GLI
EBIONITI. |
"E
l'anima mia si addolora per le anime degli uomini, poiché essi
sono ciechi nel cuor loro e non vedono" - Detto di Gesù, Papiro di
Oxyrhynchus.
Dalle
opere di Giustino che ci rimangono sembra che le Memorie Degli Apostoli
cui fa riferimento non fossero identiche ai nostri quattro Vangeli
canonici(1). I
Vangeli sono il frutto di un lungo lavoro redazionale, svolto più con
un intento catetetico, in modo da venire incontro alle esigenze sociali
e di culto delle prime comunità cristiane, che propriamente storico(2)
e non possono essere considerati biografia nel senso moderno del termine
(3). Il
Vangelo di Giovanni pare sia stato composto ad Efeso dal maestro
gnostico Cerinto, come ad esempio sostiene nel II secolo Gaio,
presbitero di Roma (4). Senz'altro
i Vangeli stavano assumendo la loro forma attuale proprio nel II secolo:
si presume quindi che l'opera di Giustino sulle eresie facesse troppa
luce su tutte le controversie che vi furono nelle comunità cristiane
primitive in merito al Canone delle Sacre Scritture, perché se ne
volesse ancora fare uso(1). Un'altra
delle designazioni dei Nazorei era quella di EBIONITI (Ebìonìm) o
"Poveri Uomini", dall'ebraico "Ebion" che significa
appunto "Povero" (un titolo che tra l'altro si attribuivano
anche gli Esseni ). Il termine "Ebion", secondo Renan, fu un
sinonimo di "Santo" e "Amico di Dio"; il nome di
Ebioniti fu per lungo tempo quello dei cristiani giudaizzanti della
Batanea e dell'Horan (regioni ad est della Galilea), che restarono
fedeli ai primitivi insegnamenti di Gesù, affermando di avere tra di
loro i discendenti della Sua Famiglia (5). Gli
Ebioniti speravano in una specie di rivoluzione sociale che avrebbe
innalzato il povero al disopra del ricco(1), sostenendo che "solo i
poveri saranno salvati" (5). Consideravano Gesù un uomo perfetto,
un grande Maestro, figlio carnale di Maria e Giuseppe, che divenne
profeta e Cristo (Unto) al Suo Battesimo, quando in Lui discese lo
Spirito (1). Gesù sarebbe ritornato come Messia e Re per instaurare
sulla Terra un regno millenario di pace, giustizia e prosperità
coadiuvato dagli Eletti di Israele(1). Edoardo
Schurè (1841-1924) sostiene che Gesù divenne Figlio di Dio all'atto
del Battesimo, quando la colomba, simbolo del Femminino Celeste, o
Spirito santo, si librò sul Suo capo e aggiunge che nel primitivo
Vangelo Ebraico e nei primi Sinottici si leggeva in merito all'episodio:
"Questi è il mio Figlio prediletto.Oggi Io l'ho generato",
cui più tardi si sostituì "in cui ho messo tutto il mio
affetto" (6). L'Ebionismo
conservò la tradizione dei primi convertiti dall'insegnamento pubblico
di Gesù , basandosi su una raccolta dei Suoi Detti; Egli era sì il
Cristo, ma tali sarebbero stati tutti coloro che avessero, come Lui,
adempiuto la Legge (la Torah) e Paolo di Tarso si scontrò con
esso nel suo sforzo di uscire dall'esclusivismo giudaico gentilizzando
il Cristianesimo (1). Gli
Ebioniti, che evidentemente non avevano alcun concetto trinitario della
Divinità, affermavano Gli
Atti Degli Apostoli vennero compilati proprio per riconciliare il
disaccordo tra Pietro e Paolo, Alla fine del II secolo
"gli Ebioniti", scrive Renan, "rimasti estranei alla vita
delle altre chiese, sono Tra
l'altro i Nazorei non conoscevano per niente il racconto dell'infanzia
di Gesù a Nazareth, che venne elaborato più tardi(1): la cittadina
infatti non è menzionata negli scritti degli storici e dei geografi
prima del III secolo e il termine "Nazareno" deriva
dall'ebraico "Nazir" ,che significa "puro",
"consacrato a Dio" (nell'Antico Testamento è ben descritto il
voto di Nazireato in Numeri 6,1-21 e in Giudici 13,1-7), perciò non si
può escludere che il nome di Nazareth sia stato usato successivamente
per giustificare un appellativo non più compreso dopo il distacco del
Cristianesimo dal Giudaismo (10), o si trattò di un trucco per
dissociare il Messia paolino da quello nazoreo(4). Secondo Marcello
Crateri "Nazareno" potrebbe anche derivare da "Natzar"
(segreto, nascosto) o da "Nèzer" (ramo, rampollo – della
Casa di Davide?) o da Nasayà^ (protetto da Dio), ma non certo da
Nazareth "che pare non esistesse nemmeno ai tempi di Gesù"(11). Gli
Ebioniti, la cui dottrina riuscì ad estendersi fino alla Persia e ad
essere nonostante tutto molto influente in Palestina e Siria,
sopravvissero fino al IV secolo assimilando concezioni gnostiche(1). Molti
insegnamenti nazareni furono recepiti dai Nestoriani , dalla Chiesa
Celtica e da varie sette Bibliografia: (2)
Enciclopedia Della Letteratura ,vol.8, voce
"Vangeli" (De Agostini) (3)
Hegel "Vita di Gesù",introduzione del prof. Paolo
Miccoli (Newton) (4)
David Donnini "Nuove Ipotesi su Gesù" (MacroEdizioni) (5)
Ernest Renan "Vita di Gesù" (Newton) (6)
Edoardo Schurè "Il Sogno Della Mia Vita" (Laterza) (7)
Umberto Delle Donne "La Torre DiArgilla"
(Filadelfia Editrice) (8)
Voltaire "Dizionario Filosofico"
(Newton) (9)
M.Baigent/R.Leigh/H.Lincoln "L'eredità
messianica" (Marco Tropea Editore) (10)
Enciclopedia Nuovissima, vol.III, voce "Gesù
Cristo"
"
" , vol.IV, voce
"Nazareth" (Il Calendario Del Popolo) (11)
"I Vangeli Apocrifi", a cura di Marcello Craveri (CDE). |