Otto anni fa: esondazione del Tanaro.

di Lino Balza, Medicina Democratica Alessandria

 
 

6 novembre 2002: tante commemorazioni e cerimonie "per non dimenticare" l'alluvione di otto anni fa. Però di anno in anno ci si dimentica sempre più che sulla tragedia ha pesato lo zampino dell'uomo piuttosto che quello della natura "maligna": il Tanaro non sarebbe "uno spietato assassino" se fosse lasciato libero di esondare con i suoi affluenti dove non reca danno. Neppure vale accusare il destino "cinico e baro": almeno i morti si potevano evitare.
Ci si dimentica sempre più che da otto anni marcisce un processo continuamente rinviato con cavilli avvocateschi a carico dell'ex sindaco Francesca Calvo, dell'ex vice Dario Pavanello, dell'ex prefetto Umberto Lucchese e del suo ex vice Paolo Ponta.

Si potevano evitare i morti? Noi sostenemmo di si fin dal primo giorno e malgrado il linciaggio organizzato dalla claque della Lega nord, confortati ben presto dalle imputazioni del tribunale. La nostra accusa alla sindaco è di essere, per negligenza, incompetenza e imprudenza, il massimo responsabile del disastro che ha avuto come conseguenza la morte di dodici persone, accusa compresa dalla procura della Repubblica negli avvisi di garanzia per omicidio colposo plurimo, inondazione e danneggiamento colposi eccetera, punibili fino a 12 anni di reclusione. Cioè per non aver dato l'allarme e ordinato l'evacuazione della popolazione malgrado l'invito della prefettura ben sette ore prima dell'onda di piena del Tanaro: inondazione sicuramente disastrosa come costatato 24 ore prima a Ceva e 7 ore prima ad Asti.

Non sta certo a chi scrive emettere sentenza nei confronti di imputati che sono innocenti fino ad eventuale condanna. Ma intanto non si arriva mai a sentenza, si rinvia di anno in anno, ci si libera così delle parti civili sfiduciate con risarcimenti appetitosi, si attende la prescrizione dei reati, cioè non si fa giustizia. L'ennesimo rinvio di questo scandalo sarà al 13 gennaio 2003. Il giudice del tribunale di Milano ha infatti respinto la richiesta di prescrizione presentata dai legali della difesa. I quali, stiamo pur certi, ritorneranno alla carica. Abbiamo letto la loro spiegazione che ci lascia di stucco: la Calvo e coimputati <<non vogliono uscire di scena perché il reato è prescritto, ma perché ritengono di non essere responsabili di quei dodici morti essendosi trattato di un evento imprevedibile>>. E allora perché invocano la prescrizione? Lascino decidere il tribunale se vogliono uscirne innocenti a testa alta.

Medicina democratica-Movimento di lotta per la salute
Alessandria


Torna all'indice del bollettino n°8