bilancio. L'affermazione dimostra semplicemente che: -
non
si conoscono i meccanismi "economici" su cui si regge l'Inail -
si
presume l'Inail monolite che decide e non l'Inail fatto da medici pubblici come quelli delle ASL con lo stesso identico
contratto normativo ed economico.
Sono i medici dell'Inail che
decidono in piena autonomia, ma nel rispetto della legge e della normativa
vigente se riconoscere o meno il "caso"; possono sbagliare,
sicuramente, in buona fede o vogliamo dire per "ignoranza"? -
ci
si domanda però come potrebbe riconoscere casi di tumore dell'ordine di
6-10.000 come viene affermato, allorché le domande annuali non superano il
migliaio. Come riconoscere 10.000 casi all'anno a fronte di 1.000 domande? E' noto che "Chiedere è lecito, rispondere è cortesia", ma senza domande è
difficile rispondere, anche se l'Inail, mi creda non si limita ad aspettare le
domande! Credo che molte colpe siano da altre parti e lanciare
slogan accattivanti non serve allo scopo. Sono, siamo, disponibili a confronti aperti non a
battute demagogiche; di colpe l'Inail né avrà pure tante, in questo caso
invece, credo vadano equamente
distribuite in altre sedi ben più importanti e significative. "L'INAIL
, nato negli anni 30 con il nome di INFAIL risponde più per evitare gli
indennizzi definiti dai tribunali che per salvaguardare i lavoratori", altra affermazione gratuita
oltre che non corretta. L'Inail non è nato come I.N.F.A.I.L. (deve far presa
quella F ed allora ci si mette); sono di sinistra oltre che
"antifascista", come lo può e
deve essere uno nato, comunque, dopo la guerra, ma ritengo del tutto gratuito
tale affermazione che non si sa bene cosa voglia sottendere, o faccio finta di
non capire; sono nato dopo la guerra ma non ieri. L'Inail non è nato come INFAIL ma oltre cento anni fa! Poi l'affermazione "Oggi non sembra che si sia modificata
nella sostanza, anzi l'ultima recente legge che assume fra la materia da
indennizzare anche il rischio biologico, va nella stessa direzione.", mi auguro sia una svista. Il rischio
biologico è da sempre assicurato, è il danno biologico, come chiesto dalla
Corte Costituzionale, che ora viene assicurato che è tutt'altra cosa. Si afferma poi ".. Non siamo per abolire l'INAIL, ma siamo per riformarlo, per togliere
ad esso la ragione e la forma assicurativa, cioè per distinguere le funzioni
risarcitorie che resterebbero di competenza dell'INAIL da quelle di
riconoscimento che passerebbero ai servizi di prevenzione delle A-USL con
evidente adeguamento del personale e dei mezzi.". L'Inail non risarcisce ma indennizza che è cosa ben
diversa; lo stesso decreto legislativo n.38/2000, citato in modo errato, parla
chiaro, ma anche la dottrina giuridica degli ulti cinquanta anni parla chiaro
ed effettua una sostanziale differenza tra "risarcimento" ed
"indennizzo". Se non si comprende ciò, credo sia difficile il dialogo. Infine, in considerazione che all'Inail dovrebbero
rimanere solo funzioni "risarcitorie" cosa ne faremo, ora parla il
sindacalista, di tutti questi medici specialisti? Per il potenziamento delle ASL possiamo
eventualmente contarci o ci ritenete "inaffidabili" perché venduti al
"padrone Inail" e dobbiamo cercarci il lavoro? Cordialmente Adriano Ossicini |