Lenti scollate : possiamo fare qualcosa ?

 

 

Come è noto , gli schemi ottici degli obiettivi includono sovente gruppi di lenti incollate fra loro fino a creare un "pacchetto" dalle desiderate caratteristiche rifrangenti ; queste lenti , dotate di identica curvatura sulle facce a contatto , vengono fatte aderire in modo permanente con appositi adesivi in modo da realizzare un assemblaggio definitivo.  Almeno in teoria....

In realtà i collanti impiegati hanno seguito una logica evoluzione di pari passo con i progressi della tecnica ; partendo dai moderni - ed affidabili ! - collanti a base di resine epossidiche o metacriliche polimerizzate ad UV ( che oltre ad essere adeguatamente elastiche a volte assorbono anche le bande UV della luce , come il famoso Leica Absorban ) si va a ritroso fino ai precedenti adesivi di origine organica , fra i quali il noto "Balsamo del Canadà".

Proprio questi ultimi collanti a volte sono responsabili di parziali scollature di alcuni gruppi di lenti , e può succedere di trovarsi fra le mani un obiettivo anni '50 o '60 - ma di gran marca ed ancora utilizzabile per la sua ottima resa - che presenta i tipici sintomi di un principio di scollatura , rappresentati dai caratteristici aloni iridescenti quando osserviamo l'obiettivo alla luce diretta ( vedi foto ).

il mio (sigh) Zeiss Sonnar 85/2 Contarex del 1958-59 con i tipici sintomi di scollatura di un gruppo di lenti.

 

Obiettivi storicamente a rischio sono i vecchi Zeiss Sonnar basati sullo schema "originale" di Bertele , come il Sonnar 50/1,5 per Contax RF , i Sonnar 85/2 e 135/4 Contax e Contarex  , il Sonnar 135/4 per la Rolleiflex biottica tele ed il Sonnar 180/4,8 per Linhof 6x9  ; anche alcuni Tessar d'epoca dedicati al medio formato sono proni alla separazione del doppietto posteriore , come il 75/3,5 montato su Rolleiflex e Super-Ikonta o il 105/3,5 su otturatore centrale per Linhof  ; anche i Voigtlander Apo-Lanthar per grande formato ( Linhof) scollano quasi sempre , con frequenza via via maggiore passando dal 150/4,5 al 210/4,5 al 300/4,5 ; infine, anche alcuni vecchi Schneider Componon f/5,6 o Rodenstock Rodagon f/5,6 degli anni '60 palesano sovente questo difetto.

Quali sono le cause ? Oltre ad una fisiologica perdita di tenuta negli anni, non prevista all'atto della fabbricazione , e all'interazione della luce solare , penso che una causa importante sia anche legata alle dilatazioni dovute a sbalzi termici ; spesso , infatti, ci troviamo in presenza di gruppi ottici complessi realizzati con vetri di caratteristiche fisiche differenti : ad esempio, nei Sonnar originali c'è un gruppo di 3 lenti assemblate fra loro subito prima del diaframma realizzate con vetri Flint e Crown dalle caratteristiche ottiche e chimico-fisiche molto differenti ; ipotizzo - ma è una mia illazione - che differenti gradi di dilatazione termica creino col tempo innumerevoli micro-tensioni sul collante privo della adeguata elasticità fino a farlo cedere sul bordo delle lenti (questo a maggior ragione in obiettivi da ingrandimento ).

Preso atto del fattaccio, cosa possiamo fare prima di strapparci i capelli ? Occorre scindere gli obiettivi in due categorie , a seconda della posizione delle lenti incriminate ; infatti è quasi impossibile per un fotoamatore attratto dal fai-da-te raggiungere gruppi di lenti interne che presuppongono lo smontaggio di buona parte dell'obiettivo ; con i tipi Tessar e gli obiettivi da ingrandimento, invece, i gruppi assemblati si raggiungono facilmente allentando semplicemente una ghiera di serraggio, e possiamo tentare qualcosa.

Allentato l'anello di serraggio e raggiunto il doppietto difettoso, occorre separare completamente le due lenti ; a volte basta applicare una trazione con le mani perchè il collante, già compromesso, ceda completamente ; qualora anche con robusti strattoni l'aderenza non venga meno, è consigliabile lasciare a bagno il gruppo di lenti per una notte in un solvente come lo XILENE ( o XILOLO ) , miscela di isomeri dalla formula C8H10 , che a suo tempo reperivo in flacone da 1000 ml nella gamma Analyticals Carlo Erba ( RPE , Reagente Puro Erba) ; eventualmente , indossando guanti di gomma ed in ambiente ventilato , si può esercitare una trazione con le lenti in immersione per fare penetrare meglio il solvente ; i riparatori, per casi disperati, impiegano i solventi in vasca ad ultrasuoni che fa penetrare meglio il reagente, ma l'azione degli ultrasuoni scalda molto il liquido con rischi di rottura per le lenti.

I prodotti che impiego per disassemblare e fare nuovamente aderire le lenti scollate.

 

Una volta che la separazione è avvenuta occorre pulire bene - sempre con Xilene - le superfici di incollaggio badando ad eliminare ogni traccia del vecchio adesivo ; a questo punto possiamo passare alla preparazione del collante ; io impiegavo un prodotto nato in origine per i coprivetrini da microscopio e che - per le sue caratteristiche di tenacia, trasparenza assoluta , assenza di colore ed indice di rifrazione simile a quello del vetro - si presta bene alla bisogna ; tale prodotto è l' EUKITT della O. Kindler GmbH & Co. , 7800-D Freiburg , tuttavia in mancanza di questo anche un prodotto analogo di altra marca può andare bene.

Si diluisce l' EUKITT con XILENE in proporzione 50% - 50% e si mette una adeguata quantità di emulsione al centro di una delle superfici da incollare , facendovi subito aderire l'altra lente , premendo con forza affinchè l'adesivo si spanda su tutta la superficie senza lasciare bolle d'aria o zone libere, riducendo lo strato al minor spessore possibile , eliminando poi l'eccesso di colla sui bordi sempre con Xilene ; servendosi di morsetti a vite si può tenere il gruppo di lenti pressato fino ad adesione, così come identici morsetti applicati lateralmente a mò di dima possono servire a mantenere centrate le lenti in casi sfavorevoli.

Il giorno dopo si libera il gruppo di lenti e lo si rimonta  in sede rispettando l'orientamento originale (non è così scontato : uno Zeiss Contarex Tessar 50/2,8 mi tornò da un famoso laboratorio dopo pulizia col doppietto posteriore montato a rovescio...).

Tutto fatto ; con questa procedura riparai un obiettivo da ingrandimento per 4x5" IFF Dugor 135/4,5 ; il suo nuovo proprietario stampa ancora adesso con quest'ottica riparata da me, anche se non l'ha mai saputo .

Ultimo consiglio : non cimentatevi su un 400/2,8 da 10 mila euro.....

                                                                                                         (MARCO CAVINA)