31 dicembre, Assisi: "ivi e' perfetta letizia".
Fabio Marri

Chi voleva fare il tempo, festeggiare lo pseudo-cambio di millennio tra atleti di grido e TV a gogo', e' andato a Roma. Gli altri hanno affrontato le difficolta' di alloggio, la quasi irreperibilita' dei parcheggi, le incognite di una maratona pressoche' nuova (qualche anno fa c'era stata una prova generale a Bastia Umbra), e soprattutto la paura di una salita finale terribile (200 metri in meno di 4 km), e sono andati ad Assisi. Qualcuno ha anche fatto la doppia: ad esempio i coniugi Gargano e Rizzitelli da Barletta, e il Pancaldi da Bologna, finito di correre ad Assisi sono andati a Roma. Ma ad Assisi (e solo li') abbiamo visto i tanti appassionati della maratona, cominciando dalle due meravigliose signore carpigiane Marisella Beschin e Lorena Losi, dal di lei figlio Daniele Orlandi (che oltretutto ha fatto un tempone), dal decano del podismo modenese Sergio Guaitoli, dall'"assessore verde" Emilio Borghi (stavolta non insidiato dal suo vice Cuoghi), da Gaetano Amadio e Francesco Cerruti di Torino, a Giovanni Tamburini da Rimini; ai buontemponi come il "vescovo" Fusari e il Ferri, vestito anche lui da Fusari; a Laura Gilbert e Alfio Balloni, al venerando Giuseppe Togni, in gran forma. Organizzazione nel complesso piu' che buona: impagabile il paesaggio, con il borgo medievale di Assisi e "la cupola bella del Vignola" (Santa Maria degli Angeli) a dominare il percorso, discreto il calore del pubblico, specie a Bastia e a Spello, oltre che all'arrivo. Ottimo il pacco-gara, ricco e vario il pasta party (la sera dopo la corsa); sufficiente il servizio di recupero bagagli e rientro alla base. Qualche piccolo neo (come dicevamo all'assessore alla cultura di Assisi la sera, mentre in teatro aspettavamo un'orchestra rumena freddolosa) nella chiusura al traffico, che ha avuto qualche buco tra i km 25 e 35 (si trattava pero' di poche vetture locali), ma e' stata perfetta dove piu' serviva, cioe' nella salita finale (che -i romagnoli capiranno- e' paragonabile alla salita per Saludecio), del tutto chiusa anche ai mezzi pubblici. Scadente il servizio della Rai, che ha orientato tutto sulla maratona di Roma, obbligando a parlarne anche 24 ore prima (mentre noi correvamo, e i romani chiacchieravano), e dedicando a noi si' e no mezz'ora. Ma forse il bello e' proprio di correre senza essere tormentati da elicotteri e moto e laurefogli che fanno l'andatura in bici. Forse San Francesco avrebbe detto: "senza sorella TV, ivi e' perfetta letizia". Quando usciranno le classifiche racconteremo altri particolari sui singoli arrivati.