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Se questo è un prete...

Stralci dall'intervista a Siro Lopez alla Festa dei Giovani


Perché l'arte, l'espressività, la musica sono diventati i mezzi con cui comunichi la fede ai giovani?
Per me è importante liberare la sensibilità in ogni singola persona. Alla società non interessano le persone sensibili: sono troppo facili da manipolare. Don Bosco nella sua epoca ebbe la capacità di riscattare la sensibilità delle persone che erano disprezzate. Ora la mia domanda è: "noi siamo persone sensibili o consumatori?".

Noi sentiamo l'evento del giubileo troppo serio e lontano da noi. Cos'hai da suggerirci perché questo evento sia più vicino a noi?
Mi pare molto importante che non riduciamo il giubileo ad una data concreta. Perché a volte usiamo la festa per ingannarci. Per me l'importante è il giorno per giorno. Perché la felicità si incontra nello scoprire momenti di intensità e profondità nel quotidiano. Per me il giubileo è un'opportunità di rinascere di nuovo e avere un modo diverso di guardare la realtà. Prima di lasciarci alla fine della festa, Siro ci ha dato un ultimo messaggio:Vi racconto un fatto che mi è successo un po' di tempo fa. Ho un'amica che vive in una grande città e che è venuta, d'estate, nel mio paese che è molto piccolo. Quando arrivò al mio paese non aveva ancora visto una gallina viva con le piume. Aveva sempre visto le galline morte pelate in macelleria. Ma il più sorpreso fui io che non avevo ancora incontrato una persona che non aveva mai visto una gallina che mangia il mangime e accudisce i suoi pulcini. Con Dio può succederci qualcosa di simile. Pensate se quello che conoscete è un Dio morto, un Dio cadavere. Se l'unico Dio che vi hanno trasmesso è un Dio che tarpa la vita, consideratelo come fosse merda. Va bene! Perché mi sembra molto importante capire che Dio non ha niente a che vedere con quella gallina morta. È molto importante scoprire il Vangelo come qualcosa che ci libera e ci sveglia dal nostro consumismo, un Dio che ci fa persone libere, che ci chiede soltanto di amare, che non ci chiede di essere sacerdoti ne di essere suore. Solamente ci chiede di amare. Troppo facile, impossibile!!!

Info Siro Lopez: cnspj-siro@futurnet.es


Perché quest'anno la Festa dei Giovani ha fatto un salto di qualità? Innanzi tutto è cambiato lo schema rigido e lineare che caratterizzava le precedenti edizioni. La mattinata, invece di essere un'immensa trafila di testimonianze, è stata uno spettacolo emozionante e coinvolgente che ha visto come regista e autore Siro Lopez. Nel pomeriggio si è data libertà ai partecipanti di visitare gli stage allestiti, senza costringerli ad una continua ed estenuante danza forzata in un palazzetto ricolmo di gente. Questo ve lo dice uno che aveva pensato di non partecipare alla Festa perché deluso dall'esperienza degli anni precedenti, ma che ora come ora non avrebbe ripensamenti a parteciparvi una seconda volta!

Stefano - Mogliano


Festa dei Giovani?! Ah non me ne parlate. Io quest'anno mi sono rotto!!! No, intendiamoci … non volevo dire che non mi sono divertito e che contavo i minuti per tornare a casa, anzi … mi sono divertito tantissimo. Il mio riferimento alla "rottura" era in senso fisico. Mi sono rotto … un braccio, ebbene si … ma lasciamo perdere è meglio. "Fortuna" (doverose le virgolette) ha voluto che mi facessi male alle 15.00. Ho avuto modo così di gustarmi ben bene la festa. Non a caso ho usato il termine gustarmi. Infatti questa festa m'è sembrata un susseguirsi di piccoli dolci: piccoli, ma molto gustosi; e più andava avanti e più se ne voleva altri. Ho iniziato a "mangiare" l'atmosfera della festa già sabato grazie ad un giorno di lavoro-conoscenza e attraverso la cena e la seguente veglia al Bearzi in compagnia di Siro Lopez, vero protagonista di tutta la festa. Domenica poi la grande abbuffata cominciata con l'accoglienza, il momento di preghiera e poi lui (come dicevo prima il vero protagonista della festa) Siro Lopez, che più che un mimo è un uomo snodabile, bravo per le sue performances, ma soprattutto per la capacità di coinvolgere tutti. La Messa presieduta da Mons. Battisti è stata il culmine della giornata, soprattutto quando è stata portata la croce che ogni casa in questi mesi ospiterà in vista della GMG. E proprio ogni casa, attraverso un suo rappresentante l'ha portata verso l'altare. Fin qui niente di nuovo potrebbe dire qualcuno. Invece no perché proprio nel pomeriggio ci sono state le più grandi novità. Nuova la formula con gli stand. Via così a balli, graffiti, incontri, mostre, musica ma soprattutto lo stand più bello in compagnia della band di Conegliano e bellissimi e bravissimi anzi superlativi cubisti (in particolare uno, ma è meglio non fare nomi). Balli, canti, applausi, divertimento, salti e gente che faceva "cavallina" cade e che ancora un po' si uccide. La mia cronaca si ferma qui. Guarda caso. Ho avuto modo comunque di arrivare a casa "sazio" e ben ingrassato soprattutto al polso sinistro. L'appuntamento è per la FDG del 2001. Il mio obiettivo stavolta sarà il menisco. Ce la farò?

Paolo - Tolmezzo


Quattro ore e mezza di viaggio ad ascoltare discorsi di donne mentre guido (sono l'unico maschio della spedizione Lombardo-Emiliana in quel di Udine) e quando credo di aver capito o almeno un po' afferrato qualche nozione in più sull'universo femminile, davanti allo Stadio Friuli mi viene detto: "Non può essere uno stadio…, non si vede il campo!".Scoraggiato e amareggiato un po' per l'affermazione precedente e un po' perché ci siamo persi, mi avvio verso la fiera di Udine dove troviamo ad aspettarci una fantastica Fiera dell'Antiquariato. Sapevamo che avremmo avuto a che fare con i Salesiani e le Suore, ma pensavamo con quelli di questo secolo! Fortunatamente era solo il padiglione accanto. Comunque alla fine ce l'abbiamo fatta. Siamo arrivati, siamo stati accolti e sistemati in tutti i sensi.Abbiamo trovato un'atmosfera molto coinvolgente, gli animatori già sul posto ci hanno dato subito l'idea di dove ci trovavamo: all'MGS. Non il mio, quello di Milano o Varese o Bologna neanche il vostro quello del Triveneto, quello di Udine … ma solo è unicamente il nostro, l'unico e inimitabile come il Whisky.Certo ognuno alla propria Festa usa gli ingredienti che possiede, quelli che ritiene opportuni, quelli adeguati, ma il clima, la gente, la gioia è la stessa per tutte le regioni ops scusate… volevo dire per tutti i posti del mondo in cui è arrivato Don Bosco.Siamo stati contenti di poter di dire a molti di voi: non siete gli unici, siamo in tanti ovunque, vicini e lontani a credere nella Spiritualità Salesiana nel "Don"di Valdocco.Un grazie immenso a tutti quelli che abbiamo incontrato, agli animatori e a Don Ivan per l'invito e l'accoglienza che speriamo poter ricambiare appena possibile.

Matteo - Milano


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