12/12/99 - Maratona di Reggio Emilia - "Quattro primati personali annientati"
di Fabio Rossi


Partenza alle 6.30 precise da Piadena: destinazione piazza Vittoria a Reggio Emilia per partecipare alla 4^ edizione della maratona. Siamo in due, io che scrivo, Fabio, e Luigi Pagliari. Solo Luigi partecipa alla gara, io faccio da accompagnatore in quanto sono infortunato. Arriviamo nella città emiliana alle 7.50 e ci rechiamo al ritrovo della corsa senza mai sbagliare strada (è la prima volta che Luigi non sbaglia strada mentre va a correre: questo è il suo primo primato personale giornaliero). Fortunatamente troviamo il posto per la macchina ad una trentina di metri dalla linea di partenza Solitamente la parcheggiamo sempre almeno ad un chilometro dal ritrovo: e la seconda impresa è compiuta. Comincio a pensare che sia una giornata di grazia. Il tempo è sereno, fa freddo, ma la temperatura aumenterà sicuramente. Dopo esserci acclimatati andiamo al centro maratona per il ritiro del pettorale e del pacco gara: l'organizzazione è impeccabile ed in pochi minuti riusciamo a sbrigare questa pratica che solitamente è come una spada di Damocle. Luigi racconta che per il ritiro del pettorale alla maratona di New York è stato in fila per due ore............ma alla fine ne è valsa la pena. Qui non siamo in America e ritorniamo subito con i piedi per terra. Uno sguardo curioso al numero di pettorale: "1361, è dispari, porta iella". Così sentenzia Pagliari, ma gli ribatto subito che farà il personale. Mi guarda con aria alla Luciano Moggi e mi fa sapere che nelle altre due maratone finora corse (Venezia '98 e New York '99) ha sempre avuto il numero di riconoscimento pari. Sarà che tutti gli imprenditori sono superstiziosi, ma a correre bisogna avere gambe, testa e passione. Facciamo un giretto lì intorno, tanto per vedere i giardini, il teatro e la pista di pattinaggio allestita per le festività natalizie. L'ora della partenza sta per avvicinarsi e Luigi è sempre più nervoso e confuso. Si ritorna alla macchina per compiere il rituale della vestizione. Cosa mettere addosso? Avrò freddo o caldo? Bisogna prendere una decisione: Luigi opta per i pantaloncini corti, la giacca della tuta e sopra la canottiera sociale dove è ben visibile il logo del G.S. Avis Buttarelli di Cesole e quello dello sponsor, "La mantovana formaggi". Incredibile: è la prima volta che Luigi è così poco coperto di questa stagione (terzo personale). Lo abbiamo sempre visto con una inconfondibile cuffietta giallo zafferano e con i pantaloni lunghi. Finisce di prepararsi, trovando anche il tempo di pettinarsi e farsi bello, dopo trentadue minuti esatti da me cronometrati: purtroppo questo resterà l'unico neo di una giornata memorabile. Gli consiglio di fare allenamento di vestizione e di farsi cronometrare dalla moglie Jolanda. Mentre si sta recando alla punzonatura gli faccio dichiarare il tempo. Si sbilancia in un quattro ore e dieci minuti. Sarebbe il suo personale abbassato di ben dieci minuti e cinquantacinque secondi. Ora le nostre strade si dividono: lui in mezzo al gruppo dei maratoneti, io tra gli spettatori. Alle nove precise la partenza. Dopo cento metri è sorridente, forse perché sa che sono munito di macchina fotografica. Una volta passato tutto il gruppo mi metto a correre anch'io per andare a vedere il passaggio dei corridori nelle vie del centro di Reggio. Ecco di nuovo Luigi tutto sorridente. Al quarto chilometro lo ritrovo ed in mano ha l'immancabile fazzoletto che prontamente porta al naso. Speriamo che non lo presti a nessuno, potrebbe attaccare il raffreddore a qualche podista!!! Gli comunico che è sotto al suo tempo, ma la maratona è ancora molto lunga. Nel frattempo incontro il grande Augusto Bottazzi del Gruppo Podistico Avis Suzzara. Come me fa l'accompagnatore ed è anche lui munito di macchina fotografica: un dolore al ginocchio non gli consente di poter partecipare. Il bel sole che aveva accompagnato la partenza sparisce completamente e lascia il posto a delle nuvole dall'aria sospetta. Io ed Augusto decidiamo allora di andare a rifocillarci in un bar. Dopo una frugale colazione, gentilmente offertami da Augusto, andiamo a prendere i posti migliori per assistere all'arrivo. Ascoltiamo con interesse la cronaca della corsa dalla sapiente voce dello speaker migliore d'Italia, Roberto Brighenti. Dopo 2h16'56" taglia per primo il traguardo Sergio Chiesa dell'Atletica Val Brembana, seguito a quattro secondi dal russo Guennady Temnikov che precede di sette secondi il nostro Nicola Ciavarella della Cover V.C.O. Verbania. Dopo 2h36'11" ecco arrivare la prima donna: è la russa Ludmillla Smirnova seguita a quattro minuti e venticinque secondi dalla sua connazionale Ianna Markova. La terza classificata è la bergamasca Katiuscia Merati che chiude la sua fatica in 2h40'33". Per aspettare il primo maratoneta che conosco devo aspettare 3h22'31", è Lino Bonetti della Polisportiva Bancole. L'amico Lino, in quanto a maratone e non solo, è una piccola istituzione nei territori mantovani e veronesi. Ecco dopo 3h39'58" l'arrivo dell'amico interattivo Tommaso Minerva della Polisportiva Corassori e dopo 3h45'17" taglia il traguardo Mister Podisti.Net Fabio Marri della podistica Sassuolese. Scoccano le quattro ore di corsa e sono più che sicuro che Luigi arriverà tra meno di dieci minuti. Non ci posso credere, direbbe Aldo insieme a Giovanni e Giacomo!!! L'inconfondibile sagoma dell'atleta piadenese si intravede all'orizzonte: 4h06'30", l'orologio al traguardo si ferma su questo tempo. Il primato personale di Luigi è stato polverizzato e abbassato di ben quattordici minuti e venticinque secondi. L'arrivo è di quelli da raccontare ai nipotini, braccia alzate e sorriso che va da orecchio a orecchio che ovviamente immortalo. Una dolce e graziosa fanciulla gli mette al collo la medaglia che Pagliari guarda con soddisfazione. Questa è la mia ultima maratona, mi dice Luigi. Non ci credo, lo conosco troppo bene. Mi faccio raccontare la corsa e scopro che è stato sull'orlo del ritiro appena dopo le salite di Montecavolo. Una bella signorina lo convince a continuare insieme a lei, ma appena passata la crisi, Luigi saluta e se ne va senza nemmeno darle il numero di telefono. Dopo essersi rifocillato e cambiato ce ne torniamo in quel di Piadena. Nel ritorno guido io perché il mal di gambe ha gli preso il sopravvento. Appena giunti a casa, Luigi chiama mio padre Antonio, podista pure lui, per fargli vedere la medaglia e raccontargli la gara. Prima di andarsene fa una domanda che sapevo avrebbe fatto: "Quando c'è un'altra maratona?" Questa giornata resterà nella memoria dell'amico Luigi Pagliari: quattro primati personali battuti nel giro di cinque ore e mezza.