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Polittico di Cima da Conegliano

GIUSEPPE PACE

REGIONI RESISTENZA COSTITUZIONE -  SECONDO INCONTRO DELLE REGIONI ITALIANE (TORINO 23 MARZO 1974)

TORINO, 23 MARZO 1974

Intervento di Giuseppe Pace - Vice Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata

Questo nostro incontro si lega direttamente a quello che abbiamo avuto alcuni mesi fa qui a Torino, precisamente il 4 dicembre scorso.

Io penso che le cose che sono state dette dal Presidente del Consiglio regionale e dal Presidente della Giunta del Piemonte (al quale vorrei esprimere, nella mia modestia, tutto il mio apprezzamento per le cose che ci ha detto) stanno a dimostrare la validità della decisione che prendemmo tre mesi fa di dare un certo coordinamento all'attività ed all'azione delle Regioni italiane su questo im­portante argomento: le celebrazioni del 30° anniversario della Resistenza, del 25` anniversario della Costituzione repubblicana.

Come abbiamo sentito dalle parole del Vicepresidente Sanlorenzo, le Regioni hanno esteso le loro iniziative in questa direzione ed io penso che sarebbe bene sollecitarle a portare avanti quelle già decise e ad aggiungerne alcune che hanno formato oggetto delle proposte che Sanlorenzo ci ha presentato questa mattina.

lo credo che debba essere fortemente valorizzata l'affermazione del Presidente del Consiglio del Piemonte il quale diceva che le azioni antifasciste, la lotta antifascista, le iniziative antifasciste devono essere iniziative delle istituzioni. Non è possibile che nella Repubblica italiana, come qualche volta purtroppo accade, i rappresentanti delle istituzioni assumano un atteggiamento di malintesa neutralità. Non si possono assumere atteggiamenti di neutralità, come se si potesse essere a favore delle forze antifasciste ed essere a favore delle forze eversive. Chi pensa di poter assolvere in questo modo i compiti che gli derivano dall'essere rappresentante delle istituzioni democratiche della Repubblica italiana, si sbaglia profondamente.

E proprio in relazione a questo io ritengo estremamente valida la proposta avanzata dal Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, del resto ripresa nella relazione di Sanlorenzo, di costituire intorno ai sindaci ed ai Consigli comunali Comitati antifascisti che si occupino delle celebrazioni della Resistenza e della Costituzione dando alle stesse il valore che era insito nelle parole del Presidente della Giunta regionale, Oberto.

Credo anche che sia compito nostro oggi di denunciare, magari con un documento specifico e preciso, l'intensificarsi delle azioni di violenza fascista a cui ha fatto ampio riferimento Sanlorenzo nella sua relazione. La stampa odierna ci dà notizia che a Napoli un giovane è stato ridotto in fin di vita dai picchiatori fascisti. Ma con la denuncia dobbiamo rivendicare una decisa azione del governo della italiana‑ Quando diciamo che è compito degli organi istituzionali la lotta contro il fascismo, a questa logica non può e non deve ovviamente sfuggire il governo italiano, che è il governo della Repubblica italiana, sorta dalla Resistenza.

 

Io ritengo positive e meritevoli della più viva approvazione le proposte che sono venute dalla relazione e in particolare quella che sia portata avanti nelle diverse Regioni, ad iniziativa dei Consigli regionali, un'indagine del tipo di quella promossa dal Consiglio regionale della Lombardia, facendo appunto tesoro dell'esperienza lombarda.

 

Mi pare che debba essere sottolineato come fatto positivo e da estendersi, l'altra iniziativa suggerita da Oberto di un certo rapporto tra i Consigli regionali ed i loro organismi esecutivi.

 

Sono d'accordo sulle altre iniziative che sono state suggerite, tra cui estremamente importante mi pare quella di estendere a tutta Italia (cosa che non può che essere portata avanti dal governo della Repubblica) i corsi antifascisti per insegnanti delle scuole, così come mi pare interessante che vengano presentate al Capo dello Stato le iniziative che i Consigli regionali intendono realizzare.

 

In linea con una delle indicazioni venute dalla precedente riunione, mi pare venga confermata la necessità di arrivare ad assemblee di eletti del popolo nelle diverse Regioni, in occasione, si è detto del 1° e 2 giugno. Il rappresentante della Campania diceva poco fa che forse potremmo dedicare una giornata alla difesa della libertà e della democrazia.

 

Un'ultima cosa che vorrei ricordare è che noi avvertiamo nel Mezzogiorno d'Italia l'esigenza che ci sia un'intensificazione della azione antifascista, di un'azione volta a far conoscere alle popolazioni meridionali, che meno delle altre Regioni d'Italia hanno vissuto episodi della Resistenza, la vita e la lotta della Resistenza. La Resistenza non è patrimonio di una o più Regioni, ma è patrimonio di tutto il popolo italiano, compreso il Mezzogiorno.

Non sfugge a nessuno come oggi, da parte delle forze reazionarie, da parte del MSI‑Destra Nazionale, che è una delle forze che esprime il passato, si cerca di trovare nel Mezzogiorno d'Italia, magari cercando di far leva su una situazione di malcontento, una base per le sue nefaste azioni. Ed io credo che in questo quadro si collochino le frequenti puntate del fascista Almirante in Basilicata. Dopodomani è previsto un ennesimo comizio di Almirante nella città di Potenza.

lo credo che la nostra risposta a queste azioni dei neofascisti debba essere di due tipi: rintuzzare con la necessaria efficacia questa azione, ma anche fare in modo che quei motivi che sono a base del malcontento diffuso nelle Regioni meridionali, ma certamente non soltanto in queste, diventino obiettivi di lotta delle forze democratiche, diventino sempre più obiettivi di lotta non soltanto delle forze politiche, delle forze sindacali, ma anche degli organismi istituzionali e segnatamente delle Regioni.

L'azione delle Regioni meridionali quindi deve essere incanalata su due binari: da una parte celebrare, far conoscere, far rivivere, nella misura del possibile, la Resistenza; dall'altra battersi per risolvere quei problemi che del resto facevano parte degli ideali della Resistenza che sono appunto quelli del progresso delle popolazioni meridionali.

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