31/10/99 Calderara (BO) "Maratona dei 3 Comuni"

di Fabio Marri


"Questo di tanta speme oggi mi resta?", avrebbe detto un Foscolo redivivo
che, dopo aver vissuto le esperienze gloriose delle maratone di
Bologna-Bologna, con arrivo in piazza Maggiore, si trovasse ora i cartelli
della "Maratona di Bologna" tra Calderara, Longara, Lippo e Sala. Sara' una
coincidenza, ma l'ultima maratona di Bologna-Bologna si svolse il 21 aprile
1996, il giorno cioe' in cui Nanni Moretti smise di farsi le canne e scese
in piazza a festeggiare la vittoria. Dopo di che, la Bologna dei fratelli
Prodi e di Vitali non ci ha piu' voluto tra i piedi, e bisogna ringraziare i
cugini "ariosi" di Calderara per aver offerto un surrogato accettabile:
piutost che gnint, dicono, l'e' mei piutost; e la continuita' organizzativa
era segnata dalla presenza di Michele Marescalchi colla caratteristica
cadenza che lui non vuole si chiami 'ferrarese'. Al percorso non proprio
esaltante (come ha gia' sottolineato Mak) si e' aggiunta, negli ultimi
giorni, la chiusura di una strada per motivi ferroviari, e dunque la
necessita' di un ulteriore restringimento su se stessi, cosicche' la prima
meta' della corsa era avvitata intorno agli stessi luoghi, e solo dopo si
vedeva qualcosa di diverso: insomma, trenta persone che ti guardavano in
centro a Sala.
Quanto all'organizzazione, tra le note positive vanno segnalate: la
possibilita' di iscriversi con sole 5000 lire per chi rinunciava ai premi in
natura e al pasta party; il costo di sole 10000 lire per il pranzo del dopo
gara (gratuito per chi avesse pagato la quota intera), ottimo e abbondante
come nella tradizione bolognese (ah, quel pasta party al San Lorenzo nel
1992!); la punzonatura e chiusura in gabbia prima della partenza (quando
avremo le classifiche vedremo se e' servita a far squalificare qualche
partente anticipato, guarda caso modenese); l'ottimo presidiamento dei
ristori e spugnaggi, le spugne migliori di tutto il movimento podistico
italiano (sottili, le puoi tenere indosso che non ti pesano); la nota di
poesia che la lippina Alberta Accorsi sa sempre inserire nelle sue
manifestazioni ("inclino adesso all'autunno dal colore che inebria, amo la
stanca stagione che ha gia' vendemmiato", erano i versi giusti per questo
giorno, unico contrassegnato da un pallido sole, prima e dopo vari di
pioggia e nebbia). Tanto per far vedere che non ci hanno comprato, diciamo
che quest'anno le docce erano freddine, e che continua il triste spettacolo
della prostituzione extracomunitaria proprio a fianco del centro maratona
(quante cose avrebbero da fare i vigili,anziche' multare l'auto del
maratoneta Pancaldi del Granarolo!). Purtroppo, lo scarso fascino del
percorso e la vicinanza temporale con altre maratone hanno limitato il
numero dei partecipanti, comunque in sensibile aumento. Mancava perfino
Govi, che aveva corso sabato ma -in altri tempi- avrebbe bissato anche dopo
24 ore (ah, la vecchiaia.).Mancava Gianni Morandi e cio' mi rende
personalmente lieto; c'erano i soliti mattacchioni del "Supermarathon",
quelli da 15-20 maratone l'anno, Sergio Tampieri, Mastrolia l'Apache, Amadio
da Torino, Ferri e Balloni (i gelatai toscani), Fusari il 'vescovo' di
Macerata, Tamburini, il citato Pancaldi scortato dalla moglie in bici (ch'at
psis scupier la gamma.), Simone Lamacchi lupatotissimo, i coniugi barlettani
Rizzitelli-Gargano (l'Angela Gargano si avvia ad essere la maratoneta piu'
'prolifica' di questa stagione). E a proposito di Angele, c'e'stato il
gradito rientro di Angela Cocchi, organizzatrice e nello stesso tempo capace
di un 3.23 che significhera', con un altro mese di allenamento, un  tentare
l'assalto al muro delle 3 ore. Viste anche l'ardente Ketty dell'ATC, la
paciosa Iside Bentivogli,  Stella di Vigarano (quest'anno, donne gratis, ha
promesso; pagheranno i coniugi anche per loro?), l'immancabile fotografo
Garcia y Saavedra (in sella alla Vespa rossa antidiluviana), cui difetta
solo un po' di distribuzione delle foto: donde  estan las de Carpi? gli ho
chiesto; e ha risposto: "bisogna interessarsi!". Cioe' dobbiamo arrangiarci
noi a cercarle. Ole'!