Voi che savete ragionar d'Amore

di
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Alighieri Dante

Voi che savete ragionar d'Amore

Voi che savete ragionar d'Amore

udite la ballata mia pietosa,

che parla d'una donna disdegnosa,

la qual m'ha tolto il cor per suo valore.

Tanto disdegna qualunque la mira,

che fa chinare gli occhi di paura,

però che intorno a' suoi sempre si gira

d'ogni crudelitate una pintura;

ma dentro portan la dolze figura

ch'a l'anima gentil fa dir: "Merzede",

sì vertuosa, che quando si vede,

trae li sospiri altrui fora del core.

Par ch'ella dica: "Io non sarò umile

verso d'alcun che ne li occhi mi guardi,

ch'io ci porto entro quel segnor gentile

che m'ha fatto sentir de li suoi dardi".

E certo i' credo che così li guardi

per vederli per sé quando le piace,

a quella guisa retta donna face

quando si mira per volere onore.

Io non ispero che mai per pietate

degnasse di guardare un poco altrui,

così è fera donna in sua bieltate

questa che sente Amor negli occhi sui.

Ma quanto vuol nasconda e guardi lui,

ch'io non veggia talor tanta salute;

però che i miei disiri avran vertute

contra 'l disdegno che mi dà tremore.