ROTOLI
del MAR MORTO (QUMRAN) |
Lunedì 10 Settembre 2001 - LA STAMPA - di Giacomo Galeazzi La Chiesa
pronta a «ritoccare» la Bibbia - Franco Giubilei Una nuova
edizione delle Sacre Scritture, ispirata ai misteriosi manoscritti del Mar
Morto. La notizia che si metterà mano alla Bibbia di Gerusalemme è
filtrata alcuni giorni fa, in occasione di un convegno di specialisti che
si è svolto a Sestola e intitolato «Archeologia fra mito e storia,
QUMRAN e i Rotoli del Mar Morto». Tra i relatori il domenicano Gianluigi
Boschi, biblista di fama mondiale, docente all'Università Pontificia «San
Tommaso D'Acquino» di Roma e massimo esperto di archeologia
mediorientale. Padre Boschi conosce come pochi altri le grotte di QUMRAN,
dopo aver partecipato agli epocali scavi che hanno portato alla luce
pergamene e altri reperti. Un'impresa compiuta assieme al suo maestro,
Roland De Vaux, dell'Ecole Biblique Archeologique di Gerusalemme, il
teologo celebre per aver supervisionato le ricerche che hanno
rivoluzionato lo studio delle Sacre Scritture. A margine della proiezioni
di diapositive inedite sui ritrovamenti, padre Boschi ha rivelato che una
commissione internazionale composta dai massimi esperti di studi QUMRANici
si sta occupando di una nuova edizione della Bibbia di Gerusalemme.
L'annuncio ufficiale sarà dato a Modena, nel corso di un meeting
internazionale organizzato dall'Università di Modena e Reggio Emilia in
programma dal 26 al 30 settembre. All'incontro, organizzato per fare il
punto sugli studi in corso, il domenicano Boschi fornirà il suo
contributo scientifico. Alla riunione, intitolata «QUMRAN e i Rotoli del
Mar Morto, un'avventura raccontata dai protagonisti», prenderanno parte i
più autorevoli studiosi di archeologia biblica. «Quello della nuova
Bibbia di Gerusalemme è un progetto di immenso valore - spiega padre
Gianluigi Boschi - il coordinamento è stato affidato allo storico Etienne
Nodet, autore del libro "Le origini del Cristianesimo", testo
fondamentale in cui l'intero quadro delle origini del cristianesimo viene
legato ai ritrovamenti di QUMRAN. La Bibbia di Gerusalemme sarà rivista
anche alla luce di quelle scoperte». A custodire il
segreto delle variazioni, ossia a sapere in quale parti saranno modificate
le Sacre Scritture rispetto all'edizione attualmente in circolazione, è
proprio il professor Nodet, che prima di raggiungere Modena per fare
l'annuncio ufficiale e svelare le novità farà tappa a Gerusalemme, sede
dell'Ecole Biblique. «Per una settimana - afferma il celebre biblista
domenicano - si riunirà nella Città Santa l'équipe di esperti
incaricata di realizzare la nuova edizione. Dal lavoro della commissione
uscirà un risultato sorprendente, del tutto innovativo, soprattutto per
quanto riguarda introduzioni e note. Ne è prevista anche una versione
multimediale. Al convegno di Modena sarà Nodet in persona a illustrare il
piano dell'opera. E' una conquista straordinaria, che nel giro di cinque
anni raggiungerà tutto il mondo». Il luogo prescelto per la
presentazione è la Biblioteca Estense, dov'è custodita una preziosissima
edizione della Bibbia, quella di Borso D'Este. Il convegno,
quindi, è destinato ad entrare nella storia. «Faremo chiarezza sugli
studi di QUMRAN - prosegue padre Gianluigi Boschi - perché sulla base di
quei ritrovamenti si sono ipotizzati gli scenari più disparati e sono
usciti best-seller internazionali, come la controversa opera di due
scrittori inglesi che sostenevano addirittura che ci siano state oscure
manovre del Vaticano per nascondere la verità sui manoscritti del Mar
Morto». Alcuni studiosi e movimenti cattolici sostengono, invece, che a
QUMRAN siano stati trovati brani del Nuovo Testamento, tesi sostenuta
anche al Meeting di Cl dello scorso anno. «Attorno ai ritrovamenti -
precisa il famoso biblista - si è scatenata una polemica senza fine e la
nostra scommessa è riprendere il discorso in modo rigoroso, attraverso i
pionieri degli studi su QUMRAN e i protagonisti delle prime missioni. Perciò è stato
affidato l'incarico a quegli esperti dell'Ecole Biblique e Archeologique
di Gerusalemme che hanno fatto le principali ricerche». Nel team di
specialisti figurano personalità di primissimo piano come l'epigrafista
Emile Puch, lo storico Etienne Nodet, il biblista Paolo Garuti, il
presidente del movimento internazionale di studiosi QUMRANici Fiorentino
Garcia Martinez e il professor Jean, responsabile dell'Ecole Biblique per
l'archeologia. Cadrà
l'ultimo mistero sulla vita di Cristo» - Lunedì 10 Settembre 2001 LA
STAMPA ECCO COME L'ORIGINE DEI PREZIOSI TESTI SI INTRECCIA CON L'ESISTENZA DEL MESSIA Dai
12 ai 30 anni visse con gli Esseni, poi seguì Giovanni Battista L'ORIGINE
dei manoscritti del Mar Morto si intreccia con la vita di Cristo. Nel 1947
a Qumran fu un bambino a fare la più importante scoperta archeologica del
secolo. Un pastorello insegue una pecora che si è allontanata fra le dune
e le tira un sasso per fermarla. Il sasso finisce in una spelonca e rompe
un grosso vaso in terracotta che contiene un rotolo. Accanto ce ne sono
molti altri, Sono i manoscritti della Comunità di Qumran, risalenti
all'epoca di Gesù, i più antichi testi della Bibbia conservati. A
trascriverli è stata la misteriosa comunità ebraica degli Esseni, che in
Palestina viveva con fede ascetica, separata dal Tempio di Gerusalemme.
Nulla dicono i vangeli della vita del Messia dai dodici ai trenta anni,
quando ha inizio la predicazione. Del periodo intermedio si sa solo che
Gesù abitava a Nazareth e faceva il carpentiere. Nel
30 d.C., secondo l'interpretazione accreditata da numerosi studiosi,
all'interno della comunità di Qumran, gli Esseni accolgono Gesù e lo
interrogano sul suo passato. Dal «barmishva», ossia l'entrata ufficiale
fra gli adulti, alla decisione di seguire l'esempio del Giovanni Battista.
«L'incontro con gli Esseni, autori dei testi di Qumran - spiega il
teologo Pier Maria Mazzola - potrebbe avere introdotto Gesù alla vita di
comunità, attraverso l'apprendistato nelle varie discipline e la scoperta
dei propri poteri fino alla maturazione e l'inizio della predicazione. I
rotoli del Mar Morto ci aiutano a ricostruire la storia di Gesù. Pur
accolto dalla comunità essena, Gesù a trent'anni se ne va perché quei
monaci vivono lontani dal mondo vero e sono troppo legati alla loro
regola, mentre all'esterno domina il male». I manoscritti, dunque,
rappresentano una conferma ed una preziosa integrazione delle Sacre
Scritture. La scoperta, in grado di arricchire la conoscenza delle origini
storiche del cristianesimo, avvenne sulle rive nord-occidentali del Mar
Morto. «Il ritrovamento dei manoscritti - precisa padre Mazzola - sembra
dimostrare che il Cristo della narrazione evangelica ha avuto molto a che
fare con movimenti della dissidenza ebraica quali la comunità degli
Esseni». Non sapremo mai quanti frammenti furono trovati nelle grotte di
Qumran, né se alcuni siano andati dispersi. Nel
1954 alcuni testi erano conservati nella camera blindata dell'Hotel
Waldorf Astoria di New York, da cui uscirono perché comperati dal governo
israeliano al prezzo di 250 mila dollari. Altri manoscritti, invece, erano
finiti al Museo Rockefeller, nella parte est di Gerusalemme, in mano
giordana. Si formarono così due commissioni di studio indipendenti: una
sotto il controllo di Yigael Yadin, in Israele, e l'altra supervisionata
da padre de Vaux, un sacerdote cattolico, in Giordania. Quelli del Mar
Morto sono i più antichi manoscritti della Bibbia mai trovati, importanti
per comprendere meglio la figura di Gesù e il suo messaggio. Le
novità dell'insegnamento di Cristo, infatti, emergono pure alla luce dei
frammenti di Qumran e delle idee religiose a lui contemporanee. Tra i
manoscritti più significativi ci sono la raccolta degli Inni, un commento
al libro della Genesi e i Salmi. Ma il punto caldo dell'affascinante
vicenda è costituito dalla probabile presenza di brani del Nuovo
Testamento nei rotoli di Qumran. Ciò farebbe degli Esseni una comunità
«protocristiana». Secondo il gesuita spagnolo, padre José O'Callaghan,
il famoso frammento 7Q5, datato al 50 d.C., conterrebbe, infatti, alcuni
versetti del Vangelo di Marco. «Se ciò verrà dimostrato - sottolinea il
teologo Mazzola - sarebbe una scoperta di portata storica. E' probabile
che gli Esseni di Qumran abbiano trascritto testi del Nuovo Testamento.
Oltre al Vangelo di Marco sarebbero state riconosciute parti delle lettere
a Timoteo e della lettera di Giacomo, trascritte prima del 68 d.C., quando
cioè il complesso monastico fu abbandonato. In effetti, i filologi che
hanno studiato i documenti, li collocano cronologicamente intorno alla metà
del I secolo e lì viveva il gruppo che aveva raccolto la grande
biblioteca ritrovata nelle grotte». Fu fra il 68 e il 73 d.C., negli anni della rivolta ebraica, che gli Esseni furono sottomessi dai romani. Per paura della furia devastatrice delle truppe, gli abitanti di Qumrân nascosero i rotoli nelle grotte, dove sono rimasti per due millenni. I più antichi manoscritti biblici erano scritti su papiro, che era particolarmente fragile e deperibile, perciò non durarono a lungo, salvo che in condizioni davvero eccezionali come nel clima molto secco delle grotte del Mar Morto. Prima della straordinaria scoperta di Qumran, il manoscritto ebraico più antico era datato intorno al 900 d.C., e cioè dopo circa 1300 anni dal completamento dell'Antico Testamento, il cui canone fu ultimato circa nel 400 a.C. I testi del Mar Morto rappresentano, quindi, un'impresa ciclopica: 40.000 frammenti scritti dai quali furono ricostruiti 500 libri. Ci
sono brani di quasi tutti i libri dell'Antico Testamento. Sono stati
rinvenuti a Qumran dei manoscritti databili addirittura prima di Cristo, e
cioè 1000 anni prima di quello che fino al 1947 era il testo più antico.
In particolare due copie del libro del profeta Isaia (provenienti dalla
prima caverna esplorata nel Mar Morto) si rivelarono del tutto identiche
al testo biblico «originale», ovvero quello ritrovato nel 980 d.C.
Martedi 11 Settembre 2001 (Giornale AVVENIRE) di Gian Maria Vian Qumran
ha colpito ancora,
coinvolgendo stavolta un giornale serio come "La Stampa". Ieri
il quotidiano torinese ha infatti dedicato quasi un'intera pagina (firmata
da Giacomo Galeazzi e Franco Giubilei) a una presunta notizia bomba,
debitamente richiamata in prima pagina: "La Chiesa: così cambieranno
le Sacre Scritture", s'intende sulla base dei manoscritti scoperti
nel 1947 presso il Mar Morto, soprattutto a Qumran. Quindi un susseguirsi
di notizie su "la vera data dei Vangeli" (ma si tratta del
dibattito aperto da José O'Callaghan nel 1972 e molte volte finito anche
sui giornali), su "chi era davvero Barabba" (segue la citazione
del vangelo di Marco, anche questa un'assoluta novità) e sul fatto che
"cadrà l'ultimo mistero sulla vita di Cristo", cioè la sua
vicinanza al movimento esseno, ipotesi da molti anni discussa dagli
specialisti. Un
avallo autorevole quanto improbabile ("I teologi vaticani: dai
manoscritti di Qumran la vera voce di Gesù") porta poi al titolone:
"La Chiesa pronta a 'ritoccare' la Bibbia". Ma non si tratta
solo di titolisti disinvolti, perché nel testo c'è anche di peggio, come
la notizia, inesistente, di un'imminente "nuova edizione della Bibbia
di Gerusalemme", il best seller che dalle parigine Éditions du Cerf
s'è diffuso in tutto il mondo nelle tre edizioni del 1955, del 1973 e del
1998 (sarà quest'ultima a essere utilizzata dalle Edizioni Dehoniane di
Bologna per corredare il testo rivisto della Conferenza Episcopale
Italiana, come già le precedenti). Da decenni poi gli studiosi che hanno
realizzato «La Bible de Jérusalem», come gli specialisti più seri
delle origini cristiane, tengono conto nelle loro ricerche dei testi di
Qumran, dal 1996 accessibili anche in italiano nell'eccellente edizione
curata da Florentino García Martínez e Corrado Martone per la Paideia di
Brescia. Insomma, al posto di una clamorosa novità c'è solo un cumulo di
inesattezze riciclate per l'ennesima volta. I
misteri di Gesù svelati nei Rotoli -
Morris LA
STAMPA Martedì 11 Settembre 2001 Nuova
luce su alcuni dei temi portanti del Nuovo Testamento Dalla lotta cosmica
tra il Bene e il Male, fino all'Ultima Cena molti i punti di contatto tra
la comunità essena e i primi cristiani I
frammenti di Qumran, ovvero un prezioso aiuto per comprendere meglio il
messaggio di Gesù. Questi
antichissimi documenti hanno un'importanza straordinaria perché gettano
luce su temi e idee portanti del Nuovo Testamento. Come anticipato ieri da
La Stampa, i frammenti - per più di 50 anni al centro di un giallo
archeologico e teologico - saranno utilizzati per integrare il testo della
Bibbia in una nuova edizione. La comunità di Qumran, come del resto i
primi cristiani, credeva di vivere ed operare negli «ultimi tempi», in
attesa dell'intervento definitivo di Dio che avrebbe ristabilito la
giustizia e annientato l'empietà. Quando,
secondo il vangelo di Matteo, Cristo nell'ultima cena dice che il suo
sangue viene versato per molti, si potrebbe pensare che egli volesse
escludere qualcuno dalla sua missione salvifica. In un manoscritto
ritrovato a Qumran, i «molti» (in ebraico harabbim) sono, invece, i
puri, ossia i membri della comunità. Che
il riferimento ai rotoli del Mar Morto effettivamente chiarisca il senso
della parola «molti», è confermato dal vangelo di Luca (capitolo 22,
versetto 20) dove i «molti» diventano «voi»: «Questo è il calice
della nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi», ossia
per tutti i discepoli. «I
lineamenti evangelici di Giovanni Battista sono rintracciabili anche negli
scritti di Qumran - precisa il biblista - Giovanni predicava nel deserto
ed anche la comunità monastica viveva ed operava nel deserto vicino al
Mar Morto. Giovanni amministrava un battesimo di penitenza. Nelle rovine
di Qumran, ancor oggi visitabili, sono state trovate piscine con alcuni
scalini che scendevano nell'acqua per la purificazione rituale. Ad un
certo punto, però, il Battista si separò dalla comunità di Qumran».
Pure la misteriosa ed affascinante figura di Melchisedek, di cui parla la
Genesi al capitolo 14, si ritrova in uno dei rotoli. Nei frammenti del Mar
Morto l'enigmatico personaggio cui Abramo diede la decima di ogni cosa,
viene descritto come un essere angelico, venuto a proclamare la libertà,
per fare giustizia sul male. La lettera agli Ebrei si muove in una
direzione simile ed applica la figura di Melchisedek a Gesù per
dimostrarne la divina superiorità rispetto a qualsiasi altra creatura e
per spiegarne il sacerdozio. «I
testi di Qumran sono popolati pure da angeli - osserva Venturini - Michele
e Gabriele erano gli arcangeli, che ricevevano direttamente da Dio le
missioni loro affidate, poiché erano gli unici, insieme a Uriel e Sariel,
che potevano presentarsi al cospetto di Dio. Viene subito alla mente il
Vangelo di Luca e l'annuncio a Maria, che riceve da Gabriele la notizia
che diverrà madre di Gesù» Nei frammenti, però, si parla spesso anche
di demoni. Secondo i manoscritti di Qumran i demoni furono creati da Dio,
ma poi se ne allontanarono diventando suoi antagonisti e ribelli.
Anch'essi abitavano nei cieli, come afferma il Nuovo Testamento. La loro
caduta indicava la prossima fine del dominio del male nel mondo. «Se
si vuole cogliere in profondità il messaggio di Gesù - prosegue
Venturini- occorre prendere sul serio le dottrine angeliche di Qumran e
pensare all'esistenza di esseri angelici che si oppongono o collaborano
alla realizzazione del progetto di Dio nella storia. I primi cristiani
credevano che la vita eterna consistesse in uno spazio diverso dalla
terra, in una comunione con Dio in cielo, come dimostra il Vangelo di
Luca. Nei testi del Mar Morto si pensa ad un ritorno nell'Eden, allo stato
beato promesso ad Adamo, ma da lui infranto. Era un luogo fisico situato
alle sorgenti del Tigri e dell'Eufrate. I membri della comunità credevano
alla risurrezione dei morti, prova ne sono le numerose tombe rinvenute
vicino ai resti archeologici di Qumran». Il
«Rotolo dell'Angelo» racconta l'ascesa al regno celeste di un
personaggio chiamato Yeshua Ben Padiah e della sua visita al «palazzo dei
cieli». Originalissima, è poi la spiegazione data alla genesi dell'uomo,
che nascerebbe dalla combinazione del seme maschile e di quello femminile,
contro la concezione tradizionale sul ruolo attivo del solo uomo.
Un'attenzione alla donna del tutto atipica nella mentalità dell'epoca.
L'Antico
Testamento di una setta enigmatica
- LA STAMPA - Martedì 11
Settembre 2001 1
I Rotoli del Mar Morto rappresentano la più grande scoperta di
manoscritti avvenuta nell'era moderna. In tutto ne sono stati trovati fra
gli 825 e gli 870. Solo la grotta numero 1 e la 11 hanno restituito
manoscritti relativamente intatti. La grotta 4, scoperta nel 1954, ha
restituito la maggior parte di documenti: circa 15 mila, con oltre 500
manoscritti. 2
I Rotoli possono essere divisi in due categorie - biblici e non biblici.
Contengono commenti dell'Antico Testamento, spiegazioni della Legge, leggi
per la comunità, salmi di ringraziamento, benedizioni, testi liturgici,
scritti sapienziali. Compaiono frammenti di ogni libro dell'Antico
Testamento, eccetto il Libro di Ester. Finora sono state identificate 19
copie del libro di Isaia, 25 copie del Deuteronomio e 30 copie dei Salmi. 4
La lingua è per lo più l'ebraico, ma molti Rotoli sono anche in aramaico,
la lingua comune di ebrei e palestinesi negli ultimi due secoli prima di
Cristo e dei primi due secoli dopo Cristo. 5
I Rotoli costituivano la biblioteca di una setta ebraica, gli Esseni, che
fu nascosta all'incirca nel 66-70 d.C., quando i romani soffocarono la
prima rivolta degli ebrei. Gli Esseni osservavano strettamente la Torah,
erano messianici, apocalittici e guidati da un sacerdote. Si definivano «figli
della Luce», «i Poveri», «i Figli della Via». Chiamavano i loro
nemici «Figli delle Tenebre». Si consideravano «i Santi», vivevano
nella «Casa della Santità», poiché lo Spirito Santo, dicevano, era con
loro. 6
Benché la comunità di Qumran esistesse ai tempi di Gesù, nessuno dei
Rotoli cita né lui né i suoi discepoli descritti nel Nuovo Testamento. I
Rotoli raccolgono tra l'altro le ultime parole Giuseppe, Giuda, Levi e
Amram, padre di Mosé. 7
Uno dei Rotoli, quello di rame trovato nella grotta 3, elenca una lista di
64 nascondigli, in Israele, con oro, argento, aromi e manoscritti.
Sarebbero i tesori del Tempio di Gerusalemme, messi in salvo quando venne
distrutto. 9
Il grande ritardo nella pubblicazione dei manoscritti, secondo alcuni, era
dovuto al timore che i testi potessero aprire la porta a una serie di
interpretazioni critiche del cristianesimo primitivo: essi contengono
collegamenti con il cristianesimo delle origini e possono offrire spunto
per una discussione storica sulla figura di Gesù. Il mondo cattolico
replicò con energia a queste accuse, definendole insinuazioni prive di
fondamento. In ogni caso, attualmente, dopo parecchi decenni dalle prime
scoperte, molto materiale è stato reso di pubblico dominio ed è
accessibile in qualunque libreria ben fornita e su Internet |