Suffragette inglesi: la
guerra delle donne
Tratto dal periodico "La Lettura" dell'agosto del 1913, questo articolo testimonia come anche in Italia l'eco delle lotte per i diritti delle donne abbia ormai larga risonanza e abbia quasi del tutto abbandonato i caratteri di descrizione pittoresca e superficiale, oltre che grettamente denigratoria, che aveva contraddistinto, fino a poco tempo prima, l'atteggiamento della stampa e dell’opinione pubblica di fronte alle vicende del movimento suffragista.
"Quando
si è vissuti sia pure poco tempo in Inghilterra , si comincia a comprendere
[...] come veramente e non per chiasso o per burla, siano una milizia, quelle
che da sé stesse si chiamano le militants, le suffragette determinate
a conquistarsi il voto a qualsiasi prezzo, e sia pure a costo di violenza.
Violenza contro le cose però, intendiamoci; ché anzi – e questo in Italia non
fu detto, o non fu ripetuto e capito abbastanza – il programma delle
suffragette anche più accanite si esplica così: arrecare il maggior danno
possibile alla proprietà pubblica o privata che sia, ma rispettare sempre,
assolutamente, in via perentoria e senza eccezioni, la vita umana. Le famose
bombe, per esempio, di cui le militanti cospargono Londra con tanta generosa
larghezza, come il sale e il pepe di una fantastica insalata umana, sono
bombe ammaestrate, o per dir meglio, se mi passate l'espressione, bombe
simboliche: figure e immagini di bombe, convenzionalmente intese a
rappresentarle, e perciò a gettare, se non la strage, il panico nel pubblico.
[...] Ma per quanto generalmente incruenta, la guerra c'è, ed è guerra sul
serio. Gli incendi,
specialmente di case isolate e deserte di campagna, grandi ville e castelli
anche storici, si susseguono e si moltiplicano. [...] Non si contano poi i
casi di vetrine di negozi infrante, e di combustibili o di acidi introdotti
nelle cassette postali del Regno Unito per distruggere le corrispondenza ivi
raccolta. Alla Torre di Londra, l'antica, trucemente famosa fortezza dei Re
d'Inghilterra, fu rotta la vetrina che rinchiude gli sfolgoranti gioielli
della Corona; a Manchester furono sfregiate (anche qui simbolicamente)
nientemeno che tredici tele della galleria d'Arte. [...] Ma in grazia anche
di tutto questo, è certo che la fase del ridicolo nel movimento suffragista,
se pure in Inghilterra ci fu mai, è ormai superata, e appartiene da gran
pezzo alle cose del passato. La Guerra delle donne è un fatto noioso,
ma troppo serio per poterlo irridere o deridere. E non solo è seria, ma anche
dolorosa e spesso tragica per chi la fa. Lo sciopero della fame non è, come
appare forse a chi lo guarda di lontano dall'Italia, l'impulso isolato di
poche, o pazze o isteriche. Non la sola Mrs. Pankhurst, la presidentessa
della battagliera Unione politica e sociale delle donne, si è ridotta
in fin di vita con il rifiuto del cibo in prigione; ma hanno fatto e fanno lo
stesso decine e decine di donne e anche di uomini, caldi fautori
dell'uguaglianza civile dei sessi. E d'altronde
il voto non è voluto e reclamato soltanto dalle militanti. Le Franchise
Leagues si contano a dozzine in tutte le classi e fra tutte le categorie
di persone. Vi è l'Associazione suffragista delle donne conservatrici, e
quella importantissima delle donne liberali. [...] Hyde Park, ritrovo classico,
nei pomeriggi festivi, di chiunque ha una parola da dire e da far udire al
pubblico, è il campo di battaglia prediletto di tutte e tutti i propagandisti
suffragisti. E la battaglia talvolta non è soltanto figurata, ma si svolge
con tanta vivacità che a un certo punto il governo credette opportuno di
proibire i comizi nel Parco. [...] Ma in Inghilterra, al contrario che da
noi, i comizi più solenni e importanti non solo si tengono in luogo chiuso,
ma anche si fanno a pagamento. [...] e lo scopo principale non è solo e non è
tanto di dire e udire discorsi, ma anche e soprattutto quello eminentemente
pratico di far denari. Il grande comizio di protesta contro l'incarcerazione
di Mrs. Pankhurst fruttò alla causa del suffragio in mezz'ora non meno di 17mila
sterline. E un altro comizio non meno importante e forse ancor più
caratteristico fu quello indetto in uno dei principali teatri di Londra dalla
Actresses Franchise League, la Lega pro voto fra attrici. Sin da
parecchi giorni prima, uno strano corteo aveva attraversato le vie e le
piazze più frequentate e centrali di Londra. In testa alla processione, una
vecchia signora ancora bella e venerabile sotto i magnifici capelli bianchi,
elegantemente vestita di seta, reggeva lo stendardo con la scritta: Il voto
alla donna! In coda al suo strascico, mezza dozzina di figure femminili,
tutte ravvolte in grandi mantelli uguali, donne-sandwichs, che recavano sul
petto e sulla schiena l'annuncio del giorno e dell'ora del comizio. E il
volto dissimulavano sotto una maschera, semplice stratagemma per attirare
viemmeglio l'attenzione del pubblico, o desiderio di salvaguardare con
l'incognito il loro amor proprio di attrici e di donne, in così umile
funzione, o forse imposizione dell'impresario, perché l'attrice non indisponga
con le sue idee politico – sociali una parte del proprio pubblico? Certo, non
si trattava, come i maligni potrebbero insinuare, di un accorgimento per
nascondere facce troppo brutte! Anche la leggenda delle nasute, occhialute,
brutte e ineleganti suffragiste, va riveduta e corretta e in Inghilterra è
distrutta dai fatti. [...] Le pagine di pubblicità a pagamento, ricca fonte
di guadagno per i giornali suffragisti anche militanti, per colonne e colonne
sfoggiano [ad esempio] illustrazioni di biancherie di lusso: tutto il fragile
e squisito armamentario dell'eleganza e della grazia muliebre, tutta la gamma
della femminilità frivola e adorabile. Chi scorre anche soltanto con l'occhio
quelle colonne, sa già a priori che non sono, non possono essere virago
mascolinizzate o zitellone incartapecorite le fedeli abbonate, lettrici,
sostenitrici del foglio.[...] Sono mamme e donne, sono giovani e vecchie,
capaci di convinzione e di entusiasmo per un'idea, ma sono donne intere,
complete e vibranti, non ridicole mummie fossilizzate." |