ROTOLI del MAR MORTO (QUMRAN)

Lunedì 10 Settembre 2001 - LA STAMPA - di Giacomo Galeazzi

La Chiesa pronta a «ritoccare» la Bibbia - Franco Giubilei

Una nuova edizione delle Sacre Scritture, ispirata ai misteriosi manoscritti del Mar Morto. La notizia che si metterà mano alla Bibbia di Gerusalemme è filtrata alcuni giorni fa, in occasione di un convegno di specialisti che si è svolto a Sestola e intitolato «Archeologia fra mito e storia, QUMRAN e i Rotoli del Mar Morto». Tra i relatori il domenicano Gianluigi Boschi, biblista di fama mondiale, docente all'Università Pontificia «San Tommaso D'Acquino» di Roma e massimo esperto di archeologia mediorientale. Padre Boschi conosce come pochi altri le grotte di QUMRAN, dopo aver partecipato agli epocali scavi che hanno portato alla luce pergamene e altri reperti. Un'impresa compiuta assieme al suo maestro, Roland De Vaux, dell'Ecole Biblique Archeologique di Gerusalemme, il teologo celebre per aver supervisionato le ricerche che hanno rivoluzionato lo studio delle Sacre Scritture. A margine della proiezioni di diapositive inedite sui ritrovamenti, padre Boschi ha rivelato che una commissione internazionale composta dai massimi esperti di studi QUMRANici si sta occupando di una nuova edizione della Bibbia di Gerusalemme. L'annuncio ufficiale sarà dato a Modena, nel corso di un meeting internazionale organizzato dall'Università di Modena e Reggio Emilia in programma dal 26 al 30 settembre. All'incontro, organizzato per fare il punto sugli studi in corso, il domenicano Boschi fornirà il suo contributo scientifico. Alla riunione, intitolata «QUMRAN e i Rotoli del Mar Morto, un'avventura raccontata dai protagonisti», prenderanno parte i più autorevoli studiosi di archeologia biblica. «Quello della nuova Bibbia di Gerusalemme è un progetto di immenso valore - spiega padre Gianluigi Boschi - il coordinamento è stato affidato allo storico Etienne Nodet, autore del libro "Le origini del Cristianesimo", testo fondamentale in cui l'intero quadro delle origini del cristianesimo viene legato ai ritrovamenti di QUMRAN. La Bibbia di Gerusalemme sarà rivista anche alla luce di quelle scoperte».

A custodire il segreto delle variazioni, ossia a sapere in quale parti saranno modificate le Sacre Scritture rispetto all'edizione attualmente in circolazione, è proprio il professor Nodet, che prima di raggiungere Modena per fare l'annuncio ufficiale e svelare le novità farà tappa a Gerusalemme, sede dell'Ecole Biblique. «Per una settimana - afferma il celebre biblista domenicano - si riunirà nella Città Santa l'équipe di esperti incaricata di realizzare la nuova edizione. Dal lavoro della commissione uscirà un risultato sorprendente, del tutto innovativo, soprattutto per quanto riguarda introduzioni e note. Ne è prevista anche una versione multimediale. Al convegno di Modena sarà Nodet in persona a illustrare il piano dell'opera. E' una conquista straordinaria, che nel giro di cinque anni raggiungerà tutto il mondo». Il luogo prescelto per la presentazione è la Biblioteca Estense, dov'è custodita una preziosissima edizione della Bibbia, quella di Borso D'Este.

Il convegno, quindi, è destinato ad entrare nella storia. «Faremo chiarezza sugli studi di QUMRAN - prosegue padre Gianluigi Boschi - perché sulla base di quei ritrovamenti si sono ipotizzati gli scenari più disparati e sono usciti best-seller internazionali, come la controversa opera di due scrittori inglesi che sostenevano addirittura che ci siano state oscure manovre del Vaticano per nascondere la verità sui manoscritti del Mar Morto». Alcuni studiosi e movimenti cattolici sostengono, invece, che a QUMRAN siano stati trovati brani del Nuovo Testamento, tesi sostenuta anche al Meeting di Cl dello scorso anno. «Attorno ai ritrovamenti - precisa il famoso biblista - si è scatenata una polemica senza fine e la nostra scommessa è riprendere il discorso in modo rigoroso, attraverso i pionieri degli studi su QUMRAN e i protagonisti delle prime missioni.

Perciò è stato affidato l'incarico a quegli esperti dell'Ecole Biblique e Archeologique di Gerusalemme che hanno fatto le principali ricerche». Nel team di specialisti figurano personalità di primissimo piano come l'epigrafista Emile Puch, lo storico Etienne Nodet, il biblista Paolo Garuti, il presidente del movimento internazionale di studiosi QUMRANici Fiorentino Garcia Martinez e il professor Jean, responsabile dell'Ecole Biblique per l'archeologia.

 

Cadrà l'ultimo mistero sulla vita di Cristo» - Lunedì 10 Settembre 2001 LA STAMPA

ECCO COME L'ORIGINE DEI PREZIOSI TESTI SI INTRECCIA CON L'ESISTENZA DEL MESSIA

Dai 12 ai 30 anni visse con gli Esseni, poi seguì Giovanni Battista

L'ORIGINE dei manoscritti del Mar Morto si intreccia con la vita di Cristo. Nel 1947 a Qumran fu un bambino a fare la più importante scoperta archeologica del secolo. Un pastorello insegue una pecora che si è allontanata fra le dune e le tira un sasso per fermarla. Il sasso finisce in una spelonca e rompe un grosso vaso in terracotta che contiene un rotolo. Accanto ce ne sono molti altri, Sono i manoscritti della Comunità di Qumran, risalenti all'epoca di Gesù, i più antichi testi della Bibbia conservati. A trascriverli è stata la misteriosa comunità ebraica degli Esseni, che in Palestina viveva con fede ascetica, separata dal Tempio di Gerusalemme. Nulla dicono i vangeli della vita del Messia dai dodici ai trenta anni, quando ha inizio la predicazione. Del periodo intermedio si sa solo che Gesù abitava a Nazareth e faceva il carpentiere.

Nel 30 d.C., secondo l'interpretazione accreditata da numerosi studiosi, all'interno della comunità di Qumran, gli Esseni accolgono Gesù e lo interrogano sul suo passato. Dal «barmishva», ossia l'entrata ufficiale fra gli adulti, alla decisione di seguire l'esempio del Giovanni Battista. «L'incontro con gli Esseni, autori dei testi di Qumran - spiega il teologo Pier Maria Mazzola - potrebbe avere introdotto Gesù alla vita di comunità, attraverso l'apprendistato nelle varie discipline e la scoperta dei propri poteri fino alla maturazione e l'inizio della predicazione. I rotoli del Mar Morto ci aiutano a ricostruire la storia di Gesù. Pur accolto dalla comunità essena, Gesù a trent'anni se ne va perché quei monaci vivono lontani dal mondo vero e sono troppo legati alla loro regola, mentre all'esterno domina il male». I manoscritti, dunque, rappresentano una conferma ed una preziosa integrazione delle Sacre Scritture. La scoperta, in grado di arricchire la conoscenza delle origini storiche del cristianesimo, avvenne sulle rive nord-occidentali del Mar Morto. «Il ritrovamento dei manoscritti - precisa padre Mazzola - sembra dimostrare che il Cristo della narrazione evangelica ha avuto molto a che fare con movimenti della dissidenza ebraica quali la comunità degli Esseni». Non sapremo mai quanti frammenti furono trovati nelle grotte di Qumran, né se alcuni siano andati dispersi.

Nel 1954 alcuni testi erano conservati nella camera blindata dell'Hotel Waldorf Astoria di New York, da cui uscirono perché comperati dal governo israeliano al prezzo di 250 mila dollari. Altri manoscritti, invece, erano finiti al Museo Rockefeller, nella parte est di Gerusalemme, in mano giordana. Si formarono così due commissioni di studio indipendenti: una sotto il controllo di Yigael Yadin, in Israele, e l'altra supervisionata da padre de Vaux, un sacerdote cattolico, in Giordania. Quelli del Mar Morto sono i più antichi manoscritti della Bibbia mai trovati, importanti per comprendere meglio la figura di Gesù e il suo messaggio.

Le novità dell'insegnamento di Cristo, infatti, emergono pure alla luce dei frammenti di Qumran e delle idee religiose a lui contemporanee. Tra i manoscritti più significativi ci sono la raccolta degli Inni, un commento al libro della Genesi e i Salmi. Ma il punto caldo dell'affascinante vicenda è costituito dalla probabile presenza di brani del Nuovo Testamento nei rotoli di Qumran. Ciò farebbe degli Esseni una comunità «protocristiana». Secondo il gesuita spagnolo, padre José O'Callaghan, il famoso frammento 7Q5, datato al 50 d.C., conterrebbe, infatti, alcuni versetti del Vangelo di Marco. «Se ciò verrà dimostrato - sottolinea il teologo Mazzola - sarebbe una scoperta di portata storica. E' probabile che gli Esseni di Qumran abbiano trascritto testi del Nuovo Testamento. Oltre al Vangelo di Marco sarebbero state riconosciute parti delle lettere a Timoteo e della lettera di Giacomo, trascritte prima del 68 d.C., quando cioè il complesso monastico fu abbandonato. In effetti, i filologi che hanno studiato i documenti, li collocano cronologicamente intorno alla metà del I secolo e lì viveva il gruppo che aveva raccolto la grande biblioteca ritrovata nelle grotte».

Fu fra il 68 e il 73 d.C., negli anni della rivolta ebraica, che gli Esseni furono sottomessi dai romani. Per paura della furia devastatrice delle truppe, gli abitanti di Qumrân nascosero i rotoli nelle grotte, dove sono rimasti per due millenni. I più antichi manoscritti biblici erano scritti su papiro, che era particolarmente fragile e deperibile, perciò non durarono a lungo, salvo che in condizioni davvero eccezionali come nel clima molto secco delle grotte del Mar Morto. Prima della straordinaria scoperta di Qumran, il manoscritto ebraico più antico era datato intorno al 900 d.C., e cioè dopo circa 1300 anni dal completamento dell'Antico Testamento, il cui canone fu ultimato circa nel 400 a.C. I testi del Mar Morto rappresentano, quindi, un'impresa ciclopica: 40.000 frammenti scritti dai quali furono ricostruiti 500 libri.

Ci sono brani di quasi tutti i libri dell'Antico Testamento. Sono stati rinvenuti a Qumran dei manoscritti databili addirittura prima di Cristo, e cioè 1000 anni prima di quello che fino al 1947 era il testo più antico. In particolare due copie del libro del profeta Isaia (provenienti dalla prima caverna esplorata nel Mar Morto) si rivelarono del tutto identiche al testo biblico «originale», ovvero quello ritrovato nel 980 d.C.   

CULTURA: ROTOLI MAR MORTO- ANNUNCIO UFFICIALE, SARANNO PUBBLICATI

New York, 15 nov. - (Adnkronos) - I “Rotoli del Mar Morto”, databili tra il 250 a.C. e il 70 d.C, saranno presto pubblicati a 54 anni di distanza dallo loro scoperta casuale in undici grotte vicino a Qumran, antico centro dell’odierna Cisgiordania. L’annuncio ufficiale della loro pubblicazione integrale e’ stato dato durante una conferenza alla New York Public Library
da Emmanuel Tov, professore di ebraico all’Universita’ di Gerusalemme e direttore del progetto. Con l’imminente pubblicazione, ha spiegato Tov, si intende mettere fine alla serie infinita di illazioni e polemiche che si sono registrate nel corso di mezzo secolo sul misterioso ritrovamento delle centinaia di manoscritti (redatti dagli Esseni, una setta di monaci) che gettano nuova luce sull’ambiente giudaico al tempo del cristianesimo primitivo.

La pubblicazione integrale dei 900 manoscritti di Qumran comincera’ nel 2002. Il progetto sara’ curato dal professor Tov con l’aiuto di 100 studiosi internazionali, con la supervisione dell’Autorita’ israeliana alle antichita’. Finora sono stati realizzati 28 volumi e altri sono in corso di preparazione. I volumi saranno pubblicati dalla Oxford University Press con
il titolo generale “Discoveries in the Judean Desert”.

... e con un articolo dal Tempo:

Il Tempo, venerdì 16 novembre, pag. 17, Presto stampati i “Rotoli del Mar Morto”

I “rotoli del Mar Morto”, databili tra il 250 a.C. e il 70 d.C, saranno presto pubblicati a 54 anni di distanza dallo loro scoperta casuale in undici grotte vicino a Qumran, antico centro dell’odierna Cisgiordania.
L’annuncio ufficiale della loro pubblicazione integrale è stato dato durante una conferenza alla New York Public Library da Emmanuel Tov, professore di ebraico all’Università di Gerusalemme e direttore del progetto. Con l’imminente pubblicazione, ha spiegato Tov, si intende mettere fine alla serie infinita di illazioni e polemiche che si sono registrate nel corso di mezzo secolo sul misterioso ritrovamento delle centinaia di manoscritti (redatti dagli Esseni, una setta di monaci) che gettano nuova luce sull’ambiente giudaico al tempo del cristianesimo primitivo. Nelle grotte vicino a Qumran, a una ventina di chilometri da Gerico, furono scoperti nel 1947 (ma i ritrovamenti andarono avanti fino al 1956) 900 manoscritti, i cosiddetti “Rotoli del Mar Morto”, il cui contenuto è stato suddiviso dagli specialisti in quattro gruppi: testi relativi alla Bibbia ebraica, testi apocrifi dell’Antico Testamento, testi degli Esseni del monastero di Qumran,
commenti biblici, liturgie e testi astrologici. La decifrazione e l’interpretazione dei rotoli hanno offerto interessanti contributi alla ricostruzione della cultura giudaica pre e post-cristiana.
Alcuni manoscritti, a giudizio di autorevoli studiosi cristiani, offrirebbero preziose notizie sulla predicazione e la vita di Cristo. La pubblicazione integrale dei 900 manoscritti di Qumran comincerà nel 2002. Il progetto sarà curato dal professor Tov con l’aiuto di 100 studiosi internazionali, con la supervisione dell’Autorità israeliana alle antichità.
Finora sono stati realizzati 28 volumi e altri sono in corso di preparazione. I volumi saranno pubblicati dalla Oxford University Press con il titolo generale “Discoveries in the Judean Desert”.
I manoscritti noti come “Rotoli del Mar Morto” hanno suscitato aspre polemiche sulla dinamica storica delle origini del cristianesimo.
L’impossibilità degli studiosi di leggere completamente i rotoli di Qumran ha fatto sorgere le ipotesi più svariate e fantasiose, come quella - da parte di alcuni biblisti cattolici - di un veto alla pubblicazione integrale per impedire che venissero alla luce prove inconfutabili sulla storicità dei Vangeli. Nel corso dell’ultimo decennio gli annunci di ritrovamenti si sono susseguiti. Non più di tre anni fa il professor James Charlesworth, direttore del “Dead Sea Scrolls Project” di Princeton (New Jersey), uno dei più autorevoli gruppi di studi sui manoscritti esseni, ha reso noto il
ritrovamento di 220 frammenti inediti.
Secondo lo studioso i frammenti sembrano accennare alla predicazione di Gesù. 
Per la prima volta, disse Charlesworth, sarebbero stati scoperti testi ebraici, databili tra il I a.C. e il I secolo d.C. che parlano di Dio come re e del suo regno sulla terra, cioè con vocaboli molto simili a quelli cristiani.

 

Martedi 11 Settembre 2001  (Giornale AVVENIRE) di Gian Maria Vian

Qumran ha colpito ancora, coinvolgendo stavolta un giornale serio come "La Stampa".

Ieri il quotidiano torinese ha infatti dedicato quasi un'intera pagina (firmata da Giacomo Galeazzi e Franco Giubilei) a una presunta notizia bomba, debitamente richiamata in prima pagina: "La Chiesa: così cambieranno le Sacre Scritture", s'intende sulla base dei manoscritti scoperti nel 1947 presso il Mar Morto, soprattutto a Qumran. Quindi un susseguirsi di notizie su "la vera data dei Vangeli" (ma si tratta del dibattito aperto da José O'Callaghan nel 1972 e molte volte finito anche sui giornali), su "chi era davvero Barabba" (segue la citazione del vangelo di Marco, anche questa un'assoluta novità) e sul fatto che "cadrà l'ultimo mistero sulla vita di Cristo", cioè la sua vicinanza al movimento esseno, ipotesi da molti anni discussa dagli specialisti.

Un avallo autorevole quanto improbabile ("I teologi vaticani: dai manoscritti di Qumran la vera voce di Gesù") porta poi al titolone: "La Chiesa pronta a 'ritoccare' la Bibbia". Ma non si tratta solo di titolisti disinvolti, perché nel testo c'è anche di peggio, come la notizia, inesistente, di un'imminente "nuova edizione della Bibbia di Gerusalemme", il best seller che dalle parigine Éditions du Cerf s'è diffuso in tutto il mondo nelle tre edizioni del 1955, del 1973 e del 1998 (sarà quest'ultima a essere utilizzata dalle Edizioni Dehoniane di Bologna per corredare il testo rivisto della Conferenza Episcopale Italiana, come già le precedenti).

Da decenni poi gli studiosi che hanno realizzato «La Bible de Jérusalem», come gli specialisti più seri delle origini cristiane, tengono conto nelle loro ricerche dei testi di Qumran, dal 1996 accessibili anche in italiano nell'eccellente edizione curata da Florentino García Martínez e Corrado Martone per la Paideia di Brescia. Insomma, al posto di una clamorosa novità c'è solo un cumulo di inesattezze riciclate per l'ennesima volta.

I misteri di Gesù svelati nei Rotoli - Morris

LA STAMPA Martedì 11 Settembre 2001

Nuova luce su alcuni dei temi portanti del Nuovo Testamento Dalla lotta cosmica tra il Bene e il Male, fino all'Ultima Cena molti i punti di contatto tra la comunità essena e i primi cristiani

I frammenti di Qumran, ovvero un prezioso aiuto per comprendere meglio il messaggio di Gesù.

Questi antichissimi documenti hanno un'importanza straordinaria perché gettano luce su temi e idee portanti del Nuovo Testamento. Come anticipato ieri da La Stampa, i frammenti - per più di 50 anni al centro di un giallo archeologico e teologico - saranno utilizzati per integrare il testo della Bibbia in una nuova edizione. La comunità di Qumran, come del resto i primi cristiani, credeva di vivere ed operare negli «ultimi tempi», in attesa dell'intervento definitivo di Dio che avrebbe ristabilito la giustizia e annientato l'empietà.
Per prepararsi al combattimento finale con le «forze del male», gli Esseni, autori dei manoscritti del Mar Morto, vivevano nel deserto ed interpretavano le Scritture, riferendo passi profetici dell'Antico Testamento alla loro epoca. Un giorno i figli della luce avrebbero combattuto, con l'aiuto di Dio, contro i figli delle tenebre, vincendoli e stabilendo su Israele e sul mondo un'era di giustizia e di pace. «Anche nel Nuovo Testamento si parla di figli della luce e figli delle tenebre - spiega il professor Simone Venturini, direttore della Biblioteca "Pio IX" dell'Università Lateranense - due mondi ed ordini diversi, in perenne lotta spirituale. Anche i primi cristiani credevano di vivere negli "ultimi tempi", che il ritorno di Gesù fosse prossimo e che il giudizio finale fosse alle porte. A differenza degli Esseni però, i primi cristiani capirono che Gesù aveva vinto il male con la sua risurrezione».

Quando, secondo il vangelo di Matteo, Cristo nell'ultima cena dice che il suo sangue viene versato per molti, si potrebbe pensare che egli volesse escludere qualcuno dalla sua missione salvifica. In un manoscritto ritrovato a Qumran, i «molti» (in ebraico harabbim) sono, invece, i puri, ossia i membri della comunità.

Che il riferimento ai rotoli del Mar Morto effettivamente chiarisca il senso della parola «molti», è confermato dal vangelo di Luca (capitolo 22, versetto 20) dove i «molti» diventano «voi»: «Questo è il calice della nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi», ossia per tutti i discepoli.

«I lineamenti evangelici di Giovanni Battista sono rintracciabili anche negli scritti di Qumran - precisa il biblista - Giovanni predicava nel deserto ed anche la comunità monastica viveva ed operava nel deserto vicino al Mar Morto. Giovanni amministrava un battesimo di penitenza. Nelle rovine di Qumran, ancor oggi visitabili, sono state trovate piscine con alcuni scalini che scendevano nell'acqua per la purificazione rituale. Ad un certo punto, però, il Battista si separò dalla comunità di Qumran». Pure la misteriosa ed affascinante figura di Melchisedek, di cui parla la Genesi al capitolo 14, si ritrova in uno dei rotoli. Nei frammenti del Mar Morto l'enigmatico personaggio cui Abramo diede la decima di ogni cosa, viene descritto come un essere angelico, venuto a proclamare la libertà, per fare giustizia sul male. La lettera agli Ebrei si muove in una direzione simile ed applica la figura di Melchisedek a Gesù per dimostrarne la divina superiorità rispetto a qualsiasi altra creatura e per spiegarne il sacerdozio.

«I testi di Qumran sono popolati pure da angeli - osserva Venturini - Michele e Gabriele erano gli arcangeli, che ricevevano direttamente da Dio le missioni loro affidate, poiché erano gli unici, insieme a Uriel e Sariel, che potevano presentarsi al cospetto di Dio. Viene subito alla mente il Vangelo di Luca e l'annuncio a Maria, che riceve da Gabriele la notizia che diverrà madre di Gesù» Nei frammenti, però, si parla spesso anche di demoni. Secondo i manoscritti di Qumran i demoni furono creati da Dio, ma poi se ne allontanarono diventando suoi antagonisti e ribelli. Anch'essi abitavano nei cieli, come afferma il Nuovo Testamento. La loro caduta indicava la prossima fine del dominio del male nel mondo.

«Se si vuole cogliere in profondità il messaggio di Gesù - prosegue Venturini- occorre prendere sul serio le dottrine angeliche di Qumran e pensare all'esistenza di esseri angelici che si oppongono o collaborano alla realizzazione del progetto di Dio nella storia. I primi cristiani credevano che la vita eterna consistesse in uno spazio diverso dalla terra, in una comunione con Dio in cielo, come dimostra il Vangelo di Luca. Nei testi del Mar Morto si pensa ad un ritorno nell'Eden, allo stato beato promesso ad Adamo, ma da lui infranto. Era un luogo fisico situato alle sorgenti del Tigri e dell'Eufrate. I membri della comunità credevano alla risurrezione dei morti, prova ne sono le numerose tombe rinvenute vicino ai resti archeologici di Qumran».

Il «Rotolo dell'Angelo» racconta l'ascesa al regno celeste di un personaggio chiamato Yeshua Ben Padiah e della sua visita al «palazzo dei cieli». Originalissima, è poi la spiegazione data alla genesi dell'uomo, che nascerebbe dalla combinazione del seme maschile e di quello femminile, contro la concezione tradizionale sul ruolo attivo del solo uomo. Un'attenzione alla donna del tutto atipica nella mentalità dell'epoca. 


CHE COSA CONTENGONO

L'Antico Testamento di una setta enigmatica - LA STAMPA -  Martedì 11 Settembre 2001

1 I Rotoli del Mar Morto rappresentano la più grande scoperta di manoscritti avvenuta nell'era moderna. In tutto ne sono stati trovati fra gli 825 e gli 870. Solo la grotta numero 1 e la 11 hanno restituito manoscritti relativamente intatti. La grotta 4, scoperta nel 1954, ha restituito la maggior parte di documenti: circa 15 mila, con oltre 500 manoscritti.

2 I Rotoli possono essere divisi in due categorie - biblici e non biblici. Contengono commenti dell'Antico Testamento, spiegazioni della Legge, leggi per la comunità, salmi di ringraziamento, benedizioni, testi liturgici, scritti sapienziali. Compaiono frammenti di ogni libro dell'Antico Testamento, eccetto il Libro di Ester. Finora sono state identificate 19 copie del libro di Isaia, 25 copie del Deuteronomio e 30 copie dei Salmi.
3 Nei Rotoli compaiono profezie di Ezechiele, Geremia e Daniele, che non si trovano nella Bibbia. Il Rotolo di Isaia, trovato relativamente intatto, è mille anni più vecchio della precedente copia conosciuta. I Rotoli sono l'insieme più antico di manoscritti dell'Antico Testamento che sia mai stato trovato. Nei Rotoli sono stati trovati salmi attribuiti al Re David e a Joshua, mai conosciuti prima.

4 La lingua è per lo più l'ebraico, ma molti Rotoli sono anche in aramaico, la lingua comune di ebrei e palestinesi negli ultimi due secoli prima di Cristo e dei primi due secoli dopo Cristo.

5 I Rotoli costituivano la biblioteca di una setta ebraica, gli Esseni, che fu nascosta all'incirca nel 66-70 d.C., quando i romani soffocarono la prima rivolta degli ebrei. Gli Esseni osservavano strettamente la Torah, erano messianici, apocalittici e guidati da un sacerdote. Si definivano «figli della Luce», «i Poveri», «i Figli della Via». Chiamavano i loro nemici «Figli delle Tenebre». Si consideravano «i Santi», vivevano nella «Casa della Santità», poiché lo Spirito Santo, dicevano, era con loro.

6 Benché la comunità di Qumran esistesse ai tempi di Gesù, nessuno dei Rotoli cita né lui né i suoi discepoli descritti nel Nuovo Testamento. I Rotoli raccolgono tra l'altro le ultime parole Giuseppe, Giuda, Levi e Amram, padre di Mosé.

7 Uno dei Rotoli, quello di rame trovato nella grotta 3, elenca una lista di 64 nascondigli, in Israele, con oro, argento, aromi e manoscritti. Sarebbero i tesori del Tempio di Gerusalemme, messi in salvo quando venne distrutto.
8 I Rotoli sono fatti per lo più di pelle animale, ma anche di papiro e di rame. Il Rotolo più lungo, trovato nella grotta 11, misura più di otto metri, ma doveva misurarne quasi nove.

9 Il grande ritardo nella pubblicazione dei manoscritti, secondo alcuni, era dovuto al timore che i testi potessero aprire la porta a una serie di interpretazioni critiche del cristianesimo primitivo: essi contengono collegamenti con il cristianesimo delle origini e possono offrire spunto per una discussione storica sulla figura di Gesù. Il mondo cattolico replicò con energia a queste accuse, definendole insinuazioni prive di fondamento. In ogni caso, attualmente, dopo parecchi decenni dalle prime scoperte, molto materiale è stato reso di pubblico dominio ed è accessibile in qualunque libreria ben fornita e su Internet  

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