Ma i piu' bravi restano gli ultimi, anche a Reggio.
di Fabio Marri


Per fortuna che nelle maratone ci sono anche loro, quelli che difficilmente
trovano uno sponsor che gli paghi almeno la benzina, e difficilmente vanno a
premio (salvo che nelle categorie di età meno affollate e nelle maratone
pure meno affollate). Se in maratona ci fossero solo i primi cinquanta
arrivati (con tutto il rispetto), la maratona tornerebbe quella di
trent'anni fa, dieci righe sulla "rosea", e neanche una notizia in Rai. Viva
dunque (per cominciare il nostro sguardo alla classifica della maratona di
Reggio 1999) l'ultimo arrivato, 1174. maschile, il glorioso Luciano Poggioli
da Modena, classe 1931, alla sua ennesima quarantadue dell'anno (dicevano
che fosse passato dalla Modenese alla Sassolese perche' nella squadra di
Roncarati non e' ben visto chi corre le maratone), che con 5 ore, 28minuti e
46 secondi e' riuscito a farsi distanziare di quasi un minuto dai due
penultimi, Vincenzo Adani (classe 1939, il piu' giovane dei tre) del Lippo
di Bologna, e il professor Mirco Rebecchi, classe 1930, lui pure della
Sassolese. Alla stessa società appartiene ancora il settimultimo, l'ingegner
Enzo Cuoghi, classe 1936, che di solito corre con la borraccia in mano, e ce
l'ha fatta in 5.05.
Ma il piu' vecchio di tutti, nell'ultima pagina della graduatoria, e'il
glorioso Valdieri Pestelli da Genova, che il giorno di Natale ha fatto 74
anni, e che durante l'anno appena trascorso si e' sciroppato un bel po' di
quarantadue (l'abbiamo visto finire il 1998 a Catania, poi a Pisa,
Calderara, Berlino e chissa' quanti altri posti), oltre a scolpire la statua
di legno andata in premio al gruppo piu' numeroso della maratona della sua
citta'. 4.43:43 per lui; esattamente tre minuti in meno per Rossano Brevini,
un "bambino" nato nel 1955 che e' rimasto fedele alla Modenese, ed era
appena tornato da New York.
Andiamo pur su, al 1105. posto, per scoprire un'altra gloria del podismo in
senso govistico, Giuseppe Togni, che di anni ne ha "solo" 73, e di maratone
oltre 450: chiude qui in 4.33, quando e' arrivato da meno di due minuti una
autentica celebrita' del podismo modenese, Nino Scaltriti (1929), che da un
po' di tempo corre senza l'accompagnamento della sua cagnetta, ma non ha
intenzione di smettere. Di Giuliano Goldoni e Antonino Morisi abbiamo gia'
detto trattando del clan di Govi, e allora andiamo piu' su, per trovare un
altro della Sassolese, William Mazzi, un tempo spalla ideale di Rossano
Brevini (ricordiamo una volata sulla pista di Klagenfurt nel '92), e adesso
avanti di ben 12 minuti (4.28).
In 4.22 arriva Rolando Ponzoni, "al vecc" della Formiginese (classe '37),
che ha cavallerescamente scortato la compagna di squadra Meris Rivi: i
signori della squadra di Pivetti sono molto comprensivi delle fatiche delle
loro signore, e infatti sulle 4.48 erano arrivati i riccioli rossi della
Germana Romani con le ciocche un po' piu' smorte di  Roberto Rebottini,
mentre nel notevole tempo di 3.55 arriveranno Ivan Pagani e la Nicoletta
Zaccanti.
Ma torniamo al gruppone sopra le 4 ore, per segnalare i baffi di Franco
Pederzoli da Correggio, infaticabile centochilometrista classe 1945, qui in
4.20 (per poco non raggiungeva Govi: attardato, dicono certe insinuazioni,
dal fascino di tal Catia Salsi della Daerg, classe 1957). Per chi volesse
approfittarne, segnalo che il pullmino della Pol. Correggio e' stato
attrezzato con doccia all'aperto, molto piacevole specie nei pomeriggi
d'estate (ma a Reggio non pare che qualcuno l'abbia voluto sperimentare).
Sotto la millesima posizione (per l'esattezza, 977.) ecco un compaesano di
Ivano Barbolini, Mauro Calisi detto Canein, infaticabile seguace di Zavatta
dovunque questi decida di fare la propria gita sociale: poche parole, e
4.07. Ma quanto a barboliniani, dobbiamo sconfessare i nostri precedenti
dubbi: si', in 4.02 ha finito proprio lui, Ermanno Martinelli, quello che a
Carpi ti infilava la medaglia al collo, e stavolta ha dimostrato di sapersi
anche mettere in proprio.
E' stata quasi la gara dell'anno questa Reggio di Massimo Calzolari, altro
formiginese ma sulla sponda Avis: 3.59:21, in stupendo gruppo con altre tre
compagni di squadra (Reale, Pincelli e Ballerini). Va be', si potrebbe dire
che sono lontani i tempi del 3.29 di Firenze 1991; ma diamogli tempo:
Massimo e' solo del 1946.
Ma siamo gia' arrivati ai 'campioni', quelli per le quali le quattro ore non
sono un problema: tra i gemelli Guaitoli e Furia, questa volta si
inseriscono i baffoni di Enrico Abbati del San Damaso, classe 1945, che
lascia la Silvana Bellanti ai suoi 4.18, per chiudere (malgrado qualche
malanno, diciamo cosi', di stagione), sulle 3.55.Ci mancava un
rappresentante della terza societa' sportiva formiginese, la Rocca: ed ecco
finalmente, ai 3.50, Luciano Torricelli, che alla Pistoia-Abetone era andato
piu' forte, e adesso si accontenta di vedere da vicino le lunghe chiome di
Mauro Iotti (un altro della Formiginese che non ha voluto donne tra i
piedi.) e la veneranda canizie di Romano Merighi, uno dei piu' gloriosi
podisti modenesi, bandiera della Madonnina, che con 3.49:50 a sessant'anni
ha ancora molti numeri (qui, fa 800esimo).
Ma cosa dire allora di Danilo Sala, dell'antico Gamba ed legn (ma adesso
nessuno lo chiama piu' cosi'), albergatore di San Marino, classe 1937,
capace di 3.49:43? Letteralmente, non ci sono parole: davanti a lui, solo i
campioni, il Giulio Negri da Cavriago che quest'anno si e' stancato di
servire vino al km 25 e ha corso in 3.44, il nostro Administrator Tommaso,
per un pelino sotto le 3.40; Carlo Goldoni del Lupo sport, che a Reggio ha
scritto una commedia piu' bella (3.34) che a Carpi due mesi prima; Claudio
Corti di Scandiano, involontario protagonista della foto premiata come la
piu bella della maratona di  Busseto; e il dottor Roberto Rossi da Reggio,
che tra una didimectomia e un varicocele trova il tempo di fare 3.28.
Piu' su, si e' letteralmente in paradiso: l'assessore verde Emilio Borghi
della Spilambertese, che riesce stavolta a non scoppiare e chiude in 3.27,
nei paraggi di Felice Romano della Madonnina (che e' capacissimo, per fare
scarico, di tornare a Modena in bici), ma ben 24 minuti dopo del suo
ex-scudiero Eliano Cuoghi, che ormai aspira a diventare assessore lui... Fa
la corsa della sua vita Paolo Malavasi, esso pure tornato da New York, e che
si migliora di mezz'ora (3.25, come il venerabile Marino Pellacani, che
pero' e' del '39 e merita squilli di tromba ancora piu' acuti).
Ma chi e' quello la' che arriva in 3.23, e somiglia tutto a Fausto Coppi,
salvo la barbetta? E' Giovanni Grossi da Soliera: ancora un piccolo sforzo e
finirebbe insieme a Enrico Bedeschi di Rubiera (quello la cui moglie, per
ingannare l'attesa delle maratone, va a giocare a tombola nelle polisportive
rigorosamente non podistiche); vicino e' anche William Boccolari (3.19:54)
cugino e compagno di tante avventure del sopra nominato Paolo Malavasi.
Risaliamo il gruppo: le gazzelle hanno ripreso a volare, ed Elio Zen,
appunto delle Gazzelle Sedoc, dopo tanta polvere che sua moglie Silvana
Pellicciari gli ha fatto respirare negli ultimi anni, adesso con uno scatto
d'orgoglio chiude in 3.18, ben otto minuti meglio della consorte (tuttavia
ad un onorevolissimo 17. posto assoluto della graduatoria femminile). Appena
sopra, Simone Lamacchi da Sommacampagna, un novellino che ad ogni maratona
fa il suo nuovo record (e lo racconta per Podisti.net), e il veterano
modenese David Paganelli, ormai avviato alla carriera di procuratore
sportivo (suo pupillo, il bel fioraio Ivano dalla Punta: Govi, comincia a
tremare.).
Basta, piu' su ci sono i professionisti, non e' compito nostro trattarne.
Torniamo piuttosto indietro, per una carrellata sulle donne. Oltre a quelle
gia' citate, vediamo due signore Beschin: la Marisella di Carpi (3.54) per
adesso non teme l'attacco della Maria da Villanova d'Asti (4.44). La Daniela
Gianaroli (4.28) ormai si impegna solo a Carpi, intanto che la Patrizia
Ferrari del San Damaso chiude in 4.06, e la Daniela Montanari, nipote
prediletta del Presidente Gianni Vaccari, vola in 3.52. E chi ferma piu' la
Lorena Losi? Con 3.41, ha solo trentuno donne davanti. Anche qui, lasciamo
stare le campionesse, ma salutiamo con piacere la ricomparsa di un'altra
gazzella Sedoc, la maratoneta forse piu' gloriosa del Reggiano, nonna
Paolina Mazza, classe. (non si dice), qui in 4.05; e il ritorno in lizza di
Valentina Maisto, primattrice in tempi non lontani ed ora, in tutta
scioltezza, sul traguardo in 3.38, appena dietro un altro mostro sacro,
l'Anna Zacchi da Ravenna. Nel 2000 ne vedremo ancora delle belle.