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Polittico di Cima da Conegliano

Alessandra Montemurro

ANTONIO LABRIOLA racconta la sua esperienza di tedoforo da Matera a Miglionico ad Agosto 1960
L'emozione della fiaccola olimpica
Ritorna domani un appuntamento ricco di grande fascino

Il Quotidiano della Basilicata
2 Gennaio 2006

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MATERA - “L’Olimpiade non è soltanto la più grande e la più bella delle competizioni sportive, non è soltanto il più formidabile raduno atletico di tutte le nazioni del mondo, è qualcosa di ancora più nobile, di ancora più eletto. È l’anelito dei popoli, è un impeto di fratellanza, è un soffio di poesia (…)”.

Così si legge sfogliando il Programma delle manifestazioni di attesa della Staffetta Olimpica, organizzato dal Comitato provinciale materano “Fiaccola Olimpica “ del C.O.N.I., ma non siamo nel 2006, e l’attesa non è rivolta al passaggio a Matera (previsto per domani 3 gennaio) della Fiaccola che simboleggerà i XX Giochi Olimpici Invernali di Torino.

È sufficiente un salto a ritroso di quarantacinque anni (tanti quanti sono quelli che ci separano dall’ultimo passaggio nella provincia materana del simbolo olimpico) e risalire ai giorni precedenti il 20 e 21 agosto 1960, per condividere le emozioni sportive di quanti, nel materano, attendevano il passaggio della corsa a staffetta che da Atene avrebbe raggiunto Roma, prescelta quale sede delle manifestazioni olimpiche. Ascoltando il racconto di chi, quella fiaccola, fu incaricato di portare a Miglionico, percorrendo di corsa un tratto di mezzo kilometro in due minuti e trenta secondi, in qualità di atleta della staffetta che aveva già toccato Matera, le sensazioni di un ragazzo di diciassette anni si intrecciano a quelle di un adulto che, con nostalgia, ricorda uno dei momenti più belli della propria vita: «Ci si sentiva al centro dell’attenzione, ci si sentiva partecipi della grande Olimpiade, anche se noi non eravamo dei veri campioni.»

Antonio Labriola, docente di lettere, nato nel 1943 a Miglionico, ma da oltre quarant’anni residente a Matera, l’11 agosto del ’60 fu designato dal C.O.N.I., insieme ad altri centodieci nella provincia di Matera, quale tedoforo (portatore di fiaccola olimpica) perché, come si legge nella lettera a lui indirizzata dal Comitato Provinciale predisposto ad hoc, “ciò premia il sacrificio, la buona volontà, la passione con cui Ella si è dedicata nei mesi di preparazione. La frazione assegnataLe – si legge ancora – è quella contraddistinta dal n. 62, della lunghezza di 500 metri, posta sul tratto da Matera a Miglionico, da percorrere in 2’ 30’’. “

«Ricordo con immenso piacere - continua Labriola -  il lungo periodo di allenamento sulla strada che conduce a Laterza e mi sentivo parte, anche se non avrei potuto assistervi personalmente, della grande kermesse che si sarebbe svolta a Roma, così come avveniva in tutto il paese. Il giorno in cui sono stato tedoforo – conclude Labriola – mi sono sentito davvero importante, la gente mi lanciava fori, coriandoli e stelle filanti, e dietro di me sfilavano le autorità del paese, al suono della banda municipale che coinvolgeva l’intera comunità.»

Oggi come allora, ci auguriamo resti immutato lo spirito di appartenenza ad una comunità universale che si riconosce nei valori olimpici originari della pace, della fratellanza e dell’unità fra i popoli, gli stessi cui fa riferimento l’Introduzione del Programma delle manifestazioni del ’60:“Passano i tempi e lo spirito purissimo delle origini non muore e la fiamma di maratona resta sempre una luce spirituale e mistica che ancora assolve degnamente la sua nobilissima funzione di messaggera di pace, di amore fraterno fra tutte le genti, di solidarietà continentali ed universali”.

Video dell'arrivo a Miglionico della Fiaccola della XVII Olimpiade di Roma  il 21 Agosto 1960
(dal film La grande olimpiade)

Foto dell'arrivo a Miglionico della Fiaccola (21 Agosto 1960)

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