SARCOMA DI KAPOSI
1872
Moritz Kaposi
Il
Sarcoma di Kaposi è un tumore angiogenico multifocale.
Esso
è in genere considerato una neoplasia, sebbene ci sia l’evidenza di una
natura infiammatoria specialmente nei primi stadi.
·
cute 100% dei casi (tronco, capo, regione
retro-auricolare, palpebre, gambe, piedi, genitali, ecc.)
·
oro-faringe 90%
·
apparato digerente
·
parencima polmonare
·
pleura
EZIOLOGIA:
i vari fattori aventi possibile significato eziologico includono:
·
predisposizione
genetica
·
infezioni
(specialmente virali)
·
influenze
ambientali di diverse regioni geografiche
·
disordini
immunitari come l’immunodeficienza
IL
SARCOMA DI KAPOSI VIENE IN GENERE SUDDIVISO NELLE FORME:
1)
Classica
o europea à lesioni cutanee croniche degli arti inferiori
(estremità distali) sebbene possano essere coinvolti tutti gli organi. Le
lesioni orali sono rare. Colpisce prevalentemente individui di sesso maschile (♂:♀=10-17:1)
intorno alla V-VI decade di vita; insorge elettivamente negli ebrei askenazi e
nei soggetti originari dai paesi che si affacciano sul mediterraneo (Italia,
Israele e Grecia).
In questa forma il tumore assume l’aspetto di chiazze infiltrate, irregolari,
di colorito variabile dal rosso bluastro al marrone nelle lesioni avanzate o in
regressione, che compaiono primariamente sulla parte distale degli arti e alle
regioni acroposte (naso, orecchie, glande), ma anche altri organi possono essere
occasionalmente interessati. Il decorso è piuttosto lungo, indolente e con
prognosi buona.
2)
Endemica
o africana à
lesioni extracutanee. Le lesioni orali sono viste raramente. Questa forma è
presente soprattutto in Zaire, Kenya, Tanzania e Uganda e colpisce
prevalentemente bambini in età prepuberale, con un interessamento viscerale e
linfonodale ad andamento rapidamente progressivo e spesso fatale.
3)
Iatrogena
à
in pazienti trattati a lungo con immunosoppressori (ciclosporina, ciclofosfamide,
azatioprina e prednisone). Nel caso di trapianto renale l’SK ha un’incidenza
circa 200 volte superiore a quella della popolazione normale.
4)
Epidemica
o AIDS-associata à andamento aggressivo, che spesso coinvolge cute
e visceri.
Questa forma ha una prevalenza più elevata negli omosessuali maschi rispetto
agli altri gruppi a rischio.
Colpisce il 30% dei pazienti HIV+, si manifesta come prima espressione clinica
di AIDS nel 15% dei pazienti. Il SK può rappresentare la 1a
manifestazione conclamata di AIDS, oppure comparire più tardivamente durante il
decorso della malattia. Nei pz. Hiv+ l’insorgenza dell’SK è caratterizzata
dall’improvvisa e rapida comparsa di focolai neoplastici con interessamento
cutaneo linfonodale e viscerale (polmone, fegato, apparato digerente e milza);
le manifestazioni al cavo orale sono presenti in circa il 50% dei pz. con
SK. Nel cavo orale il SK è stato descritto
nella maggior parte delle regioni, sebbene il palato è di gran lunga la
sede più comune. Nella maggioranza dei pazienti affetti da SK-AIDS, la causa
della morte è una malattia opportunistica e non la neoplasia stessa. L’exitus
è generalmente causato da emorragie da lesioni dell’apparato polmonare o
gastroenterico o dalle manifestazioni opportunistiche secondarie al deficit
immunologico che si aggrava progressivamente. La prognosi è infausta, con
sopravvivenza inferiore al 20% a 2 anni e inferiore al 10% a 5 anni.
Eziologia: tuttora è sconosciuta
sebbene venga fortemente correlata a fattori a trasmissione sessuale.
I fattori chiamati in causa sono il Citomegalovirus (Cmv), l’immunodepressione,
fattori angiogenici e infine i popper.
.Il Cmv è sospettato come agente
causale dell’SK; il 70% degli omosessuali affetti da SK ha un elevato titolo
di Cmv.
.Per quanto riguarda l’immunodepressione, essa svolge un ruolo sicuramente
determinante.
.In relazione ai fattori angiogenici è stato ipotizzato che l’Hiv attivi la
produzione di questi fattori che stimolerebbero la proliferazione degli elementi
cellulari dell’epitelio vasale.
.Negli omosessuali Hiv+ l’aumento di incidenza dell’SK è stato messo in
relazione con l’uso di popper, preparati di nitrato d’amile usati come
sfintero-dilatatori anali; recenti studi hanno però messo in dubbio questa
correlazione eziopatogenetica.
DIAGNOSI
Anamnesi
(HIV+), Esame clinico, Biopsia
Esame
obiettivo: Noduli
di diametro di pochi mm fino ad alcuni cm, tondo-ovalari, rossastri che col
tempo divengono purpurei.
Frequente
e caratteristica nel SK-AIDS associato è la localizzazione alla punta del naso
ed a livello delle mucose palatine.
---
A livello orale si possono vedere delle pigmentazioni bruno-bluastro spesso
sanguinanti, ulcerate, erose, infiltranti i tessuti ossei limitrofi maxillari e
mandibolari e coinvolgendo secondariamente l’apparato di sostegno
alveolo-dento-parodontale.
SINTOMI
ü
Dolori di tipo cronico sensibili ai comuni analgesici Fans, esacerbati durante
la palpazione delle lesioni neoplastiche o durante gli atti fisiologici.
ISTOLOGIA
Le
prime lesioni del SK possono essere considerate difficili da diagnosticare a
causa della composizione in cellule lunghe e sottili poco apparenti e poco
definiti vasi sanguigni.
In
seguito, esse possono ricordare i granulomi piogenici.
à
proliferazione
di vasi, tappezzati da cellule endoteliali, con nuclei voluminosi, ipercromici;
à
proliferazione
di gruppi di cellule fusate, polimorfe, dotate di nuclei scuri, prominenti;
à
presenza di
eritrociti in spazi vascolari a forma di fessura, le cosiddette lacune
vascolari, non tappezzate da endotelio.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Deve includere emangioma, eritroplachia, melanoma e granuloma piogenico.
Microscopicamente lesioni reattive (granuloma piogenico), congenite (emangioma)
e neoplastiche (pericitoma, angiosarcoma) devono meritare una considerazione.
TERAPIA:
La chirurgia è stata utilizzata nelle lesioni localizzate come anche la radio e
chemio terapia per le grosse e multifocali lesioni.