Ti piace leggere? Ami le storie vere? Oppure preferisci le poesie?

Leggi gratis i primi capitoli dei due volumi proposti (Italiani di Cefalonia e Dieci isole); nel caso ti piacciano e volessi leggerne il seguito, inviaci una E-mail per sapere come e dove trovarli e... buona lettura!!!


Antonio Galasso - "Italiani di Cefalonia!"

Le truppe italiane di Grecia dopo l'8 settembre 1943, diario postumo

Patrocinio del Comune di Cassino - Assessorato alla Cultura nel 50° anniversario della Liberazione

TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

L'AUTORE

Antonio Galasso è nato in S. Andrea del Garigliano (FR) il 22 giugno 1920. Ha combattuto sul fronte occidentale e nei Balcani ed ha preso parte ai tragici avvenimenti di Cefalonia dopo l'8 settembre del 1943.

Insegnante, laureato in Giurisprudenza, ha ricoperto per molti anni le cariche di Consigliere comunale a Cassino e nel paese d'origine ed è stato Consigliere ed Assessore nell'Amministrazione Provinciale di Frosinone, operando sempre con onestà, passione e competenza sino all'ultimo istante della sua vita, conclusasi drammaticamente all'età di 48 anni, il 7 dicembre 1968.

È doveroso ricordare il suo impegno nella lotta per l'istituzione dell'Università di Cassino, da lui caldeggiata sin dal 1966, in una seduta del Consiglio Provinciale di Frosinone, così come va ricordato il suo interessamento, come Assessore alla P. I., per la gestione autonoma del Liceo Scientifico di Cassino.

Con la pubblicazione del Diario, sia pure con molto ritardo, i familiari hanno voluto realizzare il desiderio del loro congiunto e sperano altresì di fare cosa gradita a tutti coloro che lo conobbero e ne apprezzarono le doti di rettitudine e di grande bontà.

PRESENTAZIONE

L'emozione con cui ho iniziato a leggere il diario di guerra del compianto Antonio Galasso forse deriva dal fatto che ho conosciuto, frequentato ed apprezzato personalmente l'autore; l'ho apprezzato per le sue indiscutibili ed universalmente riconosciute doti umane, l'ho apprezzato per la sua onestà professionale e politica. La sua prematura scomparsa, un quarto di secolo fa, mi lasciò incredulo e stupefatto: sapevo che era venuta meno una persona di valore, una di quelle persone che si vorrebbero sempre accanto.

L'iniziale emozione, a mano a mano che scorrevo le pagine del suo diario, si trasformò in commozione. Avere tra le mani il condensato dei sacrifici, delle paure, delle struggenti nostalgie, della rabbia derivante da impotenza, degli affetti sacri coltivati anche nei momenti di maggior sconforto per le violenze fisiche e psichiche, di una persona che non c'è più, ma che ha voluto affidarli alla carta perché di sé e di quel suo tempestoso periodo rimanesse memoria presso i familiari, non poteva che provocarmi l'emozione e la commozione che prova chi riceve le estreme confidenze di una persona conosciuta.

Ma la lettura del diario non è solo questo. Una prosa scorrevole, essenziale, schiva di ricercatezze superflue, un discorrere incalzante, spesso drammatico, una narrazione incisiva e sempre efficace, dànno al testo la fisionomia di un buon romanzo, appassionante e di facile lettura.

Ma non si tratta di romanzo, di vicende partorite dalla fantasia dell'autore, si tratta di vita realmente vissuta, non narrata al lettore, ma dal lettore carpita, quasi spiata attraverso lo scorrere delle pagine: di qui l'emozione. Il protagonista/autore non ha inteso esaltare una parentesi della propria vita, non ha cercato di vestire i panni dell'eroe indomito dei racconti di guerra; ha scritto per sé, per ricordare, tutto al più per far conoscere ai suoi cari quelle tristi vicende che lo hanno coinvolto e lo hanno cambiato: di qui la commozione.

Ma proprio questo rende il diario un prezioso documento da conservare, da far conoscere, da affidare alle librerie dei familiari, degli amici, dei concittadini. Dunque bene ha fatto la famiglia a volerne ad ogni costo la pubblicazione, e noi siamo grati a chi ha voluto renderla possibile.

Cassino, settembre 1994

Emilio Pistilli

Pubblichiamo sul Web il prologo ed il primo paragrafo; se vi incuriosisce il seguito, inviate un’E-mail a questo indirizzo: bgalasso@libero.it

Prologo

Era la sera dell' 8 Settembre 1943, mancavano pochi minuti alle ore 20.00 ed io ero in compagnia di Alessandra che, trovandosi a passare dal mio caposaldo, si era fermata a salutarmi. Sami è un piccolo paese dell' isola di Cefalonia, situato nel golfo omonimo, sul lato Nord-Est dell' isola, a circa 30 Km. da Argostòli, centro e porto principale. Sul lato sinistro di Sami era piazzato uno dei due cannoni controcarro 47/50 affidatimi da poco tempo dal comando del 17° rgt. Fanteria, dal quale dipendevo. A cento metri circa dal mio caposaldo vi era la casa di Alessandra; con lei avevamo stretto rapporti di buon vicinato sin dal primo giorno, io ed i miei soldati. Alessandra era più grande di me, aveva ventisette anni, mentre io ne contavo ventitré e la nostra amicizia era improntata alla più semplice e schietta simpatia. Spesso veniva a bagnarsi o a trattenersi sulla spiaggia nei pressi del mio caposaldo ed io ne approfittavo per tenere conversazione in greco. Mi regalò un vocabolario greco-italiano, che tuttora conservo; è l'unico ricordo che sono riuscito a portare in Italia. Contavo un altro amico greco a Sami, un ragazzo sui diciotto anni di nome Panaiotis, che in italiano vuol dire Mario. Spesso veniva a trovarmi e mi invitava a fare una gita sulla sua barca. Sia Panaiotis che Alessandra, nei giorni precedenti gli eventi dell'8 Settembre, si mostravano preoccupati per me e vagamente accennavano ad un probabile sbarco di truppe alleate nell'isola. Il morale degli ufficiali italiani si era risollevato in seguito alla caduta di Mussolini e alla nomina di Badoglio a capo del Governo. Tutti speravano, confidando nelle ottime qualità militari del generale, in una quasi immediata offensiva italiana che avrebbe ricacciato dalla nostra penisola le truppe alleate. Le notizie che mi fornivano Alessandra e Panaiotis mi lasciavano perciò quasi indifferente, perché nessuno di noi conosceva i veri motivi della caduta del fascismo, né avrebbe potuto mai immaginare il maturare degli eventi dell'8 Settembre.

Sami, 8 Settembre

È sera. Alessandra è molto turbata e triste e, col tono affettuoso di una persona cara, fra l'altro mi dice: « Se dovessero sbarcare gli Inglesi sull'isola ti procurerò degli abiti civili, resterai nascosto in casa mia fino al termine della guerra e poi raggiungerai la tua bella Italia». La stessa proposta mi è stata fatta anche da Panaiotis e, nel sentirmela ripetere da Alessandra, molti dubbi mi assalgono.  «Come possono pensare ad un sicuro sbarco inglese? - penso fra me - Sono forse spie al corrente di segreti militari?» La loro amicizia quasi incomincia a insospettirmi e a farmi nascere qualche preoccupazione. Il dubbio che siano delle spie mi toglie in quel momento ogni tranquillità. Sono le ore 20.00 precise quando, tutto ad un tratto, s'odono un fischio prolungato ed urla e schiamazzi di gioia. Il fischio è il segnale convenuto col mio attendente in caso di allarme, ma non riesco a spiegarmi tutto quel chiasso. Saluto in fretta Alessandra e corro al caposaldo. Pochi metri di corsa e anche dagli altri capisaldi s'odono urla, grida e colpi di moschetto. In breve tempo sono tra i miei soldati che mi attorniano gridando contenti: « Signor Tenente, fra giorni andremo tutti a casa! È finita la guerra! Badoglio ha firmato l'armistizio con l'Inghilterra!»   Accolgo la notizia con freddezza, senza celare il mio stato d'animo ai miei soldati, ai quali raccomando molta calma e prudenza, consigliando loro di non imitare gli altri che sparano dai capisaldi. Sono contenti perché credono che la guerra sia veramente finita e che al più presto potranno riabbracciare i loro familiari, i parenti, gli amici. La speranza di rivedere la patria dopo tanti anni di lontananza e di privazioni riempie loro il cuore di gioia ed essi la manifestano con il candore e la semplicità di chi ingenuamente crede che la guerra sia veramente finita. Ho promesso ad Alessandra che sarei ritornato da lei, ma sono così confuso e desideroso di avere notizie precise sul comunicato di Badoglio che decido di recarmi, per il momento, al comando di battaglione. Il messaggio di Badoglio è chiaro: «Resistere contro chiunque, da qualunque parte venga l'attacco!»  Ciò significa, in pratica, resistere contro i Tedeschi. Da chi altri può essere sferrato l'attacco contro di noi? Ritorno al mio caposaldo, invito nuovamente i soldati alla calma e corro da Alessandra che è lì, a pochi metri, ad aspettarmi. Ha saputo già tutto, nel frattempo, forse dai miei soldati, con i quali è sempre stata tanto buona. Non riesce a dirmi nulla, ha senz'altro capito che la notizia dell' armistizio non mi ha rallegrato ed è triste quanto me. La caduta dell' Italia dovrebbe farle piacere e invece si preoccupa di noi come se fossimo suoi connazionali. Si congeda da me con l'animo di chi vuole ad ogni costo aiutarti: «Qualunque cosa dovesse accaderti, la mia casa è sempre aperta, è la tua casa!». Così mi saluta e si allontana. S'odono di tanto in tanto ancora fischi, canti e colpi di fucile, anche dai capisaldi più lontani, fino a tarda notte. Così muore il giorno 8 settembre, con la speranza nel cuore di molti di noi di ritornare presto in patria.

Continua…

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Tullia Galasso - Dieci Isole

Lettere dall’esilio volontario nei luoghi ameni dell’anima - Centro culturale “Paideia”

TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

Dalla prefazione di Francesco De Rosa

…Tullia Galasso non sa rassegnarsi al fatto che la vita sia il tempo dalla nascita alla morte e che la morte ne sia la fatale e definitiva conclusione, senza appello: Tullia sente il bisogno di condividere i suoi pensieri, il bisogno di comunicare, appunto, attraverso la poesia, che diventa ricerca di armonia e di bellezza, fusione di sogno e realtà, strumento che ci consente di essere “musica” e di attingere “vette maestose e incorruttibili”.

Francesco De Rosa

Tullia Galasso, insegnante e psicologa, vive e lavora a Cassino. Ha partecipato a diverse iniziative del Centro Culturale "Paideia", quali la "Serata di Poetesse per la Pace" in occasione del 40° Anniversario della distruzione della Città Martire. E’ membro di autorevoli istituzioni culturali, tra cui il Centro Internazionale Eugenio Montale di Roma. Ha pubblicato alcune poesie sulle antologie "Poeti di Paideia" (Cassino, 1994) dell'omonima Associazione Culturale e Il fiore del Deserto - omaggio a Giacomo Leopardi" (Cassino, 1998).

Pubblichiamo sul Web il primo capitolo (Isola N.1 con relativa lirica); se vi incuriosisce il seguito, inviate un’E-mail a questo indirizzo: bgalasso@libero.it

ISOLA N. 1

Carissimo,

il tempo che passa stende sulle nostre vite un velo di stanchezza e di oblio, favorito anche dalla lentezza e dalla imprevedibilità del servizio postale che frustra il mio bisogno di comunicazione.

Dopo gli ultimi avvenimenti e un meritato riposo, si apre di fronte a me, una vita nuova, piena di possibilità e fertile di promesse, che affronto non senza una certa ansia, tipica delle cose nuove, che incutono timore ma sono attraenti.

Promesse, dicevo. Promessa di arricchirmi interiormente, di arricchire questa vita che si dibatte in mille piccoli problemi che sviliscono il suo significato, questa vita quasi senza senso e che cerca di darselo afferrandolo qua e là, quando le capita d'incontrarlo. Promessa di relazioni umane gratificanti, profonde, dove conti, finalmente, l'essere e non l'apparire, il rispetto e non il "sono come tu mi vuoi".

Tutto ciò necessita, ovviamente, di una buona dose di fiducia nel futuro. Spero, perciò, di non perdere mai la capacità di ascoltare la risposta interiore, che mi guiderà inequivocabilmente nelle scelte più difficili, con il suo responso istintivo ed enigmatico ma ricco di significato.

Esso mi risponderà su... l'amore? La morte? La vita? La felicità?

 

QUALE DESTINO?

Della voglia di fare

e dell'ignava pigrizia,

delle taglie minute

e degli stomaci voraci,

della mano che sventra

e degli occhi passivi,

dell'amante attento

e del mandrillo libidico,

del nobile progetto

e dell'illecito appalto...

Da quando Darwin scoperse l'uomo

i vermi strisciano ancora.

Da quando Einstein

ci scagliò nel tempo-spazio

ancora ogni orologio va per conto suo.

Ogni volto ha due facce

l'esistenza una sola:

conoscere per amare.

 

continua...

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Ultimo aggiornamento: martedì 25 aprile 2000

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