Gigliotti. dimissioni volontarie o dimissioni "favorite"?
di Stefano Morselli


Il consiglio ha ratificato le dimissioni di Luciano Gigliotti dal ruolo di responsabile del fondo, il suo posta sarà di Massimo Magnani fino ad ora suo vice. Le ragioni le possiamo ricavare con gli spunti presi da un articolo della Gazzetta dello Sport, di certo e' che i giochi di potere in seno alla FIDAL non finiranno mai, fintanto che la federazione non verrà gestita in modo diverso.
Di sicuro le ragioni di Gigliotti sulla sua successione non fanno un grinza, comunque sia lasciamo a voi trarre le conclusioni.

"Gigliotti ha dato il via alle danze con una lettera scritta poco dopo i Mondiali di Siviglia, ai direttori tecnici Gianpaolo Lenzi e Dino Ponchio, nella quale, in sintesi, dichiarava di voler rinunciare all'incarico per potersi dedicare con maggior scrupolosità al gruppo di atleti da lui direttamente gestito, comprendente, tra gli altri, Baldini, Lambruschini, D'Urso e la Guida.
Questa volontà, espressa in più occasioni (per esempio nell'ambito del consiglio federale di Mantova
del 10 settembre e in una seguente ristretta riunione di settore a Modena), nasconde in realtà una
situazione di generale disagio che si rinvia da tempo, da quando cioè, la scorsa stagione in questo
periodo, Gigliotti venne confermato in sella al settore. «Perfetto nel lavoro di campo e nel pilotare un
gruppo d'élite — si è spesso sentito dire —, Gigliotti non è più adatto a svolgere un compito che
dovrebbe comprendere rapporti e confronti continui con realtà diverse, anche "politiche", con la base e con i tecnici periferici».
Inoltre, proprio il fatto di seguire atleti di vertice, ha portato a gelosie e incomprensioni. Nell'ambiente certe scelte (è di queste settimane la polemica circa le convocazioni per la maratona dei Giochi di Sydney), come facilmente comprensibile, sono spesso state valutate di parte.
«E' proprio in funzione dell'Olimpiade — dice Lenzi — e per il bene del movimento che una svolta si
imponeva: Luciano, a cui vanno attribuiti tanti meriti, ha riconosciuto ciò che io sostenevo da tempo.
Un ruolo del genere va ricoperto con criteri diversi da quelli di una volta, più moderni e dinamici.
Ecco perché ho fatto la voce grossa affinché venisse promosso Magnani. Sì, siamo entrambi di
Ferrara e io sono da sempre un suo "padrino", però in questi anni ha dimostrato di avere quelle
qualità, non solo tecniche, ma anche manageriali e di esperienze diverse, che fanno di lui un
personaggio certamente all'altezza».
Primi collaboratori dell'ex maratoneta azzurro e responsabili di specialità rimarrebbero Pietro Incalza
e Nardino De Gortes. «Proprio questo è il punto — spiega Gigliotti —. Io mi faccio da parte, resto
d'accordo che della situazione se ne ridiscuterà al mio ritorno dallo stage in Australia (avvenuto
sabato scorso, ndr) e cosa succede? Che trovo tutto già deciso e che il mio posto viene preso da
Magnani, uno che segue in prima persona più atleti di me e le cui ingerenze potrebbero quindi essere
superiori. Giacomo Leone, per chiarire, dopo il 4° posto di New York autore di gravi dichiarazioni
circa la composizione del terzetto che andrà a Sydney, fa parte della sua scuderia». Magnani, in
attesa che la situazione si definisca, si limita a replicare che «se il mio gruppo di lavoro si è allargato, è solo perché diversi ragazzi, visto il tipo di rapporto che si è instaurato mentre svolgevo il compito di vicecapo settore, mi hanno espressamente chiesto una mano». Insomma, la spaccatura appare
evidente, mentre a dieci mesi dall'Olimpiade, l'unità d'intenti sarebbe più che mai auspicabile".