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Uomini e fatti

 

 

 

 

Last update mercoledì, 28 settembre 2005 - Ore 08.45.42

Polittico di Cima da Conegliano

NOTIZIE STORICHE VARIE DI MIGLIONICO

Miglionico
(da: La Basilicata - primi del '900)

Il paese conserva ancora gli avanzi di porte nelle mura che la difendevano, e che è come dominato dall'unico dei tre castelli che un tempo vi erano costruiti.

In questo castello, che s'erge sull'alto di un monte nella sua oscura mole massiccia, e sul quale volano gli sparvieri e si addensano nere le nubi nelle sere aspre dell'inverno, furono ribadite le catene della servitù del Reame di Napoli e furono aperte le vie alle lotte che insanguinarono l'Italia meridionale.


La Congiura dei Baroni

Nel 1480, era Re di Napoli Ferdinando I d'Aragona che aveva affidato quasi tutto il governo del reame al primo dei suoi figli Alfonso duca di Calabria, d'animo feroce ed avidissimo di ricchezze e di domini.

Della sua avidità, della sua prepotenza, della sua ferocia erano preoccupatissimi i baroni del Reame. Ognuno temeva di poter essere spogliato, da un giorno all'altro, delle sue ricchezze e delle sue terre, e, quando il conte di Sarno e i principi di Salerno li invitarono ad un convegno per stabilire un piano di comune difesa, si riunirono a Miglionico nel vecchio castello dove sarebbe stato molto difficile prenderli ed assoggettarli.

Il Re ebbe notizia della congiura e ne fu terrorizzato. Astuto e feroce, capì che ogni tentativo di assalto e di repressione sarebbe stato pericoloso ed avrebbe dato luogo ad una guerra, di cui non si potevano prevedere le conseguenze. Preferì mostrarsi arrendevole coi congiurati ed andò di persona a Miglionico, per trattare con essi.

I baroni credettero alle parole del Re aragonese ed, in quella stessa sala del "Mal Consiglio", dove si erano adunati per la congiura, accolsero il Sovrano, che fu largo di promesse e li indusse a tornare alle loro terre, dove poi li raggiunsero le vendette e le rappresaglie del Re contro cui essi ormai non potevano opporre più nulla, isolati, sparsi com'erano qua e là per tutto il Reame.

Miglionico
(da: La Basilicata nel Mondo - 1924/1927)

Pro-monumento ai caduti di Miglionico
Miglionico, ottobre.
Per fattiva iniziativa dei volenterosi giovani Sig. Franco D’Alema, Vito Lazzaro, Francesco Novelli, e Mimì Salluce, si diede a Miglionico una rappresentazione a beneficio di un ricordo marmoreo, che si vuole erigere alla memoria dei prodi concittadini morti in guerra. Numerosissimo pubblico intervenne e assistette ad un vero spettacolo di gaia, al quale presero parte i suddetti organizzatori nelle parti, la « Cavalleria Rusticana » di Verga, eseguita a meraviglia con le attrici della rinomata compagnia Ricciardelli, quivi residente per un corso di recite.
Seguì una esilarantissima Commedia « Il Parroco di S. Giuliano »; la declamazione di « Amor di Patria » del De Amicis, e svariate canzonette che riscossero chiamate al proscenio e prolungati applausi.
La serata fruttò parecchie centinaia lire e si sarebbe avuto un incasso superiore se si fosse prestato in ampiezza il locale adibito provvisoriamente a teatro.
Nell’augurio di una ottima riuscita della nobile impresa rivolgo fervida preghiera a tutti i compaesani residenti fuori di non mancare al generoso appello di un paesello sperduto fra i monti della Lucania, che vuol onorare le sue balde giovinezze e tramandarne ai posteri i loro nomi a cifre d’oro.

Nomina arciprete don Giuseppe Garbellano
A Migllonico, su proposta di S. E. R.ma Comm. D. Anselmo Pecci è stato promosso Arciprete Curato della nostra Parrocchia di S. Maria Maggiore, con Rescritti Pontifici di nomina e di dispensa dall’obbligo di concorso, il molto Rev. D. Giuseppe GarbelIano da Montescaglioso residente da molti anni a Napoli.
La bella funzione di canonizzazione e di possesso è stata celebrata la mattina del 25 marzo u.s. alla presenza di tutta la fedele popolazione, cui tenne un magnifico discorso S. E. Pecci.
Rispose, con belle parole il R. Garbellano assai commosso.
Al neo arcipete i migliori auguri.

Il Maresciallo trasferito a Roma
Dopo una permanenza di 5 anni a Miglionico il maresciallo Capo Chiari Flaminio, nostro comprovinciale, ha lasciato il comando di questa stazione RR. CC. per trasferimento alla Capitale, da lui richiesto da mesi.
Cinque anni è parte di vita e sono bastati per far rifulgere tutti i meriti di questo perfetto gentiluomo che, alla rigidità del dovere, unisce un senso squisito di amicizia e di cordialità.

Pentecoste, Mese Mariano, Prima Comunione
Miglionico — Una triplica festa religiosa, coordinata dal parroco, si è svolta nella Chiesa Madre: la festa di Pentecoste, la chiusura dei mese Mariano e la prima comunione di bambini e bambine. Cantò la messa il prof, Ortolani, fu eseguita la messa del P. Marinosci dalle cantanti signorine Signorelli, Ventura, Caritorino, Salerno ed altre; sedeva all’ harmonium la ragazza Lina Maggiore, la quale dopo solo pochi mesi di scuola è riuscita a sostenere lodevolmente la sua parte.
Raccolti nuovamente i fedeli di sera fra lo sfolgoro di lampade elettriche e di numerosi ceri accesi innanzi alla Madonna e alla statua dei S. Cuore (al quale si è dedicato il mese di giugno), dopo il pio esercizio di meditazione, l’Arciprete G. Garbeliano rivolse ai bambini la sua parola, spiegando l’alto significato della rinnovazione dei Voti battesimali nella festa della prima Comunione. Fu conclusa la funzione con la benedizione eucaristica fra unni e canti religiosi ed infine con la processione in chiesa della statua della Vergine immacolata, portata a braccia da un nucleo di volenterose signorine.
Furono distribuiti dei bei ricordi ai nuovi comunicati.

Ricostruito il ponte sul Bradano
Finalmente, dopo una diecina di anni, è stata ricostruita il famoso ponte sul Bradano, detto Ponte di S. Lucia, tra Montescaglioso o Miglionico. Esso è stato fatto in cemento armato ed è completo da qualche mese. Si pregano perciò le autorità competenti di affrettarne il collaudo e aprirne al pubblico il libero passaggio per riattivare al più presto questo tratto di strada provinciale.

Prestito alla nazione
A Miglionico, questa nobile cittadina ha risposto con mirabile slancio ed entusiasmo fascista allo appello del Duca per il Prestito.
Tutti, anche con sensibile sacrificio, hanno sottoscritto, dando prova ancora una volta di essere cittadini italiani e fascisti convinti. Così il nostro Podestà cav. Domenico D’Alema, che ha spiegato e spiega, per questo piccolo paesello un vero apostolato di disciplina e sentimenti fascisti, versava alla succursale del Banco di Napoli in Matera la cospicua somma di lire 106.000, così ripartita: raccolte dal podestà cav. D’Alema lire 50.000; impresa Tirapani fra i lavoratori del cantiere di Miglionico, coadiuvato dal suo valente ragioniere signor Sibilia Giacinto, lire 20.000; insegnanti, impiegati, RR. CC. e sindacati operai locali lire 36,000.

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