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Villasmundo

 

L'origine di Villasmundo è strettamente legata alle vicende del feudo dei marchesi di San Giuliano, di cui ci accingiamo ad indicare dati corroboranti il nostro breve excursus storico.

questo feudo, ricco di grano, dominava la strada più brave tra il massiccio Ibleo ed il mare ma era privo di un centro popolato; la sua posizione strategica lo costringeva a mantenere, per difesa proprio e del regno, un castello ben munito di cui tutta la Sicilia era costellata. Questo genere di castelli furono costruiti al tempo della conquista dei normanni, che non avanzavano mai senza prima assicurarsi di edificare un fortilizio alle spalle. Il fortilizio era generalmente costituito da una poderosa stecconata racchiudente gli essenziali edifici da campo, i quali erano prefabbricati e retti in brevissimo tempo da truppe specializzate.

A vittoria raggiunta, queste strutture venivano sostituite da altre in muratura, che seguivano lo stesso disegno. Ancora oggi, infatti, il castello si San Giuliano ricorda senz'altro questa antica struttura: un ampio recinto murato, rafforzato da torri, capace di riparare un nucleo efficiente di uomini e cavalli.

La prima notizia che ci è rimasta di San Giuliano è la sua infeudazione fatta da Re Martino, nel 1397, al regio milite Martino Scalambro. Da quel giorno fino ad oggi, cioè durante 602 anni, la proprietà di quel castello, fatto piuttosto rara nelle successione feudali, si è tramandata nella discendenza di sangue di quel primo feudatario: dagli Scalambro, attraverso gli Arezzo e gli Asmundo, ai Paternò - Castello.

Il castello fu danneggiato, come avvenne per gran parte della Sicilia Orientale, dal gran terremoto del 1693 ma non perdette i suoi connotati. tuttora si possono scorgere le tracce delle sue torri, una delle quali fu trasformata in un palazzo, pur conservando le antiche strutture militari del suo pianterreno; ad essa fu aggiunta una chiesa con una sola navata ed un'abside, adornata di stucchi restaurati recentemente.

Nell'ampio territorio di questo feudo scorre un corso d'acqua chiamato San Giuliano o "Molinello", il quale è oltremodo interessante e pittoresco; intorno ad esso si trocano i resti di antiche abitazioni e remote civiltà.

In un punto, laddove il fiume forma un ansa, si rivela una possente muraglia rocciosa, alta 100 passi e lunga circa 300, disseminata di abitazioni trogloditiche, profondamente incassate ed una serie di misteriosi antri inaccessibili, fra i quali si trova una catacomba paleocristiana.

A testimonianza di questi reperti vi sono delle riproduzioni come, "il monumento trionfale", realizzate da un pittore francese tra il 1777 e il 1779, tuttora conservati nel "catalogo degli acquarelli" in mostra nel Museo di LOUVRE a Parigi. Il fiume San Giuliano o "Molinello" che i greci chiamavano "DAMYRIAS", costituì il confine naturale fra lo stato Calcidese di Leontinoi e quello di Megara. Indagini archeologiche compite alcuni decenni fa, hanno stabilito che la località fu abitata fin dal terzo o quarto millennio A.C.

VILLASMUNDO

A DIO OTTIMO MASSIMO

(Questa Chiesa è) Dedicata al Grande Michele

Arcangelo, ai Santi Angeli Raffaele e Custodi

Protettori di questa Villa Asmundo e di cittadini

di essa per la salvezza di entrambi.

Don Consalvo Asmundo dei Marchesi di San 

Giuliano, il più insigne fondatore,

cominciò prima da Dio (a costruire la Chiesa),

poi a costruire le case 

nell'anno del Signore 1711.

 

    Questa Scritta in latino recante come data di ultimazione della chiesa il 1711, ci fa incamminare sulla strada che va dalla nascita e formazione di questo conglomerato di case per arrivare all'attuale centro abitato fluttuante dal punto di vista demografico.

    Il riconoscimento giuridico da parte di Ferdinando II Re delle Due Sicilie, avvenne nel 1715 su richiesta del suo fondatore, Don Consalvo Asmundo; oggi i discendenti sono la famiglia dei marchesi di San Giuliano.

    La zona, dove è sorto Villasmundo, non era dotata di popolazione stabile; perciò, per accudire ai lavori agricoli, occorreva rivolgersi al bracciantato dei comuni viciniori.

    Per sopperire a questo grave inconveniente, Don Consalvo Asmundo Sessa dei Marchesi di San Giuliano ottenne nel 1701 la regia licenza per costruire un centro abitato nel feudo di San Michele del Gargano, membro del suo Marchesato.

    Questi centri venivano denominati "Terre", per distinguerli dalle "città", che erano quelle Vescovili.

    Erano di ogni grandezza, talune avevano un amministrazione autonoma, ma la maggior parte dipendevano dai feudatari che le avevano fondate e che mantenevano di esse i diritti di "mero e misto impero", cioè di "alta e bassa giustizia".

    La costruzione dell'abitato di Villasmundo seguì un criterio quasi "futuristico"per l'ampiezza delle strade con le relative traverse; sono delle strade con le relative traverse; sono le attuali Via Vittorio Emanuele e Via Regina Elena. (La via regina Elena era prima detta "Via della Croce", per un vecchio crocefisso di proprietà della famiglia Chiarenza; donato poi alla Chiesa Madre, è stato restaurato ed ora è posto sull'abside.

    Mentre la Via Vittorio Emanuele si chiamava "Via del Corso"). Le case vennero costruite a gruppi di nove (nel vecchio dialetto chiamate "CASI NOVI").

    Inizialmente prese il nome di "Villa Asmundo" (dal Latino Villa - fattoria - borgata degli Asmundo); poi si trasformò in "Vill'Asmundo" e quindi, il nome venne contratto in Villasmundo.

    Per favorirvi l'insediamento di un certo numero di abitanti venne garantito un salvacondotto ai fuorilegge che infestavano la zona, dietro promessa di una casa e di un appezzamento di terreno da coltivare in proprio, pagando un irrisorio canone annuale (censo).

    Questa promessa si ufficializzava toccando un ceppo che ancora oggi si trova presso la stupenda Villa del Marchese di San Giuliano, nelle immediate adiacenze di Villasmundo; è probabile che tra i primi abitanti vi fossero degli ex-galeoti che, scontata la pena, vennero qui per cominciare una nuova vita.

    Alla sua fondazione il paese venne affidato amministrativamente a Carlentini e nel 1854 finì sotto l'amministrazione di Melilli, dopo che questo comune venne levato a capoluogo di circondario (1842); poi passò ad Augusta ed infine ritornò sotto Melilli. (Carlentini rifiutò Villasmundo perchè gli abitanti non pagavano le tasse o minacciando i collettori o non facendosi trovare in casa).

    Una curiosità puramente demografica - nel 1816 Villasmundo contava 428 abitanti, così distinti: - adulti 172, adulte 197, fanciulli 28 e fanciulle 31.

    Su 428 anime vi erano: celibe maschi 128, "celibi" femmine 150, coniugati 119, vedovi 1 vedove 30.

    Come condizione sociale si distinguevano: possidenti 58, preti 2, contadini 283, artisti (artigiani) 10, domestici 15, poveri 20 e povere 40.movimento demografico: - appena formatosi, tra il 1711 e il 1720, a Villasmundo si potevano contare circa 200 case e 545 abitanti; nel 1798 vi erano 418 abitanti e nel 1816 - 1819 ne aveva 428.

    Nel 1828 gli abitanti si ridussero a 370 e dal 1842 in poi si stabilizzarono in 375 unità, con breve oscillazione per tutto il secolo.

        Infatti, parla di una condizione florida di Villasmundo dalla sua fondazione fino alla fine del XVIII secolo e della sua successiva decadenza, durante il 1800, per gli esosi tributi posti sul vino, sull'olio, sulla carne e sul macino.