Salviamo Maxwell Street

Con questa pagina il gruppo Midnight Ramblers, intende dare un seppur piccolo contributo alla causa di questa strada, simbolo di tutta una cultura, di un modo di vivere e di quella musica che noi tutti amiamo, il Blues appunto. L'intento è quello di mantenere viva una speranza, che tutta l'area attorno a  Maxwell St. non venga completamente dismessa, con il conseguente abbattimento di edifici storici e attività commerciali tipiche della zona, per far posto al progetto di espansione del South Campus dell'Università' dell'Illinois. Con questo inoltre intendiamo mantenere alta l'attenzione sul problema Maxwell street, per evitare come di sovente avviene nei tempi cosiddetti moderni, che ci si dimentichi in fretta delle situazioni che non ci riguardano da vicino

 Quanti grandi maestri del Blues si sono dati appuntamento a Maxwell Street,  alla ricerca di momenti di aggregazione, di condivisione di quella musica, quasi sempre unico sfogo e via di fuga da una vita altrimenti di disperazione e povertà assoluta.

UN LUOGO DELLA MEMORIA

 

Maxwell Street è il centro di un ghetto di un miglio quadrato, nella west side di Chicago. L'area che gli ruota attorno e che fa capo alla zona compresa fra Halsted, Jefferson, Liberty, Sangamon, Peoria, Newberry e Morgan è stato il luogo in cui, per fuggire dalle persecuzioni di cui erano fatte oggetto nell'Est Europeo, si stabilirono, apartire dal 1880 e sino al 1924, centinaia di Ebrei. Ma il mito della terra dell'Eden, quantunque la situazione fosse migliore di quella lasciata alle spalle, era di là da venire.

Sovrappopolazione, situazione sanitaria deficitaria, povertà, aziende che sfruttavano i lavoratori e la microcriminalità che gli fioriva attorno, inducono le autorità, che nel 1912 con una ordinanza del Chicago City Council, ne avevano riconosciuto l'area, quale sede del mercato all'aperto della mattinata di domenica, a chiederne nel 1926, l'abolizione. Ma, come spesso accade in situazioni simili, gli interessi localistici, la burocrazia ed il disinteresse delle stesse autorità preposte, finirono per lasciar cadere il tutto nel dimenticatoio, nonostante anni dopo, 1938, fosse la stessa autorità Ebrea a chiederne la rimozione. Lo scoppio del secondo conflitto mondiale, rappresentò per Chicago l'inizio di un nuovo inurbamento caotico e disordinato, che portò in breve tempo la popolazione di colore, spinta al Nord dalla richiesta di mano d'opera dell'industria bellica, da 250.000 a 500.000 unità.Questi nuovi poveri, soprattutto quelli privi di contatti, finirono per rovesciarsi nella South-Side e nella West-Side, soppiantando quindi, soprattutto nella zona di Maxwell Street, quegli Ebrei che nel frattempo " ce l'avevano fatta", trasformando il mercato in un luogo coloratissimo e multi-etnico. Ma siccome il ricambio non fu paritetico, la situazione finì per peggiorare, non essendo mai stato come abbiamo visto un luogo ameno, ma un concentrato di situazioni negative. Se a ciò aggiungiamo che nel 1957 per la costruzione della Southern Expressway, se ne espropiò una parte, che nel 1967, il Chicago Daily News riportò la notizia che un' altra parte dell'area ( quella compresa tra la Roosvelt, Maxwell, Newberry e Morgan ) era stata concessa all'Università dell'Illinois di Chicago affinché potesse utilizzarla per ampliare il campus e creare nuove facoltà e che il 4 Aprile 1968 diventò, dopo l'assassinio di Martin Luther King, un ghetto insediato ed in fiamme, il volta della zona non poté che mutare. Infatti lo stato di eterna precarietà, quale area in attesa perenne di essere bonificata e ristrutturata, aveva finito per contagiare un pò tutti, occupanti o meno che fossero. Se nessuno si era mai curato della scadente situazione degli stabili, ancora meno era stato l'interesse verso i suoi abitanti. Quindi se i proprietari non si curavano della necessità logistiche dei loro inquilini, ancora meno se ne curavano gli stessi che si limitavano a demandarle ad essi. Ed ecco che in questa spirale senza fine fra causa ed effetto la situazione di decadimento, sporcizia, incuria, bruttura, squallore, finiva per assommarsi alle difficoltà degli abitanti già di per se stessi imprigionati in una povertà di aspirazioni ed in un basso livello di educazione.

Il mercato all'aperto di Maxwell street è stato chiuso nel 1994 e ciò che ne è rimasto spostato alcuni blocchi più ad Est, nella zona di Canal Street. Nonostante cio' Steve Balkin, professore della Roosevelt University, ha creato la MAXWEEE STREET HISTORIC PRESERVATION COALITION, che si oppone in tutti i modi , alla distuzione sistematica e totale di quest'area di importanza storica.

Chiunque volesse sostenere il suo intento, è pregato di inviare lettere all'indirizzo della suddetta coalizione:

Room 760, 430 Michigan Ave. Chicago, IL 60605 USA ; oppure fax allo 001 312-341-3680 , E- Mail mar@interaccess.com.

per avere notizie in tempo reale si può visitare il sito http://www.openair.org/maxwell/preserve.html.

Al suo fianco si è battuto Jimmie Lee Robinson che , per sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica, ha fatto uno sciopero della fame durato dal 18 agosto al 8 Novembre dello scorso anno.

 

( Testo tratto, per gentile concessione, da " Maxwell Street - Un luogo della memoria-  Il Blues n° 74, a cura di Marino Grandi )

 

 

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