Insofferenza da Maratona
di Vando Morini


Scrivo queste note dopo aver visto la partenza della maratona di Reggio e mentre un migliaio e mezzo di podisti sta faticando lungo le strade della nostra provincia. Cosa c’è di più bello, in questa fredda e pure accogliente domenica dicembrina reggiana, di questa iniziativa che affratella in uno sforzo comune così tanta gente? Dai campioni della corsa a quelli che non sanno nemmeno se riusciranno a finire la gara, dai vari Mauro Baldi ai perfetti sconosciuti, emerge un forte anelito di vita. Una vita semplice, fatta di incontri e di sforzi in comune per un unico obiettivo: quello di migliorarsi. Sempre. E’ un messaggio forte e chiaro quello che proviene dalle strade della maratona alla vigilia ormai prossima del nuovo millenio. Un invito a continuare insieme sulla stessa strada consapevoli che sia la gamba sinistra, sia la gamba destra, operano per il medesimo obiettivo. E allora smettiamola di dividerci nel giudizio in merito ad iniziative fantastiche come questa. Non è possibile che possano sorgere polemiche per cose di questo genere. Non è credibile che chi vuole la maratona sia di sinistra e chi vi si oppone di destra. E se davvero fosse così, vorrebbe dire che in campo politico siamo ormai arrivati alla "frutta". E ai commercianti che si lamentano mi sento di dire questo: stamattina per le strade di Reggio c’erano solo podisti, accompagnatori e appasionati della corsa. Di altra gente, per così dire a passeggio e con il portafoglio gonfio, ne ho vista ben poca. Ma non perché alcune vie siano state escluse dal traffico automobilistico, ma semplicemente perché a quest’ora di mattina, come tutte le domeniche, molta gente è ancora a letto o comunque in casa e non si sogna di certo di venire a fare una passeggiata in centro per gli acquisti. A quelli si provvederà semmai nel pomeriggio, negozi aperti permettendo. E dunque bando alle polemiche. Godiamo piuttosto del fatto che, ancora una volta nella nostra città, un grosso volontariato, costituito da gente semplice ma di grande valore, ha saputo regalarci una’opportunità in più per correre serenamente, con il ritmo del respiro che guida il pensiero e non viceversa. Piuttosto, se rammarico c’è, per quanto mi riguarda si riferisce solo al fatto che io, invece di star qui attaccato al computer a scrivere, dovrei essere là sulle nostre strade per correre insieme a tutti gli altri. La vera polemica, e questo vale per tutti, dovrebbe essere allora rivolta a noi stessi e alla nostra inerzia che continuamente ci fa perdere occasioni di aggregazione, di sano miglioramento della nostra salute fisica e mentale e soprattutto di vero contatto con la nostra terra. Ricordiamoci perciò che correre è bello e non "virtuale". E’ un fatto concreto che può solo essere apprezzato e sostenuto. Basta a fare i piagnucoloni e rivolgiamo piuttosto ne nostre lamentele verso i veri problemi. Che ce n' e', che ce n' e', che ce n' e'…di ben più gravi.