Italian porco can marathon 
Giuliano Macchitelli (con Add-on di Fabio Marri)

Modena, domenica 10 Ottobre 1999: nonostante il giorno di festa, la sveglia
è alle 6,30, come gli altri giorni. E tutto per andare a correre a Maranello
(16 km da casa), con partenza alle 10,30! Pazienza, siccome nessuno ti
obbliga, si fa volentieri. Barba, succo di frutta e via a Carpi, a
sperimentare il servizio "navetta" per Maranello. Così, alle 8, eccoci in un
anonimo parchetto di un anonimo paese, famoso in tutto il mondo per ospitare
il mito Ferrari (che, peraltro, non era nativo di queste zone...). Due ore
di tempo.... tempo per passeggiare su e giù, scambiare due chiacchiere con
gli amici che trovo sempre alle maratone (ovviamente tutti malati e fuori
allenamento, come sempre...), o sbirciando di sottecchi i corridori kenioti,
per lo più in tuta nera (sic !) con chiazze verdi fosforescenti, appena
appena un po' kitsch. Il commento più frequente è che per fare il peso di un
amatore "normale" ce ne vorrebbero almeno 4. L'invidia, ovviamente,
serpeggia. Nel parcheggio ci sono le macchine che il sabato hanno dato vita
alla "cronoscalata": tutte auto strambe, Fiat 600 e 850 in versione
sportiva, di colori impossibili, con proprietari intenti a lavarle e
lucidarle in continuazione, con gesti quasi maniacali. Brutte auto, a mio
parere, ma tutto è folklore. Sembra incredibile: tutto assorto in
quest'ambiente, forse distratto dalla visione di Maria Guida (che, oltre ad
andare forte, è una ragazza carina e simpatica) a momenti arrivo tardi alla
partenza!! Poi la corsa : quest'anno il percorso promette record, con una
partenza in discesa. In realtà, proprio i primi due km. sono la prima
delusione, arrotolati su se stessi all'interno di quel paesaccio che è
Maranello, con l'impossibilità di distendere la gamba per la ressa : 12
minuti per 2 km. partenza decisamente sfigata (colpa della Guida ? mah !).
Poi via, la vecchia strada dell'ingegner Giardini non è male, chiusa al
traffico; c'è anche gente per la strada, Formigine dimostra il proprio
affetto per il podismo e si è già a Modena, il cui attraversamento è
quest'anno veramente bello. Complimenti a Barbolini (s'intende Ivano),
riuscire a correre nel cortile d'onore del Palazzo Ducale e in Piazza Grande
(nonostante la pavimentazione a ciottoli) è già un successo. Dopo di che,
arriva la fine del divertimento: cavalcavia, stradone per Soliera, fatica e
caldo. Terribile l'ultimo tratto, con tanti corridori preda dei crampi, sia
per la preparazione forzatamente breve (ad agosto chi riesce a correre?) che
per la sopravvalutazione del "bonus" derivante dalla prima parte in discesa,
e infine per l'obiettiva noia del percorso. Splendido invece, come di
consueto, l'ingresso in piazza Martiri a Carpi, senz'altro una delle più
belle d'Italia.. Poiché sono un polemico di natura, continuo a contestare la
scelta di non fare il ristoro finale e la scarsezza del pacco-gara, con
articoli già presenti in passato (a proposito, chi vuole 2 o 3 paia di
guanti di lana della Maratona ? io non li uso, ma ormai ne ho 3....) e
proprio poco fantasiosi. In ogni caso, Barbolini (Ivano) può essere
soddisfatto del suo operato: quest'anno l'obiettivo è stato centrato, le
partecipazioni si sono incrementate e tutto è filato liscio, anche il tempo,
caldo ma ventilato ed asciutto. Appuntamento fra un anno, sperando di non
dover brontolare per l'ennesimo aumento della quota di iscrizione.
Nonostante il tempo impiegato, altissimo, anche per qualche acciacco; ma
pazienza, andrà meglio la prossima!

Giuliano Macchitelli

 

Add-on di Fabio Marri

Ho vissuto con Mak buona parte del percorso della maratona (siamo arrivati a
distanza di 4 minuti scarsi), e dunque ho visto piu' o meno le stesse cose,
e ne condivido il giudizio. In particolare, negativi (podisticamente
parlando) i primi 2 km in giro per Maranello, quando sarebbe stato molto
piu' "ferrarista" passare per l'autodromo; oppure, se proprio c'erano quei 2
km in piu' da fare per completare la distanza, cominciare da San Venanzio...
Le curve a gomito in partenza, quando il gruppone e' compatto, credo
appartengano alla storia dell'insensibilità verso il podista medio; insomma,
"basta che la strada sia libera per i keniani, poi chi se ne frega di
Rossano Brevini o Enzo Cuoghi". Lo stesso ragionamento vale per la scarsita'
e freddezza delle docce finali: tanto, i professionisti le fanno negli
alberghi a cinque stelle, noialtri, che ci arrangiamo! D'accordo per il
plauso ai formiginesi, i piu' entusiasti in una maratona che peraltro, delle
dodici di Carpi, e' stata la piu' benedetta dal pubblico: e questo e' un
altro merito dell'Ivano da Santa Maria. 
Migliorati i ristori, con grande abbondanza di acqua, idrosalini e spugne
(mai riciclate!); tuttavia, si potrebbe cominciare la distribuzione della
frutta e di alimenti solidi gia' verso il km 20. Pure il passaggio per
Modena e' stato il piu' bello della storia; come perfettamente organizzata
(sotto l'accorta regia di Gianni Vaccari) e' stata la custodia e trasporto
bagagli. Niente da dire per la perfetta chiusura al traffico: ho solo notato
che le biciclette degli accompagnatori quest'anno erano tollerate, a
differenza che nel passato e di quanto si fa nelle grandi maratone estere.
Commovente, in ogni caso, la bicicletta di Fioroni della "fine corsa":
dicono che Barbolini abbia escogitato questo sistema per far si' che
l'Ermanno, correndo a piedi, non gli prolungasse troppo la riapertura al
traffico... 
Per chiudere, se posso essere d'accordo con la critica alla mancanza del
ristoro finale (per essere esatti: con la scelta di non avere i consueti
tavolini, ma di distribuire sacchetti di ristoro ai soli arrivati), non mi
pare invece che il pacco-gara fosse povero. Lo dico anche se nel mio non
c'erano i guanti ricevuti da Mak (ho trovato la maglietta e un ke-way, oltre
a vari energetici che ho gia' iniziato a prendere; altri avevano un
asciugamano). Semmai, un paio di guanti in piu' potrebbero farmi comodo... 
Ma bisognerebbe interrogarsi un po' su questo famigerato pacco gara, che per
molti podisti (non per Mak, beninteso) rappresenta la cosa piu' importante
della maratona, quella a cui si rapporta il prezzo d'iscrizione. Eh no! non
facciamo come il povero Govi, che si dice deluso da Berlino perche' nel
pacco gara non c'erano la bottiglia di vino o i tre etti di caffe' o di
pasta delle maratone italiane. Contano molto di piu' i dettagli
organizzativi: chiusura al traffico, servizi in gara e dopo la fine; quanto
al pacco, una volta che ricevi qualcosa di commemorativo della gara
(maglietta, medaglia appositamente coniata e simili), ti dovrebbe bastare.
F. M.