LA MEDICINA NON PUÒ
OBBEDIRE ALLE LEGGI DI MERCATO SENZA FAR MALE ALLA SALUTE!
Le sottoscritte Associazioni
di medici ed operatori per la salute e per la prevenzione dei rischi
negli ambienti di vita e di lavoro ritengono che la salute di tutti
i cittadini del mondo sia un diritto inviolabile, ovvero un bene primario
da non condizionare e subordinare alle leggi del mercato, così
come ad ogni altro interesse politico, sociale, religioso. Pertanto
siamo fortemente preoccupati per le politiche, non democratiche, delle
organizzazioni economiche internazionali (Banca mondiale, Fondo monetario
internazionale, Organizzazione mondiale del commercio), di cui i G8
sono portavoce. Queste politiche, che impongono modelli liberisti ed
egoistici, sono spesso alla base di conflitti militari con il loro seguito
di distruzioni di vite umane, di beni ambientali e culturali. In ogni
caso si ripercuotono negativamente sulle condizioni attuali e future
di salute e di vita dell'intera umanità e tendono ad accrescere,
invece che a sanare, i problemi sanitari e di sopravvivenza di larghi
strati di popolazioni.
Equità e diritto
alla salute
Condividiamo i contenuti
della dichiarazione sottoscritta ad Erice il 26 marzo 2001 da scienziati,
medici ed operatori sanitari sull'equità e diritto alla salute.
Negli ultimi anni sono peggiorate le condizioni di vita e di salute
delle popolazioni del Sud del mondo e si sono accresciute le differenze
tra quest'ultime e quelle dei paesi ricchi. La vita media si avvicina
agli 80 anni nel nord del mondo, mentre è inferiore ai 40 anni
nei paesi del sud. Inoltre questa speranza di vita media non evidenzia
il grande divario esistente, entro la stessa comunità, tra classi
sociali, livelli economici e fra persone esposte e non esposte ai rischi
e alle nocività presenti negli ambienti di vita e di lavoro.
Come afferma anche il recente documento "Per l'equità (potremmo
meglio dire l'uguaglianza) nella salute" del Comitato nazionale
di bioetica, "fino a pochi anni fa i sieropositivi per AIDS avevano
tutti uguali probabilità di morire. Oggi la speranza di vita
si è divaricata enormemente tra chi ha accesso alle cure e chi
invece non può avere le medicine".
Queste differenze, che obbediscono alle leggi del mercato, per cui solo
chi ha soldi accede alle cure e al benessere, sono prevenibili e quindi
moralmente ingiuste.
Brevetti e diritto alla salute
L'accordo TRIPS (Trade Related
aspects of Intellectual Property rights) dell'Organizzazione mondiale
del Commercio (OMC) stabilisce che tutti i paesi devono introdurre una
legislazione sui diritti di proprietà intellettuale (brevetti)
sui farmaci; ciò comporta l'esclusivo diritto delle industrie
farmaceutiche di imporre prezzi inaccessibili per la stragrande maggioranza
degli ammalati, come accade ad esempio per i farmaci usati nel trattamento
dell'HIV/AIDS: anche a causa dell'alto costo - legato al brevetto -
delle medicine decine di milioni di persone nel mondo non possono curarsi
e sono destinate a morte certa.
Le nostre Associazioni, nel rivendicare il diritto alla salute, sostengono
i diritti dei popoli e degli Stati, quali ad es. Sud Africa e Brasile,
a produrre o acquistare i farmaci e vaccini essenziali, indipendentemente
dai diritti di proprietà intellettuale.
Privatizzazione dell'assistenza sanitaria
L'accordo GATS (General Agreement
on Trade in Services) dell'OMC mira a instaurare un sistema legislativo
internazionale che favorisca l'espansione delle imprese private nel
campo dei servizi, compresi quelli sanitari. Il GATS, bloccato a Seattle,
sta proseguendo a porte chiuse nella totale assenza di informazione
pubblica. Il GATS rappresenta una seria minaccia per i servizi sanitari
pubblici in generale e per i servizi sanitari nazionali in particolare.
Perfino il concetto di servizio, tradizionalmente inteso come attività
finalizzata a soddisfare i bisogni umani, viene ribaltato per trasformarsi
in oggetto di commercio, volto alla ricerca del massimo profitto.
Deve invece essere con forza ribadito perché eticamente corretto
e perché scientificamente provato sul piano dell'efficacia e
dell'economicità che i sistemi sanitari pubblici (servizi sanitari
nazionali) devono essere perseguiti per tutti gli stati del sud e del
nord del mondo.
Sovranità degli
Stati e diritto alla salute
Le imposizioni del libero
mercato tendono a sovrapporsi e soppiantare le leggi degli Stati nazionali.
Per es. il Canada (paese esportatore di amianto, cancerogeno accertato)
chiama in giudizio gli Stati della UE che, per tutelare i propri cittadini,
hanno vietato per legge l'uso dell'amianto; secondo il Canada, appoggiato
dall'OMC, queste leggi violerebbero le regole del libero mercato e quindi
debbono essere abrogate! Si tratta di una posizione inaccettabile a
livello umano, etico, culturale e sociale, oltre che sanitario. Così
come è inaccettabile e non etico esportare amianto - come altre
sostanze cancerogene - nei paesi del Sud del mondo, battaglia già
avviata da associazioni quali Ban Asbestos e che deve essere sostenuta
e rafforzata.
Principio di precauzione
La ricerca nel campo della
chimica, della biologia, delle biotecnologie e delle loro applicazioni
in diversi settori produttivi (agricoltura, zootecnia, medicina, ecc.)
proseguono con la motivazione che è necessario rispondere a bisogni
fondamentali dell'umanità. In realtà oggi il sistema economico
è caratterizzato da sovrapproduzione e da iniqua distribuzione
ed il vero motivo di tale ricerca e delle sue applicazioni è
quello di occupare settori di attività fonti di superprofitti.
Noi chiediamo che sia applicato alla ricerca e soprattutto ai suoi utilizzi
il principio di precauzione, secondo cui la produzione e l'uso di sostanze,
prodotti ed invenzioni deve essere subordinato alla ragionevole certezza
della loro innocuità e mancanza di effetti collaterali negativi
a breve e a lungo termine.
Questa certezza deve derivare da studi scientifici preventivi appropriati,
verificabili, affidati ad organismi pubblici che siano autorevoli ed
indipendenti, sia sotto l'aspetto culturale sia economico.
Infine riteniamo che debbano essere valutati i possibili danni sanitari,
ecologici ed economici sopportati dall'intera collettività e
generati dalla lunga e complessa filiera che va dalla produzione alla
definitiva eliminazione (via discarica, inceneritore od altra via di
smaltimento) di ogni specifico prodotto.
Salvaguardia dell'ambiente
Le emissioni in atmosfera,
la distruzione della foresta tropicale, le varie forme di inquinamento,
soprattutto industriale, sono un attentato alla salute e all'ambiente
e portano inevitabilmente al degrado del pianeta.
Gli Stati Uniti non accettano i limiti di emissione di anidride carbonica
e gas serra stabiliti negli accordi di Kyoto, perché danneggerebbero
la propria struttura produttiva. Questa visione miope ed egoistica è
un pessimo modello per i paesi in via di industrializzazione e peggiora
progressivamente l'ambiente e la salute delle future generazioni.
Prevenzione e partecipazione
La maggior parte dei danni
alla salute sono prevedibili e prevenibili attraverso una politica della
ricerca e della prevenzione dei rischi e delle nocività.
Se in una parte del mondo vige il regime degli sprechi e dei conseguenti
danni alla salute, per le popolazioni più povere ed escluse del
Sud e del Nord del pianeta, molte malattie sono provocate dalla insufficiente
igiene, qualità e quantità di cibo, acqua potabile e farmaci,
oltre che dalla mancanza di istruzione, di accesso alla cultura, informazione
e partecipazione alle grandi scelte politiche ed economiche.
La globalizzazione, come si è realizzata, ha trasferito interi
settori produttivi nei Paesi del Terzo mondo. In questi Paesi la mancanza
di garanzie sindacali, di informazione e prevenzione dei rischi e delle
nocività, di tutele sanitarie, nonché la sistematica violazione
dei diritti umani, tra cui il ricorso a lavoro minorile, abbattono il
costo del lavoro, causando gravi danni alla vita e alla salute delle
lavoratrici, dei lavoratori e delle popolazioni.
I risultati di questa manovra economica vengono poi usati per attaccare
le conquiste di civiltà realizzate dalle lavoratrici e dai lavoratori
nei paesi industrializzati.
Pertanto la globalizzazione insidia le condizioni di vita e di salute
soprattutto al Sud, ma anche al Nord del pianeta.
L'affermazione dei diritti umani all'alimentazione, alla sicurezza,
alla salute, all'ambiente salubre, all'istruzione e dei fondamentali
diritti civili e sociali, come valori universali primari, porterebbe
alla risoluzione di molti problemi sanitari, di vita, ambientali e sociali.
Tali principi però restano lettera vuota, se non sono affidati
e sostenuti dalla diretta partecipazione dei popoli del pianeta.
Organizzazione Nazioni Unite (ONU) ed Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS)
Oggi a decidere le sorti
del mondo sono le organizzazioni economiche internazionali (Banca mondiale,
Fondo monetario internazionale, Organizzazione mondiale del commercio)
ed i governi degli otto Stati più potenti (spesso subordinati
agli interessi delle multinazionali e spesso al solo predominio degli
Stati Uniti).
La maggior parte dell'umanità è espropriata da ogni partecipazione
a decidere sul proprio presente e sul proprio futuro.
Rivendichiamo che una sede come l'ONU, opportunamente riformata - a
partire dall'abrogazione del diritto di veto detenuto da sole cinque
superpotenze - per permettere una effettiva partecipazione decisionale
a tutti i popoli di tutti gli Stati, sia quella che stabilisce le linee
politiche per i problemi dell'umanità.
Rivendichiamo che le politiche di prevenzione dei rischi e delle nocività
in ambito lavorativo ed extralavorativo, così come quelle sanitarie,
abbiano come sede di dibattito e di decisione strutture come l'Organizzazione
Mondiale della Sanità, ampliando le possibilità di intervento
e di partecipazione ai suoi lavori anche alle Organizzazioni Non Governative
(ONG), che operano nei diversi campi della prevenzione dei rischi, della
salute e dell'ambiente e non l'Organizzazione mondiale del Commercio.
* Perché la salute
non sia più una merce, ma un diritto inviolabile di tutti
* Perché la tutela delle persone cominci dalla salubrità
degli ambienti di vita e di lavoro
* Perché vi sia una reale salvaguardia dell'ambiente
* Perché si affermi la "Carta dei Diritti delle Lavoratrici,
dei Lavoratori e delle Comunità alla Salute, alla Sicurezza,
all'Ambiente" promossa dal Tribunale Permanente dei Diritti dei
Popoli nel 1994
* Perché le leggi dell'etica, della solidarietà, della
fisiologia e della natura siano rispettate e perché i diritti
umani siano affermati in tutto il pianeta e non siano subordinati alle
leggi del mercato, causa di sofferenza, malattia e morte.
le sottoscritte Associazioni
di medici ed operatori della prevenzione e della salute aderiscono al
GENOA SOCIAL FORUM e alle iniziative di mobilitazione democratica in
programma nei prossimi giorni a Genova in occasione della riunione dei
G8. Invitano le altre Associazioni e i singoli operatori della salute
ad aderire a questo documento, sviluppandolo attraverso ulteriori contributi,
e a partecipare ai dibattiti e alle manifestazioni in programma.
Associazione Medici
per l'Ambiente
International Society of Doctors for Environment (ISDE)
Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute
Società italiana di Medicina generale (SIMG) - Sezione Genova
Società Nazionale Operatori della Prevenzione (SNOP)
Per informazioni:
International Society of
Doctors for the Environment (ISDE)
President Werner Nussbaumer
Head Office: CH-6929 Gravesano (TI), Switzerland
Phone: +41-91-605 33 44 fax +41-91-605 33 84
http://www.gn.apc.org/noharm/isde E-mail isde@dial.eunet.ch
Associazione Medici per l'Ambiente
(ISDE-Italia)
Dr. Robero Romizi
Via della Fioraia, 17/19 - 52100 Arezzo
Tel.: +39 - 575 - 22256 Fax: +39 - 575 - 28676
Associazione Medici per l'Ambiente
(ISDE-Genova)
Dott. Valerio Gennaro
c/o Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST)
Tel.010.5600957 - 010.310260 - Fax-010.5600501
E-mail: gennarov@hp380.ist.unige.it
Società italiana di
Medicina generale (SIMG) - Sezione di Genova
Referente: dott. Pierclaudio Brasesco
Piazza della Vittoria 12/20 16129 Genova
Tel.: +39 335 8233010 E-mail: brasesco@tin.it
Medicina Democratica-Movimento
di Lotta per la Salute
Presidente: Tonino D'Angelo
Via dei Carracci 2 - 20149 milano
Tel. 02/498.46.78 - Fax 02/480.14.680
http://web.tiscalinet.it/medicinademocratica/ e-mail medicinademocratica@eudoramail.com
Società Nazionale
degli Operatori della Prevenzione (SNOP)
via Prospero Finzi, 15 20126 MILANO
tel. 02.27002662 fax 02.27002564
http://www.amblav.it e-mail : ma.gu@iol.it
Referente genovese Dr. Antonio Manti
e-mail: antoniomanti@libero.it
pagina modificata il 23 agosto
2001