di Leonardo P. Aucello
E’ stato un incontro senza precedenti la
commemorazione, attraverso una esauriente conferenza, dei tantissimi
caduti dell’efferato ed esecrabile massacro perpetrato dalle truppe
tedesche ai danni della divisione italiana Acqui nel settembre del 1943 a
Cefalonia in Grecia all’indomani del fatale armistizio dell’ 8 di
quello stesso mese, in cui l’Italia si arrendeva agli Alleati. La
manifestazione è stata brillantemente organizzata dal Lions Club di S.
Marco in Lamis attraverso l’impegno diretto del Presidente, prof.
Michele Coco e del segretario, prof. Michele Schiena. La conferenza si è
tenuta nella sala congressi della biblioteca comunale, alla presenza di u
nutritissimo pubblico e di molte autorità, tra cui i componenti della
sezione sammarchese dell’Associazione Nazionale Carabinieri, del Tenente
dei carabinieri, Fabrizio Fratoni, Comandante della Compagnia si S.
Giovanni Rotondo, del Commissario Prefettizio ad interim, e di ospiti di
rilievo del Club stesso. Inoltre va segnalata la presenza di alcuni reduci
della campagna nei Balcani, e dei familiari dei caduti di quell’orrendo
massacro. Nella breve ma significativa presentazione
il Lion Presidente ha posto l’accento sul valore storico, ma anche
patriottico dei numerosissimi martiri delle orripilanti, quanto
ingiustificabili fucilazioni in massa dei soldati italiani. Il loro
sacrificio deve quindi suggerire ad ognuno di noi delle profonde
riflessioni sul significato di strage, soprattutto quelle belliche: ma
deve, altresì, costituire un monito per le nuove generazioni affinché
non si lascino suggestionare e influenzare dallo stigma etnico –
razziale che pare prepotentemente riemergere tra i giovani di oggi.
L’occasione è stata propiziata dalla pubblicazione del
libro reportage dello studioso e giornalista, dott. Alfio Caruso,
originario della Sicilia, che ha pubblicato per i tipi della Longanesi
Editore, il volume "Italiani dovete morire" ( Milano, 2001,
L.23.000 ). L’autore ha ripercorso con impeccabile disamina quei momenti
cruciali, a partire dal Gran consiglio del 25 luglio, fino alla resa
totale
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dell’Italia, l’8 settembre successivo
con le truppe allo sbando soprattutto ufficiali di ogni grado e
responsabilità che ordinavano ai soldati di deporre le armi in gesto di
resa al nemico. Pertanto i tedeschi consideravano quello dell’Italia e
dei soldati italiani come un atto di codardia e di alto tradimento e,
quindi, meritevoli, questi ultimi, si essere passati per le armi. Cosa che
eseguirono immediatamente. Tragico rimane l’eccidio immane di
"Cefalonia – un martirio dimenticato -, in cui quasi tutti,
ufficiali compresi della divisione Acqui furono giustificati con
esecuzioni sommarie. I militari smarriti e addolorati si trovano
disarmati, senza nessun punto di riferimento e senza ordini da eseguire e
rispettare: ma si videro in un baleno prigionieri degli ex – alleati che
si trasformarono in loro carnefici. E infatti fu una carneficina, una
inutile mattanza di carne umana indifesa e dispersa. In quel
"settembre nero" l’isola greco – ionica di Cefalonia vide
morire ben 9.000 soldati tra uomini di truppa e 406 ufficiali, caduti,
veramente è il caso di dire, per la Patria. Il
relatore ha organizzato anche una petizione di firme da inviare al governo
tedesco nella speranza che, a quasi sessant’anni da quel eccidio, la
Germania formuli con severo pentimento le sue scuse al governo italiano
per quei morti ingiustificati. Tra i sammarchesi ci sono stati due soldati
uccisi: A Ciavarella e M. Cocomazzi; mentre un ufficiale è stato graziato
per miracolo, Antonio Potenza, classe 1915, insegnante in pensione. Ai
familiari delle vittime, alla famiglia di Ciavarella, alla moglie di
Cocomazzi, segnata ormai dalle canizie e dalla gramaglia a vita dal
lontano ’43, e ai figli di potenza, il Lion Presidente ha consegnato un
omaggio a nome del Club. Infine è stata donata, ad opera della stessa
sezione sionistica, una bandiera tricolore all’Associazione Nazionale
Carabinieri di S. Marco in Lamis nella persona del Presidente, il sig.
Carfagno, maresciallo in pensione. Il saluto finale
delle autorità e il "bacio" alla bandiera ha chiuso questa
"patriottica" serata, nella piena coscienza di tutti che le
piaghe del martirio di Cefalonia quelle non si rimargineranno mai.
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