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NOTIZIE STORICHE DI MIGLIONICO e altri personaggi

Il Castello del MalconsiglioMIGLIONICO (Matera). Come tanti centri lucani, Miglionico sorge in cima ad una collina, a 462 metri sul livello del mare. E' situato su una posizione stupenda, sulla cresta tra Bradano e Basento, con ampia vista sul Lago di San Giuliano e le valli circostanti. Conta più di 2500 abitanti. La sua principale vocazione economica è essenzialmente agricola. Negli ultimi anni si è sviluppato una zona industriale nella quale sono presenti aziende che producono carta, infissi, motori elettrici, ecc.
ETIMO
. La tradizione vuole che l'origine del nome derivi da Milone il celebre atleta di Crotone, che guidò centomila crotoniati contro trecentomila sibariti e che munì la città di grandi mura.

Romualdo Salernitano dice che Miglionico prende il nome da Malocco, un capitano greco dell'imperatore Catalaico, vissuto qui al tempo dei normanni, mentre secondo Antonini sarebbe Melo di Bari a darle il nome. Lo storico Racioppi fa derivare dal basso latino mallionacum, l'officina in cui si lavoravano i panni con il congegno dei magli. Il Corcia invece accorda le sue preferenze ai milonia, campi atti a produrre il miglio. Secondo altri deriverebbe da mulionicos, "mulattiere".
 Presso Cava di S. Rocco fu rinvenuta la tomba di un guerriero della seconda metà del V sec. a.C, con elmo corinzio in bronzo, associabile ad una necropoli presso il Cimitero del VII-IV sec. a.C.Ppresso Cava di S. Rocco fu rinvenuta la tomba di un guerriero della seconda metà del V sec. a.C, con elmo corinzio in bronzo, associabile ad una necropoli presso il Cimitero del VII-IV sec. a.C.ORIGINE ATTESTATA. Probabilmente da identificare con la città enotria di Malanio o Melanio. Che la città sia di origine antichissima, lo dimostra il ritrovamento di suppellettili, arredi tombali, mosaici di pavimentazione, opere idrauliche risalenti al IX e IV secolo a.C. e persino una necropoli del VI secolo a.C., venuta alla luce in seguito a una frana nel 1976, ricca di arredi vascolari, oggetti di bronzo, ornamenti militari, muliebri, infantili e resti umani.
Milone Crotoniate. B. A., Nicollet, Parigi,  1785Secondo la tradizione, Milone, vissuto nel VI secolo a.C. fortificò con mura e forti una città che già preesisteva. Dopo la colonizzazione greca, entrata a far parte della regione metapontina, subì la dominazione sibarita nel periodo in cui questa arrivò a dominare ben venticinque città, tra cui Metaponto, prima di essere distrutta da Milone. Divenne città lucana quando questo popolo invase la regione metapontina. Per frode dei tarantini passò ai sanniti, i quali la tennero fino al
458, anno in cui, come racconta Livio, fu espugnata dal console romano L. Postumío Megello, grazie all'uso di Vigne e all'aiuto dei lucani e dei sessani. Durante la presa di Melanío morirono 3200 sanniti, mentre 4200 furono presi vivi.
STORIA. La storia di Miglionico è strettamente connessa alle vicende del suo imponente castello, Il Castello del Malconsiglio. Recintato da triplici mura (melaniane, miloniane e medioevali), ospitò papaPapa Urbano II Onorio II, la regina Costanza, il conte Ruggiero di Sicilia (prima che diventasse re con il nome di Ruggiero II), Ferrante d'Aragona, Alfonso il Guercio, Ettore Meramosca, papa Urbano II, e molti altri. Il primo documento storico risale al Miglionico, pori 1110 d.C.: si tratta di un'antica iscrizione muraria in cui si legge che Alessandro, conte di Andria fece restaurare e ampliare l'antichissimo castello preesistente ("Alexander comes feeit
edificare Miliolongum castellum"), utilizzato, fino ad allora, come torre fortificata e cavallara, per lo scambio degli ostaggi e le comunicazioni.
Nel
1128, presso Miglionico, sulle rive del fiume Bradano, furono accampate le truppe di papa Onorio II e Onorio IIdi Ruggiero, conte di Sicilia, scomunicato per aver voluto prendere il ducato di Puglia e di Calabria senza il permesso della Santa Sede. Per oltre quaranta giorni i due eserciti si fronteggiarono senza mai guadare il fiume, finché Onorio, a causa della stagione inoltrata e delle febbri malariche diffuse tra i soldati, per mancanza di viveri e di mezzi necessari ad affrontare le paghe, scese a patti con Ruggiero, concedendogli l'investitura di duca di Calabria e delle Puglia. Dopo venti giorni di sosta al castello di
Federico II di Svevia Miglionico, il papa si ritirò a Benevento. Anche Ruggiero, dopo aver sottomesso le terre assegnategli, fu ospite del castello.
Dopo il terremoto del 1209, il castello fu ricostruito da Federico II a forma di stella.
Per tre secoli Miglionico rimase in possesso dei conti di Andria per poi passare, nel 1415, al capitano di ventura Sforza De Attendolis. Nel 1449 divenne signore di Miglionico Antonio Sanseverino, principe di Bisignano. Il feudo rimase proprietà dei Sanseverino fino al 1487, anno in cui Ferrante lo tolse a Girolamo, reo di aver partecipato e ospitato nelle sale Miglionico la celeberrima Congiura dei Baroni. Proprio a causa di questo avvenimento il castello assumerà il tetro nome di Malconsiglio, non soltanto perché al suo interno si radunarono i partecipanti alla congiura antiaragonese, ma perché la finta pace, ivi stipulata, tra baroni e re, venne poi siglata col sangue. Nella metà di dicembre, infatti, un manipolo di fanti e cavalieri assaltò violentemente il paese e occupò il castello. Girolamo Sanseverino e il figlio Luca, tentarono di sottrarsi alla morte con la fuga ma, accusati di lesa maestà, vennero fatti prigionieri eEttore Fieramosca giustiziati nel luglio del 1487. Nella sala del Mcalconsiglio il re imbandì la tavola per festeggiare la vittoria sui baroni.
Il 12 dicembre 1504, per speciale concessione del Cattolico, il paese e il castello furono consegnati a Ettore Fieramosca. A questi fu concesso il titolo di conte di Miglionico per la vittoria conseguita sul campo, a Barletta, durante la celebre disfida. Fieramosca fece elevare le mura e la merlatura del castello, istituì e finanziò la festa della Madonna delle Grazie e della Porticella, e dotò la chiesetta urbana di belle pitture e pregiati affreschi contraddistinti dallo stemma familiare.
Nel
1526, durante la guerra tra Francia e Spagna, i contadini di Miglionico si difesero strenuamente, respingendo l'attacco dei francesi capitanati da Annecie. Con l'avvento dei francesi, Bernardo Sanseverino figlio di Girolamo, rientrò in possesso degli antichi possedimenti di famiglia, i quali furono venduti nel 1536, con il patto della ricompera, dal figlio Pierantonio al principe Pignatelli. Successivamente la terra e il castello furono venduti e riacquistati dallo stesso Pierantonio, rispettivamente a Gennaro Caracciolo, nel 1547 e a Francesco Villancet nel 1551. Dal 1570 i Sanseverino furono nuovamente i signori di Miglionico.
Nel 1607 fu possedimento di Marcello Nigro, erede dei principi Sanseverini e, quindi, del duca Orsini di Gravina, discendente di questi per parte femminile. Nel 1624 la signoria fu acquistata da Ippolito Revertera, Duca della Salandra, che prese il titolo di Conte di Miglionico. In seguito. ai moti rivoluzionari scoppiati a Napoli nel 1647, a popolazione insorse contro il conte, che richiedeva la riscossione delle tasse e, dopo averlo assediato molte ore in chiesa, gridando di non voler pagare, lo rinchiuse prigioniero nel castello.
Nel 1829 i signori di Salandra furono espropriati del castello e delle altre proprietà, che vennero consegnate, con un'asta pubblica, ai cittadini di Miglionico.
La cittadina partecipò ai moti risorgimentali del
1860. Ha dato i natali ai poeti Girolamo e Marcantonio Mazzone (del Seicento); a Pietrangelo Bilotta, storico e letterato del Settecento; all'archeologo Domenico Salluce (1773‑1831).
In piazza del popolo sorge la chiesa madre di Santa Maria Maggiore, risalente al XIV‑XV secolo, conCristo risorto. Particolare del polittico di Cima da Conegliano portale rinascimentale a ogiva riccamente decorato, campanile romanico a pianta quadrata e bassorilievi caratterizzati da figure di santi. Al suo interno è possibile ammirare il Polittico di Cima da Conegliano, 18 tavole con al centro una scultura lignea raffigurante la vergine col bambino e san Giovanni, di scuola napoletana, risalente al 1449, fatto acquistare a Lipsia al duca Vincenzo Gonzaga di Mantova dal Marc'Antonio Mazzonecanonico Marcantonio Mazzone, compositore e amico del Tasso, il quale le inviò a Miglionico con l'intento eli diventare arciprete. Sempre nella chiesa madre sono state rinvenute un'Assunzione del Tintoretto, una Deposizione di scuola michelangiolesca, una Presentazione e una Madonna con i santi del Guercino, una Via Crucis, di pregevole fattura, di scuola napoletana del Seicento, una statua quattrocentesca in pietra raffigurante Santa Lucia dello scultore Stefano da Putignano, infine dodici statue lignee di scuola Veneta del XVII secolo e alcune tele risalenti al Seicento opera del Ferri.
Nella parte est del paese si trova la chiesa di San Francesco, affiancata a un piccolo convento con campanile romanico. Nella piccola chiesa della Trinità, con cuspide a piramide e affreschi della metà del XV secolo, per tradizione si recano a pregare le donne nubili in cerca di marito.

Masaniello* Nel 1647, durante la rivolta di Masaniello, Miglionico si schierò dalla parte popolare che, levatasi in tumulto, imprigionò il duca di Salandra che chiedeva l'esazione dei "fiscali".
* Durante la Rivoluzione del 1799, l'8 marzo, l"albero" della restaurazione fu piantato a Miglionico e a Grottole, prese d'assalto dalla guardia civica.
*  Nel 1866 sorgeva a Matera la prima Società Operaia, intitolata a Garibaldi. Il loro tardivo attecchimento è attestato dalle appena dodici società censite nella regione al 1878, tra le quali figurano quelle di Montescaglioso e di Stigliano, la cui tendenza repubblicana si prestava alla scandalosa denuncia di annoverare sodalizi "socialisti internazionalisti". In tal senso si segnalava il sodalizio di Miglionico,On.le Michele Bianco dedicato a Giuseppe Mazzini.
* Lo scalo più vicino a Matera era quello di Ferrandina sul tratto Potenza-Metaponto, inaugurato nel 1882.
* Nel 1909 si inaugurava il primo collegamento automobilistico Matera-Ferrandina Scalo [passando per Miglionico].
* Alla fine del 1918 risale l'apertura [a Matera] della Camera del Lavoro, e al 1919 quella della sezione socialista a opera degli avvocati Donato Leone e Michele Bianco di Miglionico che parteciperà nel 1921 allo storico Congresso di Livorno, confluendo le Partito Comunista Italiano.
* Dopo gli scontri di Bernalda, era la volta di Matera, il cui Fascio era stato riconosciuto nel gennaio del 1921. A febbraio un gruppo di studenti si dava a devastare la Camera del Lavoro, costringendo alla fuga Michele Bianco e Donato Leone.

Fonte: La Provincia di Matera. Segni e luoghi. Ed. Motta, Milano, 2002

                                                                 PERSONAGGI MIGLIONICHESI
AQUILEO GIOVANNI da Miglionico, professore di diritto, di cui leggesi una « lettera » nell' «Artis Notariae» dello Spelungano, pubblicata dal Notaio Alessandro Dell'Aquila, come sotto questo nome.
BILLOTTA PIETRANGELO da Miglionico, n. 1750 m. 1806 (Teodoro Ricciardi). Fu Canonico, filosofo ed umanista, che prima resse ed insegnò nel Seminario di S. Severo, e poi in quello di Matera. Lasciò alcuni manoscritti:
- Corso di Filosofia,
- Storia delle antichità romane.
- Componimento poetico in greco, latino e volgare.
CATALDO MATTEO da Miglionico, canonico eruditissimo, che tenne scuola in patria e vi morì nel 1619.
DE RUGGIERI DOMENICO da Miglionico, (nato nel 1715), avvocato di vaglia e strenuo difensore del proprio paese contro il feudatario il Duca della Salandra. V'ha di lui non poche allegazioni giuridiche.
ETTORRE GIROLAMO da Miglionico, arciprete, canonista esimio e familiare di Mons. Sigismondo Saraceno, arcivescovo di Matera, di cui fu Vicario Generale e morì circa il 1584.
FERRATI GIOVANNI da Miglionico, uomo di molta dottrina e di specchiati costumi, fiorito nel sec. XVI. fu abate del Monastero Ligno Crucis di Corigliano (Teodoro Ricciardi).
FERRATI VITO consanguineo del precedente, dotto soggetto anch'esso ed arciprete della sua patria, nel 1510 venne eletto Vescovo di Motola; m. circa il 1538 (Teodoro Ricciardi).
GIGLI TOMASO ANTONIO da Grottole, n. 1772-1865, dei Minori di S. Lorenzo Maggiore in Napoli (D'Avino, Del Pozzo, Martuscelli). Fu ivi esaminatore prosinodale, membro del Collegio dei teologi: indi professore del Seminario di Potenza in teologia; nel 1832 creato Vescovo di Muro Lucano. Venne per un decennio ad amministrare le S. Cresime ed a celebrare la Festa di S. Antonio a Miglionico.
GIROLAMO Padre, da Pisticci, dei Riformati della prov. Basilicata, scrisse la « Vita di P. Eufemio Matera da Miglionico ». Napoli 1666.
GUERRA GIUSEPPE da Miglionico, n. 1730 m. 1809, dei Minori Osservanti riformati e buon teologo, nonché definitore, custode e padre della provincia monastica (Teodoro Ricciardi).
GUIDA GIROLAMO da Miglionico, dottor legale, nominato nel 1862 Agente Demaniale del Comune di Matera, diede alle stampe il libro delle sue « Memorie » Matera, Tipografia Conti, 1889, interessanti per notizie contemporanee.
MATERA EUFEMIO da Miglionico, dei Min. Osservanti, pio e dotto soggetto che fu Provinciale della Provincia di Basilicata (Teodoro Ricciardi). Lasciò varie opere al presente in gran parte smarrite.
MAZZONE GIROLAMO da Miglionico (Toppi, Allacci, Del Re). Ottimo poeta che fu il primo a ridurre in prosa drammatica il « Goffredo di Buglione » del Tasso; Napoli appresso Ottavio Beltrano 1630 in-12, in verso.
MAZZONE MARCANTONIO altro letterato da Miglionico (Toppi, Del Re, Allacci). Scrisse:
1. Fiori della Poesia, dichiarati e raccolti da tutte le opere di Virgilio, Ovidio, et Oratio: Venetia 1594 in-4, biblioteca exotica.

2. Oracolo sulla lingua latina, Venetia 1644 in-8, ristampato ivi, appresso P. Baglioni 1665 in-12.
MORELLI PETRANTONIO
da Miglionico, n. 1764 m. 1832 (Teodoro Ricciardi). Laureato nell'uno e nell'altro diritto, facondo oratore e filosofo, in quest'ultima qualità fu per più anni insegnante nel Seminario di Tricarico e poi arciprete in patria.
MORELLI MARCO dell'istessa famiglia, pubblicò alcune memorie agrarie sul Giornale Economico-Letterario di Potenza 1841-50.
NOVELLI o DE NOVELLIS GIUSEPPE da Miglionico, buon legale, fiorito nella prima metà del sec. XVIII, lasciò alcuni mss. sulle Pandette (Ricciardi).
NOVELLI P. GIUSEPPE fratello al precedente, n. 1708, e col di lui nome professato nell'Ordine dei PP. Predicatori, fu esaminatore Sinodale da parte degli Arcivescovi di Matera e provinciale dell'Ordine. Diede alle stampe: varie orazioni : Nell'apertura del Capitolo per l'elezione del Generale dei PP. Predicatori in Roma; Panegirico di S. Benedetto nella Chiesa delle Monache di Donnaromita in Napoli. 1773; Quaresimali a Napoli.
NOVELLI P. DOMENICO della stessa famiglia, valentissimo Maestro Domenicano, m. in patria il 1810.
ONORATI ANGELO MICHELE da Miglionico, già arciprete della sua matrice, indi Vescovo di Tricarico, V'ha di lui « Breve esame critico sulle Notizie Storiche di Miglionico istesso scritte dal Can. Teodoro Ricciardi. Napoli 1869 » - oltre alcune lettere pastorali e « Ora di agonia della B. V. Addolorata ».
PELLEGRINO FRANCESCO da Miglionico, n. 1718 m. 1774 (Teodoro Ricciardi). Sacerdote eruditissimo nelle scienze sacerdotali e legali. Fu vicario generale del Vescovo di Venosa ed indi dell'Arcivescovo di Matera. Mons. Parlati, che gli ottenne la bolla pontificia dell'arcipretura del proprio paese, dove morì.
RICCIARDI DOMENICO da Miglionico, Padre Maestro Domenicano, diede alla luce un «Quaresimale», Napoli 1781, esaminatore sinodale e buon predicatore.
RICCIARDI TEODORO della medesima famiglia, canonico, filantropo e studioso di cose patrie, n. 1812 m, 1876. Scrisse:
- Il Ferrante, tragedia, Napoli 1862:
- Notizie storiche di Miglionico, precedute da un sunto storico dei popoli dell'antica Lucania. Napoli 1867, con tav. in-8.
- Un viaggio alla Siritide e particolarmente a Pandosia. Napoli 1872 in-8.
SALLUCE DOMENICO da Miglionico, n. 1773 m. 1831 (Teodoro Ricciardi). Cantore, letterato ed archeologo, insegnò nel Seminario di Matera e rimase manoscritta ed incompleta una interessantissima « Dissertazione numismatica intorno a monete greche, romane ed ebraiche ».
STABILE FRANCESCO nato a Miglionico nel 1801 e morto a Potenza nel 1860. Fu compositore di Musica e studiò nel Conservatorio di S. Sebastiano in Napoli (Fétis, Florimo. Pougin, l'Avvenire di Potenza Anno 1 n. 72). Scrisse:
- Lo sposo al lotto, operetta comica sul libretto di Andrea Passaro, 1826, eseguita sul teatrino del Collegio;
-C.G. Gattini Palmira, melodramma in 2 atti, su libretto di Felice Romani. 1836, rappresentato al Teatro S. Carlo in Napoli;
-  Braccio da Montone, melodramma eroico, su libretto di Pietro Micheletti, 1848. che non vide la scena.
ALIANI GIUSEPPE da Miglionico, ispettore scolastico, scrisse:
- Geografia storico-descrittiva della Basilicata, Matera. Tipografia Conti, 1884, in-8, ristampato a Potenza nel 1886.
- L'educazione morale nella scuola elementare ed i mezzi educativi che rendono efficace l'opera del Maestro. Torino 1890.
- Il fine principale dell'insegnamento elementare; considerazioni pedagogico-didattiche. Torino 1891
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FONTE: C.G. GATTINI – Saggio di biblioteca basilicatese, Matera, 1908
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