RESIDENZE ASSISTENZIALI FLESSIBILI (RAF)

1) Utenza

La RAF è una residenza socio-assistenziale di "ospitalità permanente" che può realizzare un sufficiente livello di assistenza sanitaria (infermieristica e riabilitativa) integrato da un livello medio di assistenza tutelare ed alberghiera.
Tale residenza collettiva è destinata ad anziani non autosufficienti, per i quali non sia possibile attivare un programma di A.D.I. e che non necessitano delle cure e prestazioni sanitarie tipiche della R.S.A.
Tali strutture singole o inserite in reparti all'interno di R.S.A. e delle residenze assistenziali per soggetti parzialmente non autosufficienti, forniscono prestazioni sanitarie analoghe a quelle erogabili in A.D.I.

2) Requisiti strutturali

I requisiti strutturali previsti per le R.A.F. sono contenuti nella D.G.R n. 38-16335/92 di attuazione del P.S.S.R. 1990/92 per i presidi socio-assistenziali.

Dal punto di vista strutturale tali residenze sono del tutto simili alle R.S.A. e si differenziano da queste ultime unicamente per la minore dotazione di ambienti sanitari (è previsto solo l'ambulatorio, mancano le aree di fisiochinesiterapia e podologia). Tali residenze sono inserite in un programma di tipologie strutturali flessibili che consente agevolmente la conversione delle medesime sia in R.A. (variando le destinazioni d'uso dei servizi di nucleo in ulteriori aree abitative) che in R.S.A. (inserendo all'interno delle medesime le funzioni sanitarie mancanti).
Tali strutture, previste in nuclei da 10 o 20 p.l. possono raggiungere la capienza massima di 60 p.l. (80 p.l. in caso di conversione in nuclei R.A). La previsione del nucleo da 10 p.l. (15 p.l. RA.) consente di usufruire delle medesime strutture anche per comunità alloggio disabili fisici, psichici o sensoriali. Reparti isolati di tipologia R.A.F da 10 o 20 pl. possono essere inseriti all'interno dei presidi soci assistenziali esistenti per soddisfare le necessità di sopravvenuta non autosufficienza degli ospiti, con sentendo il contenimento dei costi non sanitarie misti dei reparti. D'altro canto le strutture singole da 10 pl. R.A.F. per anziani non autosufficienti, pur non rispettando la logica delle "economie di scala" consentono di dare una risposta concreta alla popolazione piemontese delle aree marginali e montane a bassa densità abitativa raggiungendo contemporanea mente un duplice obiettivo che è lo specchio una civiltà matura:

1) mantenere gli ospiti nel loro ambiente di vita.

2) consentire nuovi livelli occupazionali in zone depresse altrimenti destinate allo spopolarnento. Per tali strutture occorrerà quindi accettare maggiori costi, a parità di livello assistenziale, rispetto a strutture di maggiore capienza.
Ad integrazione dei requisiti strutturali previsti per le strutture R.A.F. dalla D.G.R. n. 38-16335/92 è necessario inserire la funzione della palestra per attività fisiche terapeutiche e riabilitative. Ponendosi in un'ottica di superamento del mero standard quantitativo e di ricerca del massimo sfruttamento temporale degli ambienti collettivi, è richiesto di svolgere tale funzione all'interno di ambienti esistenti nelle strutture che per propria destinazione d'uso risultano sottoutilizzate nell'arco temporale giornaliero.