TEORIA UNIFICATA della FISICA già nel XVIII secolo. |
Ruggero
Boscovich (nato il 18/05/1711 a Dubrovnik, Croazia, morto a Milano,
Italia, il 13/02/1797) è stato uno scienziato anacronistico della storia
della scienza. Proprio
a quel tempo la fisica era influenzata da Newton, ma Boscovich segui in
quella tematica, linee ideologiche in opposizione a quelle allora
correnti. Egli fu un personaggio molto avanti rispetto alle conoscenze
della fisica dell’epoca, tant’è che formulò una teoria unificata
della fisica che combinava la scala microscopica con quella macroscopica;
quella teoria è simile, a quella moderna chiamata delle “super
stringhe”. La
sua teoria è basata sul principio che tutti i fenomeni originano dalle
configurazioni spaziali e le relative collocazioni di identiche particelle
puntiformi che interagiscono a coppie sotto una legge oscillatoria
(vibratoria) che determina le loro relative accelerazioni. Questo
principio nella sua teoria riduce le azioni esistenti in natura ad una
singola legge, ma la sua teoria non riscuotendo l’interesse dei fisici
di successo di allora, perché contraddiceva ciò che loro affermavano ed
insegnavano…..fu estromessa ed omessa, da allora, dalla storia della
fisica detta impropriamente ortodossa. Il
Boscovich parla di particelle fisiche puntiformi, che lui chiama in latino
“Puncta” (la sua teoria è stata scritta in latino). Definendo altre
caratteristiche di ciò che oggi possiamo definire come campi di
particelle elementari associati ad una lunghezza che appare sotto certi
aspetti come minima e chiamata prossimamente “raggio della
particella”. Egli diceva: “trattate tutti i raggi finiti come
proprietà non di singole entità costituenti, ma delle leggi di
interazione fra due corpi”. Ciò
suggerisce che la fisica dovrebbe smettere di associare i raggi con le
particelle singole e considerare soltanto le coppie o le serie
interagenti; in altre parole, la fisica basata su un “punto
perfettamente indivisibile e non esteso” trattato come un persistente
centro di interazione quasi materiale, oggi definibile come: in potenza
d’essere materia. Tutti
i “Puncta” sono identici; la massa di ogni corpo è semplicemente un
numero ovvero la somma dei Puncta che contiene; egli afferma che “questo
è solo un numero ordinario che può essere contato, non una quantità
dimensionale che deve essere misurata in termini di unità estese, come
spazio e tempo”. Egli
sostituiva, con l’eliminazione della massa newtoniana come una quantità
primaria, con una base cinematica (oggi diremmo virtuale). Non
solo ma i puncta (particelle puntiformi visuali - ovvero non esistenti)
essendo in eterna e potenziale, virtuale vibrazione, quando interagiscono
lo fanno a “coppie” (due) bi-puncta avviluppati nel primo insieme
materiale, perché nella sua teoria sono solo le coppie di puncta che
appaiono come esistenti. Considerando
lo spazio, il tempo, la massa come dimensioni, ogni punto è dunque
definito da 5 dimensioni, quindi il bi-puncta ha 10 dimensioni; con soli 2
bi-puncta
si definisce, per esempio una linea che è un oggetto ad una
dimensione. Con
questa teoria egli formulava una teoria a 10 dimensioni costruita su
oggetti fondamentali
che oggi chiameremmo “stringhe”. E’ noto che la teoria della
relatività di Einstein non si combina con la teoria dei quanti.
Sicuramente essa è errata, come giustamente Einstein sosteneva: “…la
mia opinione è che la teoria dei quanti non sembra in grado di produrre
un fondamento utilizzabile per la fisica: ci si trova coinvolti in
contraddizioni se si cerca di considerare la descrizione teoria dei quanti
come una descrizione completa del sistema fisico individuale o degli
eventi”. Sarebbe
una buona idea quella di iniziare a riqualificare questa teoria e darle il
lustro e l’onore che merita al fisico R. Boscovich, per aver già nel
1700 potuto formulare una semplice ma omnicomprensiva teoria unitaria. Ma
i moderni fisici, dicono che l’unificazione nella “teoria del tutto”
è molto difficile; loro di fatto NON sono in grado di raggiungerla; essi
stanno cercando una teoria molto più complicata di quella semplice del
Boscovich. Ma
come disse Heisemberg: “perfino per un fisico, la descrizione, in
linguaggio semplice, sarà un criterio del grado di comprensione che è
stato raggiunto”. Ed
Einstein disse: “molte delle idee fondamentali della scienza sono
estremamente semplici e di norma possono essere espresse in un linguaggio
comprensibile a chiunque”. Quindi
la semplicità della teoria del Boscovich soddisfa i criteri di questi due
scienziati ! (Tratto
dai lavori di Roger Anderton www.einsteincospiracy.co.uk
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