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Polittico di Cima da Conegliano

NUNZIO FESTA

Miglionico Don Mario rincuora i fedeli
«Il trasferimento non è un addio»

Il Quotidiano della Basilicata
3 Settembre 2006

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Don Mario SpinelloMIGLIONICO ­ «Non vado a morire». Don Mario Spinello interviene, rispondendo cortesemente ad alcune domande poste dal Quotidiano, sul suo trasferimento da Miglionico. «Accolgo ubbidendo ­ risponde l'arciprete don Mario ­ e sicuramente è certo che con la comunità miglionichese ci vedremo ancora».
Da tempo si sapeva che ormai, dopo oltre quarantuno anni di "servizio" presso la parrocchia Santa Maria Maggiore, don Mario Spinello sarebbe stato spostato in altro paese; e, fin dalle prime indiscrezioni, i fedeli avevano cominciato a mugugnare, perché fortemente legati al parroco che per oltre quaranta anni ha indirizzato le coscienze religiose e cercato di fare crescere la fede in tanti cittadini di Miglionico. Ma, oltre a questo, don Mario ha anche avuto un ruolo fondamentale nella rivalutazione del patrimonio storico artistico del comune collinare, grazie soprattutto alle sue conoscenze e alla capacità di trasmetterle agli altri. In questi giorni, cioè dopo "l'ufficializzazione" del cosiddetto trasferimento a Pisticci, tanta gente, anche rappresentanti istituzionali oltre a un gruppo di fedeli, hanno chiesto a monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo della diocesi Matera­ Irsina, di tornare sulla sua decisione; quasi di fare un passo indietro tenendo conto, appunto, di quello che per Miglionico il prete è, e per quello che rappresenta all'esterno. Allora, abbiamo chiesto al parroco di intervenire in merito alla questione, per capire con che animo il sacerdote si muoverà verso la nuova destinazione. I raggiunti limiti di età, non sembrano proprio intaccare la fermezza delle parole dell'arciprete. «Guardi che non vado a morire ­ risponde l'anziano parroco ­ e certamente non sono stato mandato a Pisticci per mezzo di un provvedimento punitivo». Non solo. «A Pisticci ­ aggiunge don Mario ­ incontrerò un mio allievo, ovvero don Rocco Rosano, e ne sono contento». Ma l'allontanamento da quella che per tanti anni è stata la sua casa e la sua gente, come lo avverte. «Il mio non è un addio a Miglionico e ai miglionichesi, ­ dice serenamente don Mario Spinello ­ in futuro avrò modo di incontrare ancora la comunità, tornando in questo paese, non vado di certo a morire ripeto».
La telefonata con don Mario Spinello ha una breve durata, ma le sue parole sono semplici quanto importanti, e da tenere in mente. «Bisogna tenere le braccia aperte ­ afferma il parroco ­ per accogliere la gioia e nuove cose, per conoscere ancora». In sostanza, dalla parole del prete non traspare solamente l'amore per i miglionichesi e per una vita trascorsa fra le bellezze della cittadina collinare, non spunta fuori il suo impegno costante per forgiare o invitare alla riflessione tanti fedeli, come neppure l'impegno per aumentare proprio di numero e per partecipazione la comunità parrocchiale. La modestia di don Mario è nota, ma è da specificare quanto l'arciprete sia anche disposto a guardare in avanti. Il mio rapporto con Miglionico, sembra dire il padre spirituale della comunità religiosa di Miglionico, non è affatto spezzato.

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