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Polittico di Cima da Conegliano

NUNZIO FESTA

Allarme del parroco, don Mario Spinello, sulle condizioni generali degli edifici sacri
Il terremoto ha lasciato il segno
Chiese di Miglionico lesionate dopo la scossa di giovedì

Il Quotidiano della Basilicata
9 Settembre 2006

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MIGLIONICO - IL TERREMOTO di giovedì scorso ha fatto barcollare le chiese di Miglionico.
Infatti, la scossa avvertita in gran parte della Collina materana ha danneggiato quasi tutti i luoghi di culto cattolici miglionichesi. Lo denunciano l'arciprete in partenza dal piccolo centro, don Mario Spinello, e la giovane guida parrocchiale, Michele Piccinni. Per questo motivo, i due attenti custodi delle "proprietà sacre" di Miglionico, che per rendere nota la delicata questione hanno contattato il Quotidiano. In effetti, la lista dei danni composta dal parroco, ovvero dei danneggiamenti provocati dalla recente movimento sismico e che vanno a sommarsi a quelli ancora visibili datati 1980, è davvero lunga; dalle piccole lesioni e cedimento di parti di intonaco a crepe di diverse dimensioni.
Parrebbe che praticamente tutte le chiese del paese siano state mosse dal fenomeno naturale. Partendo dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore, sembrerebbe proprio che sia stata toccata la parte esterna nei pressi dell'abside, l'interno invece manifesta alcune crepe e un danno vistoso al marmo dell'altare della Presentazione al Tempo del Guercino. Ma altre diverse e numerose crepe sono evidenziate dal parroco Spinello e da Piccinni sulle pareti della Santa Maria delle Grazie, come molte altre su quella della chiesa del Purgatorio e a Sant'Angelo. Addirittura Trinità è stata ritrovata con la parte destra del tetto scoperchiato. Per «la Chiesa del Purgatorio in Piazza Popolo -dice don Mario­ vi è già stato un sopralluogo tecnico degli uffici comunali, i quali hanno riscontrato varie crepe presenti sulla cupola bizantina, sulla torre campanaria e sul portale». Particolare importante, però, è quello che si può osservare accostandosi all'antica chiesetta "Mater Domini al Torchiano". Già giunti davanti alla cappella si può notare che un vistoso spacco ricopre lo storico luogo, anche se l'intacco potrebbe essere stato provocato dall'ultimo terremoto o "solamente" allargato dallo stesso (pregiudicando evidentemente e in maniera ulteriore forse l'equilibro dell'edificazione). Un'altra certezza si affaccia all'orizzonte. Infatti, attraversando l'ingresso della Mater Domini è impossibile non rendersi conto di alcuni insenature anomale che adesso occupano la parte retrostante la statua della Madonna e delle altrettanto prima inesistenti piccole crepe che macchiano la parete prossima all'ingresso della stessa cappella. E' stato Piccini a ricordare come in passato proprio queste crepe non erano presenti, e che questi nuovi tagli nelle facciate sono recentissimi. Certamente, urge un sopralluogo accurato, generale e imminente sullo stato degli edifici parrocchiali. Cominciando a visitare in modo più attento e rigoroso la chiesetta del Torchiano, per esempio, si potrebbe capire che un intervento tendente finalmente a rimetterla in sesto eviterebbe anche paure di varia natura. Il terreno che si trova sotto la Mater Domini, senza dubbio, è prezioso grazie alla storia, ma pure quello che vi sta sopra è tanto accattivante.

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