Palidano e Borgoforte le due facce della stessa medaglia.
Di Augusto Bottazzi


Due Manifestazioni Podistiche, così piace chiamarle alla FIASP le gare in programma nel fine settimana scorso nel mantovano. A Palidano di Gonzaga la prima, in occasione della festa del paese, discreta la partecipazione, vista anche la concomitanza d'altre gare. Poco più di 350, tra atleti e camminatori hanno preso il via per i due percorsi diligentemente preparati. Tutto si è svolto discretamente, tralasciando la mancanza dei km segnalati, per non incorrere nelle ire Fiasp-IVV, in quanto i percorsi inferiori ai 10 km non sono validi per le classifiche IVV, a Palidano il lungo era di 8,9 km esatti, la pecca più grossa è stata la partenza alle ore 20.00 precise, per assurdo volere degli sconsiderati organizzatori della festa, così molti hanno pensato bene di partire prima.
Per la cronaca la non competitiva Fiasp ha visto arrivare, con il buio pesto, nell'ordine Sante Binacchi, Francesco Cropanese e Augusto Bottazzi.
Domenica 29 a Borgoforte, roccaforte della Padania aldilà del fiume Po' si è svolta l'altra faccia della medaglia FIASP, la "27 Marcia del Po'", tre percorsi, 5, 12 e 20 km, misurazione FIASP, tra argini e golene del Po, purtroppo la buona volontà dei pochi e impreparati organizzatori non è bastata, diverse sono le cose che non sono andate per il verso giusto.
Scarsa la partecipazione, forse non superiore alle 200 unità, di cui molti più della metà non hanno rispettato l'orario di partenza, iscrizioni con addirittura tre prezzi di partecipazione, 2000 senza riconoscimento 3000 con un cestino di treccia, uguale a quello dello scorso anno e 5000 con una borsa di treccia, anch'essa uguale allo scorso anno. Ristori lungo il percorso impreparati, tanto che sembrava di essere ad un bar e di dover fare lo scontrino, alle critiche dei podisti lo scaltro barista si difendeva obiettando, ma dove dovete andare, ma che fretta avete. Già che fretta avevamo, ma se dovevamo andare al bar non lo sceglievamo, a Borgoforte e sopra un argine del Po. Per ultimo, la staffetta per i 20 km che tragicamente all'altezza del 9 km non vedeva una freccia e portava fuori percorso, per oltre un km molti atleti, fino a quando la gloriosa 128 non si fermava in mezzo ad un pioppeto appena zappato. Per niente preso dallo sconforto e indirizzati gli atleti su dove poteva essere il percorso giusto, la staffetta, dopo una retromarcia e due km di terra zappata, ritornava sul percorso esatto e con una manovra, che quasi non amputava le gambe ai due primi atleti prendeva la testa della corsa tenedola, purtroppo sino all'arrivo. Ristoro finale ottimo, a parte l'acqua che scendeva dal cielo non mancava nulla, oltre alle solite un vero successo la presenza dei ceci caldi.