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Il valore della Vita nei luoghi di lavoro

Luigi Mara
Da: Il manifesto - venerdì 15 settembre 2000


Rispetto ai più di un milione di infortuni sul lavoro all'anno, di cui circa 1.500 mortali, per stare ai dati ufficiali Inail, i procedimenti attivati dalla magistratura che arrivano a processo e alla condanna delle aziende si contano in alcune centinaia.
A fronte di circa 8.000 nuovi casi di lavoratori colpiti ogni anno da tumori professionali (almeno 5.000 con esiti mortali) per esposizione ad agenti cancerogeni, i casi riconosciuti nel '99 dall'Inail sono stati meno di 400.
Morale, la morte operaia non costituisce reato.
Su questi temi, Medicina democratica promuove a Genova, sabato 16 (Museo S. Agostino, piazza Sarzano 35r, inizio alle ore 9), un convegno nazionale con al centro la prevenzione delle nocività e dei rischi nel lavoro e nel territorio.
Una tematica fuori moda. Al centro dell'analisi e del dibattito, nuove e vecchie nocività che, in un ciclo lavorativo deregolato, flessibilizzato, precarizzato, si sommano causando devastanti sinergie sulla salute psico-fisica e sulla vita di milioni di donne e di uomini.
Il convegno, frutto di un lavoro quasi solitario, condotto da Medicina democratica nelle varie realtà di fabbrica e territoriali, affronterà la problematica sotto un duplice profilo:
a) l'analisi della sofferenza, della malattia e della morte operaia da lavoro;
b) il rilancio della lotta per la salute e la sicurezza. I lavori saranno introdotti da Eraldo Mattarocci della sezione ligure di Medicina democratica (malattie professionali e processo penale); Luigi Mara (la prevenzione si attua con l'impiantistica. I crimini di Porto Marghera); Valerio Gennaro (il registro dei mesoteliomi in Liguria); Bruno Rossi (gli infortuni a Genova e nel Porto); Vito Totire (la legge, l'amianto e l'Inail); Dario Miedico (riconoscimenti e risarcimenti degli infortuni e delle malattie professionali: i diritti negati).
E' prevista la partecipazione di molteplici realtà di base di Medicina democratica e non (Alessandria, Novara, Napoli, Massa Carrara, Milano, Foggia, Rosignano Solvay, Firenze e, per tutte, si ricordano le donne del Comitato "Bianca Lancia" di Manfredonia).
L'iniziativa costituisce un contributo teso a far uscire dal limbo dell'indifferenza umana, culturale/giuridica/sociale, ancor prima che sindacale e politica, la sofferenza, la malattia e la morte operaia.
Si tratta di una indispensabile premessa per il rilancio delle lotte su questo terreno, in fabbrica e nel territorio, a partire dalla costruzione di concrete piattaforme rivendicative.
Una metodologia anch'essa fuori moda, ma tutt'altro che inattuale.
Il dibattito e i contributi che verranno portati al convegno si incaricheranno di arricchire le proposte di lavoro elaborate - anche sul terreno legale - in questi anni da Medicina democratica: dall'affermazione del coefficiente di rischio zero nei luoghi di lavoro e di vita, alla eliminazione delle produzioni di morte e, in primis, quelle della cosiddetta morte chimica (dall'eliminazione delle produzioni di cloruro e policloruro di vinile ai pesticidi, alle armi chimiche, all'amianto e alla moltitudine delle altre sostanze tossiche e cancerogene); dalla realizzazione di un piano straordinario delle manutenzioni sui cicli produttivi, alla bonifica dei siti industriali avvelenati (Porto Marghera, Cengio, Priolo, Gela, Massa Carrara, Manfredonia, Porto Scuso e Portovesme, Pieve Vergonte, Brindisi, Mantova, Ravenna, Livorno, Scarlino, ecc.); dalla informazione e formazione permanente dei lavoratori, delle lavoratrici e delle popolazioni a rischio, alla realizzazione di una politica di prevenzione dei rischi e delle nocività, che abbia al centro la partecipazione dei diretti interessati: gli esposti. In altri termini, si tratta di perseguire coerentemente questi obiettivi con la consapevolezza del nesso che intercorre tra scienza e potere e, quindi, chiarendo a tutti, per usare le lucide parole di Giulio Maccacaro, che "di scienza è oramai fatto il potere e di potere gli uomini vivono e muoiono.
Così che "fare scienza" vuol dire lavorare "per" o "contro" l'uomo e ogni uomo è oggi raggiunto dalla scienza per esserne fatto più libero o più oppresso".

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