14/11/99 Maratona di Livorno 19a Edizione

Troppi extra-comunitari per una gara Nazionale

di Stefano Morselli servizi@podisti.net


Nella 19ma edizione della Maratona Città di Livorno, il risultato tecnico migliore
è arrivato dalla gara femminile grazie al successo della 29enne veneta Monia Capelli che oltre
al limite personale ha stabilito il record della gara chiudendo in 2.36.14, ottava prestazione italiana stagionale.

Una maratona di Livorno sferzata nella sua parte finale da un violento
nubifragio che ha messo a dura prova partecipanti e organizzatori, mentre in
mattinata il via (dato da Fabrizio Mori) era avvenuto sotto uno splendido
sole.
Nella gara maschile doppietta keniana con il successo in volata di Joshua
Rop appena arrivato in Italia davanti al connazionale Joseph Cheromei al
quale avrebbe dovuto invece fare da lepre, poi al 3° posto il bergamasco
Emanuele Zenucchi, mentre nella gara femminile la favorita della vigilia
l'ucraina Galyna Zhul'yeva chiudeva al 2° posto precedendo l'intramontabile
Maria Grazia Navacchia terza assoluta ancora sotto le tre ore di gara.

Nella mezza maratona vittoria per il keniano Paul Ngeny in 1.05.03 sul
burundiano Cishahayo (1.05.58) e il marocchino Abdouny (1.07.12), tra le
donne vittoria della russa Ludmila Petrova (1.20.23).

Ordine d'arrivo maratona maschile
1° Rop Joshua Ken 2.17.21
2° Cheromei Joseph Ken 2.17.25
3° Zenucchi Emanuele Ita 2.19.55
4° Calcaterra Giorgio Ita 2.22.14
5° Mura Luca Ita 2.22.18

ordine d'arrivo maratona femminile
1^ Capelli Monia Ita 2.36.14
2^ Zhul'yeva Galyna Ukr 2.40.46
3^ Navacchia M.Grazia Ita 2.59.36
4^ Ferretti Nicoletta Ita 3.00.26
5^ Antongiovanni Mara Ita 3.11.43

Ci chiediamo come faccia una gara "Nazionale" (pertanto non Internazionale) ad avere una classifica con così tanti extracomunitari, quando alle gare nazionali possono partecipare solo atleti di società italiane. Probabilmente questi atleti sono tesserati per società Italiane, in caso contrario non si capisce a cosa servano i regolamenti federali. Comunque sarebbe necessario a mio avviso dare un giro di vite a quelle società che non sono altro che SPA del professionismo spinto, le quali non si iscrivono alla FIDAL con lo spirito delle altre Società, ma solo per poter far correre il proprio branco di coloured in tutte le garette della penisola, "rubando" anche gli spiccioli ai sempre più rari atleti italiani di belle speranze.

Stefano Morselli