Bollettino n°7 - Aprile 2001

Nuovo Impianto termoelettrico a ciclo combinato


COORDINAMENTO CONTRO LA CENTRALE TERMOELETTRICA:
LEGAMBIENTE

MEDICINA DEMOCRATICA

i COMITATI per la tutela e la valorizzazione del territorio e dell'Agricoltura di S.SEVERO,SERRACAPRIOLA, SAN PAOLO CIVITATE, SANNICANDRO GARGANICO,TORREMAGGIORE,

CITTADINANZATTIVA/TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO

S.Severo,28-7-2001

Per: Presidente dell'inchiesta pubblica per il progetto " Impianto a ciclo combinato di San Severo"-Piazza Municipio 1 71016 S.Severo ( Fg )
p.c. a: Presidente Regione Puglia
Assessore Regionale alle Attività produttive
Assessore Regionale all'Agricoltura
Assessore Regionale all'Ambiente-Settore Ecologia P.zza A.Moro 37 70100 Bari
Prefetto Foggia-Commissario per l'Emergenza idrica in Capitananata
Presidente Rappresentanza Conferenza Sindaci ASL FG/1
con invito allo stesso a trasmettere e coinvolgere i Consigli Comunali dei Comuni interessati e i cittadini e le Associazioni interessate
Presidente Provincia di Foggia P.zza XX Settembre 71100 Foggia
N.B. A questi ultimi due destinatari si richiede di attivare una ricognizione sul territorio della ASL FG/1 nonché di tutta la Provincia di Foggia circa gli aspetti
sanitari- ambientali e la compatibilità di progetti…tanti..in Capitanata,relativi a impianti energetici e industriali(Vedi Contratto d'Area di Manfredonia,Patti ter-
ritoriali…) e approvigionamento idrico…
Sindaci Comuni di Lucera,Pietra Montecorvino,Torremaggiore
Sindaci Comuni di Serracapriola,Candela,Foggia,Rignano G.co e altri interessati
da progetti di insediamento di centrali termoelettriche a c.c.
Associazioni-Organizzazioni Agricoltori
Organizzazioni Sindacali
Forze sociali,altre Associazioni di tutela degli interessi dei cittadini
Consorzio di Bonifica
Acquedotto Pugliese
Coordinamento Comuni aderenti all'Agenda 21
Commissione Europea per Agenda 21
Commissione Europea per l'Ambiente Segretariato Generale L-2929 Luxembourg Telex 28.94/ 34.94/36.97/36.98
Commissione Europea per la legge 488/1992-per le imprese che investono nelle Regioni del Mezzogiorno- Segretariato Generale L-2929 Luxembourg Telex
28.94/ 34.94/36.97/36.98
Ministro Sanità
Ministro Ambiente
Ministro per i beni e le attività culturali
Ministro Industria-Commercio e Artigianato
Procuratore Generale Corte Conti Sez.Giurisd. Puglia-Bari
Mass Media
Oggetto:
-Valutazione inerente il progetto " Nuovo Impianto termoelettrico a ciclo combinato sito nel Comune di San Severo" della Mirant Italia S.r.l.,come da comunicato pubblicato su Gazzetta del Mezzogiorno del 15-6-2001;
-Nullità per irritualità e illegittimità della delibera di G.R. relativa a " Accordo di programma per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato 1 x 400 MW per la produzione di energia elettrica nel comune di S.Severo",in contrasto e dispregio di quanto richiamato nel decreto legislativo nr. 267/2000 e nel dec.leg.vo 334/1999,e nella L.142/90 e nella l.241/90 e altra normativa connessa;
-Esposto nei confronti dell'Amministrazione Comunale di S.Severo in ordine a mancata consultazione preventiva,ovvero mancata attivazione preventiva-preliminare di partecipazione delle Associazioni e dei Cittadini,in spregio altresì del fatto che la Città di S..Severo aderisce all'Agenda 21,nonché con riguardo alla normativa vigente specifica e ai sensi della L.142/'90 e della L.241/'90,stante peraltro esplicita richiesta precedente in tal senso da parte di associazioni facenti parte del Coordinamento;
-Richiesta di VAS,ovvero di una valutazione ambientale strategica,oltre alla V.I.A.,pertanto non meramente concernente solo il Comune di S.Severo e la sola centrale termoelettrica in questione,bensì tutte le problematiche di impatto derivanti dalla co-presenza, ora progettuale,indi di fatto,di centrali termoelettriche a Serracapriola,a Rignano Garganico,a Candela,per citarne alcune,tutte nel territorio della Provincia di Foggia,nonché con riguardo all'associato riferito processo di industrializzazione,alla carenza idrica,vera e propria calamità sotto gli occhi di tutti,al processo di desertificazione,con le conseguenze
sull'agricoltura e su altre risorse economiche-produttive del territorio,sulla qualità dell'aria,del suolo,del sottosuolo…,stante la co-presenza di diversi e interagenti fattori di inquinamento
-Richiesta di attivazione,con particolare riguardo al ruolo della Provincia e della Regione di una CONFERENZA Provinciale e Regionale di SERVIZIO ovvero di una CONFERENZA Programmatica Provinciale e Regionale,come chiesta a suo tempo per vicende anch'esse conseguenti a progetti della stessa Ditta o comunque analoghi,sulla base di iniziative dei Sindaci dei Comuni di Crevalcore,Sala Bolognese,Sant'Agata Bolognese in Persiceto,unitamente all'Assessore all'Ambiente della Provincia di Bologna (Allegato nr….) al fine di una PROGRAMMAZIONE REGIONALE ENERGETICA ovvero degli eventuali insediamenti di centrali per la produzione di energia elettrica o di una loro riconversione a minor impatto,dovendo comunque assicurare la partecipazione delle Associazioni specificatamente interessate e tener conto che la Regione Puglia già produce un surplus energetico(vedi allegato nr… pag. ) e che in primo luogo debba provvedersi alla riconversione della Centrale di Brindisi…,anche in considerazione del fatto che la Città di San Severo aderisce all'Agenda 21;
-Richiesta di un PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (art.20 c.2 dec.
leg.vo 267/2000) a cura della Provincia di Foggia
-------------------------------------------
Per quanto riportato in oggetto e stante la scadenza relativa all'Inchiesta pubblica inerente il progetto " Nuovo Impianto termoelettrico a ciclo combinato sito nel Comune di San Severo"della Mirant Italia S.r.l.,come da comunicato pubblicato su Gazzetta del Mezzogiorno del 15-6-2001,nonché per gli altri aspetti di diversa pertinenza,comunque afferenti a competenze dei diversi destinatari della presente,
-Stante l'allarme sociale,come peraltro confermato dalle circa 3.000 firme di cittadini che hanno sottoscritto (vedi Allegato ) contro l'impianto in questione,firme raccolte solo negli ultimi giorni,considerato il poco tempo a disposizione posto dalla scadenza dell'Inchiesta pubblica;


SI TRASMETTE :


-la presente con gli allegati citati,restando in attesa di riscontro da parte dei destinatari,per quanto previsto dalla legge 241/'90,dalle norme su citate in materia di partecipazione,consultazione e con modalità adeguate alla natura degli interessi legittimamente rappresentati dai firmatari della presente,alcuni dei quali peraltro riconosciuti ai sensi della L.281/'98 e del dec.leg.vo 229/99 e altra normativa connessa.

Si fa esplicita riserva di produrre documenti, memorie e note integrative della presente relazione tecnica.
La presente è costituita dall'Indice e da complessive nr.pagine= ,compresi gli allegati citati.
Distinti saluti


Documento del 28-7-2001 del Coordinamento contro la Centrale termoelettrica,su progetto " Nuovo Impian-to termoelettrico a ciclo combinato su sito nel Comune di S.Severo"della Mirant Italia,come da comunicato pubblicato su Gazzetta Mezzogiorno del 15-6-01,inviato al Presidente Inchiesta Pubblica e ad altri destinatari.

I N D I C E
(Totale pagine per titolo
o insieme di titoli)
*N.B. Gli allegati ,tranne il nr.1 e 2 e i tre allegati sub 2 (riportati nell'ordine compresi gli allegati*
come di seguito nell'indice), sono riportati nella parte finale del documento. ¤
> TITOLI riportati in ordine sequenziale,come nel documento*
-PREMESSA Totale pag. 1
-ALLEGATI 1 e 2: 1)-Documento del 26-7-2001,curato da Centro per Salute
"Giulio A. Maccacaro" - Medicina Democratica . Autori: dr.Luigi Mara e
Marco Caldiroli,dal titolo" Note relative al progetto di centrale termoelettrica a ciclo
combinato di San Severo (FG) proposta dalla Mirant Italia Srl - Techint e 2)- documen-
to-stessi autori-dell'agosto 2000"Note preliminari relative al progetto di una centra-
le termoelettrica da 370 Mwe proposta dalla Southern Company(oggi Mirant.) .." per Torre-
maggiore, aggiornato al luglio 2001 + Allegati citati in doc. agosto 2000- in nr.3
Totale pag. All.1-2 + all.sub2 40
-ULTERIORI VALUTAZIONI sulla SINTESI non tecnica Totale pag. 2
-Altri riferimenti utilizzati :
-A) IMPIANTO PROGETTATO e LA POLITICA ENERGETICA:
-B) ASPETTI di RILEVANZA ISTITUZIONALE
-C) ELEMENTI alla base di una Conferenza di Servizio urgente:l'EMERGENZA ACQUA
+allegato nr. 3
-D) OBBLIGO di una CONFERENZA di SERVIZIO e di Accordi di Programma
-E) OMISSIONI e ABUSI + allegati nr. 4-5-6
- Ancora mancata consultazione e informazione:
-OMISSIONE del ruolo-funzioni spettanti alla Provincia e.. abuso Comune S.Severo
-OMISSIONI………
F) FALSITA'in Atti Pubblici: -ACQUA..da dove ??
-Riduzione di emissione di CO2 ?
Totale pag. "Ulteriori valutazioni.." +A-B-C-D-E-F e allegati* 18
-QUADRO di RIFERIMENTO PROGRAMMATICO:OBBLIGO disatteso di CON-
FERENZA PROGRAMMATICA Regionale e del PIANO ENERGETICO REGIONALE,
+ allegati nr.7-8-9-10-11
- L'impatto ambientale e….NUOVI POLI INDUSTRIALI: dalla padella alla brace..
-OBBLIGO di V.A.S.-valutazione ambientale strategica + allegato nr.12
-CONTRASTO con AGENDA 21-Violazione degli obblighi derivanti +allegati nr.13-14
-DELIBERAZIONE della GIUNTA REGIONALE-2001 .."-Accordo di Programma
per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato…": illegittimità,irritualità,omissioni..
Totale pag. da "Quadro di riferimen. progr." sino a "Deliberazione ..Giunta " e allegati* 236
-ANALOGIE con analoga vicenda relativa a progetti di Centrali elettriche a gas metano della Southern Com-
pany e di altre Aziende,che ha visto coinvolti i Comuni di Crevalcore,Sala Bolognese,Sant'Agata Bolognese,San
Giovanni in Persicelo,Finale Emilia,Codigoro,Ostellato(Emilia Romagna)+ Allegato nr.15
-PROBLEMI di IMPATTO AMBIENTALE-SANITARIO:Schede+Allegato nr.16
-CONCLUSIONI ULTERIORI+Allegati nr. 17-18-19
Totale pag. da " Analogie…" a " Conclusioni ulteriori " e allegati*: 33
-ALLEGATO nr. 20:Firme dei cittadini contro la Centrale termoelettrica : Tot.pag. 107
¢Pagine complessive del documento=437


 

PREMESSA

-Per quanto di seguito riportato è da ritenersi nulla,per irritualità,eccesso di potere,difetto di istruttoria,omesso esame dei presupposti giuridici,violazione di leggi e omesso esame del complessivo quadro normativo,illegittimità nei presupposti e per violazione di norme specifiche vigenti,la procedura che ha portato alla stessa Inchiesta pubblica di cui alla presente;


-La raccolta di firme che si allega alla presente,che ha visto cittadini di diversi Comuni (S.Severo,Serracapriola,Torremaggiore,S.Paolo Civitate,Sannicandro Garganico e altri) insieme per affermare una volontà decisa di partecipazione,loro riconosciuta per legge e disattesa gravemente ad oggi,nonché il loro no ad una politica selvaggia di insediamenti di centrali energetiche,senza alcun Piano Energetico Regionale né Piano Provinciale di Coordinamento,è espressione di una forte determinazione in un momento in cui tutto il Pianeta deve fare i conti con le esigenze,i bisogni posti da emergenze locali e mondiali,che non possono più essere disattesi e rimossi.La tutela della salute e dell'ambiente,la ricerca di uno sviluppo ecosostenibile non sono rinchiudibili nelle porte e nelle mura dei Palazzi,ma essere patrimonio partecipato delle popolazioni,come peraltro sancisce l'Agenda 21 cui aderisce la Città di S.Severo e la cui Amministrazione Comunale arrogantemente disattende,pur afferendo a finanziamenti specificatamente assegnati per tali scopi.

-Il documento,a carattere tecnico-scientifico che si riporta di seguito,di Medicina Democratica del 26-7-2001dal titolo " Note relative al progetto di Centrale termolettrica a ciclo combinato di San Severo…" che va ad integrare il precedente documento dell'Agosto 2000 da titolo" Note preliminari relative al progetto di una centrale termoelettrica da 370 Mwe proposta dalla Southern Company ,indi Mirant Italia…"-entrambi ALLEGATI-col nr. ,dimostra inequivocabilmente,insieme alle altre valutazioni di merito,l'assurdità,sul piano dell'impatto complessivamente inteso,ambientale,sanitario,occupazionale etc. dell'insediamento di cui trattasi.



Documento curato da
-Centro per Salute "Giulio A. Maccacaro" -per Medicina Democratica della Provincia di Varese-
autori: dr.Luigi Mara e Marco Caldiroli


26 luglio 2001

Oggetto : Note relative al progetto di centrale termoelettrica a ciclo combinato di San
Severo (FG) proposta dalla Mirant Italia Srl - Techint.

N.B. vedere altresì documento-stessi autori-dell'agosto 2000 (che segue il presente)sul
progetto Southern..(oggi Mirant) per Torremaggiore,che viene aggiornato con
gli adattamenti relativi ad alcune modifiche progettuali,tenendo comunque
riferimento principale al presente documento del 26-7-2001.

Le presenti note fanno riferimento ai seguenti documenti :

A) - "Progetto di massima della Centrale di San Severo Mirant - Techint" ;
B) - Rapporto Finale Mirant-Techint. Centrale a ciclo combinato di San Severo (FG) : "Sintesi non
tecnica", giugno 2001, predisposto dalla ERM Italia Srl di Milano.

In particolare si prendono in esame alcuni paragrafi del documento B) "Sintesi non tecnica", rispettando la numerazione in esso indicata.
Paragrafo 2.2.1.
Si afferma da parte della società proponente che la centrale avrà un rendimento - come produzione di energia elettrica - del 56 % (55,2 % netti corrispondenti ad una potenzialità termica pari a 681 MWt e una produzione elettrica netta pari a 376 MWe) e, di conseguenza, "il progetto risulta quindi coerente con la programmazione energetica nazionale, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e degli ossidi di azoto e di zolfo ...".
In realtà - come già indicato nelle osservazioni relative alla centrale termoelettrica di Torremaggiore che presenta analoghe caratteristiche impiantistiche - la delibera CIPE 137/98 nella definizione delle azioni nazionali per la riduzione dei gas serra considera importante l'azione finalizzata all'aumento di efficienza del parco elettrico nazionale attraverso appropriati interventi di riduzione delle emissioni sugli impianti esistenti.
Nel nostro caso l'impianto - e le relative emissioni - è aggiuntivo rispetto a quelli esistenti e costituisce pertanto una ulteriore fonte di incremento delle emissioni di gas serra e non una diminuzione, stante il fatto che non risultano iniziative di chiusura degli impianti attivi nella regione Puglia.
L'affermazione contenuta a pag. 35 del documento di "Sintesi non tecnica" che "l'energia prodotta dalla nuova CCC (Centrale a Ciclo Combinato, ndr) permetterà la dismissione di centrali esistenti" oltre che generica è priva di riscontri e risulta del tutto infondata.
L'indicatore utilizzato per la definizione del rendimento nella produzione di energia è rappresentato dall'indice IEN, che tiene conto del rapporto tra l'energia immessa in un impianto sotto forma di combustibili e la produzione di energie, elettrica e termica, rese disponibili alle utenze.
Attualmente l'indice IEN minimo richiesto è pari a 0,51, mentre è in fase di discussione la proposta di portare il valore minimo di questo indice a 0,60. Sul punto, va sottolineato che la società proponente non fornisce alcuna dimostrazione circa il valore dell'indice IEN della centrale in questione; si ricorda che la definizione cogenerazione contenuta nella normativa tecnica (v. Autorità per l'energia elettrica e il gas "Criteri e proposte per la definizione di cogenerazione e per la modifica delle condizioni tecniche di assimilabilità degli impianti che utilizzano fonti energetiche assimilate a quelle rinnovabili", 3 agosto 2000) è rappresentata dalla produzione combinata di energia elettrica e di calore.
Viceversa, nel caso in esame la società Mirant-Techint nel suo progetto prevede solo di produrre energia elettrica, dato che l'energia termica (calore) attualmente si prevede di scaricarla all'atmosfera, così a pag. 18 del suddetto documento B) "Sintesi non tecnica" : "scarico termico all'atmosfera MWt 295,3".
Di più, non viene indicato alcun utilizzo a breve termine, dato che l'impianto è localizzato in una zona priva di qualsiasi utenza.
A riprova, la società Mirant-Techint (paragrafo 3.2, di cui al suddetto documento B) ) afferma che la localizzazione prescelta si trova "nelle vicinanze delle aree ASI e PIP (che) rende possibile, in vista di un futuro sviluppo industriale delle stesse, la fornitura di vapore ad eventuali utenze presenti nell'area stessa". (Per inciso, è appena il caso di sottolineare che correttezza avrebbe voluto che l'azienda scrivesse usando il condizionale e cioè parlando delle aziende che in futuro potrebbero essere presenti nel territorio in questione).
Paragrafo 2.2.2.
La società proponente afferma tra l'altro, ad usum delphini, che "nel contesto attuale, (…) le regioni Puglia, Campania, Basilicata, Molise e Marche sono complessivamente fortemente deficitarie da un punto di vista energetico".
Questa affermazione è infondata per la regione Puglia come ammette la stessa società Mirant-Techint al paragrafo 4.1.5.2. dell'anzidetto documento in esame B), dove si ammette che "la regione Puglia (ha) un surplus annuale di oltre 4.000 GWh".
Va precisato che i dati ENEL ("Dati statistici sull'energia elettrica in Italia, 1998") indicano per la regione Puglia una richiesta della rete regionale pari a 15.852 GWh, a fronte di una produzione degli impianti regionali attivi (ENEL, autoproduttori e altre società produttrici di energia) di 21.451 GWh, quindi ci troviamo in presenza di un surplus produttivo ancora magiore, pari a 5.599 GWh.
Nel 1998 questo surplus produttivo di energia elettrica della regione Puglia ha superato il 35 % dei consumi elettrici regionali.
Secondo l'ENEA, nel 1997 la regione Puglia, ha fatto registrare il più elevato valore di intensità energetica finale rispetto al PIL (si tratta dei consumi di energia rispetto a un indice di attività economica; nello specifico si tratta di tonnellate equivalenti di petrolio per miliardo di lire di PIL 1990, nel nostro caso questo valore è di 122,83 tep/Glit90) tra le regioni italiane con un altrettanto elevato valore di intensità energetica del comparto industriale pugliese pari a 286,31 tep/Glit90, che pone la regione Puglia al primo posto per consumi energetici nel comparto industriale.
In altri termini, per la regione Puglia il problema non è quello di programmare l'installazione di nuovi impianti di produzione di energie (elettrica e termica, che, non va mai dimenticato, costituiscono importanti fonti di inquinamento ambientale) ma, viceversa, di predisporre un rigoroso piano finalizzato a realizzare corposi risparmi energetici a partire proprio dal comparto industriale pugliese così energivoro. Per passare dalle enunciazioni generali ai dati specifici, sul punto si sottolinea che i consumi medi nazionali relativi all'intensità energetica per il comparto industriale sono pari a 89,85 tep/Glit90 a fronte dei 286,31 tep/Glit90 della regione Puglia, mentre per per la totalità dei consumi nazionali questo valore è pari a 82,82 tep/Glit90 rispetto al valore di 122,83 tep/Glit90 della stessa regione.
Pertanto, non si comprendono le ragioni per le quali si dovrebbero installare ulteriori impianti di produzione di energia nella regione Puglia, tenuto conto sia degli anzidetti surplus regionali di produzione di energia elettrica, sia dei suoi rilevantissimi consumi energetici e, in primis, quelli del comparto industriale.
Se possibile, tutto questo è ancor più aggravato dal fatto che nella regione Puglia sono attive centrali centrali termoelettriche con un elevato utilizzo di combustibili fossili (carbone, olio combustibile e "orimulsion") che rappresentano fonti di elevati impatti ambientali e sanitari.
Per quanto precede, la documentazione della società Mirant-Techint fa emergere un dato preoccupante ai fini ambientali e di tutela della salute pubblica nonché economici. Ci riferiamo al fatto che sia l'azienda che le autorità preposte non prendono in considerazione l'unica azione propositiva ai fini ambientali ed economici : la riduzione dei consumi energetici, sia elettrici che termici, attraverso la promozione di una rigorosa ed efficace politica del risparmio di tutti i consumi, con particolare riferimento al comparto industriale pugliese, il più energivoro del paese.

Paragrafo 2.2.3
Il proponente afferma che "sono stati analizzati i rapporti del progetto con le previsioni degli strumenti urbanistici locali (Piani Regolatori Generali) ed è emersa la completa coerenza del progetto con le previsioni contenute in tali strumenti".
Questa affermazione viene immediatamente smentita dalla stessa società proponente laddove afferma che il sito indicato nel progetto per la realizzazione degli impianti in questione è attualmente a destinazione urbanistica agricola; pertanto, lo stesso sito risulta incompatibile con l'installazione di un impianto industriale insalubre di Ia classe quale è quello proposto dalla società Mirant-Techint.
Nel medesimo paragrafo si afferma altresì che "la destinazione d'uso del sito della CCC (Centrale a Ciclo Combinato, ndr) sarà resa congruente con la pianificazione comunale attraverso una specifica variante di PRG, in fase di concordata elaborazione tra Amministrazione Comunale e Regionale, che destinerà l'area interessata dal progetto ad uso industriale". (L'italiano zoppica ma il testo è di altri).
In altri termini si vuole rendere "compatibile" la destinazione d'uso del sito con l'impianto in questione anzichè verificare - attraverso un rigoroso studio di impatto ambientale - se l'impianto è compatibile con il sito e le caratteristiche del territorio circostante. In questo modo l'azienda e le autorità preposte, in modo aberrante, rovesciano i termini del problema.
Peraltro risulta che l'impianto proposto non troverebbe posto nemmeno nel PIP - tuttora privo di approvazione - in quanto l'impianto in questione "non può essere ubicato nell'ambito delle aree P.I.P." dato che queste sono "inidonee nonchè insufficienti. Inoltre, le stesse previsioni P.I.P., non consentono, in termini di destinazione d'uso, la possibilità di realizzare, nell'ambito delle aree interessate al piano, detto impianto". (Sul punto, si veda la nota del Sindaco di San Severo n. 19020 del 10.08.2000, che qui si dà per richiamata). In altri termini, il Sindaco di San Severo afferma che non vi sono aree a destinazione industriale idonee nel territorio comunale, mentre oggi, ignorando quanto da lui stesso affermato e scritto in un pubblico documento, nei fatti copre l'iniziativa della società Mirant-Techint per ragioni che sfuggono a questi relatori. Ancora, il progetto di realizzazione dell'impianto in questione si trova totalmente al di fuori da ogni precedente programmazione effettuata dall'Ente locale. Al riguardo, risulta improponibile l'ubicazione degli impianti Mirant-Techint nel territorio di San Severo, pena il fare strame delle anzidette programmazioni dell'Ente locale.
Queste macroscopiche contraddizioni in termini, vengono ancor più evidenziate al paragrafo 3.2 del documento B) di cui sopra, dove si afferma esplicitamente : si è proceduto alla ricerca di un sito idoneo identificandolo nel comune di San Severo, dato che "in tale comune è stato inoltre riscontrato il maggior consenso locale rispetto a quanto verificatosi nei diversi comuni appartenenti alla provincia di Foggia inizialmente presi in esame".
E' appena il caso di osservare che la scelta del sito è stata effettuata solo in funzione del consenso politico per l'insediamento dell'impianto in questione, "consenso" che nulla ha a che vedere con gli obblighi previsti dalla normativa vigente ivi compresa quella di cosiddetta "pronuncia di compatibilità ambientale", da non confondere con lo studio di valutazione di impatto ambientale previsto dalla relativa direttiva comunitaria di ben altro rigore sia in campo scientifico che di tutela della salute pubblica e dell'ambiente.

Paragrafo 3.2
Si afferma, da parte della società Mirant-Techint, che è stata scelta la realizzazione di impianti con una taglia di 400 MWe in quanto "gli elevati rendimenti elettrici possibili con questa tecnologia e con questa taglia permettono la minimizzazione delle emissioni di anidride carbonica ed ossidi di azoto".
Si tratta di affermazioni prive di riscontri, infatti l'azienda proponente nulla dice circa le alternative dimensionali, ovvero circa il confronto fra le caratteristiche degli impianti di produzione di energia elettrica di diversa taglia.
Ancora, nel paragrafo 3.2, l'azienda afferma sempre che le emissioni "garantite" per gli ossidi di azoto sono inferiori a 50 mg/Nmc (pari a una emissione specifica di 0,25 g/kWh di ossidi di azoto) mentre per il monossido di carbonio è di 30 mg/Nmc (v. documento sub B), paragrafo 3.2., pag. 13).
In proposito si segnala che nella relazione sub A), "Progetto di massima", le concentrazioni di inquinanti all'emissione sia per gli ossidi di azoto che per il monossido di carbonio sono pari a 50 mg/Nmc (v. Capitolo 2.6, Emissioni, pag. 8), non viene però spiegato quali siano state le modifiche progettuali intervenute, da una relazione all'altra, che hanno portato alla riduzione del 40 % delle emissioni di ossido di carbonio inizialmente dichiarate. Invero, il comportamento della società Mirant-Techint sul punto va censurato per ragioni ancora più gravi, e precisamente :

- nel documento sub A), Tabella II, "Caratteristiche dei gas e valori delle emissioni in atmosfera", si riporta per gli ossidi di azoto (NOx come NO2) un valore di emissione di 50 mg/Nmc, specificando nella nota a piè di tabella che questo "Valore garantito (è) riferito a fumi normalizzati secchi, riportato a un tenore di ossigeno al 15 %"; si precisa che per le centrali a gas naturale, ma non a turbogas, il valore delle emissioni anzidette di Nox andrebbe normalizzato a un contenuto del 3 % di ossigeno nei fumi. Qui si è effettuata tale normalizzazione per evidenziare il fatto che i valori dei limiti di legge delle emissioni rispondono alle esigenze dell'industria invece che a quelle della tutale della salute pubblica. Infatti i suddetti 50 mg/Nmc con un contenuto di ossigeno del 15 %, corrispondono a un valore di 150 mg/Nmc di ossidi di azoto nei fumi con il 3 % di ossigeno ;
- nel documento sub A), Tabella II, "Caratteristiche dei gas e valori delle emissioni in atmosfera", si riporta per il monossido di carbonio (CO) una emissione di 50 mg/Nmc, senza indicare il contenuto di ossigeno !

Quanto precede costituisce da parte della società Mirant-Techint, per i non addetti ai lavori, un modo fuorviante di presentare i dati nonché errato rispetto ai riferimenti di legge.
Sempre in fatto di emissioni risultano inattendibili le affermazioni della società Mirant-Techint laddove afferma (documento sub A), paragrafo 2.5.3 "Contenimento degli Inquinanti" ) : "Gli inquinanti presenti nei fumi derivanti dalla combustione a gas naturale sono gli ossidi di azoto (NOx), mentre risultano assenti le emissioni in atmosfera di ossidi di zolfo (SOx), particolato e polveri."
In proposito, è appena il caso di osservare che nella Tabella I del suddetto documento, "Caratteristiche di riferimento del gas naturale (dati chimico-fisici medi)" , fra l'altro si riportano contenuti di :
- "Solidi : - concentrazione ppmp 30 max
- granulometria mm 10 max
- Zolfo ppmv 30 max".

Ponendo mente che la "Portata gas naturale" dell'impianto in questione è di "circa 71.000 Nm3/h" (v. documento sub A), Tabella III "Caratteristiche tecniche dell'impianto e dei componenti principali" , pag. 39), con semplici calcoli risultano le seguenti emissioni :
- 26.647 kg/anno di zolfo, corrispondenti a una emissione di anidride solforosa di 53.294 kg/anno;
- 14.367 kg/anno di sostanze costituite da "Solidi", non meglio specificati, con una "granulometria" delle particelle corpuscolate di dimensioni massime pari a 10 mm, si tratta pertanto di particelle di piccolissime e piccole dimensioni che una volta respirate si depositano nei polmoni profondi delle persone determinando danni all'apparato respiratorio la cui gravità, allo stato, non può essere compiutamente apprezzata dato che l'azienda non ha comunicato la composizione quali-quantitativa di tali "Solidi" contenuti nel gas naturale che dovrebbe essere impiegato come combustibile nell'impianto in questione.
Superfluo sottolineare che nel documento sub B) gli impatti ambientali e sanitari di questi inquinanti ambientali sono completamente ignorati.

Paragrafo 3.7
In questo paragrafo si presentano dei dati riassuntivi dove, tra gli altri si indica un fabbisogno di acqua pari a 12.000-16.000 mc/anno, corrispondenti a circa 1,4-2,0 mc/h, per il reintegro dell'acqua per uso industriale. Viceversa, nel paragrafo 4.2.4 del medesimo documento sub B), viene indicata una "portata idrica necessaria a garantire il ricambio per il circuito di raffreddamento della Centrale" pari a 5,5 mc/h ovvero a 44.000 mc/anno, che contraddice quanto detto nel precedente paragrafo 3.7.

Paragrafo 4.2.1
In questo paragrafo viene svolta una valutazione relativa agli impatti sulla qualità dell'aria.
Vengono stimate "nell'Area di Studio" emissioni attuali di ossidi di azoto pari a 720 t/anno, di cui 662 t/a dovute - a dire della società Mirant-Techint - al traffico extraurbano ed urbano. Sul punto, va detto che la stessa azienda indica una emissione degli ossidi di azoto dagli impianti che si intendono realizzare pari a 940.000 kg/anno (v. documento sub B), Tabella 3.7.a, pag. 19).
Questo elevato valore se l'impianto, come probabile, dovesse funzionare per l'intero anno salirebbe a 1.029.300 kg/anno di ossidi di azoto emessi nell'atmosfera.
Alla probabile obiezione che sul punto verrà portata dalla società proponente e dalle autorità competenti che hanno acriticamente fatta propria la documentazione presentata dalla società Mirant-Techint, si risponde :
- che nei documenti esaminati non viene indicata la frequenza manutentiva degli impianti in questione;
- che per impianti di questo tipo, altre società - con scelte non condivise da questi relatori - indicano una manutenzione ogni 18 mesi;
- che la società Mirant-Techint nel documento sub A), a pagina 15 si premura di informare che i suoi impianti consentono "… gradienti termici localizzati al fine di aumentare gli intervalli di manutenzione".

Conclusivamente, va sottolineato che il pesantissimo impatto ambientale rappresentato dalle emissioni di NOx (ma senza ignorare gli altri inquinanti come ha fatto colpevolmente la società proponente !), deve essere valutato compiutamente in ogni suo aspetto ivi compresi gli aspetti sanitari della popolazione a rischio.
Viceversa il proponente tende a presentare dati tranquillizzanti della ricaduta delle emissioni di NOx ("sempre inferiore a 0,3 microgrammi/mc, con un massimo assoluto di circa 0,25 microgrammi/mc localizzato a circa 7,5 km in direzione Sud-Est rispetto alla centrale", pagina 34, documento sub B)), senza neppure indicare nel documento sub B) relativo alla cosiddetta "Sintesi non tecnica", i dati meteoclimatici utilizzati per giungere a tali stime.
In proposito, si segnala che la società Mirant-Techint afferma di aver utilizzato, per la caratterizzazione climatica dell'area, i dati metereologici della stazione di Foggia Amendola dal 1951 al 1991, senza però spiegare i motivi per i quali ha ignorato i valori degli ultimi 10 anni ! Inoltre, nulla dice circa le risultanze delle analisi di tali dati (es. tipologia delle classi di stabilità ricavabili dai dati e frequenza degli stessi ovvero, in particolare, la frequenza delle condizioni meteoclimatiche "sfavorevoli", rispetto alla ricaduta al suolo degli inquinanti).

Conclusioni
Per tutto quanto precede la Centrale a Ciclo Combinato di San Severo (FG) che la società Mirant-Techint intende realizzare nel territorio comunale di San Severo, non può essere realizzata perché il progetto in questione viola le leggi in materia e perché se lo stesso dovesse malauguratamente essere realizzato, determinerebbe rilevanti impatti ambientali e sanitari per le popolazioni residenti a San Severo e nei comuni limitrofi.
In particolare, il progetto in questione viola le leggi, principalmente per i seguenti motivi :

- il sito prescelto per la realizzazione della Centrale suddetta viola palesemente il vigente Piano Regolatore Generale (P.R.G.);
- i dati delle emissioni presentati dalla società proponente sono inattendibili come illustrato nei paragrafi che precedono;
- nessuna valutazione attendibile è stata svolta in relazione agli impatti ambientali e sanitari che verrebbero determinati dall'attivazione - malaugurata - della Centrale in questione;
- la scelta del sito è stata effettuata dall'azienda e dalle autorità preposte sulla base del "parametro" aberrante del "consenso" politico offerto dalla attuale Amministrazione comunale di San Severo;
- l'inchiesta pubblica, ai sensi del Dpcm 27.12.1988, è stata programmata per il giorno 30 luglio 2001 ovvero il 45° giorno dalla pubblicazione dell'avviso al pubblico del deposito del progetto di massima e dello "studio di impatto ambientale" da parte della società proponente, con il palese intento di mettere la popolazione interessata davanti al fatto compiuto. In proposito, come già detto in precedenza, quello presentato dalla società Mirant-Techint non costituisce affatto uno studio di impatto ambientale secondo i canoni della direttiva comunitaria che, fra gli altri, prevede la consultazione preventiva della popolazione interessata nonché l'illustrazione alla stessa della cosiddetta "opzione zero" ovvero la non realizzazione del progetto attraverso l'attuazione di iniziative alternative tese, nel caso di specie, a fornire (non far mancare !) a tutti gli utenti l'energia elettrica e termica. In proposito, va sottolineato che nelle osservazioni che precedono, è stato ampiamente documentato che la regione Puglia presenta un surplus produttivo di energia, i più elevati consumi energetici nel comparto industriale italiano e, proprio per questi motivi, l'unica politica regionale sensata, economicamente utile nonché rispettosa della salute pubblica e dell'ambiente è costituita dalla realizzazione di un rigoroso ed efficace programma di risparmi energetici e in primis nel comparto industriale.

Si fa esplicita riserva di produrre documenti, memorie e note integrative della presente relazione tecnica.

Sperando di aver portato un fattivo contributo alla lotta per affermare la salute, la sicurezza, l'ambiente salubre e i diritti umani, inviamo i nostri migliori saluti.

Per il Centro per Salute "Giulio A. Maccacaro" e per Medicina Democratica della Provincia di Varese

Luigi Mara Marco Caldiroli

Segue documento dell'agosto 2000-stessi autori,già inviato al Comune di S.Severo come ad altri destinatari,senza alcun riscontro in termini di consultazione,ad oggetto"Note preliminari relative al progetto di una centrale termoelettrica da 370 Mwe proposta dalla Southern Company ..";in prima istanza era stato realizzato per il progetto della Southern in Torremaggiore,indi viene qui ri-presentato anche per il Progetto della Mirant Italia in S.Severo,stante la sovrapposizione progettuale,salvo in alcuni punti,in cui il documento viene di conseguenza adattato al luglio2001.


Documento curato da
-Centro per Salute "Giulio A. Maccacaro" -per Medicina Democratica della Provincia di Varese-
autori: dr.Luigi Mara e Marco Caldiroli
Agosto 2000-luglio 2001


Oggetto: "Note preliminari relative al progetto di una centrale termoelettrica da 370 Mwe proposta
dalla Southern Company ..".

Questo documento in prima istanza era stato realizzato per il progetto della Southern in Torremaggiore,
indi viene qui ri-presentato anche per il Progetto della Mirant Italia in S.Severo,stante la sovrapposizione progettuale,salvo in alcuni punti,in cui il documento viene di conseguenza adattato al luglio2001.Per altri aspetti riferirsi al documento sopra riportato del 26-7-2001-stessi autori.

Il progetto di impianto in oggetto supera la capacità di 300 MW termici (impianto da 386 Mwe ovvero corrispondenti a circa 681 MWt) ed è pertanto da sottoporre a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (L. 349/1986 e DPCM 377/1988). Le norme prevedono che i progetti "sono comunicati, prima della loro approvazione, al Ministero dell'Ambiente, al Ministero dei beni culturali e ambientali e alla regione territorialmente interessata, ai fini della valutazione dell'impatto ambientale. La comunicazione contiene l'indicazione della localizzazione dell'intervento, la specificazione dei rifiuti liquidi e solidi ….".
Inoltre il DPCM 377/88 specifica che i progetti vanno "comunicati" (con relativo studio di impatto ambientale) "prima che i medesimi vengano inoltrati per i pareri, le autorizzazioni, i nulla osta e gli altri atti previsti dalla normativa vigente".
Nel caso delle centrali termoelettriche la comunicazione va inviata prima dei provvedimenti del Ministero dell'Industria ai sensi dell'art. 17 del DPR 203/88 (che riguarda le emissioni in atmosfera).

Va quindi sottolineato che non vi possono essere pareri o autorizzazioni di qualunque tipo prima della comunicazione del proponente al Ministero dell'Ambiente, l'invio dello "Studio di impatto ambientale" , la pubblicizzazione e il deposito dello stesso e l'esaurimento della "procedura di compatibilità ambientale" comprensiva degli aspetti di partecipazione delle popolazioni a rischio. Ogni parere espresso dall'ente locale o da altri enti se non nell'ambito della procedura di V.I.A. non ha, di conseguenza, alcun valore oltre ad essere - a dir poco - scorretto in quanto basato su una conoscenza inadeguata del progetto stesso.

Per chiarezza si evidenzia che i documenti della società Mirant Italia (progetto di massima,Rapporto finale-sintesi non tecnica)non solo non hanno le caratteristiche e i contenuti previsti dalla normativa nazionale vigente in materia di V.I.A. come "Studio di impatto ambientale" ma sono carenti in particolare negli aspetti relativi agli impatti sull'atmosfera delle emissioni e sulla salute pubblica.

Nelle note che seguono si intendono presentare alcune considerazioni in proposito.


1. L'impianto progettato e la politica energetica

Un primo aspetto da evidenziare è il rapporto tra l'impianto proposto e "il contesto" ovvero la politica energetica nazionale e la produzione di energia elettrica regionale.

A tale proposito la società proponente individua le motivazioni della proposta nella liberalizzazione del mercato elettrico ovvero nelle nuove opportunità di profitto connesse a tale scelta. Opportunità che come tutte le iniziative economiche sono soggette ai limiti posti, in primis, dalla Carta costituzionale, ovvero sono subordinate al rispetto della sicurezza, della salute pubblica e dell'ambiente salubre.

Un altro aspetto che deve essere considerato è il rapporto tra l'impianto proposto, la realtà produttiva energetica e le prospettive nazionali e locali.
In sintesi, come è noto, esiste un deficit energetico nazionale, quantificato, nel 1998, nel settore dell'energia elettrica, pari a 40.732 GWh. Se questa è la situazione nazionale, quella regionale della Puglia è ben diversa: nel 1998 a fronte di una richiesta della rete regionale valutata in 15.852 GWh, la produzione degli impianti esistenti (Enel, autoproduttori, altri) è stata pari a 21.451 GWh, con un surplus produttivo pari a 5.599 GWh (vedi allegato 1) (1.).

In particolare, per quanto concerne i produttori industriali di energia elettrica con impianti termoelettrici, al 1998, risultavano installati in Regione Puglia 9 impianti con 34 gruppi, con una potenza efficiente lorda pari a 1.683 GWh (circa 1/10 della potenza efficiente lorda installata da produttori industriali in Italia), la produzione effettiva di energia elettrica da tali impianti è stata, sempre nel 1998, pari a 10.953 GWh (su 50.668 GWh totali prodotti in Italia da centrali termoelettriche di produttori industriali).
La produzione netta, nel 1998, degli autoproduttori pugliesi (10.323 GWh) è stata di poco inferiore alla produzione delle centrali ex ENEL della regione (10.940 GWh).
Se questa è la situazione produttiva della regione ovvero una situazione complessiva di surplus, sotto il profilo ambientale la produzione di energia elettrica in regione evidenza, in sintesi :
a) per quanto concerne, in particolare, gli impianti ex ENEL vi è un elevato utilizzo di combustibili a elevato impatto ambientale (il consumo di carbone, nel 1998, è stato pari a 1.051.000 tep, l'olio combustibile e l'orimulsion è stato pari a 1.570.000 tep, mentre il gas metano si è attestato a 77.000 tep); l'esteso utilizzo di carbone viene superato in Italia, solo dalla regione Liguria (con circa il doppio del consumo della Puglia);
b) questa realtà produttiva comporta elevate emissioni, in particolare, di ossidi di zolfo (21.560 t/anno nel 1998 per i soli impianti ex ENEL) anche se in diminuzione .
Si vuole dire, in altri termini, che la realtà produttiva dell'energia elettrica in Puglia (e non solo di questa regione) ha la necessità primaria di procedere alla bonifica degli impianti esistenti al fine di ridurre l'impatto ambientale attuale e non certo di nuove produzioni di energia e di nuovi impatti ambientali (anche se ridotti in termini di produzione di emissioni per kWh prodotto).

Va evidenziato che iniziative come quella della Mirant Italia s.r.l. si stanno moltiplicando in diverse parti d'Italia : a titolo d'esempio, la Società Southern Company,indi Southern Energy,indi Mirant Italia ha proposto nel medesimo arco temporale (marzo 2000) un impianto identico (sia sotto il profilo tecnologico che come capacità produttiva) a Crevalcore o a Finale Emilia (Bologna), come è possibile verificare dall'allegato 2 (in tale zona sono state proposte altre centrali termoelettriche a gas, come d'altronde anche nella zona di Foggia sono stati proposti impianti di produzione di energia elettrica utilizzando rifiuti).
Quello proposto è, dunque, un "impianto standard" la cui taglia e le cui caratteristiche sono fondate principalmente su una valutazione di carattere finanziario, senza alcuna considerazione del territorio e del ruolo - in particolare rispetto alla "politica energetica" regionale - che avrebbe l'impianto stesso.

In relazione alla politica energetica nazionale, sotto il profilo ambientale, la società proponente cita gli obiettivi di riduzione dei "gas serra" in relazione ai quali l'impianto sarebbe "conforme" in quanto "immette nell'atmosfera, per ogni kWh prodotto la metà della CO2 mediamente immessa per kWh dal sistema termoelettrico esistente". Il proponente non documenta l'affermazione relativa al dimezzamento dell'emissione di CO2 e, comunque, la realizzazione dell'impianto rappresenterebbe un incremento assoluto nella produzione di gas serra, rimanendo all'ambito regionale, in quanto lo stesso non viene proposto in sostituzione di impianti esistenti. Viceversa lo stesso proponente già Southern Energy, nel suo sito sul web , dichiara che progetta di abbattere le emissioni di CO2 per MW/h del 17 % entro il 2010 (da 1.600 g/CO2/MWh a circa 1.200 g/CO2/MWh). Nel caso si assuma il valore di 1.200 g/CO2/MWh, nel nostro caso, in cui si prevede di produrre 3.010 GWh di energia elettrica avremmo una emissione aggiuntiva pari a circa 4.000.000 t/a di CO2 (a fronte delle complessive emissioni di CO2 relativa agli impianti della "Direzione produzione termoelettrica sud" dell'ENEL pari a 12.600.000 t/a nel 1998 - in relazione alla produzione di energia elettrica - pari a 19.221 GWh delle centrali di Bari, Brindisi, Brindisi Sud, Rossano Calabro).

Le modalità di raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei "gas serra" in Italia (l'obiettivo è la riduzione del 6,5 % delle emissioni rispetto al 1990 corrispondenti ad una riduzione pari a 100.000.000 di tonn/anno di CO2) sono stati, tra l'altro, illustrate nel "Libro bianco per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili" (aprile 1999) che ha l'obiettivo di individuare gli strumenti e le iniziative atte alla realizzazione degli obiettivi fissati dalla delibera del CIPE 137/98 che per comodità si trascrivono.

Tabella 1 - Azioni nazionali per la riduzione delle emissioni di gas serra (delibera Cipe 137/98)

Azioni Mt CO22002 Mt CO22006 Mt CO22008-2012
Aumento di efficienza del parco elettrico 4/5 10/12 20/23
Riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti 4/6 9/11 18/21
Produzione di energia da fonti rinnovabili 4/5 7/9 18/20
Riduzione dei consumi energetici nei settori industriale/abitativo/terziario 6/7 12/14 24/29
Riduzione delle emissioni nei settori non energetici 2 7/9 15/19
Assorbimento delle emissioni di CO2 dalle foreste - - (0,7)
TOTALE 20/25 45/55 95/112

Come si può vedere nella tabella viene attribuito un importante ruolo, per la riduzione delle emissioni di "gas serra", all'aumento di efficienza del parco elettrico ovvero ad interventi di riduzione delle emissioni sugli impianti esistenti. In questa prospettiva sicuramente il ruolo del gas naturale quale sostituto di altri combustibili fossili è sicuramente positivo sotto il profilo della riduzione delle emissioni nell'ambito di una "fase intermedia" verso l'applicazione estesa di "fonti rinnovabili" e a basso impatto ambientale (oltrechè delle imprescindibili attuazione delle misure di riduzione dei consumi energetici in tutti i settori). Da tale osservazioni non si può però definire il gas naturale come un combustibile "pulito" grazie al quale qualunque nuovo impianto che utilizzi tale combustibile sia da considerarsi di per sé un contributo alla riduzione dei "gas serra". Infatti, la tabella sopra riporta evidenzia un ruolo a ciò finalizzato riferito alla produzione di energia con fonti rinnovabili tra le quali non è annoverato il gas metano.
Studi effettuati per un utilizzo più efficiente del gas naturale nell'industria italiana introducendo tecnologie avanzate di cogenerazione hanno individuato i seguenti "scenari" volti anche a ridurre l'impatto ambientale della produzione energetica:

a) ripotenziamento con turbine a gas avanzate delle centrali a vapore cogenerative già operanti a gas naturale;
b) ripotenziamento con turbine a gas avanzate anche delle centrali cogenerative alimentate a olio combustibile;
c) sostituzione e applicazione degli utilizzi elettrici a metano nelle centrali termoelettriche esistenti, a basso rendimento.

La stima degli effetti di questi scenari ipotizzati sono i seguenti, sia in termini di maggiore produzione di energia elettrica, di riduzione di consumo di combustibili tradizionali, di effetto sulle emissioni di gas serra e di altri inquinanti.

Tabella 2. Effetti degli scenari di intervento sugli impianti termoelettrici esistenti

Effetti Scenario A Scenario B Scenario C
Maggior consumo di gas, GWh 45.100 154.200 0
Minor consumo di olio combustibile, GWh 0 54.300 12.200
Maggior produzione elettrica, GWh 28.300 64.800 11.300
Minor consumo di olio combustibile per evitata produzione elettrica, GWh 74.500 170.600 29.700
Minor fabbisogno energetico, Mtep 2,53 6,06 3,60
Minori emissioni di anidride carbonica, Mton 11,5 31,6 11,60
Minori emissioni di ossidi di zolfo, Mton 0,128 0,387 0,072
Minori emissioni di ossidi di azoto, Mton 0,041 0,118 0,048

Nota: Per la stima delle emissioni si sono adottate le seguenti ipotesi :
per l'anidride carbonica, da composizioni medie di gas naturale e olio combustibile;
per gli ossidi di zolfo, olio BTZ con 1 % di zolfo, zolfo assente nel gas;
per gli ossidi di azoto, turbine a gas 25 ppm vd 15 % di ossigeno, caldaie a gas 3 % di ossigeno, caldaie a olio 300 ppmvd al 3 % di ossigeno.
Fonte: G. Lozza, Politecnico di Milano, "Scenari tecnologicamente avanzati per un utilizzo più efficiente del gas naturale nell'industria italiana", vedi nota 8)

L'autore dello studio e della tabella riportata conclude che:

- in relazione allo scenario a) si otterrebbe di "svincolarci da gran parte delle importazioni di elettricità o di rinunciare alla costruzione di nuove centrali termoelettriche per un ammontare indicativo di oltre 6.000 MW" (in Italia, negli ultimi anni era stata richiesta la realizzazione di centrali con una produzione di energia elettrica pari a 8.000 MW di cui 3.100 MW basata sulla cogenerazione a gas naturale);
- in relazione allo scenario b) si avrebbe un raddoppio della energia elettrica generata dagli impianti cogenerativi potenziati, "gli impianti di cogenerazione industriale produrrebbero circa 8.000 GWh, quasi la metà dell'energia globalmente generata oggi per via termoelettrica in Italia, ENEL compresa";

- in relazione allo scenario c) i rendimenti aggiuntivi "libererebbero circa 7.874 Mmc/a" di gas metano "oltre all'intero consumo ipotizzato nello scenario" a) (5.864 Mmc/a); si avrebbe "una generazione elettrica aggiuntiva di circa 11.290 GWh/a ottenuta a parità di consumo globale di gas naturale e con una riduzione significativa dei consumi di olio".

In altri termini la via della riduzione del deficit produttivo energetico nazionale non è esclusivamente basata sulla realizzazione di nuove centrali termoelettriche ancorchè basate su cicli cogenerativi a metano a minore impatto ambientale, ma ha nella riconversione, e miglioramento, dell'efficienza delle centrali esistenti una strada concreta, rispettosa degli obiettivi di riduzione dell'emissione di gas serra.

Nel caso di specie interventi di ricondizionamento verso la cogenerazione a metano delle centrali di maggiori dimensioni nella zona (Bari e Brindisi) potrebbero avere il medesimo effetto di incremento della produzione di energia elettrica - con contemporanea riduzione delle emissioni di gas serra - rispetto alla realizzazione della centrale di S.Severo. Centrale che, ancorchè realizzata con un ciclo cogenerativo a basse emissioni, rappresenta allo stato attuale un incremento delle emissioni di gas serra in quanto è aggiuntiva rispetto alla realtà esistente.
Se tale ipotesi può apparire difficile da realizzare per i diversi attori coinvolti tale aspetto va certamente presa in considerazione nell'ambito di una Valutazione di Impatto Ambientale.

La cogenerazione, di cui è in fase di revisione la definizione , è indicata quale condizione di "assimilazione" alle fonti di energia rinnovabile ai fini del riconoscimento degli incentivi previsti (in passato dal CIP ed ora dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas). La definizione corrente indica come cogenerazione la produzione combinata di energia elettrica e di calore con un indice IEN superiore a 0,51 (tale valore dell'indice è oggi sottoposto a modifica - vedi documento citato in nota 6 - in quanto superato dai progressi tecnologici per i quali i cicli combinati dell'ultima generazione hanno superato valori di rendimento elettrico nominale superiori al 55 % mentre, all'epoca del provvedimento CIP citato, i rendimenti non superavano il 45 %; infatti la proposta dell'Autorità per l'elettricità e il gas è di portare l'indice IEN a superare il 0,6 ).
In altri termini, nell'ambito delle politiche per la riduzione delle emissioni di "gas serra", l'utilizzo di un combustibile come il gas metano "conforme" a tali direttive è strettamente correlato alla cogenerazione, alle condizioni effettive di quest'ultima, ovvero alla garanzia di un significativo risparmio di energia rispetto alle produzioni separate di energia elettrica e di energia termica. Tale riconoscimento ai produttori di energia avrà importanti effetti sulle condizioni di prezzo di cessione alle quali l'energia verrà ritirata.
La cogenerazione come produzione combinata di energia elettrica e termica, sotto il profilo tecnico, significa la conversione della frazione di energia a temperatura maggiore in energia elettrica (considerata energia "pregiata") e quella a temperatura più bassa , invece di venire dissipata nell'ambiente come calore di scarto, viene resa disponibile per applicazioni termiche appropriate. Tale, provvisoria, definizione individua come le "macchine" più efficienti quelle di impianti in ambito industriale (autoproduzione) e civile di piccola taglia in cui l'energia termica trova un utilizzo (es. riscaldamento urbano - teleriscaldamento -, raffreddamento con sistemi ad assorbimento, processi industriali di essiccamento etc). Sotto questo profilo nel ciclo combinato - proposto in impianti come quello della Mirant - (ciclo Brayton con turbina a gas e, a cascata, ciclo Rankine), risulta predominante la produzione di energia elettrica.
Queste sintetiche osservazioni circa la cogenerazione sono presentate per evidenziare l'assenza di ogni indicazione in tal senso da parte della società proponente nel caso dell'impianto proposto a S.Severo.

Il "Libro Bianco sulle energie rinnovabili", già citato, evidenzia in diversi passaggi, sia sotto il profilo delle caratteristiche territoriali che sotto il profilo occupazionale, le zone che appaiono come le più significativamente capaci di apportare un contributo significativo alla produzione di energia con fonti rinnovabili e identificabili per lo più nel sud Italia.
Si vuole affermare con ciò che scelte indirizzate diversamente, come nel nostro caso, costituiranno un oggettivo ostacolo all'indirizzo della produzione di energia con fonti rinnovabili in quanto tenderanno ad assorbire le risorse disponibili - private e pubbliche - e a saturare il mercato energetico almeno a livello regionale.
L'aspetto occupazionale va letto, in tale prospettiva, tra quello offerto dalla società proponente e la prospettiva - offerta ad esempio dalla produzione di biomasse anche per utilizzi energetici - di sviluppo e/o recupero di zone agricole (e di attività forestali) in particolare di quelle in declino, in termini di apporto occupazionale nella produzione del "combustibile". Tale apporto non presente nella iniziativa industriale in oggetto in quanto basata sull'utilizzo di una fonte in buona parte di importazione e comunque non avente alcuna ricaduta a livello locale (oltre ai problemi connessi per la realizzazione e gestione di un nuovo "ramo" di metanodotto di lunghezza pari a 7 km).
Non va inoltre dimenticato che la Puglia si caratterizza come la seconda regione, dopo la Campania, in termini di potenza installata di impianti di produzione di energia eolica e fotovoltaica (54.800 kWh) con una produzione, nel 1998, di energia elettrica da tali fonti pari a 130 GWh (su un totale nazionale di 237 GWh nello stesso anno). Tale "vocazione" va sicuramente e significativamente incrementata ma può venir rallentata (sia in termini di impianti produttivi che di ricerca) da un inserimento degli impianti termoelettrici a gas tra quelli definiti "a fonti assimilate rinnovabili", in quanto questi ultimi comportano attualmente costi decisamente inferiori rispetto all'utilizzo dell'eolico e del solare.
Sotto il profilo dei "costi ambientali" si stima che la produzione di energia elettrica da olio combustibile sia pari a 65-106 lire 97/kWh, da gas naturale sia pari a 28-51 lire 97/kWh, da idraulica (quale rappresentante delle fonti rinnovabili) sia pari a 6,46 lire 97/kWh.
In altri termini la discussione sull'impianto in oggetto concerne, nei fatti, una consistente parte della politica energetica della Puglia, ovvero non può essere limitata ad una questione di autorizzazione ad una attività industriale qualsiasi.
In tal senso le stesse normative che si sono succedute per il riassetto elettrico hanno previsto diverse forme di incentivazione diretta per l'uso di fonti rinnovabili, amministrate dalle Regioni che sono tenute a garantire il coinvolgimento delle comunità locali.

2. L'impatto ambientale dell'impianto

Oltre a quanto già detto relativamente alle emissioni di CO2, in relazione ai dati di funzionamento dichiarati dal proponente, alle emissioni "garantite" e alla quantità totale di fumi emessi all'atmosfera, possiamo stimare che la quantità totale dei principali inquinanti con effetti sulle caratteristiche ambientali della zona, ovvero gli ossidi di azoto e il monossido di carbonio, è pari a circa 600 tonn/anno per ognuno dei contaminanti anzidetti.

Per dare una idea dello "stress" a cui verrebbe sottoposto l'ambiente circostante possiamo dire che la quantità di aria occorrente per "diluire" la massa inquinante di tali fumi, nel caso, per esempio, degli ossidi di azoto al fine di non superare il limite normativo di qualità dell'aria vigente (200 microg/Nmc come 98° percentile delle concentrazioni medie di un'ora rilevate in un anno) con una concentrazione dell'emissione pari a 50 mg/Nmc e una emissione complessiva di 1.600.000 Nmc/h è pari a [(50.000 microg/Nmc / 200 microgr/Nmc) * 1.600.000 Nmc/h) ] 400.000.000 mc di aria non contaminata.

A tale proposito la società proponente, senza nulla documentare in proposito, afferma non solo che "l'unico inquinante di interesse è il biossido di azoto" (dimenticando l'altrettanto importante contaminante, il monossido di carbonio) ma che "sulla base delle esperienze di impianti analoghi, in aree con situazioni metereologiche e orografiche confrontabili … si può ritenere che il contributo dell'impianto alle concentrazioni al suolo di NO2 sia di modesta entità", ovvero stimabile a qualche microg/mc "mentre soltanto in ristrette zone può raggiungere qualche decina di microg/mc".
Le simulazioni di ricaduta degli inquinanti "per impianti analoghi", realizzate con l'applicazione di appositi programmi di calcolo, hanno dato risultati comparabili con quelli dichiarati a fronte di situazioni in cui si ipotizzavano camini di altezza significativa (nel nostro caso pari a 60 metri) ovvero con una estensione della ricaduta dei contaminanti a concentrazioni considerate come "non preoccupanti" in una area estremamente vasta, almeno intorno ai 40 km intorno al punto di emissione. Non solo, in stime valutate da chi scrive vi era la esplicita sottovalutazione delle ricadute sotto forma di mancata o inadeguata considerazione delle effettive condizioni meteoclimatiche "peggiori" (in termini di ridotte velocità del vento e di effetti di situazioni di inversione termica) ovvero quelle che rappresentano, nonostante il punto di emissione posto ad una altezza presentata come idonea a "disperdere" gli inquinanti, dei casi sfavorevoli alla dispersione ovvero a più elevata esposizione delle popolazioni ai contaminanti.
Non solo va evidenziato che l'effetto di dispersione degli inquinanti ricercato con l'altezza del camino ha il solo effetto di "distribuire" ad un'area più vasta gli effetti degli inquinanti ma qui si rileva che le considerazioni sbrigative presentate dalla società proponente l'impianto non trovano alcuna documentata valutazione che sostenga le conclusioni presentate dal proponente.

Un aspetto non considerato dal proponente nel documento citato, è quello relativo all'inquinamento termico connesso alle emissioni di vapore acqueo con i fumi (che approssimativamente può essere stimato in almeno 350 t/h); non va dimenticato, infatti, che un prodotto della combustione di sostanze organiche, ed in particolare del metano, è l'acqua sotto forma di vapore presente nei fumi (il proponente indica una emissione al camino alla temperatura di 90 ° C). .

Va altresì segnalato che la scelta della Mirant di adottare un sistema di raffreddamento ad aria anziché ad acqua se riduce il prelievo di acqua necessario al funzionamento dell'impianto (stando a quanto dice l'azienda si passerebbe da un prelievo di 400 mc/h a 15 mc/h di acque ad usi industriali), implica, oltre a maggiori costi di investimento, una riduzione del rendimento di produzione di energia elettrica che non potrà più essere, sempre prendendo le dichiarazioni del proponente, pari al 55,2 % e, ovviamente, la produzione di energia elettrica - a parità di megawatt termici introdotti - non potrà essere di 3.010 GWh/anno ma un valore inferiore (la differenza di rendimento, per impianti analoghi, tra quelle con raffreddamento ad acqua con torri convenzionali e con raffreddamento ad aria è di circa il 3-4 % in meno) . Quanto sopra a meno di incrementare la capacità termica dell'impianto ovvero di calibrare i sistemi di combustione per utilizzare maggiori quantità di metano e, quindi, produrre maggiori emissioni nell'ambiente per MWh prodotto.

Da ultimo vorremmo sottolineare che l'impatto visivo costituito in particolare da un camino di altezza 60 metri non è per nulla trascurabile o "non necessariamente di carattere negativo" grazie alla sua posizione in una "area scarsamente popolata". Anche a proposito di tale aspetto il suo "peso" andrebbe valutato da tutte le parti interessate nell'ambito di una preventiva e rigorosa Valutazione di Impatto Ambientale, come pure vanno valutati gli aspetti relativi alla produzione di reflui solidi e liquidi da smaltire da parte dell'impianto.

Non va poi sottovalutato il fatto che una azienda che disponga anche della sola autorizzazione ad utilizzare gas metano per la produzione di energia sia elettrica che termica, una volta ottenuta questa autorizzazione che gli consente di realizzare gli impianti di termocombustione, strada facendo può sempre ampliare tale autorizzazione ovvero acquisire una autorizzazione globale che gli consenta di produrre l'energia attraverso un sistema policombustibile ovvero a gas naturale, ad olio combustibile, a carbone, a lignina, e, da ultimo, ma non per importanza, a rifiuti.
Circa l'esistenza di centrali termoelettriche ENEL che funzionano con combustibili diversi si danno qui per richiamati tutti i dati riportati nel documento di cui all'allegato 3 (tratto dal "Rapporto Ambiente 1999" della società ENEL).
A quest'ultimo riguardo, qui ci si limita a segnalare, per esempio, che la centrale ENEL di Fusina (Venezia) funziona a gas naturale, ad olio combustibile, a carbone e nella stessa sono già state condotte campagne di incenerimento di rifiuti e di CDR da parte dell'ENEL. Questi fatti debbono indurre la popolazione e le componenti istituzionali competenti,ad opporsi alla realizzazione dell'impianto di S.Severo (che attualmente in versioni analoghe si vuol realizzare anche in altri comuni della stessa Provincia e Regione) e ad estrema cautela ovvero a non accontentarsi delle dichiarazioni tranquillizzanti propalate dalle aziende,tese a minimizzare i possibili impatti ambientali derivanti dalla messa in attività di questi impianti di termocombustione.

-Centro per Salute "Giulio A. Maccacaro" -per Medicina Democratica della Provincia di Varese-
autori: dr.Luigi Mara e Marco Caldiroli

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1.Vedi ENEL "Dati statistici sull'energia elettrica in Italia 1998".
2."Un "autoproduttore" o "produttore industriale" è definito come un'impresa che, sussidiariamente alla propria attività principale, produce, individualmente o in partecipazione, energia elettrica destinata in tutto o in parte ai propri fabbisogni." UNAPACE, "I produttori industriali di energia elettrica in Italia - edizione 1998".


3.V. Unapace " I produttori industriali di energia elettrica in Italia - edizione 1998"." , la produzione di energia elettrica da parte di produttori industriali pone la regione Puglia al primo posto tra le regioni italiane come potenza efficiente lorda installata, seguita dalla Sicilia e dal Piemonte.
4.Le centrali ex ENEL in Puglia hanno avuto una produzione lorda di energia termoelettrica per 4.247 GWh con l'utilizzo di carbone, 7.424 GWh con l'utilizzo di olio combustibile e altri prodotti petroliferi e solo 342 GWh con l'utilizzo di gas metano
5.Tali emissioni sono arrivate alla quantità di 54.880 t nel 1995 (v. "Rapporto Ambiente 1999", ENEL)

6.Ulteriori informazioni su tale impianto e le iniziative della popolazione interessata possono essere ricavate dal sito http://www.digilander.iol.it/benicomunali.
7.http://www.southernco.com.

8.Si veda ad esempio "Cogenerazione industriale e ambientale", atti degli incontri presso Expo 2000, Torino, 6 dicembre 1996, Quaderno Comitato Termotecnico Italiano n. 6.

9.V. Autorità per l'energia elettrica e il gas "Criteri e proposte per la definizione di cogenerazione e per la modifica delle condizioni tecniche di assimilabilità degli impianti che utilizzano fonti energetiche assimilate a quelle rinnovabili", 3 agosto 2000. Tale documento costituisce la proposta in discussione per l'applicazione del mandato contenuto nel Dlgs 78/99. In tale campo esistono anche specifiche norme UNI.
10.L'indice IEN, a norma del provvedimento CIP 6/92 è sostanzialmente il risultato del rapporto tra energia elettrica prodotta e l'energia termica prodotta, da un lato, e l'energia immessa annualmente con combustibili fossili commericali.
11.Si fa riferimento in particolare alle stime presentate dalla società EPI per la realizzazione di un impianto simile sia sotto il profilo tecnologico che di grandezza di produzione di energia elettrica, proposto a Bedizzole (BS).


ULTERIORI VALUTAZIONI sulla SINTESI non tecnica
a firma dell'arc. Paolo Picozzi-Giugno 2001

A supporto e rinforzo di quanto già riportato in altre parti del documento:

- A pag. 5 si legge :" L'elevata efficienza del processo di conversione energetica che caratterizza la centrale a ciclo combinato di San Severo permette una significativa riduzione,a parità di produzione energetica,delle emissioni globali di gas ad effetto serra".Invero,trattandosi di nuovo impianto e non di riconversione dei due impianti di Brindisi,a più alto impatto ambientale,si tratta di aumento in assoluto dei gas serra,non potendosi fare una mera comparazione con altro impianto a parità di produzione energetica.
- Non solo non risulta coerente la motivazione del progetto riportata a pag.2 ove si legge " La potenza prescelta per la centrale a ciclo combinato(400 Mwe)…permette di seguire gli attuali indirizzi della politica energetica nazionale e comunitaria,che prevedono la sostituzione dei grandi impianti alimentati ad olio combustibile e a carbone con impianti,pure ad elevata potenzialità,ma alimentati a gas naturale".Invero non risulta alcun piano energetico regionale che abbia deciso di sostituire gli impianti a carbone e olio combustibile di Brindisi con impianti come quello di S.Severo ed altri progettati a Serracapriola,a Rignano etc.Solo in tal caso si potrebbe parlare di riduzione di emissioni di gas serra,in presenza di dismissione di impianti come quelli di Brindisi.Se pertanto si deve metter mano ad una riconversione questa va fatta per Brindisi,certamente non per S.Severo,ove grazie a Dio,ancora non vi è alcun impianto.
- Al punto 4.1.5.2 "Consumo e produzione di energia elettrica" della sintesi non tecnica,lo stesso estensore deve invece ammettere che "..la Puglia abbia un surplus annua-le di oltre 4.000 GWh.." di produzione energetica.Invero come risulta dal documento di Medicina Demoratica del 17-8-2001 il surplus energetico Pugliese è pari a 5.599 GWh (vedi ENEL " dati statistici sull'energia elettrica in Italia 1998"),non risultando corrispondere pertanto al vero quello che lo stesso estensore afferma a pag.6 circa il fatto che " le Regioni Puglia… sono complessivamente fortememte deficitarie da un punto di vista energetico..".
Né si comprende da dove tragga informazioni certe l'estensore quando afferma a pag. 6 che " la realizzazione della Centrale di San Severo dà la possibilità alle imprese locali di accedere a fonti energetiche..a prezzi concorrenziali…"
- Circa poi l'affermazione riportata a pag.7 in ordine al "Programma di interventi urgenti per fronteggiare l'Emergenza in materia di rifiuti.." ovvero che " non è prevista nell'area vasta attorno alla Centrale la realizzazione di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti selezionati o di discariche..2,si fa presente che sono stati acquisiti dal Comune di S.Severo progetti come quello di "produzione di energia elettrica rinnovabile alimentato a CDR(Combustibili derivati da rifiuti) in area industriale di S.Severo "(vedi allegato progetto della Ecoenergia,che sicuramente evidenziano che,in assenza di Piani regionali,sta succedendo di tutto nel Comune di S.Severo,come in quelli limitrofi,anch'essi attraversati da progetti similari e senza alcuna "regia" né provinciale né regionale,con pareri favorevoli dati ai diversi livelli fuori da una visione pianificata e complessiva su una materia vincolata in tal senso.

- Nella sintesi non tecnica a firma dell'Arc.Paolo Picozzi si dice laconicamente a pag. 9 che "sono stati analizzati i PRG dei Comuni di Torremaggiore,Lucera e Pietramontecorvino",mentre non risulta che gli stessi siano stati coinvolti in Conferenza di Servizio o Accordi di programma.


- A proposito ancora dell'ELETTRODOTTO di connessione-Pag. 9 della sintesi non tecnica,non risulta alcun riferimento alla regolamentazione deliberata dal Comune di S.Severo,né alla L.nr.36/2001,né alla legge regionale in materia di tutela dall'inquinamento elettromagnetico.


- Al punto 2.5.2.2 di pagg.9-10 dal titolo "Rapporti tra il Progetto e gli strumenti di Piano e Programma si legge in "Pianificazione Energetica" che il "Gasdotto,così come l'elettrodotto,costituisce un'opera essenziale al funzionamento della CCC.Le motivazioni e quindi la congruenza dell'opera con gli strumenti di pianificazione energetica dipendono strettamente da quelli della CCC stessa".Non si comprende di quale congruenza si parla,visto che la Pianificazione energetica Regionale e il Piano di Coordinamento Provinciale sono inesistenti.

Così alla voce "Pianificazione paesaggistica e territoriale" e "pianificazione locale",risulta una totale assenza di coinvolgimento istituzionale,oltre che delle associazioni interessate,altro che congruenza con strumenti di pianificazione.


- Al punto 3.1 di pag.11 si legge che " l'abitazione posta a minor distanza dal sito è ubicata a una distanza di circa 1,5 Km in direzione est nord est da esso.",cosa a dir poco allarmante per la vicinanza.
Ancora si legge che " la SS nr. 16 Foggia-S.Severo è collegata al sito mediante una strada comunale di circa 1,5 Km",che pertanto sarà oggetto di grandi problemi viari,stante il flusso derivante dalla costruzione e esercizio della CCC.


-Al punto 1.4 a pag.3 si legge che l'Area vasta,oggetto dello studio di Impatto ambientale,interessa,oltre al Comune di S.Severo,parte dei territori comunali di Torremaggiore,Lucera e Pietramontecorvino,che non risultano essere stati consultati in alcun modo né coinvolti in Conferenze di servizio o accordi di Programma.


- Nel documento si legge a pag.4 al punto 2.1 che "la programmazione energetica regionale…..è completa,ma non recepita",che "è in corso di preparazione il Piano territoriale di coordinamento provinciale (di Foggia)",strumenti invero preliminari e obbligatori per valutare la compatibilità multifunzionale del progetto in questione.


ULTERIORI VALUTAZIONI sulla SINTESI non tecnica
a firma dell'arc. Paolo Picozzi-Giugno 2001

A supporto e rinforzo di quanto già riportato in altre parti del documento:

- A pag. 5 si legge :" L'elevata efficienza del processo di conversione energetica che caratterizza la centrale a ciclo combinato di San Severo permette una significativa riduzione,a parità di produzione energetica,delle emissioni globali di gas ad effetto serra".Invero,trattandosi di nuovo impianto e non di riconversione dei due impianti di Brindisi,a più alto impatto ambientale,si tratta di aumento in assoluto dei gas serra,non potendosi fare una mera comparazione con altro impianto a parità di produzione energetica.
- Non solo non risulta coerente la motivazione del progetto riportata a pag.2 ove si legge " La potenza prescelta per la centrale a ciclo combinato(400 Mwe)…permette di seguire gli attuali indirizzi della politica energetica nazionale e comunitaria,che prevedono la sostituzione dei grandi impianti alimentati ad olio combustibile e a carbone con impianti,pure ad elevata potenzialità,ma alimentati a gas naturale".Invero non risulta alcun piano energetico regionale che abbia deciso di sostituire gli impianti a carbone e olio combustibile di Brindisi con impianti come quello di S.Severo ed altri progettati a Serracapriola,a Rignano etc.Solo in tal caso si potrebbe parlare di riduzione di emissioni di gas serra,in presenza di dismissione di impianti come quelli di Brindisi.Se pertanto si deve metter mano ad una riconversione questa va fatta per Brindisi,certamente non per S.Severo,ove grazie a Dio,ancora non vi è alcun impianto.
- Al punto 4.1.5.2 "Consumo e produzione di energia elettrica" della sintesi non tecnica,lo stesso estensore deve invece ammettere che "..la Puglia abbia un surplus annuale di oltre 4.000 GWh.." di produzione energetica.Invero come risulta dal documento di Medicina Demoratica del 17-8-2001 il surplus energetico Pugliese è pari a 5.599 GWh (vedi ENEL " dati statistici sull'energia elettrica in Italia 1998"),non risultando corrispondere pertanto al vero quello che lo stesso estensore afferma a pag.6 circa il fatto che " le Regioni Puglia… sono complessivamente fortememte deficitarie da un punto di vista energetico..".
Né si comprende da dove tragga informazioni certe l'estensore quando afferma a pag. 6 che " la realizzazione della Centrale di San Severo dà la possibilità alle imprese locali di accedere a fonti energetiche..a prezzi concorrenziali…"
- Circa poi l'affermazione riportata a pag.7 in ordine al "Programma di interventi urgenti per fronteggiare l'Emergenza in materia di rifiuti.." ovvero che " non è prevista nell'area vasta attorno alla Centrale la realizzazione di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti selezionati o di discariche..2,si fa presente che sono stati acquisiti dal Comune di S.Severo progetti come quello di "produzione di energia elettrica rinnovabile alimentato a CDR(Combustibili derivati da rifiuti) in area industriale di S.Severo "(vedi allegato progetto della Ecoenergia,che sicuramente evidenziano che,in assenza di Piani regionali,sta succedendo di tutto nel Comune di S.Severo,come in quelli limitrofi,anch'essi attraversati da progetti similari e senza alcuna "regia" né provinciale né regionale,con pareri favorevoli dati ai diversi livelli fuori da una visione pianificata e complessiva su una materia vincolata in tal senso.

- Nella sintesi non tecnica a firma dell'Arc.Paolo Picozzi si dice laconicamente a pag. 9che "sono stati analizzati i PRG dei Comuni di Torremaggiore,Lucera e Pietramonte-corvino",mentre non risulta che gli stessi siano stati coinvolti in Conferenza di Servizio o Accordi di programma.


- A proposito ancora dell'ELETTRODOTTO di connessione-Pag. 9 della sintesi non tecnica,non risulta alcun riferimento alla regolamentazione deliberata dal Comune di S.Severo,né alla L.nr.36/2001,né alla legge regionale in materia di tutela dall'inquinamento elettromagnetico.


- Al punto 2.5.2.2 di pagg.9-10 dal titolo "Rapporti tra il Progetto e gli strumenti di
Piano e Programma si legge in "Pianificazione Energetica" che il "Gasdotto,così
come l'elettrodotto,costituisce un'opera essenziale al funzionamento della CCC.Le
motivazioni e quindi la congruenza dell'opera con gli strumenti di pianificazione
energetica dipendono strettamente da quelli della CCC stessa".Non si comprende di
quale congruenza si parla,visto che la Pianificazione energetica Regionale e il Piano
di Coordinamento Provinciale sono inesistenti.

Così alla voce "Pianificazione paesaggistica e territoriale" e "pianificazione locale",risulta una totale assenza di coinvolgimento istituzionale,oltre che delle associazioni interessate,altro che congruenza con strumenti di pianificazione.


- Al punto 3.1 di pag.11 si legge che " l'abitazione posta a minor distanza dal sito è
ubicata a una distanza di circa 1,5 Km in direzione est nord est da esso.",cosa a dir
poco allarmante per la vicinanza.
Ancora si legge che " la SS nr. 16 Foggia-S.Severo è collegata al sito mediante una strada comunale di circa 1,5 Km",che pertanto sarà oggetto di grandi problemi viari,stante il flusso derivante dalla costruzione e esercizio della CCC.


-Al punto 1.4 a pag.3 si legge che l'Area vasta,oggetto dello studio di Impatto ambientale,interessa,oltre al Comune di S.Severo,parte dei territori comunali di Torremaggiore,Lucera e Pietramontecorvino,che non risultano essere stati consultati in alcun modo né coinvolti in Conferenze di servizio o accordi di Programma.


- Nel documento si legge a pag.4 al punto 2.1 che "la programmazione energetica regionale…..è completa,ma non recepita",che "è in corso di preparazione il Piano territoriale di coordinamento provinciale (di Foggia)",strumenti invero preliminari e obbligatori per valutare la compatibilità multifunzionale del progetto in questione.


Altri riferimenti utilizzati nella presente:

A) IMPIANTO PROGETTATO e LA POLITICA ENERGETICA:
-Aspetti relativi alla produzione di energia elettrica nella Regione Puglia e il riferimento al protocollo di Kyoto e al "libro bianco per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili",che ha l'obiettivo di individuare gli strumenti e le iniziative atte alla realizzazione degli obiettivi fissati dalla delibera del CIPE 137/98;
- la situazione regionale e provinciale.

B) ASPETTI di RILEVANZA ISTITUZIONALE
Vengono trattati gli aspetti a base della richiesta di moratoria in attesa di un PIANO
ENERGETICO REGIONALE
- vengono altresì evidenziate le "contraddizioni" (si fa per dire) con le posizioni pur assunte da forze politiche omogenee in Comuni limitrofi,che cangiano solo a seconda che siano o meno al governo o all'opposizione.E' il caso,tra gli altri di Torremaggiore,investito della stessa proposta nell'estate 2000 della Southern Energy (ora Mirant Italia s.r.l.) ,a distanza di circa 6 (sei) chilometri da S.Severo.Il Progetto a Torremaggiore veniva abbandonato per la protesta delle associazioni dei cittadini e si evidenzia in questa sede di quelle stesse forze politiche (all'opposizione a Torremaggiore) che invece a S.Severo (si ribadisce a soli 6 chilometri di distanza) sono al governo e hanno approvato il progetto della mirant Italia (ex Southern Energy).Si rappresenta anche che nell'estate 2001 in corso i Consiglieri Comunali di Torremaggiore all'opposizione Croce,De Gennaro,Di Capua,Leccisotti,già protagonisti della battaglia che portò di fatto al blocco del medesimo progetto in Torremaggiore,hanno ulteriormente sottoscritto una raccolta di firme contro l'insediamento della stessa centrale a S.Severo,insediamento,si badi bene,approvato dagli stessi partiti cui appartengono i consiglieri citati !

C) ELEMENTI alla base di una CONFERENZA di SERVIZIO URGENTE

- L'EMERGENZA ACQUA,ovvero uno stato di vera e propria calamità,dai tempi di risoluzione lunghi(almeno un decennio) secondo gli organi competenti,che sta mettendo in ginocchio l'AGRICOLTURA,in crisi lo stesso USO CIVICO e POTABILE dell'acqua,razionata in più Comuni e in più fasce orarie(vedi Gazzetta del Mezzogiorno e altri mass media degli ultimi mesi,nonché fonti di partiti e sindacati e Istituzionali,dalla Provincia ai Comuni,riunitisi in Coordinamento sullo specifico problema);
Esempi:
-Gazzetta del Mezzogiorno del 28-7-2001 dal titolo"Acqua,la Provincia(di Foggia)
lancia mobilitazione.Si afferma che " Il Presidente della Provincia..ha invitato i cittadini a scrivere alla Rai e ai grandi network televisivi per dare maggioranza rilevanza al problema".."la nostra carenza di acqua deve diventare una questione nazionale" in quanto "la Capitanata (afferma il Presidente della Provincia di Foggia),la più grande provincia del Mezzogiorno,sta morendo di sete.La siccità ha prosciugato le riserve idriche.L'agricoltura e la zootecnia sono allo sbando.Per molte aziende si profila il fallimento.Diverse zone sono a rischio desertificazione."
-Gazzetta del Mezzogiorno del 23-7-2001(cronaca di Capitanata): Titoli:"Acqua,politici a rapporto.Gli Agricoltori:subito nuove opere idriche"." Ortaggi,crolla il "mito foggiano"-il 60% in meno delle produzioni investite,raccolti modesti".Si legge nell'articolo: " Trenta grandi aziende agricole ormai sull'orlo del fallimento"Per il secondo anno consecutivo le campagne foggiane vengono irrigate dall'acqua dei pozzi,con ripercussioni evidenti sulla produzione(ridotta in media del 50%) e sullo stato della falda del sottosuolo che di questo passo rischia di prosciugarsi,accelerando il processo di desertificazione".E' facile calcolare quanto sia ridicolo prospettare alcune decine di "nuovi di posto di lavoro" con impianti inquinanti e bisognosi di acqua,come le centrali termoelettriche,con la conseguenza di aggravare ancor più la situazione drammatica dell'Agricoltura e il processo di desertificazione,ovvero per alcune decine di posti di lavoro(invero molto meno a tempo indeterminato),si sacrificano centinaia,migliaia di lavoratori e produttori agricoli e si espone l'intero territorio all'inquinamento e alla desertificazione
-Gazzetta del Mezzogiorno del 20-7-2001:"I danni per il mancato raccolto sono stati stimati in oltre 100 miliardi di lire"a proposito solo della produzione di grano;
-Gazzetta del Mezzogiorno 18-7-2001"San Severo "Ottomila i lavoratori interessati dal fenomeno-Braccianti,crollo giornate.E' allarme:70% di ingaggi in meno…Il vero dramma lo stanno vivendo gli 8.000 braccianti agricoli dell'Alto Tavoliere,che hanno visto diminuire,solo nel primo semestre 2001,del 70% le giornate lavorative effettuate"Si badi bene si parla del 70% in meno di giornate lavorative per 8.000 braccianti e tutto ciò a causa della carenza di acqua e la situazione è destinata a peggiorare vistosamente con l'insediamento della centale termoelettrica a S.Severo,oltre a quelle già progettate in altri Comuni e fuori da ogni programmazione provinciale e regionale;
-Gazzetta del Mezzogiorno del 15-7-2001 "Agricoltura prossima alla bancarotta" a causa dell'emergenza acqua.
Gli articoli citati sono in allegato nr.

D) OBBLIGO di una CONFERENZA di SERVIZIO
e di ACCORDI di PROGRAMMA coinvolgenti tutte le Amministrazioni e gli Enti interessati,aperti alla partecipazione dei cittadini e delle Associazioni

Ai sensi della l.241/'90 art.14(Conferenza di Servizio) e l. 142/'90 art.27 (Accordi di programma) e altra normativa connessa,essendo il progetto in questione a rilevanza non meramente locale,implicando,in termini di impatto e per ricaduta "produttiva" interessi e rischi per le popolazioni viciniori,stante anche il precedente della "bocciatura" di fatto del progetto,a causa di problematiche similari,nel comune di Torremaggiore,si impone la attivazione di una CONFERENZA di SERVIZIO,che coinvolga tutti i soggetti istituzionali e sociali.
L'art.27 della l.142/'90 al c.3 impone peraltro al Presidente della Regione o al Presidente della Provincia o al Sindaco la convocazione di una conferenza tra i rappresentanti di tutte le Amministrazioni interessate,per verificare la possibilità di concordare l'accordo di programma.Tutto cò è stato disatteso sia dal Sindaco del Comune di S.Severo,che dalla Regione Puglia e dalla Provincia di Foggia. Basti pensare ( pag.23 del Progetto di massima della centrale..) al punto " Collegamento alla rete Gas-descrizione del tracciato" si legge: il tracciato interesserà i Comuni di Lucera,Pietra Montecorvino,Torremaggiore e S.Severo;ora non risulta essere stata attivata alcuna Consultazione,conferenza di servizio nei confronti dei Comuni citati,oltre quello di S.Severo
Eppure il tracciato del gasdotto previsto è lungo 24 Km.,attraverso terreni pianeggianti,ed uso prevalentemente agricolo,secondo la Ditta..Non pare si possa fare a meno sul piano giuridico,delle competenze proprie dei Comuni e delle popolazioni "attraversate",senza valutare rischi e implicazioni diverse.
- Nella sintesi non tecnica a firma dell'Arc.Paolo Picozzi si dice laconicamente a pag. 9 che "sono stati analizzati i PRG dei Comuni di Torremaggiore,Lucera e Pietramontecorvino",mentre non risulta che gli stessi siano stati coinvolti in Conferenza di servizio o Accordi di programma

L'Obbligo si pone anche ai sensi:
- decreto legislativo 17-8-1999 nr. 334 art.23( Consultazione della popolazione) e
articolato connesso;
- art.8 decreto legislativo 18-8-2000 nr. 267 c.1-2-3,completamente omesso dall'Amministrazione Comunale di S.Severo

E) OMISSIONI e ABUSI

-Mancato riscontro alla richiesta di documentazione fatta da Cittadinanzattiva e Medicina Democratica al Sindaco di S.Severo (prot. Comune di S.Severo nr. 18963 del 7-8-2000) con nota del 5-8-2000 ad oggetto " Esposto concernente i progetti della Southern energy,con l'avallo delle Amministrazioni Comunali di Torremaggiore e S.Severo…..Richiesta di documentazione concernente il Progetto di Centrale termoelettrica "(Allegato nr…..) ";in particolare si richiedeva copia del progetto,copia della documentazione inerente eventuali protocolli di intesa,lettere di intenti,accordi…" e ciò si chiedeva ai sensi della L.241/90.Nella nota si evidenziava tra l'altro la grave situazione già esplosiva nel 2000 circa la carenza d'acqua e il fatto che "per qualche posticino di lavoro e per breve periodo andiamo a devastare settori economici vitali della Capitanata,quale l'Agricoltura,il turismo e il loro indotto,l'ambiente,la salute e la vivibilità dei nostri territori,mettendo a repentaglio migliaia di lavoratoti e la pelle di tanti cittadini..";ancora si evidenziava e si evidenzia che " ..tutto ciò mentre i depuratori nella zona di S.Severo e Torremaggiore non funzionano,risultando…. e mentre la notoria carenza di acqua,che affligge in particolare le campagne della nostra Provincia,registra situazioni di utilizzo da parte di alcuni agricoltori di acque dei corsi pubblici per irrigare ortaggi e prodotti destinati a essere consumati anche crudi,donde l'aumento di casi di epatite e altre patologie da inquinamento,documentato dalla stessa circolare dell'Assessorato Regionale alla Sanità della regione Puglia nr. 24/19063/421 del 6-8-1999 .";
- Mancato riscontro,almeno sul piano dei contenuti alla nota successiva e integrativa di quella del 5-8-2000,rimasta senza risposta e trasmessa in data 22-8-2000 da Cittadinanzattiva e Medicina Democratica al Sindaco del Comune di S.Severo(prot.arrivo Comune S.Severo nr.20106 del 22-8-2000-ALLEGATO nr. ) e ad altri destinatari ad oggetto " Invio note preliminari relative al progetto di una centrale termoelettrica ….proposta…nel sito di Torremaggiore o di S.Severo";nel documento si affermava "l'esigenza di rispettare il primato democratico della volontà delle popolazioni a rischio,a cui va assicurata un'adeguata preventiva informazione,dovendo essere il parre delle stesse elemento qualificante e vincolante per qualsiasi decisione".Risposta da parte dell'Amministrazione Comunale = zero,nonostante e all'epoca non se ne aveva neanche conoscenza,che il Comune aderisse all'Agenda 21,pertanto vincolato a tale procedura partecipativa;
-Mancato riscontro alla richiesta fatta dal Coordinamento a giugno 2001 in dispregio del diritto di accesso e di informazione sancito dall'art.10 del decreto legislativo nr.267/2000;
- Mancato riscontro alla richiesta fatta dalla Legambiente di S.Severo il 15-6-2001(prot.arrivo al Comune di S.Severo nr. 15450 del 15-6-2001-ALLEGATO nr. ), in ordine alla copia del Progetto per la costruzione di una Centrale termoelettrica prevista nell'Agro di S.Severo,ciò in considerazione anche dell'adesione del Comune di S.Severo all'Agenda 21,donde l'obbligo di una preliminare consultazione delle Associazioni.

Ancora mancata consultazione e informazione:

Come risulta dalla delibera Regionale relativa all'Accordo di programma per la realizzazione della centrale,già con nota del 10-8-2001 il Sindaco del Comune di S.Severo chiedeva al Presidente della G.R. la definizione di apposito Accordo di programma per la realizzazione di una Centrale a ciclo combinato,appena dopo o durante il blocco del progetto in Torremaggiore;in data 20-12-2000 il Comune siglava un Protocollo di Intesa con la Southern Energy,tutto ciò senza alcuna informativa né riscontro alle richieste formulate da Medicina Democratica e nonostante il Comune aderisse all'Agenda 21 con gli obblighi derivanti circa la informazione e partecipazione dei cittadini e delle Associazioni sulla materia specifica..

OMISSIONE del ruolo-funzioni spettanti alla Provincia ai sensi dell'art.19
dec.leg.vo 267/2000 e abuso perpetrato dall'Amministrazione Comunale di S.Severo:

- l'art.19 del dec.leg.vo 267/2000 assegna alla Provincia le funzioni amministrative di interesse provinciale che riguardino vaste zone intercomunali o l'intero territorio provinciale nel settore della difesa del suolo,tutela e valorizzazione dell'ambiente e prevenzione delle calamità,tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche,organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale,rilevamento,disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore (art.19 c.1 lett.a ,b, g).
Ora relativamente al progetto in questione e alla co-presenza di altri analoghi nelle Provincia di Foggia,siamo nella fattispecie prevista dal decreto legislativo 267/2000,a maggior ragione ove si consideri l'Emergenza acqua e il processo di industrializzazione in atto,diffuso sul territorio provinciale.
I compiti di programmazione assegnati alla Provincia vanno svolti ai sensi dell'art.20 del dec.leg.vo 267/2000,dotandosi altresì di un PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (art.20 c.2).
A tale procedura e modalità programmatoria dovevasi conformare anche la Regione,invero del tutto omissiva al proposito,anzi adottando una delibera relativa a " Accordo di programma per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato 1 x 400 MW per la produzione di energia elettrica nel comune di S.Severo",in contrasto e dispregio di quanto richiamato nello stesso decreto legislativo nr. 267/2000 e nel dec.leg.vo 334/1999.
L'Accordo di Programma citato,ratificato in Consiglio Comunale del 5-6-2001,invero non poteva essere solo tra Regione Puglia e Comune di S.Severo,bensì investire,anche col richiamo agli artt. 19 e 20 del dec.leg.vo 267/2000 la Provincia e agli altri Comuni,almeno quelli limitrofi,stante le caratteristiche del Progetto e le sue implicazioni sull'ambiente,sulla risorsa idrica etc.,al fine di dover almeno acquisire dalla Provincia il PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (art.20 c.2). e quant'altrto indispensabile ad evitare un ulteriore peggioramento delle condizioni in cui versa la Capitanata.
OMISSIONI………
Basti pensare ( pag.23 del Progetto di massima della centrale..) al punto " Collegamento alla rete Gas-descrizione del tracciato" si legge: il tracciato interesserà i Comuni di Lucera,Pietra Montecorvino,Torremaggiore e S.Severo;ora non risulta essere stata attivata alcuna Consultazione,conferenza di servizio nei confronti dei Comuni citati,oltre quello di S.Severo:Eppure il tracciato del gasdotto previsto è lungo 24 Km.,attraverso terreni pianeggianti,ed uso prevalentemente agricolo,secondo la Ditta..Non pare si possa fare a meno sul piano giuridico,delle competenze proprie dei Comuni e delle popolazioni "attraversate",senza valutare rischi e implicazioni diverse.
- Nella sintesi non tecnica a firma dell'Arc.Paolo Picozzi si dice laconicamente a pag. 9 che "sono stati analizzati i PRG dei Comuni di Torremaggiore,Lucera e Pietramontecorvino",mentre non risulta che gli stessi siano stati coinvolti in Conferenza di servizio o Accordi di programma.

F) FALSITA'in Atti Pubblici:

ACQUA..da dove ??
Si legge vuoi nella delibera Regionale di approvazione dell'Accordi di Programma col Comune di S.Severo che negli atti allegati e in altri connessi :
-possibilità di approvvigionamento idrico dagli impianti del Consorzio di Bonifica di Capitanata ed AQP(Acquedotto Pugliese);questa affermazione risulta priva di fondamento e soprattutto di pratica realizzabilità;basti leggere anche quanto riportato in Gazzetta del Mezzogiorno dell'8-7-2001,circa i lavori dell'Assemblea Nazionale dei Consorzi di bonifica,che riportano dati allarmanti circa la disponibilità d'acqua negli invasi e la conseguente riduzione della produzione agricola oltre ai problemi per l'uso civico.
Senza questa disponibilità di approvvigionamento nessun impianto è fattibile,donde l'obbligo di una Conferenza almeno provinciale di Servizio e di un piano di coordinamento;
-nel progetto di massima a pag.6 si legge al p.2.3.4 " L'acqua necessaria al funzionamento della Centrale sarà approvvigionata dal Consorzio di Bonifica della Capitanata attraverso una nuova condotta.
Ma da quale atto risulta la garanzia di tale approvvigionamento,considerato lo stato di carenza dell'acqua denunciato dallo stesso Consorzio di bonifica e soprattutto con quale impatto sugli altri settori di utenza dell'acqua?
Basta invero rileggere quanto riportato sotto la lett.C) della presente a proposito di Emergenza Acqua per capire che non vi sono in modo alcuno presupposti di veridicità nelle affermazioni della Ditta.

Riduzione di emisione di CO2 ?
Afferma falsamente la Mirant:
- "raggiungimento degli obiettivi di Kyoto sulla riduzione dell'emissione di CO2 in atmosfera;l'impianto previsto immette in atmosfera,per ogni KWh prodotto,la metà del CO2 mediamente immessa per KWh dal sistema termoelettrico esistente";invero la realizzazione dell'impianto (si precisa che trattasi di un nuovo impianto,non certamente della riconversione da un vecchio impianto più nocivo ad uno meno nocivo) rappresenta un incremento assoluto nella produzione di gas serra,rimanendo nell'ambito regionale,in quanto lo stesso non viene proposto in sostituzione di impianti esistenti (vedere documento riportato di Medicina Democratica coi titoli " Note relative al progetto di centrale termoelettrica.." del 26-7-2001 e " Note preliminari relative al progetto di una centrale termoelettrica…"Agosto 2000).

-QUADRO di RIFERIMENTO PROGRAMMATICO:
OBBLIGO disatteso di:
una CONFERENZA PROGRAMATICA REGIONALE e di un PIANO ENERGETICO REGIONALE,oltre al Piano territoriale di Coordinamento e alla Conferenza di Servizio
provinciale suddetti.

Con riferimento alla interrogazione del'11-7-2001 del Consigliere Regionale Dino Marino (Allegato nr.. ),si rileva che " la Regione Puglia non ha un Piano energetico regionale pur in presenza di uno studio in tal senso finanziato dalla Comunità Europea,nell'ambito del POP 94/99,realizzato dal Politecnico di Bari e coordinato dai proff.D.Laforgia,U.Ruggiero e M.Trovato),….che in particolare in Capitanata risultano aver già iniziato l'iter di valutazione di impatto ambientale le seguenti aziende:Edison s.p.a.(Candela),Mirant Italia s.r.l.(già Southern energy) (S.Severo),Italcementi (Foggia),Sitel Sondel (Foggia e Serracapriola) e Fiat Energia (Foggia)…";….le analisi di impatto ambientale tengono in considerazione il singolo intervento e non l'insieme…..,sono in corso di autorizzazione altre centrali elettriche alimentate a turbogas sempre insistenti nel territorio della Capitanata(zona ASI Foggia e zona ASI Lucera)..".Il Consigliere Regionale conclude,come pare ovvio debba concludere anche un semplice cittadino,a maggiore ragione chi ha responsabilità di governo o comunque di programmazione,affermando: "..se non sia il caso di sospendere ogni procedimento autorizzativo in attesa dell'approvazione del Piano energetico regionale".
Appare in modo dirompente che tutti i progetti in atto vanno a innestarsi in una realtà regionale già caratterizzata da surplus energetico e con le conseguenze di un clamoroso e caotico processo di inquinamento destinato a impattare violentemente su un territorio che vive già gravissime problematiche occupazionali e ambientali,sicuramente aggravate da interventi che mortificheranno ulteriormente l'Agricoltura,il turismo e altre risorse vocazionali del territorio.
Ai progetti su citati va ad aggiungersi anche quello nel Comune di Rignano Garganico sempre dell'EDISON per una Centrale termoeletettrica da 760 MW.Anche in questo,progetto si legge che l'iniziativa è peraltro finalizzata allo sviluppo di un "futuro polo industriale".
Si allegano in modo esemplificativo solo alcuni progetti in Provincia di Foggia,ovvero:
- della EDISON per Rignano Garganico;
-della SONDEL per Serracapriola;
-della EDISON per Candela;
-della Econergia per S.Severo(in questo caso trattasi di impianto di produzione di energia
elettrica a CDR,tanto da per assommare inquinamento a inquinamento)VEDI ALLEGATI nr
….Ma invero l'impatto ambientale ,riferendoci a quanto afferma la stessa Mirant,come tutte le Aziende proponentisi per gli altri progetti citati,va calcolato anche in relazione a quello riveniente dai NUOVI POLI INDUSTRIALI facilitati dalle CENTRALI termoelettriche:dalla padella alla brace..

Se prendessimo per buono quanto tutti i progetti riferiscono sullo sviluppo industriale indotto dalle Centrali che dovrebbero insediarsi sul territorio della Capitanata,e quindi moltiplicassimo la ricaduta sul versante del fabbisogno di acqua da canalizzare alle industrie e sul versante dell'inquinamento ambientale,che si assommerebbe,vedremmo crescere,facendo semplici conti,esponenzialmente i rischi di completa desertificazione e di annientamento delle già poche risorse destinate all'Agricoltura oltre a dare sepoltura al turismo e alle altre aree vocazionali del territorio e al Parco Nazionale del Gargano,a parte infine i disagi e le conseguenze anche sull'uso civico dell'acqua,già razionata.

OBBLIGO di V.A.S.-valutazione ambientale strategica
In questa sede si evidenzia una altra palese omissione di ordine programmatico regionale e non solo,circa la mancata definizione della V.A.S.,con riguardo alla valenza del progetto in questione e alla regolamentazione vigente sui fondi strutturali ovvero sugli investimenti e sull'esigenza di definire strategie settoriali e territoriali capaci di promuovere uno sviluppo realmente sostenibile.Al proposito si rinvia all'ALLEGATO nr. " Linee guida per la valutazione ambientale strategica "-Fondi strutturali 2000-2006-Supplemento al mensile del Ministero dell'Ambiente -L'ambiente informa nr.9-1999.
L'obbligo della VAS,ovvero di una valutazione ambientale strategica,oltre alla V.I.A.,si impone,nel quadro degli obblighi comunitari e nazionali,in quanto l'impianto progettato a S.Severo,da inquadrarsi insieme agli altri previsti in Capitanata e in Puglia e al paventato
indotto processo selvaggio di industrializzazione,non concerne solo il territorio di
S.Severo e la sola centrale termoelettrica in questione,bensì tutte le problematiche di
impatto derivanti dalla co-presenza,ora progettuale,indi di fatto,di centrali termoelettriche
a Serracapriola,a Rignano Garganico,a Candela,per citarne alcune,tutte nel territorio della
Provincia di Foggia,nonché con riguardo all'associato riferito processo di Industrializza-
zione,alla carenza idrica,vera e propria calamità sotto gli occhi di tutti,al processo di
desertificazione,con le conseguenze sull'agricoltura e su altre risorse economiche-pro-
duttive del territorio,sulla qualità dell'aria,del suolo,del sottosuolo…,stante la co-presen-
za di diversi e interagenti fattori di inquinamento.Si rinvia alla lettura integrale del-
l'allegato citato.

CONTRASTO con AGENDA 21-Violazione degli obblighi derivanti

L'Amministrazione Comunale di S.Severo,nonostante abbia aderito all'Agenda 21(vedesi tra l'altro delibera di Consiglio Comunale nr. 104 del 21-12-2000 e atti precedenti e connessi),HA OMESSO di assicurare qualsivoglia forma di partecipazione e consultazione-informazione preventiva.Si badi bene che "uno dei prerequisiti fondamentali per raggiungere lo sviluppo sostenibile è la più ampia partecipazione nei processi decisionali"(AGENDA 21 Cap.23).L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE di S.SEVERO ha ritenuto pervicamente di omettere e disattendere volutamente il rispetto di questo prerequisto;basta leggere il resoconto del consiglio Comunale del 5-6-2001(ALLEGATO nr. ),in cui il Sindaco ed altri esponenti dell'amministrazione non hanno in alcun modo ritenuto di dover preliminarmente attivare,prima della ratifica dell'Accordo di programma,una consultazione delle associazioni richiedenti,senza considerare che già dall'estate 2000 si era omesso di riscontrare richieste di informazione e documentazione rivenienti da Medicina Democratica.Si segnala in particolare quanto riportato nella stesura del Consiglio Comunale del 5-6-2001 da pag.247 a pag.256 (intervento del Sindaco) anche per la supponenza,arroganza con cui si riferisce ai cittadini,agli obblighi di consultazione delle Associazioni,nei fatti insultando,apostrofando,ovvero con toni e contenuti completamente in contrasto con quelli derivanti dagli obblighi di cui all'adesione all'Agenda 21.
…salvo poi,a giochi avviati e fatti…..,dopo aver esibito i muscoli….,ovvero dopo l'approvazione dell'Accordo di programma citato…..dirsi a parole e comunque con modalità estemporanee ..disponibili al dialogo…A tal proposito si riporta di seguito il testo del comunicato-stampa del 20-7-2001,indi inviato al Sindaco di S.Severo(Prot.arrivo al Comune di S.Severo nr. 19274 del 27-7-2001-ALLEGATO nr. ) a cura del Coordinamento contro la Centrale termoelettrica,quali ANNOTAZIONI sulla sconcertante,irrituale e intempestiva modalità di attivazione delle procedure partecipative previste dall'Agenda 21 da parte del Comune di S.Severo il 20 luglio 2001,ovvero dieci giorni prima della scadenza dell'Inchiesta pubblica relativa al Progetto della Mirant:
"
COORDINAMENTO CONTRO LA CENTRALE TERMOELETTRICA
LEGAMBIENTE,MEDICINA DEMOCRATICA,i COMITATI per la tutela e la valorizzazione
del territorio e dell'Agricoltura di S.SEVERO,SERRACAPRIOLA, SAN PAOLO CIVITATE,
TORREMAGGIORE,CITTADINANZATTIVA/TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO,
S.Severo,27-7-2001
- Per sig. Sindaco-Comune di S.Severo

Oggetto:AGENDA 21 e Comune di S.Severo:Richiesta,ai sensi di L.241/90 e altra normativa di:
-sospensione con atto deliberativo delle procedure relative al progetto di Centrale termo-
elettrica della Mirant Italia ;
-trasmissione della documentazione citata nella delibera di Giunta Comunale nr.226 del 2-7-
2001,ricevuta in copia il 20-7-2001,nonché il relativo piano finanziario inerente la gestione dei
finanziamenti del Ministero dell'Ambiente per l'Agenda 21;
-modifica della delibera di G.C. nr. 226 del 2-7-2001,sulla base di ulteriori elementi,anche
documentali da acquisire e comunque in relazione ad una consultazione interna alle Associazioni;
-relazione sullo stato ambientale nel territorio di S.Severo;
-proposta scritta sull'articolazione del Forum,sulla regolamentazione interna

In data 20-7-2001 si è tenuto un incontro presso il Comune di S.Severo per avviare le attività della Agenda 21,a cui la Città di S.Severo ha aderito,non sappiamo precisamente da quanti anni.
L'Agenda 21 è il piano di Azione dell'ONU per la tutela dell'ambiente e lo sviluppo soste-nibile e impone come prerequisito fondamentale per raggiungere lo sviluppo sostenibile la più ampia partecipazione nei processi decisionali( Agenda 21 Cap.23);ancora la Carta di Aalborg (1994) ,documento che viene sottoscritto dalle città che si impegnano ad attuare a livello locale gli obiettivi di Agenda 21 locale impone di evitare ulteriori inquinamenti e prevenirli alla fonte.Tutto questo ipocritamente e arrogantemente non è stato rispettato dall'Amministrazione Comunale di S.Severo in ordine alla progettata Centrale termoelettrica.
Pertanto come Associazioni componenti del Coordinamento nel corso dell'incontro
abbiamo richiesto e riaffermiamo con la presente:
-la sospensione con atto deliberativo delle procedure relative al progetto di Centrale termo-elettrica della Mirant Italia e quindi anche della scadenza fissata al 30 luglio per la presentazione delle valutazioni di merito inerenti la Inchiesta Pubblica; tale atto è dovuto in coerenza all'Agenda 21 e al percorso informativo e di consultazione omesso da parte del Comune ne confronti dei cittadini e delle Associazioni,a parte il merito della questione,trattato in altra sede;
-la trasmissione della documentazione citata nella delibera di Giunta Comunale nr.226 del 2-7-2001,ricevuta in copia il 20-7-2001,nonché il relativo piano finanziario inerente la gestione dei finanziamenti del Ministero dell'Ambiente per l'Agenda 21;
- modifica della delibera di G.C. nr. 226 del 2-7-2001,sulla base di ulteriori elementi,anche documentali da acquisire e comunque in relazione ad una consultazione interna alle Associazioni,onde evitare forme di burocratizzazione,sprechi di risorse e puntare invece su modalità operative e progettuali che valorizzino adeguatamente le risorse e le vocazioni del territorio;
-la relazione sullo stato ambientale nel territorio di S.Severo,propedeutico a valutazioni,individuazione di priorità e impegni conseguenti da parte delle stesse Associazioni,fermo restando quanto detto in ordine alla Centrale termoelettrica;
-proposta scritta sull'articolazione del Forum,sulla regolamentazione interna,sui temi e gruppi di lavoro,a cui ci s'impegna,una volta ricevuta la proposta,a dare riscontro entro sette giorni,dopo aver attivato una consultazione interna.
Attendiamo il riscontro su quanto richiesto e proposto,evidenziando ancora una volta l'esigenza di partire con l'Agenda 21,dopo anni di ritardo e di "silenzio" su di essa, nonostante l'adesione formale data dal Comune,col piede giusto ovvero con l'adozione della delibera di sospensione dell'iter procedurale relativo alla Centrale termoelettrica,altrimenti rileveremmo il solito comportamento di chi predica bene e razzola male."
Il Portavoce p.t. del Coordinamento
Tonino d'Angelo
Recapito:Via Cantatore 32/N ;71016 S.Severo-Fax 0882 228156;e mail:toninodangelo@libero.it "


DELIBERAZIONE della GIUNTA REGIONALE-2001 ad oggetto "URB/DEL/2001/00031-LL.RR.34/94-8/98-Accordo di Programma per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato 1x400 MW per la produzione di energia elettrica nel Comune di San Severo (Fg) ":illegittimità,irritualità,omissioni..

A parte le considerazioni già esposte nel presente documento e il riferimento alla V.A.S.,si riportano ulteriori motivazioni ,a reiterazione e integrazione di quanto
riportato :

-Nullità per irritualità e illegittimità della delibera di G.R. relativa a " Accordo di
programma per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato 1 x 400 MW per
la produzione di energia elettrica nel comune di S.Severo",in contrasto e dispregio di
quanto richiamato nel decreto legislativo nr. 267/2000 e nel dec.leg.vo 334/1999,e nella
L.142/90 e nella l.241/90 e altra normativa connessa;

Si reitera e rinvia infine,per una disamina cogente a quanto sopra detto a proposito di:
-Aspetti di rilevanza Istituzionale(rif.lett.A),Elementi a base di una Conferenza di servizio(rif.lett.C),OBBLIGO di una CONFERENZA di SERVIZIO e di ACCORDI di PROGRAMMA coinvolgenti tutte le Amministrazioni e gli Enti interessati,aperti alla partecipazione dei cittadini e delle Associazioni(rif.lett. D),Omissioni e abusi(rif.lett.E),Quadro di riferimento programmatico e di altri elementi sopra riportati integrativi.

ANALOGIE con analoga vicenda relativa a progetti di Centrali elettriche
a gas metano della Southern Company e di altre Aziende,che ha visto coinvolti i
Comuni di Crevalcore,Sala Bolognese,Sant'Agata Bolognese,San Giovanni in
Persicelo,Finale Emilia,Codigoro,Ostellato(Emilia Romagna).
Si riportano in allegato(ALLEGATO nr.. ) documenti relativi alla vicenda da cui risulta,dopo una serie di vicissitudini e la mobilitazione popolare contro i relativi insediamenti,il riferimento obbligatorio preliminare,deciso dai Sindaci interessati,dalla stessa Provincia di Bologna,con riguardo altresì a interpellanza dei Consiglieri Regionali di Alleanza Nazionale e di altri consiglieri,all'adozione da parte della Regione Emilia e Romagna del Piano Energetico Regionale,"al fine di determinare il reale fabbisogno di energia elettrica e bloccare un 'eventuale "proliferazione selvaggia" di centrali elettriche sul proprio territorio,impegnando la Giunta all'adozione del Piano energetico regionale e affinché,fino alla adozione di tale piano,i Comuni non concedano autorizzazioni ad insediamenti di impianti produttori di energia elettrica"(cfr.risoluzione del Consiglio Regionale proposta dai Consiglieri Regionali di Alleanza Nazionale).
Evidente il parallelismo con la situazione pugliese e con il progetto in questione.

PROBLEMI di IMPATTO AMBIENTALE-SANITARIO:Schede

Si riportano alcune schede sintetiche,di fonte istituzionale,sugli inquinanti relativi alla Centrale termoelettrica oggetto della presente(Allegato nr…. )

CONCLUSIONI ULTERIORI
Per quanto sopra,
-in considerazione degli ASPETTI FORMALI-PROCEDURALI,nonché ISTITUZIONA-
LI su evidenziati,nonché degli ASPETTI SCIENTIFICI ( IMPATTO AMBIENTALE..),
si riportano di seguito anche i motivi di ordine giuridico,riepilogati per capoversi,come risultano dai contenuti e allegati della presente,ostativi della realizzazione della Centrale in questione,oltre quelli già riportati nei documenti di Medicina Democratica e in altra parte del presente documento:
1) Eccesso di potere-Difetto di istruttoria-Omesso esame dei presupposti giuridici e di fatto delle determinazioni adottate e degli atti specifici-Violazione di legge e omesso esame del complessivo quadro normativo su citato.
2) Eccesso di potere-Violazione di legge-Illegittimità-Violazione della Normativa statale e Regionale;
3) Violazione di legge-Incompetenza-Eccesso di potere;
4) Eccesso di potere per errata e falsa individuazione di presupposti-Illegittimità.
5) Eccesso di potere-Motivazione apparente sufficiente e contraddittoria-Violazione di legge L.241/'90;
6) Difetto di motivazione-Eccesso di potere-Motivazione apparente e contraddittoria per altri profili-Eccesso di potere per sviamento.

SI RAPPRESENTA infine che:
- della vicenda in oggetto è stata interessata la Commissione Europea già con nota di Medicina Democratica del (Allegato nr. ) e che si è avuto riscontro con nota del………. ( Allegato nr. );


 

 

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