Sette Campanili nel profondo Nord
di Stefano Agnoli

Copertina della 'Domenica del Corriere' del 22 febbraio 1925. Due ali di
folla intorno ad una scalinata stretta, ripida e diritta verso un cancello,
sulla sommita'. Fa freddo, gli alberi non hanno foglie, tutti con cappelli e
giacca. E sulla scalinata salgono uno dietro l'altro, due, tre, quattro
podisti. Berretto in testa, come i ciclisti dell'epoca, pantaloncini larghi
e fanno una gran bella fatica.
Dettaglio, quest'ultimo, che dal disegno non si vede, ma ve lo assicuro
io, che domenica 10 ottobre l'ho corso il ''Cross Country dei Sette
Campanili''. Le scalinate sono quelle di allora, adesso ce ne sono due e se
non conosci il percorso ti arrivano addosso a tradimento. Poi in fila uno ad
uno, a sbuffare. Era cosi' anche nel 1906, quando la ''Sempre Avanti'' di
Cavaria, paesino tra Gallarate e Varese, profondo Nord (ricordate la
pubblicita' delle caldaie Riello a 'Cavaria City'?), ha avuto l'idea di dare
vita alla prima campestre. Diventata gara nazionale nel 1914 deve il suo
nome agli organizzatori dell'epoca, che presero come riferimento per i posti
di controllo i campanili dei paesi vicini: Santo Stefano, Oggiona, Orago,
Jerago,Premezzo, Caiello e, appunto, Cavaria. Nel 1935, ricorda l'attuale
organizzatore, Renato Bordoni del Centro della Gioventu' di Cavaria, ospito'
anche un campionato nazionale, che ando' al tal Giuseppe Lippi, del Giglio
Rosso di Firenze. Poi, dopo gli anni '60, il declino, con Bordoni e un
gruppo di volonterosi volontari che cercano di risalire la china.
A giudicare dall'ultima edizione sembrano bene avviati: 900 circa i
partecipanti, come e piu' di una delle tante maratone ''internazionali'' del
nostro calendario. Premi, sponsor e pubblicita' ad aumentare il richiamo. Il
percorso e' indubbiamente divertente: tra asfalto e sterrato, salite,
discese, curve e controcurve, scalinate, un lungo pezzo nel bosco
(apprezzatissimo per il fresco) e poi ritorno in paese. Circa sedici
chilometri alla portata di tutti: strappi non cosi' impegnativi da
massacrare i piu' tranquilli, ma sufficientemente nervosi da stuzzicare i
piu' forti.
Tutto bene? Si' certo, ma anche se c'e' il consenso del popolo podistico
per arrivare ai livelli di grande gara ancora molto c'e' da fare. Se
l'obiettivo e' una bella competitiva il percorso c'e', ma va curato, ben
misurato, chiuso al traffico (in alcuni punti piu' stretti diventa un
imperativo), le classifiche prese bene con i tempi, anche se io ho
apprezzato molto il cartellino che ti danno all'arrivo e che almeno ti dice
in che posizione sei arrivato, cosa che non succede in altre piu' blasonate
corse.
Per i primi tostissimi il tutto si conclude in circa 50 minuti.
Quest'anno a trionfare e' stato Elio Beluschi, seguito da Marco Parolin e
Roberto Calandro. Tra le donne podio composto nell'ordine da Paola Cervini,
Stefania Zanasca e Rita Zambon. Di seguito le classifiche. xxxx

classifica uomini
1) Elio Beluschi
2) Marco Parolin
3) Roberto Calandro
4) Alberto Larice
5) Ivan Volpone
6) Antonio Trogu
7) Hansid Benajema
8) Paolo Colombo
9) Antonio Ciucio
10) Roberto Marmont

classifica donne
1) Paola Cervini
2) Stefania Zanasca
3) Rita Zambon
4) Lorena Di Vito
5) Ombretta Bellorin
6) Mary Tartari
7) Vera Veronelli
8) Rosanna Durdo
9) Clelia Savo
10) Vittoria Romanin