Ich bin ein Berliner!
Fabio Marri

Finalmente anche William puo' dire, come il presidente Kennedy nel 1960
davanti al Muro, "io sono un berlinese!" (in realta', quando Kennedy disse
questa frase i berlinesi si misero a ridere, perche' era piu' o meno come se
ad Amburgo avesse detto "io sono un hamburger"; ma la Storia trascura questi
dettagli). Il piu' celebre degli albinesi, finalmente (e nonostante una
partecipazione d'avanscoperta del suo scudiero Nerino avesse sortito esito
negativo), si e' deciso a correre la maratona piu' veloce del mondo, nella
sua ventesima edizione che per William e' stata la ventesima "quarantadue"
stagionale (per un totale di 380: ma ci sarebbe qualche decina di Fiaspatone
da togliere…). Viaggio, gratis by Lufthansa, essendo stato superato dal
nostro eroe il limite delle 35mila miglia che consentono un volo omaggio in
Europa; alloggio, offerto da una gentile maratoneta italo-tedesca residente,
appunto, a Berlino (e, conoscendo Govi, possiamo garantire che non ci sono
stati compensi men che leciti: certe cose non gli interessano proprio); cena
pregara offerta da un celebre oste mafioso di Steglitz. Non restava che
correre. Condizioni di clima ideale, record mondiale femminile abbattuto;
non proprio da record l'esibizione del Nostro, un 3.55 che migliora di poco
il tempo del Piceno due settimane prima, e che ha lasciato qualche strascico
sulle gambe, se e' vero che il martedi' dopo, in un cinquemila in pista a
Scandiano, William e' arrivato ultimo, pluridoppiato, dietro perfino a Bruno
Furia... Ma siamo sicuri che questa domenica, a Carpi, lancera' un acuto da
far rompere i cristalli (quelli portati a casa da Monaco).