A Carpi pista deserta, cosa fare?
Lettera al Direttore di Gianluca Guandalini g.guandalini@carpi.nettuno.it
Caro Direttore penso che tu conosca l'impianto di atletica di Carpi, inaugurato solo
due
anni fa, è un impianto molto bello e ben tenuto, ma ahimè ampiamente sottosfruttato.
Ora, io non ho tempo di occuparmi della promozione dell'atletica presso la
popolazione di Carpi e dintorni, vedo solo un bel campo di atletica
frequentato da uno sparuto gruppo di irriducibili, sempre gli stessi, e vedo
tanti podisti corricchiare di sera nelle strade di periferia o di campagna,
e nessuno di loro venire al campo.
E' vero che per gli allenamenti é preferibile utilizzare la pista soltanto
quando effettivamente serve (ripetute, scatti e simili), ma non é questo il
punto.
Noi irriducibili, quando ci alleniamo su strada (2 volte su 3), abbiamo
comunque come punto di riferimento e luogo di ritrovo la pista,
indipendentemente dal fatto che poi l'effettivo allenamento venga o meno
svolto dentro l'impianto.
Cosa si dovrebbe fare, secondo te, per popolare la pista?
Quando faccio questa domanda ai dirigenti della Patria, ottengo un solenne
"MAH", accompagnato da un allargamento di braccia ancor più solenne.
Il prossimo 28 dicembre ci sarà l'assemblea della società La Patria. Cosa
potrei dire per gettare un bel pietrone nello stagno e smuovere un po''
quella palude?
Tommaso Minerva
Il punto e' proprio questo... che la pista venga gestita dalla societa' la
Patria...
mi spiego... io ci vado ogni tanto in pista... quando ho tempo.
Ma quando siamo andati a chiedere se era possibile utilizzarla il custode
ci ha risposto che bisognava iscriversi alla societa' la Patria etc... (poi
non e' effettivamente vero, io non iscritto e in pista ci vado quando mi
pare e nessuno mi ha mai cacciato via, ma intanto cio' scoraggia...). Se
volete che la pista si popoli la si gestica come a Rubiera... SEMPRE aperta
al pubblico (dalle 8.00 fino a sera), non si dica che l' impianto e'
riservato agli iscritti de la Patria... si chieda magari un 2000 lire per
poter fare la doccia (meno agli iscritti a La Patria ... loro pagano la
quota sociale) ma si sottolinei l' utilizzo gratuito e a tutte le ore per
tutti... poi si stampi qualche migliaio di volantini e li si distribuisca
sistematicamente durante le gare... poi si convinca Malavasi (Demos, il
sindaco) ad allontanare il campo nomadi che c'e' li vicino...
Stefano Morselli
Caro Gianluca, sono Stefano Morselli, ti rispondo io perché il Direttore non si è
ancora ripreso dal 5000 che corse quest'estate in solitaria (perché era l'unico
partecipante) al meeting di Carpi nel quale, probabilmente per la prima volta nella
carriera, vinse una gara; la realtà è che sul tema in oggetto sono abbastanza navigato
avendolo già affrontato in prima persona per l'impianto della mia cittadina.
Il problema in generale è riconducibile al calo del numero di atleti che partecipano
all'attività agonistica nell'atletica leggera, anche se il numero delle tessere non lo
dimostra, di fatto il movimento della pista si è ridimensionato. Ci sono realtà in cui
questo calo non si manifesta, ma in generale e per questo basta partecipare alle
manifestazioni ufficiali, il numero degli atleti gara è calato vistosamente.
Nel caso specifico di Carpi, Vi è da puntualizzare alcuni fattori importanti, la storica
Società carpigiana "La Patria" una delle più antiche e gloriose
dell'atletica Italiana nonché Società di Dorando Pietri, ha pagato negli ultimi 10 anni
la mancanza di una pista vera (ricordo che a Carpi nel 1986 ci allenavamo sulla pista in
terra rossa dello stadio). Sappiamo bene che se mancano le attrezzature anche i dirigenti
più volenterosi perdono parte del loro stimolo con conseguente calo del movimento locale.
Così è successo a Carpi, Fui anch'io tesserato per 1 anno con la Vs. gloriosa Società e
la sensazione nel 1986 era già quella. Ora con la nuova pista bisogna ricostruire quel
movimento che una città come Carpi merita, ma solo il tempo e l'impegno costante potrà
dare i suoi frutti.
Da subito, si potrebbe incentivare l'utilizzo dell'impianto per i cittadini che non
cercano agonismo ma solo un posto dove correre in libertà e fuori dal traffico, per
questo bisognerebbe pubblicizzare gli orari dell'impianto ed i regolamenti di accesso a
tutta la cittadinanza, tenere aperto l'impianto all'ora di pranzo come succede nelle
grandi città (io sarei direttamente interessato, in quanto lavoro ad 1 Km. dall'impianto
e non posso correre a quell'ora non avendo doccia e spogliatoi, cosa che invece farei se
potessi utilizzare l'impianto). Sono sicuro che con un'azione di promozione mirata diverse
persone se non decine, utilizzerebbero la pausa pranzo per un'allenamento in compagnia nel
vs. bell'impianto, Carpi in fondo ha 50 mila abitanti o sbaglio? Sarebbe importante
inoltre creare un percorso sull'erba attorno all'anello da sfruttare per il fondo lento,
magari con qualche salita artificiale come a Correggio, non manca certo lo spazio.
Fattore non secondario, l'assenza quasi totale di agonismo nel calendario podistico
modenese, porta i podisti ad evitare la pista che si sa rappresenta l'agonismo per
eccellenza, dove la grande fatica non è ricambiata da premi di partecipazione o ristori
in stile abbuffata. Ad un calendario di camminate vastissimo con migliaia di partecipanti
ad ogni manifestazione, non fa eco un altrettanto ricco calendario di manifestazioni in
pista, in fondo nella bassa modenese c'è solo l'impianto di Carpi e le società di
atletica sono pochissime. Ora si pagano gli anni di ritardo, bisogna ripartire dalla base
con la promozione nelle scuole e stimolare i podisti a partecipare a manifestazioni
organizzate magari dallo stesso movimento podistico delle camminate, com'è successo nel
reggiano, dove esiste un circuito di gare UISP in pista, che ha riscosso notevole
successo. Andate alle riunioni del comitato delle camminate e cercate di promuovere la
pista, sarà dura ma tentar non nuoce.