Parte la campagna elettorale con alcuni gravi interrogativi

il ritorno della democrazia

di Tonino Del Duca

LUCERA. E così ancora una volta il popolo foggiano, lucerino e italiano sarà chiamato a esprimere la propria volontà nell’illusione che le proprie scelte saranno determinanti per le scelte politiche e amministrative del futuro Governo. La realtà, come è venuta delineandosi in seguito alle emergenze del periodo post- tangentopoli, purtroppo sta procedendo a livello legislativo verso un concetto di democrazia sempre più limitata e sottoposta a regole, che portano inevitabilmente verso l’oligarchia. Solo così si spiega il progressivo e costante allontanamento dei cittadini dalla politica e dal voto. La prima causa di questa frattura con il paese reale, paradossalmente, è rappresentata proprio dal sistema elettorale maggioritario che noi abbiamo riportato in auge, dopo averlo condannato agli inizi del secolo, in epoca giolittiana, durante l’epoca del famoso trasformismo parlamentare. Ora lo abbiamo reintrodotto solo da alcuni anni, ma, dopo un periodo di formale accettazione, in questa campagna elettorale stiamo sentendo numerosi esponenti politici che vogliono abolire il maggioritario e ritornare al proporzionale, sia pure con lo sbarramento del 5% o con qualche altro correttivo. Noi siamo sempre stati convinti che il ritorno al proporzionale sia l’unica strada da seguire per cercare di ridare dignità ai partiti e cercare di rilanciare il coinvolgimento dei cittadini. Come è possibile, infatti, costringere un cittadino a votare per un candidato, che non riscuota la sua fiducia o il suo gradimento oppure appartenente a un partito diverso (che poi, magari, si schieri in Parlamento arbitrariamente a destra o a sinistra). Eppoi, quale possibilità di controllo democratico ha il cittadino 

nei confronti del deputato eletto, che magari non è nemmeno del circondario, in quanto è stato calato dall’alto dall’oligarchia dei partiti? Con il sistema proporzionale, quanto meno si sa che questo o quel candidato appartiene a un partito ed è, quindi, responsabile nei confronti del partito di appartenenza, che a sua volta si fa garante dell’operato del deputato nei confronti dei cittadini presso tutte le sedi sezionali del comprensorio. Dopo avere assistito a tutte le trattative e compromessi avvilenti sulle candidature anche qui nel collegio camerale Lucera- Foggia e in quello senatoriale di San Severo, ci viene da chiedere: ma i partiti locali a cosa servono, se poi non riescono nemmeno a trasmettere la volontà della base e sono costretti a subire candidati imposti dall’alto? Il primo a lamentarsi di questa impostazione è stato l’aspirante candidato del centro- destra Peppino Labbate, che pure aveva raccolto cinquemila firme a sostegno della sua candidatura; ma sono davvero in tanti nei partiti a pensarla come lui. Ancora una volta, quindi, i cittadini, che ancora una volta vorranno andare a votare, dovranno confidare nella buona sorte per sperare di avere fatto una scelta non sbagliata.

 

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