RICERCA
SCIENTIFICA e UNIVERSITA' |
Il giornale scientifico riferiva di una piú ampia indagine
realizzata da un comitato parlamentare secondo cui all'oggi l'unica figura
professionale con minori garanzie lavorative del post-Doc britannico é il
“chain worker” della McDonald. La crescita del debito accumulato
da molte universitá d'oltremanica é uno dei punti all'ordine del giorno
nell'agenda del governo laburista che sta pensando a misure drastiche
quali l'introduzione di tasse universitarie 'top-up” (cioé
differenziate a seconda del corso universitario scelto) per tutti gli
studenti. Simon Jenkins sulle pagine del
Times ha scritto qualche mese fa che: 'Le universitá britanniche sono in
uno stato di caos finanziario. Piú di 50 sono in perdita. Oxford e
Cambridge ci rimettono i loro patrimoni. Il successo del Roslin Institute
nella clonazione della pecora Dolly (anche se ingigantito dai mass-media)
ha coinciso con una crescita enorme degli investimenti nei settori di
ricerca delle biotecnologie applicative (in particolare nei settori
agroalimentare e farmaceutico). Alcuni settori dell'hi-tech
britannico (microelettronica, informatica) riescono a tenere il passo con
i giganti americani e giapponesi. Nei settori del nucleare e delle fonti
energetiche tradizionali (idrocarburi), la Gran Bretagna continua a
produrre innovazione. Rimane inoltre rilevante la presenze della ricerca
britannica nei settori tradizionali della farmaceutica, dell'ingegneria
aeuronautica e della chimica industriale. Il
sistema di formazione e ricerca britannico
Le 87 universitá britanniche
sono sicuramente tra le piú rinomate al mondo a giudicare dalle forti
presenze di studenti e ricercatori provenienti da diverse aree del mondo. Le universitá si dividono
storicamente in 4 gruppi: le 6 “antiche' università” (Oxford e
Cambridge in Inghilterra, Edinburgo, Glagow, Aberdeen e St. Andrew in
Scozia), le universitá “dai mattoni rossi” (redbricks, nate
prevalentemente nel XIX secolo nei centri della rivoluzione industriale,
ad esempio Manchester, Birmingham, Liverpool, Leeds), le nuove universitá
(nate dopo la seconda guerra mondiale, ad esempio Newcastle e Leicester) e
infine i politecnici. Questi ultimi avevano fino al 1992 una
configurazione istituzionale diversa dalle universitá vere e proprie, in
quanto non ricevevano fondi dal governo, ma dalle autoritá locali. Alle 87 universitá si aggiungono
poi circa 64 colleges di livello universitario, autorizzati a concedere
diplomi equivalenti alla laurea. C'é infine la Open University, una
istituzione nata nel 1969 per fornire lauree a studenti part-time per
corrispondenza. Quest'ultima é diventata nel corso degli anni una
istituzione di grande rilievo che ancora oggi fornisce diplomi di laurea a
migliaia di studenti. Le donne sono infatti 1 in 3 fra i
docenti di seconda fascia, 1 in 9 tra quelli di prima fascia e infine
appena 1 su 19 fra i professori di ruolo. Alla formazione superiore
si sovrappone il sistema della ricerca scientifica e tecnologica. Il Regno
Unito é responsabile per 4,5% della spesa globale in scienza e
tecnologia, per l'8% delle pubblicazioni scientifiche e per il 10% dei
premi scientifici di livello internazionale. Le compagnie farmaceutiche
GlaxoSmithKline e AstraZeneca sono responsabili per il 22% della spesa
complessiva britannica in R&S. Per il finanziamento alla ricerca da
parte del governo britannico é responsabile il Ministro della Scienza che
viene supportato dall' Ufficio per la Scienza e la Tecnologia (OST). Il
finanziamento alla ricerca in Gran Bretagna passa attraverso istituzioni
governative dotate di una propria autonomia: i consigli della ricerca (Research
Councils). Queste istituzioni svolgono il
ruolo di interfaccia tra governo, finanziatori privati e strutture di
formazione e ricerca. Ciascun dipartimento universitario che ha intenzione
di reperire fondi per attivitá di ricerca si rivolge infatti al consiglio
di ricerca di competenza che ha il compito di valutare la richiesta e
eventualmente allocare il finanziamento. La valutazione del consiglio sul
finanziamento richiesto tiene conto di diversi fattori quali la rilevanza
del progetto per l'indirizzo strategico del consiglio e la tradizione di
ricerca del dipartimento che propone il finanziamento. Una speciale graduatoria (Quality
Research Assessment) viene stilata ogni 4 anni sulla qualitá
dell'insegnamento e della ricerca svolto dai dipartimenti universitari.
Tale graduatoria tiene conto di fattori come la qualitá
dell'insegnamento, i successi scientifici ottenuti negli ultimi anni e le
pubblicazioni accademiche dei singoli membri dello staff di dipartimento. Un fondo governativo aggiuntivo é
stato emesso nel 2002 per ricerche nel campo della genomica, delle
tecnologie di base e della e-science. Negli ultimi venti anni é cresciuto
enormemente il finanziamento alle ricerche biologiche (che contava solo
per una quota di poco superiore al 5% dello stanziamento complessivo per i
consigli all'inizio degli anni '90). Tale finanziamento sembra aver
sottratto una quota consistente dai settori della fisica nucleare e
dell'astronomia. Si sono invece mantenuti pressoché
stabili i finanziamenti per i settori dell'ingegneria e della medicina. Il DTI, pur essendo una istituzione
governativa, svolge di fatto un ruolo di coordinamento fra le grandi
strutture finanziarie e industriali del paese e indica inoltre quali
ricerche scientifiche hanno un valore strategico per i bisogni
dell'industria. Complessivamente nel 2001 erano circa 15.000 i ricercatori
universitari con titolo di laurea finanziati attraverso i consigli di
ricerca. Ad essi si aggiungono poi la gran
parte degli studenti post-laurea (master, Ph.D. e post-Doc), che pure
fanno riferimento ai consigli di ricerca sia per il pagamento delle tasse
universitarie che per il loro assegno di mantenimento. Quest'ultimo si
aggira al momento su una quota base di circa 8.000 sterline l'anno (ma
coloro che fanno ricerca in discipline scientifiche o che vengono
finanziati direttamente da privati ricevono di piú) che é destinata a
crescere nel corso dei prossimi 6 anni fino a 12.000 sterline proprio per
far fronte alla crescente mancanza di sicurezza lavorativa denunciata da
Nature. Il sistema di circolazione dei finanziamenti per la ricerca dal
governo ai consigli ai dipartimenti ai singoli ricercatori e studenti é
ormai consolidato e dovrebbe garantire il sostegno economico necessario
sia alle singole universitá che ai gruppi che fanno ricerca. Insomma ci dovrebbero essere soldi
per tutti. Invece, negli ultimi 20 anni l'impronta neoliberista delle
politiche sulla ricerca in Gran Bretagna ha sconvolto questo sistema di
circolazione e creato un grosso sbilanciamento verso la ricerca applicata
a scapito di formazione superiore e ricerca di base. La legge del piú forte Durante il governo Tatcher, industriali e accademici
cominciarono a sostenere che il finanziamento alla ricerca doveva essere
riorientato verso i bisogni del mondo dell'industria. Altrimenti - si
sottolineava- l'industria britannica sarebbe stata presto sorpassata da
altri contesti nazionali nel contesto dell'economia globale. Di certo
l'emergenza di una nuova high tech britannica deve molto alle decisioni
politiche prese negli anni '80. Un forte settore di ricerca spinge oggi i
settori dell'industria tecnologica piú avanzati: dalle biotecnologie
alimentari alla farmaceutica alla microelettronica e all'informatica. Ad esempio alcuni assegni di ricerca cominciarono ad essere finanziati alla pari da un consiglio di ricerca e da una istituzione privata interessata all'applicazione della ricerca condotta dal ricercatore o dal gruppo di ricerca. In seguito i consigli per la ricerca furono chiamati a stringere maggiori rapporti con la grande industria in quanto il governo cominció a suggerire di scegliere i nuovi direttori dei consigli in base alle loro precedenti esperienze nei settori dell'industria e del commercio. In altre parole i direttori o gli ex-direttori di grandi gruppi privati hanno cominciato la scalata ai posti di comando dei consigli di ricerca. Nel 1994 furono istitutiti i Foresight Panels, gruppi misti
di accademici e capitani d'impresa con il compito di individuare quali
ricerche presentano maggiori opportunitá sul mercato e presentarli alle
agenzie governative in carica per la scienza e la tecnologia al fine di
rivedere in base agli studi dei panelli come allocare i finanziamenti.
Infine, nel 1995 l'OST cambió sede: dal Ufficio di Gabinetto di Downing
Street, dove era la sua sede originaria, si insedió negli uffici del DTI
per 'avvicinare il mondo della ricerca e quello dell'industria'. Tale trasferimento ovviamente concise con una minore
autonomia dell'istituzione e una maggiore dipendenza dal DTI. L'approccio
neoliberista alla ricerca introdotto dal governo conservatore non fu certo
contrastato dal nuovo governo laburista di Tony Blair che sale al potere
nel 1997. Anzi, di fatto tale governo estende tale approccio con ulteriori
provvedimenti legislativi. Nel 1998, il programma LINK assicuró che progetti di ricerca
finanziati dalle imprese potessero ricevere finanziamenti pubblici
aggiuntivi da parte del governo, mentre i laburisti ripristinarono il
Consiglio per la Scienza e la Tecnologia, un consiglio con il compito di
avvisare il governo su nuove politiche per la ricerca. Chiaramente sia i Foresight Panels che il Consiglio
rafforzarono il lobbismo come pratica politica di intervento nelle
politiche della ricerca. Facendo pressione dall'interno delle istituzioni,
gli industriali hanno potuto negli ultimi anni decidere l'assegnazione di
molti finanziamenti alla ricerca pubblica. Il governo laburista si ripropone dunque di contrastare
possibili opposizioni da parte del pubblico alle nuove tecnologie
attraverso una maggiore divulgazione delle ricerche piú controverse con
implicazioni di carattere sia morale che etico. É nel contesto di questo
programma ad esempio che vecchie istituzioni come la Royal Society hanno
ricevuto nuovi compiti, come ad esempio migliorare la divulgazione
scientifica ovvero il public understanding of science (PUS). Difendere il nuovo legame pubblico-privato é diventata
dunque la prioritá del governo Blair, che si propone cosí soprattutto di
ridurre il finanziamento a formazione e ricerca. I nuovi rapporti tra
ricerca pubblica e industria hanno permesso infatti al governo di ridurre
in maniera significativa il finanziamento alla formazione e alla ricerca
coerentemente con il trend comune a tutti i paesi europei di riduzione
della spesa pubblica. Le conseguenze di questo cambiamento non hanno tardato a
farsi sentire. Le universitá britanniche sono state poste di fronte ad un
out-out: ristrutturare e adeguarsi sempre piú ai bisogni di ricerca dei
gruppi privati oppure dichiarare bancarotta. Le universitá debitrici e “prigioniere” Nel 1999, 30 universitá pubbliche erano giá in passivo e
furono chiamate dal governo a rinegoziare precedenti accordi di
finanziamento in modo tale da dipendere maggiormente da fonti private
invece che pubbliche. I loro amministratori si resero subito conto che la
collaborazione con il privato diventava a questo punto l'unica via
d'uscita dalla crisi economica. Rafforzarono pertanto la comunicazione con
il mondo della finanza e dell'industria, incrementarono il numero di
uffici e centri amministrativi preposti a istituire legami con le
compagnie private (specialmente le spin off) e cominciarono a chiedere
alle compagnie private di commercializzare alcuni risultati della ricerca.
Il rettore dell'Imperial College di Londra é anche il
direttore della Shell. Sebbene, pecunia non olet, a differenza del
petrolio, l'aspetto piú preoccupante di questo intervento delle compagnie
petrolifere risiede nel fatto che la ricerca viene indirizzata nei loro
settori di interesse, mentre settori di ricerca su fonti di energia
diverse dal petrolio ricevono finanziamenti nettamente minori. Al momento ad esempio la ricerca sulle energie alternative
riceve solo un quinto della ricerca sulle fonti energetiche tradizionali,
che -considerando l'esaurimento delle fonti petrolifere per la metá del
nuovo secolo- dovrebbero invece esser finanziate molto meno. Lord
Sainsbury di Turville, l'attuale direttore dell'OST, é ritenuto da molti
uno dei principali collaboratori del primo ministro Blair, nonché
accreditato da molti come il principale finanziatore della campagna
elettorale che ha portato Blair a Downing Street. Nel 1999 Lord Sainsbury
dichiaró nel corso del meeting “Universitá per l'Industria” che
“la collaborazione pubblico-privato avrebbe dato slancio alla
competitivitá delle imprese e contribuito alla crescita dell'occupazione
modellando la formazione superiore ai bisogni delle imprese”. Che questo sia vero o meno (Sainsbury ha riproposto tali idee
ad un recente convegno sull'universitá organizzato dalla Confindustria),
rimane il dubbio se “modellare” sia la parola piú appropriata.
Sainsbury é infatti a capo di una delle maggiori catene di distribuzione
alimentari del Regno Unito: la Sainsbury's PLC, il cui interesse nello
sviluppo delle biotecnologie alimentari é prioritario. Sainsbury non solo
é a capo dell'OST, ma é inoltre membro del consiglio direttivo del DTI e
dei Foresight Panels. Sembrerebbe (almeno a noi italiani che di queste
cose ce ne intendiamo) un chiaro esempio di conflitto di interessi. Che la
spinta verso il finanziamento delle biotecnologie alimentari sia dovuta
all'intervento dall'interno dei palazzi governativi del Lord ? Il principale ente che finanzia le ricerche biologiche e
biotecnologiche é il Biotechnology and Biological Sciences Research
Council (BBSRC) con un budget di circa 190 milioni di sterline. Il suo direttore é Peter Doyle, ex-direttore del gigante
della chimica AstraZeneca (ex Imperial Chemical Industries, ICI). Nel
consiglio di ricerca figurano inoltre il direttore della compagnia
farmaceutica Chiroscience e il direttore del dipartimento R&S della
Nestlé. Nel direttivo del BBSCR ci sono inoltre rappresentanti della
AgrEvo UK, la prima compagnia biotecnologica che vorrebbe commercializzare
a breve termine il grano geneticamente modificato in Gran Bretagna. Circa 10 milioni di sterline l'anno sono date dal BBSRC al
centro John Innes di Norwich per l'ingegneria genetica. Il centro ospita fra gli altri, il laboratorio per le
biotecnologie alimentari Sainsbury. Il particolare interessante é che il
centro si chiama cosí perché fondato proprio da Lord Sainsbury.
Sainsbury ha creato un interessante meccanismo lobbistico-istuzionale in
cui da un lato finanzia la ricerca sulle biotecnologie e dall'altro
permette che il suo centro di Norwich possa incassare tali finanziamenti.
I risultati applicativi delle ricerche del centro Sainsbury vengono al
momento usati dalla compagnia biotecnologica Diatech, che é di proprietá
di Lord Sainsbury. Inoltre una normativa piú permissiva rispetto all'uso
di organismi geneticamente modificati potrebbe permettere in futuro a
Sainsbury di mettere alcune specie geneticamente modificate direttamente
sui banchi dei suoi supermercati. I privati “entrano” dentro le universitá non solo
ridefinendo i programmi di ricerca, ma persino le cattedre. Andando all'universitá
di Cambridge si trova ad esempio la cattedra “Shell” di Ingegneria
Chimica o la cattedra 'BP' (British Petroleum) in Chimica Organica e
Scienze del Petrolio. Aziende chimiche di primo piano come AstraZeneca finanziano
laboratori per la ricerca e li rinominano. Rupert Murdoch, il famoso
magnate delle televisioni ha contribuito alla finanziamento di una delle
cattedre della facoltá di anglistica dell'universitá di Cambridge e
inoltre permettendo l'istituzione di una cattedra in 'broadcast media'
nella quale si é insediato David Elstein, ex-direttore della televisione
digitale Sky One. Come giá sottolineato nel paragrafo precedente, i consigli
di ricerca sono ora in mano a direttori o ex dirigenti di grandi gruppi
privati. Il direttore del consiglio della ricerca su Ambiente e Territorio
é James Smith, che aveva precedentemente diretto la compagnia elettrica
Eastern Electricity. Nel consiglio direttivo figurano ancora membri della Astra
Zeneca e delle compagnie petrolifere. Il consiglio ha il compito specifico di capire, fra le altre
cose, i danni prodotti dall'uso del petrolio e di altre risorse
energetiche tradizionali sull'ambiente e il territorio. Il direttore del
consiglio sulle ricerche mediche é Sir Anthony Cleaver, che aveva
precedentemente lavorato per l'Atomic Energy Authority Technology PLC
(AEA), la compagnia maggiormente coinvolta nelle ricerche nucleari in Gran
Bretagna. In realtá, il centro fondato nel 1972 da uno dei membri del
“Club di Roma” era stato protagonista di una inchiesta contro gli
scavi aperti da una grande compagnia in Scozia per l'estrazione mineraria.
Fortunatamente in seguito il centro fu riaperto da alcuni dei suoi
ricercatori. Nel mentre ai dipartimenti che “producono meno”
nell'ottica della grande industria (si pensi ai dipartimenti di discipline
umanistiche ad esempio) si chiede sempre piú di essere cost effective,
cioé di bilanciare introiti annuali con costi di gestione. In alcune
facoltá umanistiche questo significherá la riduzione dei corsi
semestrali in insegnamenti che non garantiscono una quota minima di
studenti. George Monbiot, nel suo recente lavoro The Captive State (lo
Stato Prigioniero), ha sottolineato che sono poche facoltá scientifica la
cui libertá accademica non é oggi messa in discussione dai contratti di
finanziamento. Conclusioni: un modello contraddittorio Il 4 Dicembre 2002 c'é stata una grande dimostrazione di
studenti a Londra contro le nuove tasse universitarie. Gli studenti
britannici hanno visto in circa 10 anni cambiare la loro universitá
radicalmente al punto che ben pochi di loro si avventurano nella ricerca
post-laurea. Dieci anni fa ricevevano un assegno di mantenimento e le loro
tasse venivano pagate dall'autoritá scolastica. Ora le tasse vengono
pagate dalle loro famiglie, mente l'assegno di mantenimento é stato
sostituito da un prestito a lungo termine che dovranno ripagare una volta
laureati. Il governo propone inoltre di aumentare le tasse a livelli
che per molti di loro significheranno l'impossibilitá di accedere del
tutto al sistema universitario dal prossimo anno in poi. Il legame fra pubblico e privato ha infatti permesso allo
stato britannico di finanziare sempre meno le universitá, mettendo a
rischio la gestione delle loro risorse. Il risultato é sotto gli occhi di tutti. Le universitá
britanniche sono cosí strangolate dai debiti, costrette ad aumentare le
tasse universitarie, privilegiare i settori della ricerca applicativa e
ridimensionare le ricerche di non immediato impatto applicativo. La
conseguenza di questa decisione sará una universitá sempre meno 'centro
di formazione o educazione superiore (solo chi puó permetterselo potrá
accedere alle universitá) e sempre piú servizio per le compagnie
private. Se da un lato é vero che molte compagnie investono di piú
in ricerche condotte nei laboratori pubblici e universitari, é anche vero
che hanno negli ultimi anni acquisito potere decisionale per decidere le
sorti della ricerca strategica, occupato cioé i corridors of power. Ció
permette loro di prendere dal pubblico in termini di personale qualificato
e strumenti per la sperimentazione, piú di quanto danno. In tal senso il modello di formazione e ricerca britannico
presenta contraddizioni difficilmente sanabili se non attraverso una
inversione di rotta nell'indirizzo strategico alla ricerca. Il problema é che sia conservatori che laburisti hanno
prodotto politiche della ricerca abbastanza simili. Chi dunque,
nell'ateneo della politica, potrebbe farsi carico di un indirizzo
differente ? Breve bibliografia: 1. G. Monbiot, Captive State, The Corporate Takeover of Britain, Londra:
2002
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