LE OPERE

Per tutta la vita Machiavelli alternò agli studi seri un'attività letteraria disinteressata e giocosa.La cosa rientrava nelle abitudini di ogni persona colta dell'epoca;ma in lui riflette non solo l'umore gioviale e faceto dell'uomo,buon compagno dai gusti semplici e popolareschi,ma traduce in invenzioni il suo interesse primario,lo studio dei comportamenti dell'uomo in società.Già in età giovanile compose due lunghi capitoli in terzine intitolati Decennali in cui riassume la storia fiorentina degli anni recenti,condendola di arguti commenti.Ma la maggior parte di questa produzione risale agli anni del forzato ritiro dalla politica attiva,ed è sentita dall'autore come uno svago secondario e un'amara consolazione:nel prologo in versi alla Mandragola chiede al pubblico di scusare questa leggerezza "d'un uom che voglia parer saggio e grave / perch'altrove non have / dove voltare el viso".Rientrano in questa produzione alcune rime (tra cui i canti carnascialeschi),alcuni Capitoli di argomento politico morale,l'Asino,un poemetto in terzine,incompiuto,che avrebbe dovuto essere una specie di autobiografia comico-grottesca che si rifaceva al motivo antico degli uomini trasformati in animali,e una Favola in prosa (detta "Novella di Belfagor Arcidiavolo") che riprende un tema tradizionale di satira contro le donne e il matrimonio.Ma è nelle due commedie,la Mandragola (1518) e la Clizia (1525),che Machiavelli rivela un'autentico talento letterario.Se la seconda si colloca sul livello medio del teatro comico cinquecentesco,la prima ne costituisce a giudizio unanime il capolavoro:già al suo tempo fù ristampata e messa in scena più volte ed è tra i pochi testi teatrali di quel secolo che ancora reggono sulle scene.La trama riprende i moduli consueti dell'epoca,ispirati alla commedia latina e a Boccaccio:Machiavelli adotta gli ingredienti tipici della commedia Cinquecentesca (la beffa erotica,la figura del pedante sciocco,gli intrighi e i travestimenti,la comicità delle battute a doppio senso);ma li ambienta nella Firenze del suo tempo e dà a personaggi e situazioni un colorito realistico.Tutta sua è poi l'invenzione del personaggio di fra Timoteo,che si ispira alla tradizionale satira contro i frati ("Questi frati son trincati,astuti;ed è ragionevole,perchè sanno e peccati nostri e loro",commenta un altro personaggio),ma una visione così lucida e amara del gioco delle forze in campo da sembrare quasi un eroe del machiavellismo.

La Mandragola             Il Principe