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Da Repubblica del 23
Ottobre
Sospetti sulla Piana
"Fermate l'inceneritore"
Medicina democratica: "A Baciocavallo troppi tumori,
cause da chiarire"
ILARIA CIUTI
LA Piana tra Firenze, Sesto e Calenzano rischia. Almeno
secondo Medicina democratica ieri riunita a convegno. Perché è il punto di
concentrazione, si dice, di una serie di strutture, come discarica, futuro
inceneritore, aeroporto e autostrade, di cui non si conoscono ancora gli
effetti a livello epidemiologico ma su cui gravano fondati sospetti di
inquinamento. Quanto si sa non incoraggia. Per esempio non è ancora provato
perché, ma si sa che intorno all'impianto pratese di depurazione delle acque di
Baciocavallo, dotato anche di inceneritore per i fanghi, il cancro al polmone è
del 20% più frequente che nel resto della città. Si sa anche che in prossimità
di grandi aeroporti come quelli di New York, Monaco, Los Angeles o Londra si è
provato che il rumore attenta alle capacità di apprendimento dei bambini e che
l'ultima indagine inglese sostiene che nei 4 chilometri intorno a tutte le
discariche della Gran Bretagna si verifica un aumento del rischio di
malformazioni congenite. Quanto ai moderni inceneritori, il cui limite nelle
emissioni di diossine è stato abbassato a 0,1 nanogrammi per metro cubo d'aria,
c'è chi sostiene che comunque il rischio esiste, basta che vengano emessi
100mila metri cubi di aria all'ora.
Nel dubbio, meglio rinunciare ad aggiungere, nella Piana, un inceneritore alla
discarica e a sviluppare ancora l'aeroporto accanto all'autostrada, si dice nel
convegno guidato dal responsabile dell'organizzazione a Firenze, Beppe Bianchi,
e dal veterano degli studi epidemiologici, professor Benedetto Terracini.
Mentre il professor Annibale Biggeri, titolare di statistica medica all'Università
di Firenze, insieme alla dottoressa Elisabetta Chellini del Centro di
prevenzione oncologica parlano dell'impianto di Baciocavallo. «L'indagine fatta
da noi con l'Università - spiega Chellini - è stata resa nota al Comune nel
‘98. Solo adesso stiamo per concludere una convenzione con il Comune, che ci
permetterà di approfondire le cause per cui, divisa Prato in tanti settori
concentrici a partire da Baciocavallo, si è visto che in quello entro 1.500
metri dall'impianto c'era il 20% in più di casi di cancro al polmone di quanti
avrebbero dovuto essercene se i 700 casi individuati a Prato dall'84 al ‘96
fossero stati divisi equamente».
Intanto il direttore delle aree tecniche di Peretola, ingegner Umberto
Preziosa, controbatte all'accusa lanciata dai medici di base della Piana per
cui ogni giorno gli aerei in decollo consumerebbero 60 tonnellate di
carburante, pari a quello che brucerebbero mezzo milione di auto. «Il
carburante consumato quotidianamente - spiega Preziosa - è al massimo 1012
tonnellate. Ed ha caratteristiche diverse dalla benzina. Per esempio, il 20% di
idrocarburi aromatici in meno. Oltretutto la realizzazione della pista di
rullaggio permetterebbe di ridurre il consumo di carburante a terra».
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Da La Nazione del 23
Ottobre
Aria malata, da
tumore
Un'area pattumiera o forse sarebbe meglio dire un'aria da
pattumiera.
Aeroporti, autostrade, discariche e inceneritori, oltre all'impatto ambientale,
sono un forte rischio anche per la salute.
La Piana fiorentina, area che comprende le zone Nord-ovest di Firenze
(Peretola, Brozzi San Donnino), Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio in questo
senso ha fatto un vero e proprio 'en plein' e rischia addirittura di rilanciare
con il raddoppio dell'aeroporto, la terza corsia autostradale, il nuovo
inceneritore e i nuovi insediamenti industriali dell'Osmannoro.
Il convegno nazionale su 'Rischi e danni per la salute nelle aree
metropolitane', organizzato ieri da Medicina Democratica a villa Pozzolini, ha
centrato la sua attenzione proprio su questa zona disastrata.
In una statistica sull'incidenza del tumore maligno ai polmoni, alla trachea e
ai bronchi, tratta da 'Atlante della mortalità in Toscana' di Vigotti, Biggeri,
Dreassi e altri (Pisa, University Press, 2001) pubblicato nei prossimi giorni, questa
nel periodo 1971-'94 risulta particolarmente alta in quest'area, tanto da
allinearsi a grandi città, come incremento di mortalità.
Si passa infatti dai 58 decessi annui (per la Asl fiorentina Nord-ovest) del
1971-'79 ai 79 del periodo 1980-'89, sino ai 96 per il 1990-'94, e senza
considerare la zona inserita nella Asl di Firenze.
«Non siamo ancora in grado — spiega Gino Carpentiero di Medicina Democratica —
di dimostrare un rapporto di causa effetto fra le strutture inquinanti e
l'aumento dei vari tipi di tumore, manca uno studio epidemiologico approfondito
sull'area, ma la somma di possibili cause aggrava il rischio e l'idea di
realizzare un nuovo termodistruttore ci sembra errata. Ammettere l'idea dei
limiti di emissione per sostanze cancerogene come la diossina è assurdo:
rischio 0 corrisponde a emissione 0. Non pensiamo solo ai vantaggi economici,
ma anche alla salute dei cittadini».
Stefano Bagnoli