Comunicato su centrale Ansaldo Spinetta Marengo (AL)

di Lino Balza, Medicina Democratica Alessandria

 
 

Se la giunta Scagni si fa prendere anche dalla paranoia vivrà esistenza grama, autolesiva. Macché persecuzione. I Comitati della Fraschetta, WWF, Legambiente, Medicina democratica, le stesse tre organizzazioni agricole non sono avversari preconcetti. Anzi, fra di loro non pochi, magari la maggioranza, sono simpatizzanti, addirittura sostenitori. Quello che non vuole capire questa giunta (anche questa giunta) è il principio della “non delega”: i cittadini non delegano la tutela della salute a nessuno, si chiami Calvo (che ha già pagato dazio) o Scagni. Invece si rivolgono alle associazioni ambientaliste, meglio ancora: si costituiscono in comitati di autotutela.

Quando questi rappresentanti delle popolazioni a rischio si presentano alla sindaco di Alessandria proponendo di lavorare assieme, cosa dovrebbe fare un sindaco? Quanto meno come la giunta regionale (che proprio di sinistra non è): all’assessore Cavallera non è costato nulla mostrare la massima disponibilità, prendere impegni, concordare appuntamenti. L’assessore comunale Bressan invece ha lasciato le associazioni ambientaliste e agricole fuori della porta e…

Ma riassumiamo gli avvenimenti. Il 16 ottobre scorso a Torino si è svolta la “Conferenza regionale dei servizi” che per legge deve entro dicembre esprimere a Roma il parere di Regione, Provincia e Comuni in merito alla richiesta Ansaldo di autorizzare la costruzione di una mega centrale termoelettrica a metano nientemeno che nella Fraschetta, tra Castelceriolo e Spinetta Marengo. A questa “conferenza istruttoria” WWF, Legambiente, Medicina democratica, Comitati della Fraschetta, Coldiretti, Confagricoltori e Unione agricoltori avevano invano chiesto di partecipare come una voce unica insieme al Comune, un fronte unico per dare più forza al “no alla centrale”.

Avevano cioè settimane prima ragionevolmente offerto alla sindaco (assente l’assessore) le proprie conoscenze impiantistiche e giuridiche, i propri tecnici, la partecipazione e la mobilitazione dei cittadini finalmente informati in affollatissime assemblee in tutta la Fraschetta. Le avevano soprattutto proposto un solido documento comune con il quale andare di persona a Torino e a Roma a opporsi seriamente alla sciagurata centrale. Per essere più forte, le avevano altresì suggerito il voto del consiglio comunale (neppure convocato) e l’alleanza degli altri 17 Comuni della Fraschetta (neppure contattati). E invece la giunta è voluta andare per conto suo e in quel modo. Perché?

Perché era segretamente d’accordo per fare la centrale? O perché divisa dal “partito pro Ansaldo” trasversale a tutti i politici e sindacalisti (assordante il silenzio, ad eccezione di Rifondazione e CISL)? O perché, come ha detto l’assessore nell’assemblea alessandrina, non sapeva del progetto Ansaldo vecchio di almeno un anno? non sapeva quanto inquina questa comunissima centrale? non sapeva che la Fraschetta è già satura di inquinamenti? non conosceva la Mozione approvata il 19 luglio 2001 con la quale il Consiglio comunale all’unanimità dichiara questa zona “ad alto rischio ambientale e sanitario per morti e malati di cancro” vietando ogni ulteriore attività industriale inquinante (non solo l’Ansaldo, anche la Bolognini)? Non sapeva?

E’ credibile o giustificabile una giunta che “non sa” quel che qualunque cittadino conosce? E continua a non sapere anche dopo che glielo hai spiegato? Ci saranno altri perché. Magari è solo dilettantismo. Chissà. Sta di fatto che la giunta è voluta andare per conto suo, senza percorso e documento comuni ma con una delibera. E qui casca definitivamente l’asino. Questa contestata delibera non è un NO, è un NI. Non afferma (tanto meno dimostra, come è facile dimostrare) che la centrale inquina, non afferma (tanto meno dimostra, come è facile) che la Fraschetta è incompatibile con la centrale, non afferma (siccome per legge) che la Mozione è vincolante per il NO. Questa pericolosa e impopolare delibera, invece di opporsi nel merito, si limita a generiche opposizioni di principio: accidenti, ma ignora quante centrali sono già state approvate anche se mancava il piano energetico!?

Una delibera ingiustificabile. Fortunatamente anche WWF, Legambiente, Medicina democratica, Comitati della Fraschetta, Coldiretti, Confagricoltori e Unione agricoltori sono andati (causa il rifiuto del Comune) per conto loro. Direttamente, senza intermediari (il sindaco di Castelnuovo non millanti meriti e per conto altrui), prima dell’inizio della “Conferenza”: si sono fatti ricevere in Regione, hanno prodotto un corposo documento di 15 obiezioni di merito alla nefasta centrale che completeranno entro ottobre con un dossier di analisi impiantistiche, l’hanno depositato agli atti della “Conferenza dei servizi” tanto a Torino che a Roma, hanno concordato con la Regione un altro incontro di verifica a novembre. Hanno, come si dice, messo i piedi nel piatto, scompaginando –è l’impressione- una tavola ben apparecchiata nel silenzio generale. E’ stata una vittoria dei cittadini, una battaglia vinta, non la guerra: il pericolo Ansaldo resta incombente.

E’ stata grazie al formidabile appoggio delle popolazioni di Alessandria e Comuni della Fraschetta, alla rabbia delle assemblee, alle lenzuola bianche, alla mobilitazione suscitata da 20 mila volantini e che sfocerà la prima settimana di dicembre in una grande manifestazione di cittadini e agricoltori in marcia con biciclette e trattori per convincere Governo, Regione, Provincia e Comune di Alessandria che nella Fraschetta la centrale Ansaldo non potrà mai passare impunemente. Lo stop vale anche per Atofina e Edison e Michelin.

Nel frattempo bisogna ricucire lo strappo con il Comune di Alessandria. L’assessore Bressan non si è assunto la responsabilità, senza una delibera, di farci entrare, neppure come consulenti, nella sala della “Conferenza dei servizi”. Un cavillo o la paura di essere smentito dalla giunta. Male per la giunta. Poco male per la nostra causa: di fatto eravamo già entrati per conto nostro, senza l’aiuto “generoso” di nessuno ma -in forza di legge- tramite il deposito agli atti del nostro documento che, appunto, è stato dal Presidente della conferenza fotocopiato e ridistribuito a tutti i sindaci partecipanti. Poco male. Superiamo tutta la clamorosa diatriba con il Comune (ma resto sempre convinto che certe cose non succederebbero se esistesse l’Osservatorio ambientale della Fraschetta, quello come dico io). Non ne facciamo un incidente diplomatico ma badiamo alla sostanza: chiediamo semplicemente che il NI del comune diventi NO, motivato e documentato come il nostro. Per vincere la battaglia finale. Insieme, senza paranoie.

linobalzamedicinademocratica@hotmail.com

 

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