La Croce del Giubileo

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"Quindici anni fa, al termine dell’Anno Santo della Redenzione, vi affidai una grande Croce di legno invitandovi a por­tarla nel mondo, come segno dell'amore del Signore Gesù per l'u­manità e come annuncio che solo in Cristo morto e risorto c'è sal­vezza e redenzione. Da allora, sostenuta da braccia e cuori gene­rosi, essa ha compiuto un lungo e ininterrotto pellegrinaggio attra­verso i continenti, mostrando che la Croce cammina con i giovani e i giovani camminano con la Croce. Attorno alla “Croce dell'Anno Santo” sono nate e si sono sviluppate le Giornate Mondiali della Gioventù, significativi momenti di sosta nel vostro cammino di gio­vani cristiani, invito continuo e pressante a fondare la vita sulla roccia che è Cristo. Come non benedire il Signore per i numerosi frutti suscitati nelle singole persone ed in tutta la Chiesa dalle Giornate Mondiali della Gioventù, che in quest'ultima parte di secolo hanno ritmato l'itinerario dei giovani credenti verso il nuovo millennio?. Dopo aver attraversato i continenti, questa croce fa ora ritorno a Roma portando con sé la preghiera e l'impegno di milioni di giovani che in essa hanno riconosciuto il segno semplice e sacro dell'amore di Dio per l'umanità”.

dalla lettera del Papa ai Giovani

Iniziando l'incontro con i giovani romani il Papa li invitava a 'prendere la Croce'. Ai suoi discepoli Gesù diceva: “Se qualcuno vuoi venire dietro di me, prenda la sua Croce” cfr. Mc 8,34). Il mondo di oggi invece ci invita a fuggire davanti alla croce, a fare di tutto per non caderci sotto, a rimuoverla dalla vita.

Storicamente la croce era un supplizio riservato a chi commet­teva reati gravi, ed è sempre stata sinonimo di sofferenza e di morte, tanto che S. Paolo parla di scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani (cfr. Cor. 1,23). Ma a un certo punto della storia succede un fatto nuovo, sconvolgente: Gesù fa della morte in Croce un atto di amore a vantaggio di tutti, manifestando la volontà di dare alla pro­pria morte il senso di un gesto di comunione e facendola diventare un momento privilegiato di amore di Dio per noi. La Croce è la prima lettera dell'alfabeto di Dio.

Guardando al Cristo e alla sua Croce ogni giovane capisce che anche la sua vita non può che essere un dono offerto a tutti. O la vita è donata o non è più vita!

Risulta così più facile comprendere perché il Papa ha affidato ai giovani la Croce dell'Anno Santo, invitandoli a portarla in ogni conti­nente, in ogni parte del mondo. Diventa un sostegno, un aiuto nei momenti di fatica e di difficoltà, una forza nella sofferenza e nella prova.

Se la Croce cammina con i giovani, essi non si sentiranno soli nelle strade del mondo, perché con Cristo si possono sopportare tutte le paure e anche le notti potranno essere illuminate dalla speranza di una aurora senza tramonto. Gesù non illude e non delude perché è l'amore che salva.

Ora la Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù sta incon­trando i giovani e le comunità cristiane delle diocesi d'Italia. Nessuno può restare indifferente a questo passaggio perché la croce parla da sola.

Nelle cattedrali, nelle vie e piazze più significative delle nostre città, nelle stazioni ferroviarie, tra i carcerati o all'ingresso di un centro commerciale, la Croce parla a tutti: volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafittoGv 19,37.

A partire dalla Festa dei Giovani 2000 del Movimento Giovanile Salesiano del Triveneto vorremo far fare anche alla “nostra” croce un itinerario attraverso le nostre case, i nostri oratori, le nostre scuole per poterci preparare così all’evento giovanile più grande di tutto il Giubileo: la Giornata Mondiale della Gioventù.

Molti di noi saranno a Roma il 15 agosto, ma spiritualmente vorremo poter esserci tutti, diventa allora questo segno un’occasione forte per prepararci. Si potrà allora organizzare un momento di adorazione alla croce, una celebrazione penitenziale, un’Eucaristia, gli Esercizi Spirituali … nel tempo che la croce sarà a “casa nostra”. Al momento poi di consegnarla ad un’altra casa si preveda un momento di consegna, di passaggio, magari con un piccolo pellegrinaggio: La casa che la riceve veda di prepararne l’accoglienza.

 


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