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Breve descrizione del Carnevale tipico di Ottana con le sue tradizionali maschere.

    All'imbrunire del giorno della vigilia di Sant'Antonio Abate (16 Gennaio) le maschere tradizionali del carnevale di Ottana, chiamate genericamente "Merdules", fanno la così detta "prima essia" cioè la prima apparizione dell'anno. E' quindi davanti al grande falò ("s'ogulone") che, dopo i riti religiosi, sos merdules danno avvio ai preparativi carnevaleschi.
    Il carnevale tipico di Ottana evidenzia la pocertà del passato nel mondo della pastorizia e dell'agricoltura, ed è, fin dall'antichità, una delle più attese ricorrenze dagli ottanesi di larga partecipazione popolare.
    Ciò che rende esclusivo il carnevale ottanese sono "Sos Merdules", "Sos Boes" cioè "Sas Carazzas" (maschere) tipiche di secolare tradizione.
    "Sos Boes" indossano pelli di pecora bianche e portano sul viso "Sas Carazzas" (foto a lato), maschere in legno raffiguranti bovini fornite di corna più o meno lunghe; tali maschere , lavorate ad intaglio, mostrano una stella sulla parte frontale e due foglie lungo gli zigomi. Indossano inoltre, a mo' di bandoliere, circa 40/45 Kg. di campanacci agganciati su una cinghia in cuoio posta sulla spalla, detti "Sonazas". Tali campanacci si dividono in diversi tipi tra cui i più ammirati sono "Sos Brunzittos" dal caratteristico suono acuto, e "Sos Sonazos" dal caratteristico suono chiuso ma forte e dalle grandi dimensioni.
    Sos Merdules, raffiguranti l'uomo, restano invece con pelli bianche o nere ed indossano maschere in legno spesso deformate a manifestazione della fatica del quotidiano vivere.
    Hanno in spalla "Sa Taschedda" (foto a lato) simile ad uno zaino in cuoio, che in passato serviva a contadini ed allevatori per il trasporto dei viveri in campagna.
    La figura del Merdules tramite il suo rituale presenta la continua lotta tra uomo e animale, atta a stabilire il predominio del primo sul secondo. "Sos Boes" hanno un'andatura cadenzata da saltelli e creano talvolta scompiglio tra la gente. In alternativa si buttano in terra inscenando una sorta di ribellione ai comandi de "Sos Merdules", che inseguono il corteo con in mano "Sa Socca", un laccio in cuoio o un bastone, per controllarli e assoggettarli.
Sa Taschedda
    Questo rituale viene ripetuto da generazioni per le vie del paese e termina nella piazza centrale di San Nicola, dove "Sas Carazzas" ballano i tradizionali balli ottanesi.
    Altre maschere tipiche sono "Sos Porcos" (i maiali), "Sos Molentese" (gli asini) e "Sos Crappolos" (i cervi).  Spicca inoltre la figura de "Sa Filonzana", un uomo mascherato da vedova che fila la lana o meglio il filo della vita.  Esso porta con se una forbice  e dopo aver individuato una persona di poco gusto, taglia il filo di lana come augurio, alla persona prescelta, di malessere o sfortuna.
    Altro strumento particolare è "S'Orriu", un tamburetto in sughero con una cavità in pelle d'asino con al centro un buco nel quale scorre un laccio che provoca un suono tale da spaventare i cavalli.
    Emerge quindi l'impostazione del nostro carnevale, che consiste nella sua spontaneità, improvvisazione e trasgressione che coinvolge l'intera comunità, e che lo rende tanto particolare e suggestivo.

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