Caso Fiacconi Il caso FIACCONI: Work in progress
di Fabio Marri

A beneficio (come dicono in Tv) di chi si collega solo in questo momento, ma
anche col rispetto verso chi non puo' stare collegato in Internet un'ora
solo per leggere tutti i documenti, facciamo il punto, dalla nostra parte
(che non e' ne' quella dei prevenuti ne' quella degli sciacalli), e con la
viva speranza che Franca voglia presto darci altre notizie di se', sul "caso
Fiacconi", cioe' su quello che, nell'imminenza della maratona di New York,
avevamo presentato come un "dribbling" a un controllo indetto dal Coni
all'interno della campagna "Io non rischio la salute".
Ci siamo permessi di partire dai "lanci" operati dall'Ansa, non solo
l'agenzia informativa piu' autorevole in Italia, ma anche quella al cui
interno opera almeno un eccellente maratoneta, e dunque quando parla di
atletica, maratone ecc. sa quello che scrive; e vi abbiamo aggiunto quanto
risultava a noi direttamente, soprattutto per diretta comunicazione della
Fiacconi. Ci asteniamo peraltro dallo sciacallaggio: se Franca, per motivi
suoi, non desidera piu' la pubblicazione integrale dei messaggi che ci ha
spediti direttamente e che in un primo tempo avevamo ripreso, noi
rispettiamo i suoi desideri. Ma aspettiamo un testo "autorizzato", tanto
piu' che gia' da alcuni giorni si sente parlare della lettera spedita
dall'atleta romana alle piu' alte autorita' sportive e civili, e dunque non
vorremmo fare i custodi del segreto di Pulcinella.
Dunque: avevamo scritto che "non possiamo certo trarre conclusioni
affrettate, ma una cosa è certa, qualcosa di strano è accaduto". Lo stesso
Presidente del CONI Petrucci dice (traduciamo) che "e' stata la maratoneta a
dribblare il controllo". Il problema è che per far parte del Club Olimpico
bisogna aderire all'iniziativa "Io non rischio la salute".
Tre giorni prima della maratona di New York, Franca (in una dichiarazione
diffusa il 4 novembre) spiegava che il telegramma di convocazione per
l'esame antidoping era arrivato in ritardo. Non ci sarebbe nessun rifiuto:
"il telegramma di convocazione per il giorno 30 ottobre alle ore 8,30,
spedito alle ore 23:32 del 29 e' stato recapitato solo nel pomeriggio del
giorno successivo 30". E oltre tutto, il medico di fiducia della maratoneta
l'avrebbe sconsigliata ad effettuare il controllo incrociato sangue-urine a
pochi giorni dalla corsa, a causa delle cure a cui lei si era dovuta
sottoporre dopo la frattura del gomito destro in agosto.
Il giorno dopo (5 novembre)  ancora da New York, Franca  rettificava il tiro
rispetto a quanto scritto sul certificato medico usato per evitare di
sottoporsi al controllo. Secondo questo, l'atleta era stata
sconsigliata dal sottoporsi ai prelievi perche' affetta da anoressia,
astenia e lipotimia. ''Pero' non sono anoressica. Mentre e' vero che sto
male quando mi fanno i prelievi'', dichiarava. Nello stesso giorno, il
presidente del Coni Gianni Petrucci dichiarava: "Ritengo che la commissione
del Coni abbia agito
correttamente. Sulla vicenda comunque aspetto una risposta del presidente
della Fidal, Gianni Gola". Non erano quindi presi provvedimenti a carico
della maratoneta, in attesa che fosse la Federatletica a pronunciarsi. La
quale, il 6 novembre, per boccca del suo presidente Gianni Gola, pur
dichiarando di non poter punire in alcun modo Franca, proponeva di variare
la normativa rendendo obbligatorio presentarsi agli esami della campagna e
prevedendo sanzioni per chi si sottrae ai controlli. "Il fatto e'
conclamato: l' atleta non ha sostenuto il test, ma le ragioni sono oggetto
di una controversia tra lei e la commissione del Coni che gestisce la
campagna''.
Passano dieci giorni, passa la maratona di New York, la Fiacconi torna a
casa, e il 16 novembre, alla riunione della Giunta Coni, si discute
dell'affare solo in linea di principio: vengono posti alla commissione
antidoping due quesiti: se il mancato controllo possa considerarsi una
revoca dell'adesione alla
campagna "io non rischio la salute", e se si possano introdurre accorgimenti
normativi per evitare elusioni dei controlli da parte degli atleti stessi.
Altre due settimane, ed ecco che il 30 novembre Franca fa pervenire al
presidente della Repubblica una lettera scritta da "cittadina italiana" per
fargli conoscere i motivi per cui si e' rifiutata di sottoporsi ai controlli
del Coni.  La lettera giunge per conoscenza anche al presidente del Coni,
Gianni Petrucci, che dovrebbe ricevere a giorni il parere della commissione
antidoping, presieduta da Giuseppe Porpora,
sugli eventuali provvedimenti da adottare nei confronti dell'atleta (e' in
ballo -ripetiamo- l'esclusione dal
club olimpico).  La lettera e' inviata anche alla ministra dei Beni
Culturali Giovanna Melandri, al sindaco di Roma Francesco Rutelli,
all'assessore allo sport della stessa citta' Riccardo Milana e al presidente
della Fidal.
Il giorno dopo, Franca chiede anche a noi di Podisti.net di aggiornare le
nostre informazioni, chiedendoci:
"Cercate di andare a fondo sulle situazioni con la vostra testa e non
leggendo quello che scrivono certi pseudo-giornalisti o le parti 'piu'
potenti'". Sembrava di capire che la protesta contro le storture del sistema
sportivo italiano, e la dichiarazione di non volersi piu' sottoporre ai
controlli del sangue, fosse un modo per autoescludersi dalla nazionale e dal
club olimpico. Ancora il 2 dicembre, Luciano Milani, marito e allenatore di
Franca , spiegava la lettera come modo " di sensibilizzare la gente, far
sentire la sua voce, una provocazione", accusando invece la il Coni di aver
"violato la privacy dando alla stampa il certificato medico e dicendo che
Franca era affetta da anoressia''.
Noi di Podisti.net non violiamo la privacy, e riportiamo solo poche righe
(senza nessuna modifica, neanche ortografica) della lettera che Franca ci ha
inviato Fri, 3 Dec 1999 15:56:00 +0100 (X-MSMail-Priority: Normal):
"Caro direttore,
devo dire che gia' il fatto di essersi assunto una responsabilita' mi fa
avere grande stima di Lei, perche' purtroppo in tutta questa vicenda,
parecchi giornali hanno attribuito a me colpe che non ho (ho una
documentazione inattaccabile) perche' il CONI ha difeso l'operato dei
responsabili della "commissione scientifica". Non le fa pensare che forse ho
ragione io visto che neanche il magistrato Loro ha affermato che ero
punibile? Si immagini...se ero io veramente ad aver sbagliato mi avrebbero
gia' schiacciato.So' che molti altri atleti hanno avuto problemi a causa
della cattiva gestione del protocollo "io non rischio la salute", pero'
nessuno fin'ora ha avuto il coraggio di dire le cose perche' i responsabili
del "protocollo" si comportano da inquisitori e gli hatleti hanno paura di
essere diffamati sui giornali."

La tentazione, per noi che abbiamo in mano questo ed altro materiale,
sarebbe di pubblicare tutto per farci un po' di pubblicita' in piu'; ma ci
fermiamo qui, perche' il desiderio di Franca Fiacconi era di mandarci un suo
documento piu' meditato. Lo aspettiamo con ansia, come poi aspetteremo e
pubblicheremo anche i pareri delle controparti e dei lettori neutrali. Il
nostro e' un work in progress.