La 4^ Maratona di Reggio, la mia maratona "dall’altra parte".

Di Augusto Bottazzi


 Una gran bell’edizione è stata la 4^ maratona di Reggio Emilia, l’organizzazione mi è sembrata ottima e disinvolta, senza paure, anche per mandare a quel paese, i diversi ciclisti che fin dalla partenza intralciavano il lungo serpentone dei podisti. Alle 9.00 precise erano forse 1600 a scattare dopo lo sparo, e purtroppo io non ero tra loro, o meglio la testa c’era, le gambe no! Il mio ginocchio sinistro da un mese non mi consente che aperitivi di corsa, allora ho accompagnato volentieri tre amici, Gabriele, Alberto e Elio e mi sono goduto la maratona dall’altra parte. Fabio Rossi, anche lui acciaccato ha condiviso buona parte della maratona con me "dall’altra parte". Dopo la partenza e l’inseguimento per anticipare i maratoneti nelle vie del centro, vederli sfrecciare e lasciare Reggio. Torniamo tranquillamente in zona d’arrivo per attendere i primi, i minuti trascorrono veloci, Brighenti ci avvisa che i primi, due keniani e alcuni italiani hanno già passato il trentesimo chilometro, il commento dei più è: non sarà la solita gara, dove alla fine vincono i soliti africani?. Invece no, il primo che riceve gli applausi all’arrivo è l’italiano Sandro Chiesa, staccato di alcuni secondi un russo, e terzo il vincitore dell’edizione scorsa Ciavarella. Ma il bello arriva ora, quando iniziano ad arrivare i volti noti, quelli di casa nostra, quelli che partecipano con noi alle corse domenicali, emozionante l’arrivo di Marino Beltrami, un applauso interminabile lo accoglie sulla piazza, dopo 2 ore e 31 minuti di corsa, poi Bedeschi, Pellacani, Longagnani, Luppi, tantissimi arrivano in volata negli ultimi minuti del muro delle tre ore di corsa, felici di superarlo ancora una volta. La delusione s’intravede negli occhi e nello sforzo atletico degli altrettanti che arrivano nei primi minuti successivi, purtroppo per loro, l’amarezza d’aver mancato per un niente. Ora gli arrivi diventano copiosi, finalmente il primo dei miei compagni di squadra Gabriele Faroni 3 ore e 20 il suo tempo non sembra nemmeno stanco, scambio subito alcune parole, è entusiasta per averla conclusa e per l’organizzazione, si lamenta solamente del gran freddo, in effetti, la temperatura dalle 9 sarà salita solamente di tre gradi. Ora il pubblico in piazza, ancora discretamente attento attende il suo beniamino il pluridecorato delle maratone William Govi, e invece Marino Pellacani mette tutti in riga 3 ore e 25 minuti. Poi alle 12 e 45, ancora nell’attesa di William, arriva!!, ma no, non può essere, una delle sue spine nel fianco arriva Fabio Marri, che con la medaglia in mano arringa al pubblico presente: quando arriverà, se arriverà! Govi ditegli Fabio Marri 3 ore e 45 minuti. Nel frattempo arrivano gli altri miei compagni di squadra Elio Guandalini 4.01 e Alberto Pezzali 4.13, ma di Govi nemmeno l’ombra, che si sia ritirato, impossibile, mentre c’incamminiamo per raggiungere la palestra ci sembra di sentire Brighenti che sbraita l’arrivo del pluridecorato, forse 4 ore e 20 o 25. Il mio, oggi è stato un bel modo di vivere e partecipare ad una maratona, sono contento, mi rimane un’ultima cosa da dire, sono rimasto impressionato dalla supervisione di Paolo Manelli, sembrava un folletto nella zona d’arrivo era dappertutto, sulla linea con Brighenti, un attimo dopo stava distribuendo le medaglie, nello stesso tempo rincuorava quelli arrivati in cattivo stato. Bravo cosi si deve fare.