"E
l'anima mia si addolora per le anime degli uomini, poiché essi sono
ciechi nel cuor loro e non vedono"
- Detto di Gesù, (dal Papiro di
Oxyrhynchus.)
Epifanio, vescovo di Salamina in Cipro (IV
sec.D.C.) , sostiene che i primi Cristiani erano chiamati Iessaei (da
Iesse, padre di Re Davide,supposto antenato di Gesù) o Nazirei e
produssero un "Evangelo secondo gli Ebrei" molto diverso dai
Sinottici del Canone (1): il perduto Protomatteo o "Fonte
Q".L'apologista Giustino Martire (circa 140-160 D.C.) scrisse il
"Syntagma" (Compendio) contro le eresie, purtroppo scomparso.
Dalle opere di Giustino che ci rimangono sembra che le Memorie Degli
Apostoli cui fa riferimento non fossero identiche ai nostri quattro
Vangeli canonici (1).
I Vangeli sono il frutto di un lungo lavoro
redazionale , svolto più con un intento catetetico, in
modo da venire incontro alle esigenze sociali e di culto delle prime
comunità cristiane, che propriamente storico (2) e non possono essere
considerati biografia nel senso moderno del termine (3).
Il Vangelo di Giovanni pare sia stato
composto ad Efeso dal maestro gnostico Cerinto, come ad esempio sostiene
nel II secolo Gaio, presbitero di Roma (4)
Senz'altro i Vangeli stavano
assumendo la loro forma attuale proprio nel II secolo: si presume quindi
che l'opera di Giustino sulle eresie facesse troppa luce su tutte le
controversie che vi furono nelle comunità cristiane primitive in merito
al Canone delle Sacre Scritture, perché se ne volesse ancora fare uso (1).
Un'altra delle designazioni dei Nazirei era quella di EBIONITI (Ebìonìm)
o "Poveri Uomini", dall'ebraico "Ebion" che significa
appunto "Povero" (un titolo che tra l'altro si attribuivano
anche gli Esseni ). Il termine "Ebion", secondo Renan, fu un
sinonimo di "Santo" e "Amico di Dio"; il nome di
Ebioniti fu per lungo tempo quello dei cristiani giudaizzanti della
Batanea e dell'Horan (regioni ad est della Galilea), che restarono fedeli
ai primitivi insegnamenti di Gesù, affermando di avere tra di loro i
discendenti della Sua Famiglia (5).
Gli Ebioniti speravano in una specie di rivoluzione sociale che avrebbe
innalzato il povero al disopra del ricco(1), sostenendo che "solo i
poveri saranno salvati" (5). Consideravano Gesù un uomo perfetto, un
grande Maestro, figlio carnale di Maria e Giuseppe, che divenne profeta e
Cristo (Unto) al Suo Battesimo, quando in Lui discese lo Spirito (1). Gesù
sarebbe ritornato come Messia e Re per instaurare sulla Terra un regno
millenario di pace, giustizia e prosperità coadiuvato dagli Eletti di
Israele (1).
Edoardo Schurè (1841-1924) sostiene che
Gesù divenne Figlio di Dio all'atto del Battesimo, quando la colomba,
simbolo del Femminino Celeste, o Spirito santo, si librò sul Suo capo e
aggiunge che nel primitivo Vangelo Ebraico e nei primi Sinottici si
leggeva in merito all'episodio: "Questi è il mio Figlio
prediletto.Oggi Io l'ho generato", cui più tardi si sostituì
"in cui ho messo tutto il mio affetto" (6).
L'Ebionismo conservò la tradizione dei
primi convertiti dall'insegnamento pubblico di Gesù, basandosi su una
raccolta dei Suoi Detti; Egli era sì il Cristo, ma tali sarebbero stati
tutti coloro che avessero, come Lui, adempiuto la Legge (la Torah) e
Paolo di Tarso si scontrò con esso nel suo sforzo di uscire
dall'esclusivismo giudaico gentilizzando il Cristianesimo (1).
Gli Ebioniti, che evidentemente non avevano
alcun concetto trinitario della Divinità, affermavano l'assoluta unità
di Dio e l'umanità assoluta di Gesù, l'unità della Creazione, la totale
priorità della Legge, in quanto espressione perfetta della volontà di
Dio, aborrivano Paolo che consideravano un apostata per le sue posizioni
rispetto all'osservanza della Legge da parte dei pagani convertiti (7) e
perché predicava una nuova dottrina, diversa da quella originaria, più
adatta al mondo pagano. Prevalse poi la tesi paolina che considerava la
Legge superata dalla Grazia e gli Ebioniti si separarono dal resto della
comunità che si adeguò alle decisioni di Paolo e del suo cosmopolitismo;
tra le loro guide rimasero Giacomo, il fratello del Signore (4) e Simon
Pietro, che secondo antichi testi non andò mai a Roma (tesi portata
avanti in funzione anti-Cattolica da Voltaire (8) e da frange pentecostali
del protestantesimo americano) ma predicò solo in Oriente (1).
Gli Atti Degli Apostoli vennero compilati proprio per riconciliare il
disaccordo tra Pietro e Paolo, selezionando e unendo insieme vari Atti più
o meno leggendari (1) e per dimostrare una inesistente continuità di
Paolo e della Chiesa con Cristo e gli Apostoli, rendendo le divergenze
meno gravi di ciò che in realtà furono
(4).
Alla fine del II secolo "gli Ebioniti",scrive Renan,
"rimasti estranei alla vita delle altre chiese, sono dichiarati
eretici e per spiegare il loro nome si inventa un preteso eresiarca di
nome Ebion"(5).
Eusebio di Cesarea (ca. 265-ca. 340)
riferisce nella sua "Storia Ecclesiastica" che i discendenti di
Cristo,o Desposyni (gente del Maestro), furono a capo di diverse chiese
basandosi su una rigida successione dinastica; nel 318 otto loro capi
incontrarono personalmente l'allora vescovo di Roma (papa Silvestro) nel
Palazzo Laterano, per chiedergli di revocare le nomine dei vescovi di
Gerusalemme, Antiochia, Efeso ed Alessandria per affidarle a membri del
loro gruppo, nonché a considerare legittima Chiesa Madre quella di
Gerusalemme. Le loro richieste furono naturalmente respinte con la
motivazione che ormai la Chiesa Madre era a tutti gli effetti quella di
Roma e solo essa aveva l'autorità di nominare i suoi vescovi (9).
Tra l'altro i Nazirei non conoscevano per niente il racconto dell'infanzia
di Gesù a Nazareth, che venne elaborato più tardi(1): la cittadina
infatti non è menzionata negli scritti degli storici e dei geografi prima
del III secolo e il termine "Nazareno" deriva dall'ebraico
"Nazir" ,che significa "puro", "consacrato a
Dio" (nell'Antico Testamento è ben descritto il voto di Nazireato in
Numeri 6,1-21 e in Giudici 13,1-7), perciò non si può escludere che il
nome di Nazareth sia stato usato successivamente per giustificare un
appellativo non più compreso dopo il distacco del Cristianesimo dal
Giudaismo (10), o si trattò di un trucco per dissociare il Messia paolino
da quello nazireo (4). Secondo Marcello Crateri "Nazareno"
potrebbe anche derivare da "Natzar" (segreto,nascosto) o da
"Nèzer" (ramo, rampollo – della Casa di Davide ?) o da Nasayà
(protetto da Dio), ma non certo da Nazareth "che pare non esistesse
nemmeno ai tempi di Gesù" (11).
Gli Ebioniti, la cui dottrina riuscì ad estendersi fino alla Persia e ad
essere nonostante tutto molto influente in Palestina e Siria,
soppravvissero fino al IV secolo assimilando concezioni gnostiche (1).
Molti insegnamenti nazareni furono recepiti dai Nestoriani , dalla Chiesa
Celtica e da varie sette mediorientali (9).
Bibliografia:
(1) G.R.S. Mead "Gnosticismo e Cristianesimo delle
origini" (Melita)
(2)
Enciclopedia Della Letteratura ,vol.8, voce
"Vangeli" (De Agostini)
(3)
Hegel "Vita di Gesù",introduzione del prof. Paolo
Miccoli (Newton)
(4)
David Donnini "Nuove Ipotesi su Gesù" (MacroEdizioni)
(5)
Ernest Renan "Vita di Gesù" (Newton)
(6)
Edoardo Schurè "Il Sogno Della Mia Vita" (Laterza)
(7)
Umberto Delle Donne "La Torre DiArgilla" (Filadelfia
Editrice)
(8)
Voltaire "Dizionario Filosofico"
(Newton)
(9) M.Baigent/R.Leigh/H.Lincoln "L'eredità messianica"
(Marco Tropea Editore)
(10)
Enciclopedia Nuovissima, vol.III, voce "Gesù
Cristo"
"
" , vol.IV, voce
"Nazareth"
(Il) Calendario Del Popolo)
(11)
"I Vangeli Apocrifi", a cura di Marcello Craveri (CDE).
Da:
alberto sordi [mailto:loziraq@yahoo.it]
Inviato:
venerdì 15 giugno 2001 23.50 - A:
il13moapostolo@yahoogroups.com
-
Cc: loziraq@yahoo.it - Oggetto: [il13moapostolo] invio ricerca sui primi cristiani e
s.paolo
EBIONITI (dall'ebraico i “poveri”). Così veniva
chiamato il più antica gruppo di ebrei cristiani (conosciuti anche come
"asceti poveri"), gli altri erano i Nazareni, da Nazir. Questo
era il loro nome prima che venissero definiti "cristiani". Molti
dei parenti di Yashouè (Gesù) facevano parte di questo gruppo.
Questi giudeocristiani che negavano la “divinità” di Gesù.
Durante la Guerra Giudaica, si rifugiarono ad est del Giordano. La loro
dottrina è racchiusa in un vangelo, detto vangelo degli Ebioniti. Erano
vegetariani e naturisti, negavano,
giustamente, la nascita verginale di Gesù.
ESSENI
(dall'ebraico "asa o terapeuta”, od anche i "pietosi")
Una setta di Ebrei alquanto misteriosa insediata presso il mar Morto.
Pare che fossero i veri e primitivi cristiani, anche il titolo di
"fratello" usato dalla chiesa primitiva, pare che provenga
da loro. Gli Esseni costituivano una comunità dove vi era molta armonia e
fraternità.
Gesù stesso ha vissuto tra loro diversi anni della sua vita. Erano
anch’essi vegetariani (tendenzialmente crudisti), praticavano ed
insegnavano la Medicina Naturale: abluzioni, bagni giornalieri, clisteri,
digiuni, fitoterapia, fangoterapia, iridologia, ecc.
Questo gruppo ebraico (in seguito giudeo-cristiani) che ebbe vita dal 150
a.C. al 70 d.C. Si ritirarono nel deserto, vivendo in comunità nella
stretta osservanza della loro Legge, che era diversa da quella delle
autorità di Gerusalemme.
Nella Bibbia, che noi conosciamo, non sono menzionati. Sappiamo di loro da
Giuseppe e da Filone (filosofo ebreo vissuto a Alessandria).
Si ritiene che, ai tempi di Gesù, gli esseni fossero circa 4000. Tra le
loro comunità, la più famosa è quella di Qumran, zona collinosa del
deserto vicino al mar morto nelle cui grotte sono stati ritrovati i famosi
papiri del mar Morto, scritti dai quali si evincono le antiche credenze
dei veri giudeo cristiani del tempo di Gesù.
Links:
http://digilander.iol.it/albertosordifreeart/gli%20ebioniti.htm
http://spazioweb.inwind.it/bravo/qumran/files/giudeo_crist.htm
http://digilander.iol.it/maximusmagnus/Gnosi/ebioniti.htm
http://diaframma64.supereva.it/files/7q5.htm?p
http://www.viveremeglio.org/esoteris/glossari/0-glossa.htm
http://www.esonet.org/dizionario
ll
Tredicesimo Apostolo - http://digilander.iol.it/sabato/libro.exe
Oltre 300 pagine contenenti tutte le ricerche e le dimostrazioni esposte
sul sito, citazioni dirette dei passi originali in modo da facilitare la
lettura.
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