Nel
XVII secolo i missionari gesuiti che tornavano dalla regione attorno ai
fiumi Eufrate e Tigri, nell'odierno Iraq, raccontarono dell'esistenza di
una setta definendola «Cristiani di San Giovanni». Nonostante vivessero
tra i musulmani e fossero circondati dagli arabi, aderivano a una forma di
cristianesimo in cui era centrale la figura di Giovanni Battista. I loro
riti si imperniavano sul battesimo, non solo come cerimonia per accogliere
un nuovo membro nella congregazione, ma come momento significativo in
tutti i riti.(1) «Quando
Gesù vi opprime, dite: “Noi apparteniamo a te”. Ma non sia così nei
vostri cuori, non negate la voce del vostro Maestro, l'alto Re della Luce,
perché al falso Messia non è stato rivelato il mistero».(2) Oggi
questa comunità è presente nel Sud dell'Iraq e nel Sud-Ovest dell'Iran,
identificata con il nome di mandei. È un gruppo profondamente religioso e
pacifico, la cui fede proibisce la guerra e lo spargimento di sangue. Nel
1978 ammontavano a poco meno di 15 000 persone, ma dopo la persecuzione
ordinata da Saddam Hussein dopo la Guerra del Golfo possono essersi quasi
estinti; la situazione politica in Iraq rende impossibile una stima
attendibile.(3) «Mandei»
significa letteralmente «gnostici» (dall'aramaico “manda”, gnosis)
ed è termine che si riferisce propriamente solo ai laici, anche se viene
spesso applicato a tutta la comunità. I sacerdoti sono chiamati «nazorei».
Fino al 1880 nessuno aveva studiato seriamente i mandei: gli studi più
approfonditi sono ancora oggi quelli compiuti da Ethel Stevens (più tardi
sposata Drower) negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra
mondiale. Vincendo la loro motivata riservatezza e diffidenza, la Drower
riuscì a farsi esporre i punti fondamentali delle loro dottrine, i fatti
più importanti della loro storia e a prendere visione dei papiri segreti
contenenti i loro testi sacri. Raccolse
anche una documentazione fotografica dei loro riti e copie dei libri
sacri. (Nel XIX secolo studiosi tedeschi e francesi avevano cercato
inutilmente di rompere quel muro di segretezza.) Ma è certo che molti
segreti dei mandei restano tuttora tali per gli estranei. I
mandei hanno molti testi sacri, il più importante dei quali è il "Ginza"
(Tesoro), chiamato anche Libro di Adamo. Altri testi significativi sono il
"Sidra d'Yahia" o "Libro di Giovanni" (a volte anche
"Libro dei re") e lo “Hawan Gawaita", che è una storia
della setta. Il "Ginza" risale almeno al VII secolo d.C., mentre
il "Libro di Giovanni" sembra sia stato compilato
successivamente. In quest'ultimo testo Giovanni Battista è identificato
con due nomi: "Yohanna" (cioè mandeano) e "Yahia", il
nome arabo con cui appare nel Corano. L'uso frequente del nome arabo
indicherebbe che il libro fu scritto dopo la conquista musulmana della
regione attorno alla metà del VII secolo, ma contiene anche brani più
antichi. La questione importante è quanto antichi siano. Di
solito si pensava che i mandei avessero scritto il "Libro di
Giovanni", e descritto il Battista come profeta, per evitare la
persecuzione musulmana, che tollerava, ossia non giudicava pagani, solo i
popoli che aderissero a una religione implicante un libro sacro e un
profeta. Tuttavia
i mandei appaiono nel Corano sotto il nome di «sabei», il che significa
che erano noti anche prima del VII secolo.
Nel XIV secolo comunque furono quasi annientati dai dominatori
islamici. La
regione in cui i mandei abitano oggi è l'ultima tappa di un lungo esilio,
costantemente segnato da persecuzioni. Le loro leggende, e gli studi
moderni, mostrano che venivano dalla Palestina, da cui furono esiliati nel
I secolo d.C. Nel corso dei secoli successivi si spostarono verso est e
verso sud. Oggi
restano solo pochi rappresentanti di una religione che fu molto diffusa. La
religione dei mandei è, francamente, un confuso guazzabuglio; nel loro
impianto teologico sono mescolati elementi di giudaismo
vetero-testamentario; di gnosticismo eretico, di cristianesimo e di
credenze iraniane dualistiche. È difficile accertare quali fossero le
loro originali convinzioni, anche perche gli stessi mandei sembrano averle
dimenticate. Tuttavia
analisi minuziose hanno permesso agli studiosi di formulare alcune
ipotesi, interessanti soprattutto per quanto riguarda la figura di
Giovanni Battista. I
mandei rappresentano la sola religione gnostica sopravvissuta nel mondo:
le loro idee sull'universo, la creazione e gli dei sono chiaramente
gnostiche. Essi credono in una gerarchia di dei e semidei, maschi e
femmine, con una netta divisione .tra gli spiriti della luce e quelli
delle tenebre. L'essere
supremo, creatore dell'universo e delle divinità minori, ha vari nomi,
che si possono tradurre come «Vita», «Mente» o «Re della Luce». Egli
creò cinque «esseri della luce» che automaticamente originarono cinque
opposti esseri delle tenebre. (La sottolineatura sulla luce è tipicamente
gnostica: praticamente ogni pagina del Pistis Sophia usa questa metafora. Per
gli gnostici «essere illuminati» significa «entrare nel mondo della
luce».) Come negli altri sistemi gnostici, questi semidei crearono e
governano l'universo materiale e la terra. Anche il genere umano fu creato
da un semidio che, a seconda delle varie versioni del mito, prende il nome
di Hiwel Ziwa o Ptahil. I primi uomini fisici furono Adamo ed Eva, Adam
Paghia e Hawa Paghia, con degli opposti «occulti» in Adam Kasya e Hawa
Kasya. I mandei credono di essere discesi da due genitori delle coppie
opposte: Adam Paghia e Hawa Kasya. «[...]
la terra è come una donna e il cielo come un uomo, perche esso rende la
terra feconda» (4) Per
i mandei il celibato è un peccato, e gli uomini che muoiono senza aver
contratto matrimonio sono condannati alla reincarnazione. Tranne che in
questo caso, i mandei non credono nel ciclo della rinascita: alla morte
l'anima ritorna al mondo della luce da cui era venuta, ed è aiutata nel
suo cammino con preghiere e cerimonie che ricordano gli antichi riti
funebri egizi. La
religione permea ogni aspetto della vita quotidiana dei mandei, ma il
sacramento chiave è il battesimo, che caratterizza anche i matrimoni e i
funerali. I battesimi si compiono per immersione completa in piscine
appositamente costruite e collegate a un fiume chiamato «Giordano». Il
rituale comporta una serie di strette di mano tra sacerdoti e battezzati.
Il giorno sacro è la domenica. Le comunità sono rette da sacerdoti, che
prendono anche il titolo di «re» (malka), ma alcuni compiti religiosi
possono essere svolti anche dai laici. Il sacerdozio è ereditario e
prevede tre gradi: sacerdoti ordinari, chiamati «discepoli» (tarmide),
vescovi, e un «capo del popolo». Da
più di un secolo nessuno è stato ritenuto degno di ricoprire questo
ruolo. I
mandei considerano il Battista come uno dei più importanti capi della
loro setta, ma affermano di esistere da molto tempo prima del Battista.
Inoltre, sostengono di aver lasciato la Palestina nel I secolo d.C.,
provenendo da una regione montagnosa che chiamano Tura d'Madau, non ancora
localizzata dagli studiosi. Dopo
l'abbandono della Palestina i mandei vissero nelle terre dei parti e in
Persia sotto il governo dei Sassanidi, ma si stabilirono anche nella città
di Harran che, come vedremo, ha particolare rilevanza in questa ricerca. I
mandei non hanno mai affermato che Giovanni Battista fosse il loro
fondatore o che avesse istituito il battesimo. Ne lo considerano superiore
a un qualunque capo della loro setta, un "nasurai" (adepto). Affermano
che anche Gesù era un "nasurai", ma divenne «un ribelle
eretico che portò gli uomini fuori dalla retta via e tradì le dottrine
segrete [ ...]»(9) Il
"Libro di Giovanni" racconta la storia di Giovanni e di Gesù.
La nascita di Giovanni è annunciata in sogno e indicata dall'apparizione
di una stella che rimane sospesa sopra Enishbai (Elisabetta). Il
padre di Giovanni è Zakhria (Zaccaria), anziano e senza figli, come nel
racconto del Vangelo. Dopo
la nascita del bambino i giudei complottano contro di lui, per cui viene
nascosto da Anosh (Enoch) su una montagna sacra, dalla quale ritorna
all'età .di ventidue anni. Egli
diventa il capo dei mandei e, significativamente, è presentato come un
guaritore. Giovanni
è chiamato «pescatore di anime» e «buon pastore», appellativi che,
come abbiamo visto, sono stati riferiti sia a Iside sia a Maria
Maddalena(11), oltre che a Gesù, Simon Pietro e a molte antiche divinità
mediterranee, tra cui Tammuz e Osiride. Il "Libro di Giovanni"
riporta anche una lamentazione del Battista per una pecora perduta: si era
impantanata nel fango per aver adorato Gesù. Secondo
la leggenda Giovanni sposa Anhar, ma la donna non svolge un ruolo
importante. Invece, stranamente, non compaiono notizie sulla sua morte,
salvo un'immagine suggestiva nel "Libro di Giovanni" in cui,
dopo una morte serena, la sua anima viene portata via dal dio Manda-t-Haiy
nella forma di un bambino; ma questa sembra essere piuttosto una poetica
prefigurazione di ciò che i mandei pensavano dovesse accadere al
Battista. Gli scritti dei mandei su Giovanni non furono mai considerati
storicamente attendibili, ma è comunque sconcertante che essi ignorassero
il suo martirio. È però anche possibile che l'episodio svolga un ruolo
centrale nei loro misteri segreti. Nel
"Libro di Giovanni" è descritta anche la figura di Gesù, sia
con il nome "Yeshu Messiah", sia come "Messiah Paulis"
(probabilmente da una parola persiana che significa «imbroglione» ) e
qualche volta come "Cristo il romano". Anche
se il testo è piuttosto oscuro, fa la sua comparsa nella storia mentre
studia per diventare discepolo di Giovanni: Gesù non era un membro della
setta, ma un esterno. Quando si presenta sulle rive del Giordano e chiede
il battesimo, Giovanni non è convinto che ne sia degno e glielo rifiuta,
ma Gesù riesce a persuaderlo. Mentre Gesù viene battezzato, Ruha, la dea
degli inferi, appare in forma di colomba e traccia una croce di luce sul
Giordano. Dopo
essere diventato discepolo di Giovanni, in modo simile a quanto raccontato
dai cristiani a proposito di Simon Mago, Gesù, come dice Kurt Rudolph, «travisa
la parola di Giovanni, cambia il battesimo del Giordano e diventa sapiente
attraverso la sapienza di Giovanni».(12) L'
"Hawan Gawaita" denuncia Gesù con queste parole: «Egli travisò
le parole della luce e le cambiò in tenebre, convertì coloro che erano
miei e alterò tutti i culti».(13) Il
Ginza dice: «Non credere [a Gesù], perche pratica la stregoneria e
l'inganno».(14) I
mandei, nella loro confusa cronologia, attendono con ansia l'avvento di
una figura chiamata Anosh-Uthra (Enoch) che «accuserà Cristo il romano,
il mentitore, figlio di una donna che non è dalla luce» e «smaschererà
Cristo il romano come mentitore; egli sarà legato dalle mani dei giudei,
i suoi devoti lo legheranno e il suo corpo sarà trucidato».(15) Un'altra
leggenda racconta di una donna chiamata Minai (Miriam o Maria), figlia di
«coloro che governano Gerusalemme», che fugge con il suo amante, mentre
la famiglia cerca disperatamente di farla tornare (ma prima è chiamata,
in modo colorito, «cagna in calore» e «debosciata» ). La donna va a
vivere con il marito alla foce dell'Eufrate, dove fonda la comunità dei
mandei di cui diventa una profetessa, sedendo su un trono e leggendo brani
tratti dal "Libro della verità". Se, come sembra molto
probabile, la storia è un'allegoria dei viaggi e delle persecuzioni della
setta, indicherebbe che una fazione ebraica si era unita a un gruppo non
ebraico, dando origine ai mandei. Tuttavia il nome Miriai, il fatto che
sia presentata come una «prostituta» e che diventi profetessa dopo aver
lasciato la sua terra, ricordano la storia della Maddalena. In ogni caso,
è interessante che i mandei si rappresentino simbolicamente con una
donna.(16) I
mandei possono sembrare solo una curiosità antropologica, un popolo
scomparso che si è congelato nel tempo e ha acquisito alcune bizzarre
credenze nel corso dei secoli. Ma i loro testi sacri presentano delle
somiglianze con altri antichi testi interessanti per la nostra ricerca. I
papiri sacri dei mandei sono illustrati con figure di divinità molto
simili a quelle presenti sui papiri magici greci ed egizi studiati da
Morton Smith.(17) Sono
stati fatti confronti tra le dottrine dei mandei e quelle dei manichei, i
seguaci del maestro gnostico Mani (circa 216-276); in effetti, si pensa
che la setta del Mughtasilah, a cui apparteneva il padre di Mani e in cui
Mani crebbe, coincidesse con i mandei. E le sue dottrine esercitarono una
forte influenza sulle sette gnostiche europee, anche sui catari. G.R.S.
Mead ha sottolineato le forti somiglianze che si riscontrano tra i testi
sacri dei mandei e il "Pistis Sophia". Egli considera una
sezione del "Libro di Giovanni" intitolata "Tesoro
d'Amore" come «eco di una fase precedente» di quell'opera.(19) Ci
sono somiglianze anche con parecchi documenti di Nag Hammadi legati ai «movimenti
battesimali» del tempo e con alcuni dei papiri del Mar Morto.(20) Un'altra
interessante considerazione riguarda Harran,centro della Mesopotamia in
cui vissero per qualche tempo i mandei. Fino al X secolo Harran fu la sede
della setta dei sabei, un gruppo importante nella storia dell'esoterismo.(21)
I suoi membri erano ermetisti ed eredi dell'ermetismo egizio, estremamente
influenti sulle sette mistiche musulmane come i Sufi, che sembrano avere a
loro volta influito sulla cultura del Sud della Francia nel Medio Evo, per
esempio sui Templari. Come dice Jack Lindsay ne "Le origini dell'
alchimia nell' Egitto greco-romano": «Uno strano insieme di credenze
ermetiche, molte delle quali legate all'alchimia, persisteva tra i sabei
di Harran, in Mesopotamia. Essi sopravvissero come una setta pagana
all'interno dell'lslam [. ..] per almeno due secoli»(22) I
mandei sono ancora chiamati sabei (o subba) dai musulmani contemporanei,
per cui si possono identificare con i filosofi di Harran. Si può pensare
che, oltre all'ermetismo, abbiano lasciato in eredità ai Templari anche
il culto per Giovanni Battista e, forse, i loro segreti ? Kurt Rudolph,
probabilmente il maggior esperto contemporaneo della cultura dei mandei,
sottolinea i legami tra i loro scritti e il quarto Vangelo: «I
più antichi elementi di letteratura mandaica hanno conservato per noi una
testimonianza dall'ambiente orientale del cristianesimo e che può essere
utilizzata nell'interpretazione di certi testi del Nuovo Testamento (in
particolare il corpo giovanneo».(23) Abbiamo
già visto che molti studiosi del XX secolo pensano che parti del Vangelo
di Giovanni, in particolare il prologo, siano state «prese» dagli
scritti dei seguaci di Giovanni Battista. Secondo alcuni di loro questi
testi avevano un'origine comune: i libri sacri dei mandei. All'inizio del
1926 H.H. Schaeder suggerì che il prologo del Vangelo di Giovanni fosse
«un inno dei mandei assorbito dai circoli del Battista». (24)
Un altro studioso, E. Schweizer , ha confrontato il discorso sul Buon
Pastore nel Vangelo di «Da
una parte il Vangelo di Giovanni manifesta stretti contatti con la
concezione gnostica del mondo. La fonte dei discorsi, che Giovanni
incorpora o a cui aderisce, è di matrice gnostica. Sono molto rilevanti
le somiglianze con gli scritti dei mandei, le cui più antiche tradizioni
risalgono al tempo del cristianesimo primitivo».(26) Abbiamo
già ricordato che Gesù era chiamato «nazoreo» , un termine che
indicava gli appartenenti a un gruppo di sette della Samaria e della
Galilea che esistevano prima della nascita di Gesù e si proclamavano
custodi della vera religione di Israele. Facendo riferimento al fatto che
anche i mandei chiamano i loro adepti «nasurai», Hugh Schonfield
afferma: «C'è
un buon motivo per credere che gli eredi di questi nazorei [...] siano gli
attuali [...] mandei della regione a sud dell'Eufrate».(30) Il
grande biblista inglese C.H. Dodds concludeva che i nazorei erano la setta
a cui apparteneva Giovanni Battista o, più correttamente, la setta che
egli guidava; Gesù veniva indicato con quell'appellativo perché era
stato un discepolo di Giovanni.(31) Forse
i mandei non sono presenti solo in Iraq e in Iran, ma hanno rappresentanti
in un'altra setta segreta, i nusairiyeh o nosairi (a volte chiamati
alawites, dal monte su cui vivono), che esiste ancora nell'attuale Siria. I
membri di questa setta sono apparentemente islamici, ma sembra che si
tratti di un paravento per proteggersi dalla persecuzione e che abbiano
mantenuto una «religione occulta» simile a una forma di cristianesimo. Durante
la seconda guerra mondiale Birks era stato in Siria ed era diventato amico
di alcuni sacerdoti della setta. Avendo notato che in certi loro rituali
si usava un «sacro calice», aveva accennato ai catari e avanzato ipotesi
sulla natura del Graal. Un sacerdote gli aveva confidato «il più grande
segreto» della loro religione: «Il Graal di cui voi parlate è un
simbolo della dottrina che Cristo insegnò all'amato Giovanni. Noi lo
custodiamo ancora».(33) Due
discepoli di Giovanni, Simon Mago e Dositeo. avevano fondato sette
gnostiche, influenti ad Alessandria e giudicate eretiche dalla Chiesa
cristiana primitiva. Inoltre, se gli elementi gnostici del Vangelo di
Giovanni derivano dagli scritti dei seguaci di Giovanni e i mandei,
presunti eredi della «Chiesa di Giovanni», sono gnostici, si potrebbe
concludere che Giovanni Battista stesso fosse gnostico. In questo quadro
si giustificherebbero anche le affinità tra gli scritti dei mandei,
quelli di Simon Mago, il Vangelo di Giovanni e i testi gnostici copti,
soprattutto il Pistis Sophia, che si è rivelato importante nella nostra
ricerca su Maria Maddalena.(34) Nonostante
i testi dei mandei siano spesso oscuri, molte delle loro affermazioni sono
state confermate dagli studiosi contemporanei. Per esempio il fatto che i
mandei ebbero origine sì in Palestina, ma che i loro antenati provenivano
dall'antico Egitto: non erano giudei, ma vivevano vicino ai giudei. La
loro setta, quella dei nazorei, ebbe in Giovanni Battista un capo, ma era
stata fondata molto tempo prima: i seguaci lo onorano, ma lo considerano
solo una guida storica e un profeta. Essi furono perseguitati, prima dai
giudei e poi dai cristiani, e furono cacciati dalla Palestina, sempre più
a est verso i territori in cui vivono oggi. Le
sette collegate con Giovanni Battista, prese nel loro complesso,
costituivano un grande movimento. I
mandei, i simoniaci, i seguaci di Dositeo e forse anche i Templari furono
perseguitati dalla Chiesa cattolica. Nei
circoli occultisti europei si diceva che i Templari avessero tratto le
loro conoscenze dai «giovanniti orientali». Altri movimenti segreti
esoterici, come la Massoneria e in particolare quelle diramazioni di essa
che si proclamano discendenti direttamente dai Templari e dai Riti
egiziani, nonché il Priorato di Sion, hanno sempre venerato Giovanni
Battista. Inoltre,
se il Vangelo di Giovanni contiene molte parti di documenti scritti dai
seguaci di Giovanni Battista, si spiegherebbe non solo l'interesse che i
«giovanniti» hanno sempre mostrato per questo Vangelo, ma anche la
confusione, probabilmente deliberata, tra Giovanni Evangelista e Giovanni
Battista. Non
ci sono prove dell'esistenza di un movimento di «giovanniti» orientali
fondato da Giovanni Evangelista, mentre si accumulano prove che confermano
l'esistenza di una «Chiesa» ispirata da Giovanni Battista, i cui eredi
contemporanei sarebbero i mandei e forse i nosairi. Indubbiamente i mandei,
oggi ridotti a uno sparuto gruppo in Iraq e in Iran, ebbero origine in
Medio Oriente ed è probabile che, al tempo delle crociate, siano venuti a
contatto con i Templari. Ma
resta difficile capire perche i mandei siano tuttora così ferocemente
ostili nei confronti di Gesù. Che
cosa poteva aver fatto per meritare tanto odio, nonostante i secoli
passati Riferimenti
bibliografici Capitolo
15. I seguaci del Re della Luce 1.
La letteratura più ampia sui mandei è in lingua tedesca. Cfr .la
Bibliografia per le opere in lingua inglese. L 'opera recente più
accessibile sull'argomento è: Rudolph, Mandaeism. 2.
Kurt Rudolph, "Mandean Sources», in Foester (a cura di), Gnosis,
voI. 2. |