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Ricostruire in poche righe la storia di Aiello è impresa tanto ardua quanto inutile. Appare più opportuno delineare per grandi tratti le fasi salienti della storia, senza troppo soffermarsi su nomi e continui "passaggi di proprietà". 

Qui di seguito dunque, vi proponiamo un breve excursus storico

La storia di Aiello, come d’altronde quella di tutta la Calabria, è caratterizzata da continue invasioni straniere. Si inizia con l’avvento dei greci e dei romani, per passare poi alle invasione dei bizantini;ma questo non è che l’inizio. Che Aiello fosse sito di antichi insediamenti appare fuor di dubbio, come testimoniano anche i recenti ritrovamenti di reperti. La prima documentazione dell’esistenza di Aiello, tuttavia, risale al periodo dell’arrivo in Calabria dei normanni (1059), periodo in cui la città inizia a diventare un centro rilevante nello sviluppo sociale. Progresso che si acuisce ancor di più gli Hohenstaufen (Gli Svevi), vista la politica di Federico II. Nel 1221 è conte di Ajello Riccardo, fratello dell’arcivescovo di Salerno, sotto la reggenza di Carlo I d’Angiò. La dominazione angioina continua fino all’avvento degli aragonesi. Dal 1425 Ajello passa sotto la proprietà di giovanni Sersale, proviene da nobile famiglia di Sorrento. Re Alfonso I d’Arogona (1442) conferma la stirpe dei Sersale, il cui figlio Sansonetto venne destitutito dalla carica nel 1463 da Ferdinando I d’Aragona che conferì il feudo di ajello al Viceré di Calabria, Francisco (de) Siscar di Valencia. . Al viceregno risalgono le principali strutture del Castello di Ajello. Nel 1574 la contea di Ajello viene acquistata dal Principe Alberico appartenente alla nobile famiglia dei Cybo-Malaspina di Massa. 

Il dominio dei Cybo dura fino oltre il 1700. a questo periodo risalgono la costruzione del favoloso palazzo di Piazza Plebiscito, la Cappella dei Minori Osservanti oltre che altre opere minori. Ai primi anni del 1700 Ajello conta 3 parrocchie ( la Matrice, S. Nicola e S. Giuliano), un convento maschile ( Minori osservanti) e uno femminile (Clarisse). Sotto i Cybo il castello subisce grossi danni in seguito al terremoto del 1783 in cui perde la vita lo stesso castellano Giuseppe Parise. L’ultimo esponente della famiglia Cybo ad avere il dominio di Ajello fu Carlo Tocco Cantelmo Stuart principe di Acaia e di Montemiletto, figlio di Camilla Cybo e Carlo Tocco.

Il primo quindicennio del XIX secolo è caratterizzato dalla presenza dei francesi che aboliscono tutti i feudi. Terminato nel 1815 il breve regno di Giocchino Murat, Aello insieme al resto della Calabria passa sotto la monarchia borbonica. Raggiunta l’unita nazionale, per tutti gli anni che seguirono non accadde nulla di rilevante ad Ajello. Il terremoto del 1905 colpì anche Ajello , provocando 22 vittime oltre la distruzione di molte case e il distacco di parte delle pietre sottostanti al castello. Il nome di "Aiello Calabro" risale al 1928; altre due data importanti sono il 1934 e il 1937, anni in cui rispettivamente Cleto e Serra diventano comuni autonomi. Il primo sindaco democratico del paese è Rosario Naccarato (1945). Da allora è iniziata dopo quella dei sindaci dei nobili, quella dei sindaci del popolo, è iniziata l’ "era" dei sindaci democratici, o meglio , della democrazia. Gli ultimi 50 anni hanno visto un progressivo spopolamento del paese: nel 1951 i cittadini erano 5.578; nel 1961 divennero 4.559 e nel 1971 3.282, con una variazione percentuale pari al –41,16%. Oggi la popolazione si aggira intorno alle 3000 anime. Molti però sono gli aiellesi sparsi nel mondo che, pur non vivendo nella cittadina tirrenica, sentono la ancora loro. A loro tutti vogliamo dedicare questo sito, sperando che ciò possa farli sentire più vicini alle loro origini.

 

N. B.Chi volesse avere una conoscenza dettagliata degli eventi storici può farlo leggendo o "Ajello, antichità e monumenti" di Raffaele Borretti, pubblicata nel 1994 con il patrocinio dell'Amministrazione comunale di Aiello Calabro, oppure " Storia dello Stato di Aiello in Calabria" di Rocco Liberti ( Barbaro Editori), ancor più dettagliato, anche se datato (1978).

 

 

 

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